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D Editore: la nostra storia
D Editore nasce da un amore. Non parlo dell’amore romantico o dell’amore fraterno implicito in un’amicizia (il quale, ovviamente era ed è alla base di quest’avventura). L’amore che ci ha fatto diventare i papà di D Editore è rivolto al futuro, ai cambiamenti che questo strano mondo ha subito nei secoli, ma anche all’arte e alla bellezza (qualunque cosa ciò voglia dire).
Sì, lo so, sembra presuntuoso, ma andiamo per ordine: nel 2010, tutti noi ci occupavamo di altro: Massimiliano Ercolani di architettura, Emidio Battipaglia di fotografia ed Emmanuele Pilia (che sono io) si occupava di critica. Insomma, non di materie prettamente letterarie. Ma è da quest’amore, (che è stato poi il cemento della nostra amicizia), nasce D Editore. L’idea iniziale era semplice: portare in Italia alcuni temi e alcuni libri che avevano difficoltà a penetrare, per mille motivi. Decidemmo così di contattare uno dei pochi individui che idolatravamo, Lebbeus Woods, spiegandogli il nostro piano e le nostre idee. Leb accettò entusiasta di aiutarsi, e così pubblicammo il nostro primo libro, Guerra e Architettura, che fu un vero successo per noi!
L’entusiasmo dei nostri lettori (che nel tempo divennero anch’essi amici) ci coinvolse così tanto che decidemmo di continuare, replicando lo stesso successo con altri testi, sempre legati all’architettura: L’architettura del continuo di Lars Spuybroek, Topie Impitoyable di Léopold Lambert, La battaglia di Venezia di Vincenzo Latina e Francesco Venezia. Ma non solo: presto sentimmo l’esigenza di parlare anche d’altro. Così, si unirono a noi Riccardo Campa, curatore della nostra collana sulla bioetica, Raffaele Alberto Ventura, curatore della nostra collana di filosofia pop, ed infine Maria Parafati e Valerio Valentini, curatori del nostro settore di narrativa, sia per piccini (la prima) che per adulti (il secondo).
C’è da dire che quando iniziammo il nostro percorso, banalmente, non avevamo una lira, così tentammo la strada del crowdfunding. Be’, funzionò! E lo fece talmente bene che al tempo ci invitarono a parlare della nostra esperienza sia il Sole 24 Ore che delle facoltà di economia italiane. Insomma, l’idea era semplice: costruire assieme ai lettori il progetto editoriale! Nel tempo abbiamo voluto portare questo concetto alle sue estreme conseguenze, condividendo con i lettori anche alcune fasi della progettazione del libro (a volte limitandoci ad alcuni dettagli della copertina, a volte condividendo l’intero processo editoriale, come nel caso de La fine dell’Invecchiamento, che ad oggi è anche il nostro best seller) e nella sua distribuzione (con alcuni dei nostri lettori che si prendono la briga di pretendere la nostra presenza nelle loro librerie di fiducia). Ma la più grande gratificazione è sapere che molti dei nostri lettori spesso non erano lettori forti. Questo ci ha fatto capire quanto D Editore potesse essere non solo una fabbrica di libri, ma soprattutto una fabbrica di lettori! Lettori aperti all'innovazione, per giunta!