20/04/2022
È tutta colpa di Luciano Spalletti.
Non avete letto male e nella prima frase di questa riflessione non c’è nessun refuso di stampa, proprio perché la realtà è questa.
Il tecnico di Certaldo ha preso in mano il timone del Napoli subito dopo il fallimento dello scorso anno, quando la Juventus scippò agli uomini di Gattuso il 4º posto al fotofinish del campionato.
Probabilmente uno dei momenti di maggiore depressione dell’era De Laurentiis, ma a Spalletti non è mai interessato questo: ha preferito lavorare e dare fiducia alla propria rosa.
Con i soli arrivi di Anguissa e Juan Jesus a parametro zero, ha deciso - a differenza di alcuni suoi colleghi - di non lamentarsi delle scelte societarie e valorizzare l’organico a propria disposizione, applicando la “Cura Spalletti”.
Questa cura ha colpito i calciatori in uscita e che per l’ex tecnico rappresentavano soltanto un peso. Parliamo di giocatori come Lobotka e Mario Rui, i quali sono l’emblema del lavoro svolto dal nuovo allenatore.
La colpa è di Spalletti perché ai nastri di partenza, il Napoli veniva collocato al 6º posto dalla Gazzetta dello Sport, ipotizzando la classifica al termine del campionato, invece, adesso si trova a sole quattro lunghezze dalla capolista a 5 giornate dal termine della stagione.
È colpa di Spalletti se Napoli ed il Napoli sono tornati a vivere e sognare, senza mai mettere in discussione il piazzamento tra le prime 4, dopo anni di gestioni scellerate in panchina.
Beh, se questa è una colpa, voi restate comodi sui vostri divani a fare gli allenatori da Bar, io incolpo Luciano Spalletti per aver fatto rinascere il Napoli e dato inizio ad un ciclo che sarà vincente!