09/05/2024
“Dalla stessa parte mi troverai” di Valentina Mira
Il cuore del libro è un’inchiesta, o meglio un’inchiesta mancata: Mario Scrocca, giovane militante di estrema sinistra, nel 1987 viene trovato impiccato in una cella anti-suicidio; è accusato della strage di Acca Larentia, in cui, nel 1978, trovarono la morte due attivisti dell’Msi. Eppure sono molte le cose che non tornano: Valentina le ripercorre assieme alla storia di Rossella, all’epoca compagna di Mario.
Lo scopo del libro, tuttavia, non è dare una soluzione alla morte di Mario, perché una soluzione diversa da quella ufficiale (suicidio) non c’è – o meglio, non c’è potuta essere. Le ragioni di questo libro urgente sono altre. Innanzitutto, smontare la retorica vittimistica tanto cara ai carnefici, ma anche riflettere sul senso stesso delle due categorizzazioni, troppo semplicistiche e insufficienti, di vittima e carnefice: perché entrambi, certo in misure diverse e incolmabili, ma entrambi, hanno una responsabilità. E capirlo può portare a non affidarsi ciecamente a un’altra retorica pericolosa, quella del perdono, che dalla presa di responsabilità potrebbe anzi allontanare. E Valentina, che una relazione con un fascista l’ha vissuta, lo spiega bene.
Un libro che osa, dunque, e che non teme di stare da una parte ben precisa. E lo fa con uno stile mutevole e frammentario, che riflette la Roma ogni volta diversa che fa da scenario a una tragedia che non tarda ad assurgere a mito: dai tocchi catulliani della storia d’amore tra Mario e Rossella a quelli ineluttabili della morte del giovane, dall’ardore per temi particolarmente sentiti – il “trattamento inumano e degradante” delle istituzioni carcerarie, o la necessità di quella violenza che da violenza nasce – alle parole piene di affetto nei confronti di chi, quell’affetto, se lo merita.
Ciò che più preme a questo libro, però, è esortarci a fare attenzione. Perché è con il ripetere senza sapere, con l’affidarsi – senza farsi domande – a chi non richiede fiducia ma fede (“La banalità del male sono io”: e lo possiamo essere tutti) che il germe può propagarsi. E, vittimizzandosi, attaccare.
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