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Il 16 settembre torna al San Fedele a Milano Inner_Spaces, la rassegna di musica elettronica e arti audiovisive che dal ...
12/09/2024

Il 16 settembre torna al San Fedele a Milano Inner_Spaces, la rassegna di musica elettronica e arti audiovisive che dal 2012 è un punto di riferimento a Milano per la sperimentazione e la ricerca interdisciplinare. In questa occasione ho intervistato Lorenzo Senni, che presenterà il 19 novembre una versione inedita di Canone Infinito, della durata di un'ora. Abbiamo chiacchierato a lungo, su ARTRIBUNE trovate la versione breve dell'intervista, perché quella integrale uscirà più avanti su Vapore Magazine, dove ci saranno più approfondimenti tecnici e non solo.. (link nel commento)

"Il lato accademico della mia formazione viene da lui [Guido Guidi], perché per tre anni ho passato ogni giorno in sua compagnia, parlando, sfogliando libri, incontrando (sempre stando in un angolo!) personaggi del calibro di Stephen Shore".

"La musica elettronica l’ho incontrata a vent’anni all’università. Prima frequentavo il giro hardcore punk vegan straight edge di Cesena. Ho fatto mia quella filosofia, sentendomi sempre molto libero, anche se in riferimento a quella scena spesso si tende a pensare il contrario. Al punto che contemporaneamente ho cominciato a frequentare la riviera romagnola, Rimini e Riccione con gli amici del mio paese, che invece erano l’opposto, Gabber, Hardcore-Warriors e diciamo che amavano “divertirsi”. Era però tutto molto fluido".

"Nei build up più estremi all’origine di questa progressione musicale c’è un suono che sembra un punto. Sono partito da lì, ponendomi alcune domande. Che cosa succederebbe se aprissi questo suono del 30% anziché del 100%? Se lo facessi in una traccia di venti minuti anziché di un minuto e mezzo?"

Su Vapore Magazine l’intera intervista a Heith, in seguito all’uscita di The Liars Tell su PAN, dove facciamo un punto s...
02/07/2024

Su Vapore Magazine l’intera intervista a Heith, in seguito all’uscita di The Liars Tell su PAN, dove facciamo un punto sul suo percorso artistico, partendo dall’inizio e attraversando X, Wheel.

“V: I riferimenti sonori meno “comuni” che sono presenti nell’album, mi riferisco alla musica rituale, alla gamelan, da dove derivano? Da una fascinazione dovuta a un viaggio?

H: Nel 2017 ho fatto un viaggio in Indonesia e per caso ho conosciuto dei ragazzi dell’Università di musica tradizionale di Bandung (i Tarawangsawelas) e ho passato mesi con loro, partecipando anche a cerimonie. In Indonesia la cultura è animista ed è stata per me la prima volta in cui sono venuto in contatto con questo tipo di approccio. Che però è affine alla visione spirituale che ho della musica. Anzi credo sia stata la dimensione dell’escapismo ad avermi fatto appassionare da bambino. Era sicuramente una via di fuga. L’aspetto rituale della musica riguarda molto questa dimensione o comunque il contatto con qualcosa di più ineffabile, non per forza materiale. L’ingresso in un’altra realtà, la possibilità di immaginare altri mondi, rispetto a quello in cui si vive. Penso che in fondo anche per le band noise, grunge, o in qualsisia cosa degli anni Novanta, l’escapismo fosse una questione importante. Per Kurt Cobain come per David Tibet, che magari manifestava un interesse più concreto e approfondito nella dimensione ritualistica della musica. Però non credo che alla fine ci fosse differenza, perché la musica ha una funzione che non è rappresentativa, quindi appunto ti consente di immaginare qualcosa che non esiste”.

Dopo X, Wheel, album di debutto su PAN di Bill Kouligas, apprezzato per la ricchezza e varietà delle influenze musicali e vera scoperta del 2022, Heith, producer milanese co-fondatore di Haunter Records, torna sulla medesima etichetta con un ep più ambient dove si concentra maggiormente sulla voce...

DUNE: PARTE DUE continua a guidare il box office. La nostra recensione a cura di Carlotta Annabelle Petracci"L’anteprima...
18/03/2024

DUNE: PARTE DUE continua a guidare il box office. La nostra recensione a cura di Carlotta Annabelle Petracci

"L’anteprima in Sala Energia all’Arcadia di Melzo è stata un’esperienza straordinaria. Primo perché si tratta di un luogo che suggerisce una concezione di cinema che travalica la visione frontale. Secondo perché la storia di Dune ha un substrato psichedelico che Villeneuve ha restituito nelle più belle immagini della storia di Paul Atreides (Timothée Chalamet) e del suo percorso di iniziazione per diventare un ribelle, poi un Messia e forse un traditore. L’aspetto più affascinante del Secondo Capitolo è infatti la sua opacità. Dopo la morte del padre, Paul, insieme alla madre Jessica, che fa parte della sorellanza “illuminata” delle Bene Gesserit, si unisce alla tribù dei Fremen per combattere gli Harkonnen. Una Casata costituita da sosia di Billy Corgan, che levitano in spazi architettonici da turbo-futuro brutalista e gigeriano. I Fremen invece sono una popolazione del deserto di Arrakis e rappresentano il grande conflitto irrisolto tra i valori dell’Occidente, fondato sulla techne, e lo Stato di Natura. Quella diffusa visione orientalista, per cui l’alterità che vive in armonia con la Natura, viene considerata primitiva".

La storia di Dune ha un substrato psichedelico che Villeneuve ha restituito nelle più belle immagini della storia di Paul Atreides (Timothée Chalamet) e del suo percorso di iniziazione per diventare un ribelle, poi un Messia e forse un traditore. Dopo la morte del padre, Paul, insieme alla madre J...

Anatomia di una caduta (Anatomie d'une chute) di Justine Triet (vincitrice della Palma d'oro al 76º Festival di Cannes),...
11/01/2024

Anatomia di una caduta (Anatomie d'une chute) di Justine Triet (vincitrice della Palma d'oro al 76º Festival di Cannes), è al cinema. La nostra recensione da Roma dove Carlotta Annabelle Petracci l'ha visto tra i Best Of:

"Sandra e Samuel vivono col figlio Daniel, ipovedente, in uno chalet poco distante da Grenoble. La loro relazione è conflittuale, lo intuiamo dalla prima scena, forse la più bella dell’intero film. Sandra sta rilasciando un’intervista a una giovane e affascinante giornalista, ma viene interrotta dal volume della musica proveniente dal piano superiore, nello specifico dalla camera del marito. Alla tensione sottilmente erotica tra le due donne si sovrappone quella implicita di coppia. Un gesto, quello del compagno, che appare decisamente irrispettoso e sopra le righe, tanto dal metterci immediatamente in allarme sul perché. La risposta non tarda ad arrivare, quando il figlio, accompagnato dal cane, trova il corpo del padre esanime sulla neve. Se la mente dello spettatore va immediatamente al suicidio, la sceneggiatura pone una questione decisamente più accattivante: potrebbe trattarsi di uxoricidio?"

Sandra e Samuel vivono col figlio Daniel, ipovedente, in uno chalet poco distante da Grenoble. La loro relazione è conflittuale. Quando il figlio, accompagnato dal cane, trova il corpo del padre esanime sulla neve, ci domandiamo: sarà suicidio o uxoricidio?

FERRARI, MICHAEL MANN. Al cinema, la recensione di Carlotta Annabelle Petracci"Michael Mann, regista notturno, che racco...
18/12/2023

FERRARI, MICHAEL MANN. Al cinema, la recensione di Carlotta Annabelle Petracci

"Michael Mann, regista notturno, che racconta di uomini irrimediabilmente perduti in se stessi. Uomini tragici, che non possono far altro che seguire il loro destino, torna dopo otto anni con Ferrari, in concorso alla Mostra del Cinema di Venezia. Ancora una volta con la storia di un uomo, in una fase critica della vita. Non è il mito di Enzo Ferrari (Adam Driver) che abbiamo visto sullo schermo e neanche un biopic, nel senso tradizionale del termine, bensì il susseguirsi di una serie di eventi che hanno segnato il 1957, anno terribile in cui alla morte del figlio Dino, avvenuta nel 1956, seguono sventure e allontanamenti. La Ferrari, di cui oggi conosciamo il mito, non naviga in buone acque, la vita privata di Drake (il soprannome di Enzo Ferrari) è giunta a un punto di non ritorno. La moglie Laura è al corrente dei suoi tradimenti, l’amore sembra finito, eppure la sua rabbia ci dice che quell’uomo così sfuggente, quel partner in affari, un tempo pilota spericolato, anche se non tra i più vittoriosi, è stato colui a cui ha consacrato la sua vita, di donna, moglie e madre, votata alle tradizioni e costretta invece ad affrontare il conflitto, l’indecisione, la menzogna e persino un nuovo amore, perché Enzo è tutto fuorché un uomo privo di ombre".

Non è il mito di Enzo Ferrari che abbiamo visto sullo schermo e neanche un biopic, nel senso tradizionale del termine, bensì il susseguirsi di una serie di eventi che hanno segnato il 1957, anno terribile in cui alla morte del figlio Dino, avvenuta nel 1956, seguono sventure e allontanamenti

Ferrari è al cinema ed è un film bellissimo. Grazie a Mann e Driver il mito rivive in una forma completamente nuova: più...
14/12/2023

Ferrari è al cinema ed è un film bellissimo. Grazie a Mann e Driver il mito rivive in una forma completamente nuova: più cupa, introspettiva ed elegante...

Non è il mito di Enzo Ferrari che abbiamo visto sullo schermo e neanche un biopic, nel senso tradizionale del termine, bensì il susseguirsi di una serie di eventi che hanno segnato il 1957, anno terribile in cui alla morte del figlio Dino, avvenuta nel 1956, seguono sventure e allontanamenti

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