Napoli MONiTOR

Napoli MONiTOR Napoli Monitor è un giornale on line di cronache, inchieste, reportage e disegni. Dal 2015, Monitor ha cominciato a pubblicare alcuni libri.

Dal 2006, per nove anni, Napoli Monitor è stato un giornale cartaceo, prima mensile e poi bimestrale, che ha raccontato attraverso cronache, inchieste, reportage e disegni, la città di Napoli principalmente, ma anche altre storie provenienti dall'Italia e dal Mondo. Dopo sessanta numeri la redazione ha interrotto la pubblicazione del cartaceo per dedicarsi esclusivamente alla costruzione di un por

tale on-line con aggiornamenti quotidiani. Non una vera e propria casa editrice, ma un numero di uscite programmate, con cadenza periodica e continuativa. Il senso del percorso non cambia: narrare la realtà, rafforzando i nostri punti di vista attraverso uno stile non banale, tra letteratura, giornalismo e ricerca sociale, abbinando l’originalità e la cura. Ulteriori info su: http://napolimonitor.it/napoli-monitor-sito-internet-libri-e-altre-novita/

I comportamenti omicidi degli agenti delle forze dell’ordine nel nostro paese sono un tema scientificamente eluso dall’a...
03/09/2024

I comportamenti omicidi degli agenti delle forze dell’ordine nel nostro paese sono un tema scientificamente eluso dall’agenda politica. Le morti in strada di Aldrovandi (2005), Ferrulli (2011) e Magherini (2014), quelle in carcere, in altre strutture detentive o di controllo, come i casi Cucchi (2009), Traorè (2016), Latif (2021), quelle di tutti i quattordici morti in carcere in circostanze mai chiarite durante le proteste del 2020, ma in realtà tante altre ancora, non possono essere considerate incidenti o frutto della perdita di controllo di qualche “mela marcia”. La questione della violenza della polizia in Italia è un problema enorme, ignorato dai governi di destra e di sinistra, che invece si impegnano ad ampliare lo scarto tra le possibilità date alle forze dell’ordine di agire con la forza e di difendersi nei processi (si vedano in ultimo gli articoli 13, 14, 20 e 22 del Ddl 1016 in via di approvazione), e quelle lasciate alle vittime o alle loro famiglie per far valere i propri diritti. [...] In una metropoli come Napoli, dove la povertà è in aumento nonostante gli sbandierati “cambi di paradigma” e dove le diseguaglianze si fanno sempre più evidenti (se ne sono accorti persino all’ultima convention di Comunione e Liberazione!), le tensioni vengono affidate alla gestione militare del territorio, sfociando nell’uso della forza quando a subire sono quei soggetti che (per la mancanza di strumenti culturali, economici, politici) non sono in grado a far valere le proprie ragioni nei contesti formali e/o giudiziari.

un articolo di Riccardo Rosa
disegno di Sam3

Un interrogativo va rilanciato in occasione di questo triste anniversario, allo scoccare del quale tutto è cambiato senza che nulla cambiasse davvero...

Domenica undici ancora caldo soffocante: la città è circondata dai roghi; la Protezione civile mobilita tutti i volontar...
02/09/2024

Domenica undici ancora caldo soffocante: la città è circondata dai roghi; la Protezione civile mobilita tutti i volontari disponibili, si evacua anche il parco acquatico Hydromania. Il tredici al Giardinaccio, un ristorante abbandonato al Vaticano, i carabinieri trovano il ca****re di una donna, già in decomposizione. Il quattordici la polizia sgombera una baraccopoli a San Paolo.

un articolo di Stefano Portelli
disegno di Peppe Cerillo

Cronache di un'estate romana.

Sembra che anche Shakespeare – che conosceva bene Virgilio – abbia pensato mille e cinquecento anni dopo a Vulcano, desc...
28/08/2024

Sembra che anche Shakespeare – che conosceva bene Virgilio – abbia pensato mille e cinquecento anni dopo a Vulcano, descrivendo l’isola de La Tempesta: la barca che conduce Antonio, usurpatore del ducato di Milano, Alonso, re di Napoli, e suo figlio Ferdinando, alla misteriosa isola senza nome nel Mediterraneo, percorre una rotta molto simile a quella di Enea, fino a raggiungere un lembo di terra impuzzolentito dai miasmi dello zolfo, pieno di gelsi e perennemente avvolto nel fumo.

Li gioche so’ fernute.
Te l’aggio ditto: l’artiste
erano tutte spirite,
e so’ svanite… So’ svanite pe’ ll’aria,
int’a lu niente…
[…] Tutto chello ca nce sta, fore e ddinto,
sparisce comm’a lu spettacolo ch’ ’e visto,
ca è sparito e ca nun lascia tracce.
Nuje simmo fatte cu la stoffa de li
suonne, e chesta vita piccerella nosta
da suonno è circondata, suonno eterno.
(eduardo de filippo, la tempesta)

un articolo di Riccardo Rosa
disegno di Ottoeffe

Paul Auster, Shakespeare e la regina d'Inghilterra sull'isola di Vulcano. Sul palco: Pino Mauro, James Senese, i Co'Sang e i Messaggeri della Dopa. E in mezzo a tutto questo fumo...

Il terreno di scontro principale verte sulle testimonianze delle persone offese. [...] Nel controesame, quindi, si cerca...
27/08/2024

Il terreno di scontro principale verte sulle testimonianze delle persone offese. [...] Nel controesame, quindi, si cerca di smontare parole, aggettivi, tempi di azione, numero delle persone coinvolte, identificazioni, numero e specie dei colpi subiti. Generalmente prima di questa schermaglia, si assiste alla squallida attività dei difensori che tentano di imbarazzare i testimoni chiedendo i precedenti penali (nonostante la corte abbia acquisito tutti i casellari giudiziali). Questi primi scambi contribuiscono a screditare le persone offese, soprattutto agli occhi dei giudici popolari che presiedono l’aula senza un retroterra giuridico funzionale alle valutazioni processuali. Tali tentativi denotano la povertà culturale dei difensori che si prestano a questa attività: il processo verte sulle torture subite da detenuti comuni, uomini che provengono quasi tutti dal mondo dei reietti e tale dato dovrebbe rimanere escluso dalle valutazioni.

un articolo della redazione
disegno di cyop&kaf

L’esigenza di identificare ancora un numero considerevole di agenti evidenzia la fragilità più grande dell’inchiesta.

Dieci anni fa, nel decimo anniversario dell’assassinio di Enzo Baldoni, morto in Iraq in circostanze assai ambigue, pubb...
26/08/2024

Dieci anni fa, nel decimo anniversario dell’assassinio di Enzo Baldoni, morto in Iraq in circostanze assai ambigue, pubblicammo una riflessione di Riccardo Orioles – scritta a pochi giorni dalla sua morte – sul “come” ogni persona che si prende la responsabilità di raccontare qualcosa dovrebbe approcciarsi alla realtà, sul ruolo del giornalista nel mondo che cambia continuamente, e sempre più velocemente, sull’insignificanza dei notabilati e dei baracconi che pensano di poter dirigere e organizzare questo mestiere.
Oggi sono vent’anni che è morto Enzo Baldoni e la situazione descritta da Orioles è solo peggiorata. L’unica cosa che ci sembra sensato fare, quindi, è pubblicare uno dei reportage di questo giornalista con la passione per il viaggio e l’ossessione per la scoperta. E naturalmente insistere nel nostro sforzo quotidiano, che dalla sua e da altre rare figure trae ispirazione e coraggio, nonostante tutto.

Vent'anni fa moriva Enzo Baldoni. Ripubblichiamo un reportage di questo giornalista con la passione per il viaggio e l'ossessione per la scoperta.

Alessio ha quarant’anni e conosce da vicino questa storia: «Le famiglie pagano centocinquanta-duecento euro a settimana ...
21/08/2024

Alessio ha quarant’anni e conosce da vicino questa storia: «Le famiglie pagano centocinquanta-duecento euro a settimana per tenere i figli in un parcheggio orario, a mollo intere giornate in una piscina con l’acqua che sembra quella delle mozzarelle, a giocare a pallone senza sosta per tre-quattro ore di fila, facendogli pranzare pennette con una spruzzatina di sugo e cotolette dure come un mattone. L’unica cosa buona (per me naturalmente, non per i bambini) del pranzo era che nessuno si sognava di fare sforzi per far mangiare la frutta ai bambini e quindi io me ne tornavo a casa con un paio di chili di mele o di pere ogni giorno». Personalmente ho resistito circa un mese al campo e oggi mi rendo conto della differenza tra i primi giorni e gli ultimi.

un articolo di Viola Varlese
disegno di Maria De Gennaro

Le famiglie pagano duecento euro a settimana per tenere i figli in un parcheggio orario, a mollo intere giornate in una piscina con l'acqua delle mozzarelle.

Nel 2016 Irene Angelino voleva raccontare l'ultimo Natale di Maria nella Vela Celeste, prima del trasferimento in una nu...
19/08/2024

Nel 2016 Irene Angelino voleva raccontare l'ultimo Natale di Maria nella Vela Celeste, prima del trasferimento in una nuova casa.
Quel trasferimento non è mai arrivato e oggi Irene racconta l'abbandono di quella stessa casa, da parte di Maria, solo in seguito al crollo del 22 luglio. Con zero certezze, tanta angoscia e una vita sempre più difficile da affrontare all'orizzonte.

Sto raccattando scatole di cartone per Maria. Le ho promesso che domani l'aiuterò con il trasloco. Ha due ore per liberare la casa dalle sue cose e andare via.

Ma soprattutto, diciamolo: il vero problema è il personaggio del president Puigdemón, che è proprio disegnato male. Per ...
13/08/2024

Ma soprattutto, diciamolo: il vero problema è il personaggio del president Puigdemón, che è proprio disegnato male. Per quanto ci si affezioni, il suo character design è stato scadente sin dall’inizio: delle volte lo presentano come un hero con skill sovrumane, delle altre sembra semplicemente il tipico camperone rimasto a dodgiare gli attacchi, appellandosi a questa forza cosmica chiamata “Ue”, che però non arriva mai.
Gli sviluppatori hanno failato nel dargli tutta questa centralità, che ha ridotto il gioco catalano a un player vs environment ripetitivo, come alcuni gamers temevano sin dall’inizio. Certo, l’apertura del nuovo episodio è promettente, ma temiamo che la saga torni a impantanarsi. Bisognerebbe magari puntare sull’azione in strada. Una modalità di gioco un po’ più action, infatti, potrebbe risvegliare l’attenzione della community per il gioco catalano. Senza bisogno di scadere in un classico sparatutto vecchia scuola, senza dubbio un bel battle royale di massa in rete, sullo stile di Rise of Liberty, sicuramente rilancerebbe il titolo e l’intera saga, soprattutto se ambientato nello scenario distopico della Rambla di Barcellona invasa dai turisti. L’interesse ci sarebbe, lo si è già capito all’inizio dell’estate.

un articolo di Stefano Portelli
disegno di Escif

Il nuovo capitolo del videogame Catalunya Independent, a tanti anni dall’ultimo sequel e dopo il flop della saga sul mercato europeo.

"Della spiaggia ci prendiamo cura noi, abbiamo scritto pure i nostri nomi sui muri per gioco, naturalmente ognuno mette ...
09/08/2024

"Della spiaggia ci prendiamo cura noi, abbiamo scritto pure i nostri nomi sui muri per gioco, naturalmente ognuno mette le sue cose dove vuole, è un posto di tutti. Ce la puliamo pure, perché tanto sappiamo che nessuno lo viene a fare. Ogni tanto si affacciano gli impiegati comunali, fanno la foto per far vedere che sta pulita e che loro sono intervenuti, e se ne vanno. Ma va bene così, perché questo posto è casa nostra".

un articolo di Angelo Della Ragione
foto dall'archivio familiare (Federica Fusco)

Peppe, ex operaio dell'Italsider, e storico frequentatore delle (poche) spiagge libere del litorale di Mergellina, a Napoli, racconta la sua storia.

La privatocrazia ha ormai sostituito completamente la democrazia nella Sanità, la quota di prestazioni non erogata dai s...
08/08/2024

La privatocrazia ha ormai sostituito completamente la democrazia nella Sanità, la quota di prestazioni non erogata dai servizi a gestione pubblica diretta viene effettuata da organizzazioni (società, associazioni, cooperative) profit o non profit, comunque di natura privata. Risulta evidente che molte attività, dalla pulizia delle stanze a interventi cardiochirurgici, non sono più governate dal pubblico. La quota erogata e governata dal privato risulta poi variabile tra le diverse regioni d’Italia.

un articolo di Vincenzo Caporale
disegno di Michele Dissegna

Ogni contenitore, edificio, palazzina che ospita delle persone e le costringa a stare lì, è un segno grave di esclusione, discriminazione e razzismo.

La logica del profitto passò anche nelle organizzazioni che fornivano prestazioni sanitarie per la diagnosi e la cura de...
07/08/2024

La logica del profitto passò anche nelle organizzazioni che fornivano prestazioni sanitarie per la diagnosi e la cura delle persone. L’investimento sulla prevenzione pianificato nell’istituzione del Ssn venne a mancare, privilegiando la copertura dei costi storici (ospedalieri) e l’aumento della spesa derivata dai convenzionati/accreditati. L’introduzione dei tetti di spesa, nell’illusione di tenere sotto controllo le uscite, ha favorito la chiusura progressiva dei servizi sanitari grazie all’introduzione di quello sulla spesa del personale dipendente (finanziaria 2006: blocco o rallentamento del turn over dei pensionamenti), senza porre un freno all’incremento della spesa convenzionata/accreditata.
Il tetto di spesa sul costo del personale dipendente ha progressivamente aumentato le diseguaglianze di salute tra le diverse regioni. Il rapporto tra unità di personale e popolazione era già disomogeneo nel 2006 e ogni passaggio d’anno ha aumentato la forbice. Anche l’investimento sull’assistenza primaria nel territorio fu rinviato per “uscite più urgenti”, fino ad arrivare alla carenza di medici di famiglia e alla mancata attivazione dell’infermiere di comunità.

un articolo di Vincenzo Caporale
disegno di Michele Dissegna

I principi nell’istituzione del Servizio sanitario nazionale sono: universale, unificato e uniforme, un sistema che riguarda la totalità della popolazione.

Le lettere raccolte da Alemagna, Bellati, Cerri e Coronati non ci spiegano soltanto come si sta in carcere e al braccio ...
06/08/2024

Le lettere raccolte da Alemagna, Bellati, Cerri e Coronati non ci spiegano soltanto come si sta in carcere e al braccio della morte. Ci ribadiscono la funzione del carcere, la sua relazione con la degenerazione delle strutture psichiche e sociali di chi vi è chiuso, così come con la malattia e la morte. Ci dicono che la rieducazione non c’entra nulla con questa istituzione e che chi riesce a salvarsene lo fa solo con le proprie forze, come fortunatamente sta accadendo a Costanzo e come può accadere persino ad alcuni di quegli uomini e donne che riescono a mantenere in vita il proprio essere pur in attesa del giorno in cui gli verrà somministrata l’iniezione letale o in cui verrà attivata la sedia elettrica. È, naturalmente, un equilibrio fragilissimo, tanto più che l’elemento fondamentale per questo tipo di percorso è la presa di coscienza, la stessa che può portare a soluzioni estreme verso opposte direzioni, come la chiusura totale su sé stessi, l’abuso di farmaci, l’autolesionismo o il suicidio, tutte opzioni che l’istituzione non fa nulla per scongiurare, quando addirittura non le incoraggia.

un articolo di Riccardo Rosa
disegno di cyop&kaf

Cara Bianca e L’ipocrisia del carcere non sono solo una (preziosa) denuncia. Ciò che emerge è la necessità di una nuova relazione tra dentro e fuori del carcere.

Gli eventi sacrificali non sono casuali. Essi sono l’esito inevitabile, quasi matematico di un modo di concepire e ammin...
05/08/2024

Gli eventi sacrificali non sono casuali. Essi sono l’esito inevitabile, quasi matematico di un modo di concepire e amministrare, “valorizzare” e “raccontare” le nostre città, che isola e separa, annichilisce e stritola tutti coloro che si tengono o che finiscono ai suoi margini. È un sistema che incontra sempre meno resistenze, e per questo tende sempre più a compattarsi; e anche per questo produce sempre più sacrifici, di cui quelli mortali sono solo le espressioni più eclatanti. Bisogna quindi contestarlo in toto, non fermarsi agli episodi puntuali. Nel crollo della Vela Celeste si specchia molto altro, e i firmatari di questo comunicato l’hanno capito.
La questione che si pone, è però molto più ampia: come dare un nuovo impulso, una nuova energia ai nostri sforzi quotidiani, come coordinarli, allargarli, renderli più efficaci di adesso? A ogni evento sacrificale il sistema allestisce il suo teatrino, dove tutti gli attori, senza distinzioni tra autorità e popolo, tra giusti e impostori, sono chiamati a recitare la propria parte; non importa cosa facciano o dicano, l’importante è che al termine della recita ognuno si ritiri in buon ordine dietro le quinte; fino alla prossima chiamata. La questione allora è: non tornarci più, dietro le quinte.

un articolo di Luca Rossomando
disegno di roberto-c.

(link all’articolo nei commenti)

Il malcontento degli studenti è alimentato dalla forte disoccupazione giovanile: oltre ottocentomila neolaureati sono se...
31/07/2024

Il malcontento degli studenti è alimentato dalla forte disoccupazione giovanile: oltre ottocentomila neolaureati sono senza lavoro, mentre l’impiego pubblico, sicuro e ben retribuito, mette a disposizione solo tremila posti l’anno. La questione delle quote, però, cara alla premier Hasina, è anche simbolica: la guerra di indipendenza fu combattuta infatti sotto la guida di suo padre, che fu anche primo presidente del paese e fondatore del partito attualmente al potere, più volte coinvolto nelle dinamiche di corruzione per l’assegnazione dei posti di lavoro pubblici. Di fronte alle proteste, il governo ha imposto un coprifuoco nazionale con “tiro a vista” e ha interrotto l’accesso a internet, isolando il Bangladesh dal resto del mondo. Un blocco senza precedenti, che impedisce la diffusione di notizie e limita la capacità dei manifestanti di organizzarsi.

un articolo di Serena Bruno
disegno di Escif

Assemblea a Napoli in solidarietà con il popolo del Bangladesh, dove gli studenti stanno protestando subendo una forte repressione dal governo.

Ngopp’ ‘e culonne ‘e Scampia,a Marianella aret’ ‘a casa mia,ce sta scritta sta fraseca’ dice tutt’ cos’.un articolo di R...
28/07/2024

Ngopp’ ‘e culonne ‘e Scampia,
a Marianella aret’ ‘a casa mia,
ce sta scritta sta frase
ca’ dice tutt’ cos’.

un articolo di Riccardo Rosa
disegno di Ottoeffe

S'erano nascosti oltre l'undicesimo piano della Vela numero 6 vicino alla porta che dava sull'enorme terrazzoscempio del caseggiato.

Mercoledì 24 i giornali ricostruiscono l’accaduto. Il Mattino è il più agguerrito, pur senza alcun elemento concreto, ne...
27/07/2024

Mercoledì 24 i giornali ricostruiscono l’accaduto. Il Mattino è il più agguerrito, pur senza alcun elemento concreto, nel dare la colpa del crollo agli abitanti, trasformando come da tradizione le vittime in colpevoli: “Morte nella Vela. Passerella abusiva crollata per il peso”, titola, insinuando che, siccome è accaduto altre volte che dei nuovi occupanti abbiano ricostruito passerelle distrutte dai pompieri per non far occupare gli alloggi, è probabile che sia questa la causa del crollo (ma persino Paolo Barbuto è costretto ad ammettere che “non ci sono certezze né conferme da parte di chi indaga”).
Repubblica Napoli mette l’accento sull’arrivo degli abitanti all’università: “Alcuni sfollati – scrive Paolo De Luca – per il troppo caldo, arrivano a occupare gli ambienti dell’università. Con tanto di rissa”. In realtà non ci sono stati più che qualche spintone e un po’ di parapiglia dovuto alla situazione di tensione generale. De Luca però la legge così: “Vigila su via Labriola una camionetta della polizia, ma nel giro di pochi minuti la situazione degenera: una maxirissa di oltre quaranta persone, tra donne e uomini, scatena un fuggi-fuggi generale. Si torna diversi minuti dopo a un simulacro di tranquillità, nell’emergenza”.

un articolo della redazione
disegno di Miguel A. Valdivia

La settimana del crollo alla Vela Celeste di Scampia

Le forme di questa precarietà e di questa diseguaglianza sono molteplici; affiorano nel dibattito pubblico quasi come el...
26/07/2024

Le forme di questa precarietà e di questa diseguaglianza sono molteplici; affiorano nel dibattito pubblico quasi come elementi di folclore, ma raramente sono messi in connessione con le premesse stesse del sistema in cui si inseriscono. Ne richiamiamo qui alcune, a partire dall’esperienza di chi di noi lavora nei servizi esternalizzati; dai dati e dalle rivendicazioni contenuti nella piattaforma per il rinnovo del contratto nazionale delle cooperative sociali promossa dai sindacati di base; infine, da studi e ricerche in cui chi tra noi fa ricerca sociale è stato coinvolto.

un articolo del Laboratorio welfare pubblico
disegno di Pietro Cozzi

Anche in questa estate, con la dichiarazione dell’emergenza legata alla cosiddetta “fuga degli operatori sociali”, diventano particolarmente visibili le condizioni insostenibili in cui il lavoro di cura – e in particolare il lavoro [...]

Negli ultimi giorni il quartiere Scampia, con uno dei suoi più controversi simboli, è tornato agli onori della cronaca p...
25/07/2024

Negli ultimi giorni il quartiere Scampia, con uno dei suoi più controversi simboli, è tornato agli onori della cronaca per la morte di tre persone (ma ce ne sono ancora in pericolo di vita) e il ferimento di numerose altre a causa della caduta di un ballatoio della Vela celeste. Arrivo dei soccorsi, collocazione degli sfollati, condizioni di agibilità ed eventuale rientro degli abitanti nella Vela, responsabilità tecniche, responsabilità politiche storiche e attuali, accelerazione degli interventi del progetto Restart Scampia… Le questioni connesse a questa tragedia sono talmente tante e così delicate che abbiamo deciso di restare in osservazione per qualche giorno prima di scrivere qualcosa.
L’ultima volta che eravamo stati nel quartiere era lo scorso maggio, quando con l’aiuto del portavoce del Comitato Vele avevamo fatto il punto della situazione sul progetto Restart e sulle Vele stesse. Pensiamo sia utile riproporre oggi quell’articolo, prima di esprimere un punto di vista più ampio e fornire informazioni utili su quanto sta succedendo a Scampia.

un articolo di Luca Rossomando
disegno dall'archivio MONiTOR

Le lotte della popolazione, le responsabilità delle istituzioni, il programma di rigenerazione urbana.

Dov’è il "pensiero meridiano" a Otranto, dove si cammina compressi tra botteghe di souvenir, impregnati degli odori dell...
24/07/2024

Dov’è il "pensiero meridiano" a Otranto, dove si cammina compressi tra botteghe di souvenir, impregnati degli odori delle cucine dei mille locali? Dove l’unica libreria e storico negozio di dischi in un vico che raccoglieva musicisti e viandanti ora è rimpiazzata da un ristorante gourmet di pesce che ha monopolizzato tutta la strada, e anche la piazzetta dove la libreria si è poi trasferita è invasa dai tavolini di un altro fish bar (perfino durante la presentazione di un libro qualcuno sbaglia porta ed entra a chiedere quanto c’è da aspettare per un panino col polpo). [...] Dove la riqualificazione in chiave turistica dei centri storici “è stata possibile perché noi avevamo una cosa che gli altri non avevano: abbiamo giocato sulla storia”. Giocando, si finanziano botteghe artigiane per le vie dei centri storici dove prima non esistevano, si partecipa a fiere del settore turistico, un accordo con la Rai prevede approfondimenti sul Salento per farne conoscere le bellezze, un accordo con le ferrovie offre pacchetti per weekend salentini. Se non possiamo essere nord, almeno facciamo di tutto per piacergli.

un articolo di Chiara Romano
disegno di Escif

Tutto in una regione dove incendi e terreni deserti sono più diffusi degli ospedali, dove uliveti secolari devono far spazio ad agricoltura superintensiva e ai mega-parchi eolici e fotovoltaici.

Stefano, abituato a leggere la vita con freddo materialismo marxista condito da una forte disillusione, stenta a trovare...
23/07/2024

Stefano, abituato a leggere la vita con freddo materialismo marxista condito da una forte disillusione, stenta a trovare una logica nella storia della Santa ma sente che dovrà farci comunque i conti. Qualcosa comincia a muoversi dentro di lui, pensa forse di recuperare le radici da cui proviene, le immagini di quel mondo contadino, di quella “sapiente ignoranza” che era la principale condizione di sopravvivenza. Quell’intricato sistema di vite lo trattiene e Stefano, quanto più cerca di allontanarsi dal mondo magico e dai dolori della propria famiglia, di dominare la forza del passato con la ragione, tanto più comprende di esserne attratto irrimediabilmente. Deve arrendersi. Si trova presto travolto dal carisma di quella presenza: quella donna curva, rimasta sola con rigore in un contesto severo dove il patriarcato legittimava un matrimonio forzato, violento e ingiusto, ma non la solitudine e l’indipendenza femminile. Quella “strega” che parlava con la Madonna e aveva sanato gli incurabili e fatto tremare il potere di chi porta la croce in terra, che scelse di ritirarsi nel suo vascio evitando la scomunica soltanto per amore della sua famiglia.

un articolo di Luigi Romano
disegno di Giancarlo Savino

Un lavoro minuzioso di ricostruzione che mostra quello slancio capace di assorbire la malinconia provinciale afferrando il proprio tempo.

Per la legge internazionale, non è importante con quale titolo, o se c’è un titolo, per garantire il diritto universale ...
22/07/2024

Per la legge internazionale, non è importante con quale titolo, o se c’è un titolo, per garantire il diritto universale ad avere una casa. Quello che importa è che nessuno rimanga senza casa. Illegali, inaccettabili, abusivi, illegittimi, sono i procedimenti di sgombero che non tutelano questa necessità fondamentale, che non forniscono soluzioni, e che condannano le persone a vivere senza un tetto. Nel film Il tetto, di Vittorio De Sica, una famiglia senza terra e senza soldi si costruisce una casa di notte, sapendo che se all’arrivo della polizia la casa ha già un tetto costruito, non potrà cacciarli. Il dibattito attuale sulle cosiddette “occupazioni illegali” sta cercando di minare questo diritto consuetudinario che accompagna tutta la storia degli insediamenti umani: ricchi e potenti possono appropriarsi delle terre, possono recintare i pascoli e le foreste, ma chi non ha altra scelta che trasformare in casa un pezzo di terra disabitato, deve avere il diritto di considerarlo casa propria, indipendentemente dalla volontà del padrone, almeno fino a quando non viene offerta un’alternativa.

un articolo di Stefano Portelli
disegno di Martina Di Gennaro

Il dibattito su diritto alla casa e diritto all'occupazione si è guadagnato in queste settimane le pagine dei principali giornali.

«[…] L’operazione può anche riuscire; questa volta ho un buon presentimento. Può riuscire, se si toglie il ponte di mezz...
21/07/2024

«[…] L’operazione può anche riuscire; questa volta ho un buon presentimento. Può riuscire, se si toglie il ponte di mezzo. Potremmo anche prendere Segovia. Guardate, vi mostro come faremo. Vedete: il valico non l’attaccheremo nel punto più alto, lì ci siamo già. Attaccheremo molto più avanti. Qui».
«Preferirei non saperlo», disse Robert Jordan.
«Bene», disse Golz. «Quando si va dall’altra parte è meglio viaggiare più leggeri che si può, vero?».
«Io preferisco sempre non saper niente. Qualunque cosa accada, non sarò stato io a parlare».
Golz si passò la matita sulla fronte. «È meglio non saper niente. Qualche volta vorrei non saper niente anch’io. Ma quell’unica cosa che dovete sapere, la faccenda del ponte, la sapete?».
«Sì, la so».
«Ci credo», disse Golz. «Non vi farò il discorsetto di prammatica. Beviamo invece un bicchierino. Quando parlo molto mi viene una gran sete, compagno Jordan. Il vostro nome, compagno Jordané, suona comico in spagnolo». (dialogo tra golz e robert jordan da: per chi suona la campana, hernest hemingway)

un articolo di Riccardo Rosa
disegno di Ottoeffe

Dalla Cina a Messina, passando per Los Angeles. Citofonare Hemingway.

Più di tutti esulta ovviamente Il Mattino, che celebra la Meloni come la donna della svolta, quella che “ci ha messo la ...
20/07/2024

Più di tutti esulta ovviamente Il Mattino, che celebra la Meloni come la donna della svolta, quella che “ci ha messo la faccia”, che ha creato degli equilibri efficaci tra istituzioni e così via. Come “voce del quartiere” il giornalista Gennaro Di Biase sceglie di far parlare Angelo Russo, ex operaio, anche lui fiducioso per questo nuovo corso, dopo una vita di illusioni. Russo, ottantaquattro anni, è stato per anni il delegato in fabbrica della Uil, non esattamente la Confederacion General del Trabajo. Zero interviste, per altri due o tre ex operai che erano in strada insieme ai militanti più giovani per contestare la passerella della premier (alcuni di loro, coetanei di Russo, hanno pure rischiato di essere menati dalla polizia). Ci sono, in compenso, sempre sul Mattino, un migliaio di battute di virgolettato al leader degli industriali napoletani, Costanzo Janotti Pecci, che si sente di escludere, con la Meloni, incidenti di percorso nell’attuazione del progetto.

un articolo della redazione
disegno di Miguel A. Valdivia

Dalla Meloni alla banda del buco. Il peggio della settimana visto dai giornali cittadini.

Un sentimento ampiamente alimentato dai media, alcuni dei quali hanno preso posizione per il RN durante questa campagna ...
18/07/2024

Un sentimento ampiamente alimentato dai media, alcuni dei quali hanno preso posizione per il RN durante questa campagna elettorale, a cominciare da CNews, dove lavora il ripugnante Cyril Hanouna. Altri media sono ancora più perversi, mettendo sullo stesso piano “i due estremismi”: incitare all’odio razziale e alla xenofobia sarebbe, in una visione del tutto macroniana, equiparabile alle richieste di una minima redistribuzione sociale. Il culmine è stato raggiunto quando il sostegno di France Insoumise alla popolazione di Gaza bombardata gli è valso l’accusa di antisemitismo, diventata da allora ricorrente nella sfera mediatico-politica. Così i dirigenti di un partito che ha contato tra i suoi fondatori un ex capitano delle SS e diversi terroristi dell’OAS e il cui capo storico considerava pubblicamente il genocidio degli ebrei da parte dei nazisti come “un dettaglio” – tali persone possono ora accusare impunemente la sinistra di antisemitismo…

un articolo di Alessi Mascalzone Dell'Umbria
disegno di Renaud Eymony

Le ultime vicende politiche in Francia confermano quanto le consultazioni elettorali funzionino soprattutto come fatti allucinatori sociali.

Il carcere di Trieste, composto da sette sezioni maschili e da una femminile, è come tanti altri strutturalmente sovraff...
17/07/2024

Il carcere di Trieste, composto da sette sezioni maschili e da una femminile, è come tanti altri strutturalmente sovraffollato. A fronte di una capienza di 150 posti, il documento di Antigone parla di 257 persone presenti (25 donne e 232 uomini). Di queste, 164 sono straniere. Nello stesso testo si fa presente che alcune celle sono infestate da cimici dei letti, mentre altre sono prive di riscaldamento e acqua corrente. All’interno del carcere triestino 89 persone farebbero uso di sedativi mentre 35 prenderebbero stabilizzanti dell’umore, antipsicotici o antidepressivi. Nonostante ciò, non esisterebbe un servizio psichiatrico quotidiano nella struttura, ma solo in base alle necessità degli individui. Al momento, inoltre, secondo i dati diffusi da Antigone, solo tre persone detenute possono uscire per lavorare all’esterno.

un articolo a cura della redazione di MONiTOR
disegno di Cristina Moccia

Una prima ricostruzione di quanto è accaduto durante la rivolta nel carcere di Trieste.

Appena il mese scorso, inoltre, il governo municipale socialista aveva deciso di cambiare il protocollo di gestione degl...
16/07/2024

Appena il mese scorso, inoltre, il governo municipale socialista aveva deciso di cambiare il protocollo di gestione degli sfratti, per renderlo ancora più violento. Se finora le amministrazioni dovevano per forza offrire agli sfrattati un alloggio temporaneo in una pensione fino alla disponibilità della casa popolare, dal primo giugno questa assistenza si riduce a sei mesi; poi dovranno cavarsela da soli. Circa tremila persone si troveranno in una situazione di estrema vulnerabilità; questo nuovo taglio all’assistenza pubblica si deve al contratto da dieci milioni di euro che il Comune ha firmato con l’azienda turistica BCD Travel. È un altro modo per pompare soldi pubblici nel mercato turistico, affidando alla principale industria responsabile degli sfratti e della mancanza di case anche la gestione delle sue vittime.

un articolo di Stefano Portelli e Victor Serri
disegno di Daniele Nitti

Nonostante gli entusiasmi della stampa italiana, le politiche per la casa in Spagna presentano molte contraddizioni.

6° tiro di dadi, la polizia: 4 – IMPREVISTI. Dopo ore sotto il sole, dopo averli ripetutamente provocati, e dopo non ess...
15/07/2024

6° tiro di dadi, la polizia: 4 – IMPREVISTI. Dopo ore sotto il sole, dopo averli ripetutamente provocati, e dopo non essere riusciti a strappare dalle loro mani nemmeno uno schiaffo, rincorri il corteo dei comitati che taglia in due il quartiere attraversando il passaggio a livello della stazione Edenlandia, arrivando finalmente alla Porta del Parco. Spendi duecento euro per una bombola di ossigeno da destinare all’ispettrice con la borsa Gucci, non sufficientemente allenata per sopportare lo sforzo.

un articolo di Riccardo Rosa
disegno di Rosa Battaglia

Obiettivo del gioco è quello di salvaguardare gli interessi del proprio gruppo di riferimento. I concorrenti variano spesso. Oggi toccava a Manfredi e Meloni...

Indirizzo

Via De Deo, 63/a
Naples

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