Sentiero Florit-Gasparini
“La via al cospetto degli Dei”
Nabois Grande
Area: Alpi Giulie, Gruppo: Jof Fuart, Quota: 2.313, Stato: Italia, Regione: Friuli Venezia Giulia
“Mi raccomando…” dice sempre nostra madre prima di ogni uscita in montagna“…non andate a cercar rogne!”. Forti di queste sane raccomandazioni, il 16 agosto 2014 abbiamo raggiunto il Rifugio Pellarini, destinazione Nabois Grand
e. Itinerario che conoscevamo bene e doveva servirci per preparare la gamba alle “dure” ferie estive. Subito dopo il rifugio lungo la via normale che porta a Sella Nabois, intravediamo sulla destra una traccia incerta, senza alcuna esitazione ci siamo avventurati, lasciando il sentiero 616 CAI più comodo e sicuro. Una freccia rossa seguita da dei bolli sbiaditi indicava il percorso. Dopo pochi metri piacevoli tra larici il sentiero inizia a salire con percorso sempre meno chiaro. Sino ad un traverso ghiaioso ed esposto che conduce ad una selva f***a ed impenetrabile di pini mughi. Strisciando e facendoci largo a fatica siamo riusciti a raggiungere la cima del crinale dove uno spettacolo inaspettato ci attendeva. Avevamo di fronte il versante nord del gruppo del Jof Fuart con le pareti spettacolari della Madre dei Camosci, dell'Innominata e della Cima di Riofreddo; inanellati dalla Cengia degli Dei. La via continuava con traccia sempre più incerta con lo stesso panorama stupendo fino a raggiungere un camino franato un po' pericoloso che ti conduce ad un prato di alta quota, popolato da numerosi Camosci. Ora difficile era l'orientamento ma abbiamo puntato alla cresta e l’abbiamo seguito fino in cima. Arrivati sul difficile il sentiero devia sulla sinistra raggiungendo la via normale del Nabois Grande. Noi abbiamo lasciato la traccia ed abbiamo continuato l’ascensione lungo la cresta, percorso privo di bolli segnavia e di traccia alcuna. In prossimità della vetta la cresta si fa sempre più affilata ed aerea ed il panorama si apre anche verso la Val Saisera dove riusciamo a vedere perfettamente la ca****la Florit dedicata a nostra zia. Proprio in questo punto panoramico ci è venuto in mente di risistemare il sentiero perfezionare la linea di salita e dedicarlo ai nostri nonni di Malborghetto. Il motivo, semplicemente perché dalla cappelletta se volgi lo sguardo a nord verso lo Jof Fuart, il Nabois Grande ti regala uno skyline stupendo che ha fatto da sfondo a tutte le nostre celebrazioni. Infatti siamo stati tutti battezzati, sposati ed a nostra volta abbiamo battezzato tutti i nostri figli nella Ca****la Florit che tutti gli alpinisti e i frequentatori delle Giulie, conoscono molto bene. Lungo il sentiero forte è la suggestione data dalle maestose pareti del Fuart, con gli Dei lungo la Cengia omonima, che sembrano stiano seguendo con lo sguardo la tua ascensione lungo la cresta. Sempre più forte in noi la convinzione di sistemare e recuperare il sentiero, dargli una nuova linea e dedicarlo alla nostra nonna ostetrica che ha fatto nascere praticamente tutti in valle e che ricordava con piacere la notte in cui, scortata dagli alpini, andò ad assistere una cameriera al rifugio Pellarini che aveva le doglie. Molti bambini vengono al mondo invitati dall'influenza della luna nuova o luna piena e quella era uno splendido plenilunio che illuminava il percorso dell’ostetrica delle Giulie”, il ricordo stupendo di quella notte meravigliosa ed avventurosa lo portò con sé fino a 96 anni. Nostra nonna condivideva con suo marito la vita in montagna e per la montagna, entrambi impegnati tantissimo nel lavoro, lui gestiva il forno di Malborghetto e per anni è stato sindaco del comune. Appena avevano un minuto scappavano in montagna e la montagna dopo la tragedia della figlia li ha salvati donandogli serenità e pace. Nonna Erminia era solita raccontare al marito dopo la tragedia le loro ascensioni per tranquillizzarlo in quelle notti da incubo quando non riusciva proprio a dormire. Cosa che consiglio a tutti quelli che come me dormono poco la notte: ripercorri il tuo sentiero mentalmente, riportando alla memoria colori, profumi, panorami e piano piano il sonno ti raggiungerà...
Il nonno come la figlia, che voleva essere sepolta in Saisera, amava il Fuart: la sua spiritualità, maestosità e ricordava a tutti quando il fratello che apparteneva alla brigata Julia, proprio in cima alla sua vetta giurò fedeltà alla patria prima di partire in guerra per l'Albania. Tornati al rifugio Pellarini ne abbiamo parlato con Ennio Rizzotti e la sua splendida compagnia Jessica che raccolgono subito l'invito e si attivano per chiedere l'autorizzazione necessaria al CAI e al Comitato Giulio Carnico sentieri. Ottenute le dovute autorizzazioni abbiamo iniziato in ottobre i lavori di ripulitura sentiero dai pini mughi, tracciando con pala e piccone le parti meno evidenti e meno sicure del tracciato. Il tutto in un ambiente spettacolare con la compagnia meravigliosa e l’aiuto di Ennio e Jessica, ma non senza fatica e qualche pericolo.