Benvenuti A Napoli

Benvenuti A Napoli Benvenuti a Napoli, la cittร  che ti conquista il cuore.๐Ÿ’™Ogni vicolo, ogni piazza, ogni scorcio nasconde una storia da raccontare.

Seguici in questo viaggio alla scoperta di Napoli, attraverso immagini e filmati che catturano l'anima della cittร .

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05/09/2024

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Immagina di passeggiare per le strade di Napoli, un dedalo di vicoli che si snodano tra palazzi antichi e scorci mozzafiato. Ad ogni angolo, come piccole gemme incastonate nella pietra, trovi le edicole votive. Sono piรน di semplici decorazioni, sono i battiti del cuore di Napoli, un richiamo costante alla fede e alla spiritualitร  che da secoli permea questa cittร .

Queste nicchie dipinte o scolpite, dedicate a madonne, santi e anime del purgatorio, sono molto piรน che oggetti di culto. Sono il frutto di un rapporto intimo e profondo tra il napoletano e il divino, un dialogo continuo tra il cielo e la terra. Ogni edicola รจ una storia, un voto espresso, una grazia ricevuta, un ringraziamento per un favore concesso.

La devozione napoletana รจ un sentimento che si respira nell'aria, un'ereditร  tramandata di generazione in generazione. รˆ un culto che si intreccia con la vita quotidiana, che si manifesta nelle feste religiose, nelle processioni solenni, nelle preghiere sussurrate tra le mura domestiche.

Le edicole sono i custodi silenziosi di questa tradizione, i testimoni di una fede popolare che si esprime in mille modi diversi. Sono legate a doppio filo al culto dei santi, quei protettori celesti che i napoletani invocano in ogni momento di bisogno. San Gennaro, patrono della cittร , รจ il piรน venerato, ma accanto a lui ci sono innumerevoli altri santi, ognuno con la sua storia e la sua devozione.

E poi ci sono le processioni, quei momenti di grande partecipazione popolare in cui le statue dei santi vengono portate in giro per le strade, accompagnate da canti, preghiere e luminarie. Le edicole, lungo il percorso delle processioni, diventano degli altari improvvisati, dove i fedeli si fermano per un momento di raccoglimento e per chiedere una benedizione.

Ma il legame tra le edicole e le tradizioni popolari napoletane va oltre il culto dei santi e le processioni. Queste piccole opere d'arte sono anche lo specchio di un popolo che ama la bellezza, che trova nell'arte religiosa una forma di espressione e di conforto. Molte edicole sono vere e proprie opere d'arte, realizzate da artisti locali che hanno saputo coniugare la devozione popolare con un gusto estetico raffinato.

Le edicole votive sono, infine, un simbolo di speranza e di rinascita. In un mondo spesso segnato dalla frenesia e dall'individualismo, queste piccole nicchie ci ricordano l'importanza della comunitร , della solidarietร  e della fede in un futuro migliore. Sono un invito a guardare oltre noi stessi, a riscoprire i valori autentici e a ritrovare il senso profondo della vita.

โœ๏ธ Benvenuti A Napoli ยฉ๏ธ

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05/09/2024

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(Parte 1 )


04/09/2024

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04/09/2024

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Realizzato da Giuseppe Sanmartino intorno al 1753, il Cristo Velato รจ una scultura in marmo di straordinaria bellezza. Rappresenta il corpo senza vita di Cristo, avvolto da un sudario che sembra quasi trasparente, tanto da far intravedere i dettagli anatomici sottostanti. La maestria con cui Sanmartino รจ riuscito a scolpire questo velo, che sembra fluttuare nell'aria, รจ semplicemente stupefacente e ha suscitato ammirati commenti e leggende nel corso dei secoli.

Una storia avvolta nel mistero

La storia del Cristo Velato รจ avvolta in un alone di mistero. Si dice che Raimondo di Sangro, principe di Sansevero e committente dell'opera, fosse un alchimista e un massone, e che abbia utilizzato tecniche segrete per realizzare il velo.

Alcune leggende narrano addirittura che il velo sia in realtร  un materiale organico, come la seta, che nel tempo si รจ pietrificato.

Perchรฉ visitare il Cristo Velato?

Un'opera unica al mondo: Il Cristo Velato รจ un'opera d'arte senza eguali, che lascia a bocca aperta per la sua bellezza e la sua perfezione tecnica.
Un'esperienza emozionante: Ammirare da vicino il Cristo Velato รจ un'esperienza che tocca profondamente l'animo. La sua delicatezza e la sua espressivitร  trasmettono un senso di profonda spiritualitร .

Un viaggio nel passato:

Visitare la Ca****la Sansevero, dove รจ custodito il Cristo Velato, significa fare un viaggio nel passato, alla scoperta di una Napoli ricca di storia e misteri.
Un'attrazione per tutti: Il Cristo Velato รจ un'attrazione adatta a tutti, dagli appassionati d'arte ai semplici curiosi.

La Ca****la Sansevero:

Il Cristo Velato รจ custodito nella Ca****la Sansevero, un gioiello del barocco napoletano. La ca****la, oltre al Cristo Velato, ospita altre opere d'arte di grande valore, come le Macchine anatomiche, due statue che rappresentano un uomo e una donna con un intricato sistema di vasi sanguigni in marmo.

Consigli per la visita:

Prenota in anticipo: La Ca****la Sansevero รจ molto frequentata, quindi รจ consigliabile prenotare il biglietto online in anticipo, soprattutto nei periodi di alta stagione.
Indossa abiti comodi: All'interno della ca****la la temperatura รจ fresca, quindi รจ consigliabile portare una giacca leggera.

Ammira le altre opere d'arte:

Oltre al Cristo Velato, la ca****la ospita altre opere d'arte di grande interesse, come le Macchine anatomiche e le statue delle Velette.

Ascolta le audioguide:

Le audioguide forniscono informazioni dettagliate sulle opere d'arte e sulla storia della ca****la.

โœ๏ธ Benvenuti A Napoli ยฉ๏ธ

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04/09/2024

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Il Vesuvio, un gigante buono che veglia su di noi. Da sempre รจ lรฌ, incombe sulla nostra cittร , un gigante addormentato che potrebbe risvegliarsi in qualsiasi momento. Eppure, non proviamo paura, ma un profondo rispetto, un'ammirazione quasi paterna.

รˆ il nostro Vesuvio, il cuore pulsante di Napoli. La sua sagoma, inconfondibile, รจ lo sfondo di ogni nostro sorriso, di ogni nostra lacrima. รˆ il testimone muto della nostra storia, delle nostre gioie e dei nostri dolori.

Dicono che sia pericoloso, che un giorno potrebbe risvegliarsi e seppellirci sotto le sue ceneri. Ma noi napoletani, sappiamo che il Vesuvio รจ parte integrante della nostra vita, del nostro DNA. รˆ la forza che ci spinge avanti, nonostante le difficoltร , รจ l'anima che ci anima.

Ogni mattina, alzando lo sguardo, vediamo il Vesuvio fumigare. รˆ come un saluto, un segno che ci ricorda da dove veniamo e chi siamo. รˆ un promemoria che la vita รจ un dono prezioso, da vivere intensamente, giorno dopo giorno.

Il Vesuvio ci ha dato tanto: la fertilitร  della terra, il fascino di un paesaggio unico al mondo, un senso di appartenenza profondo. E noi, in cambio, gli offriamo la nostra devozione, il nostro amore incondizionato.

Il Vesuvio รจ Napoli, e Napoli รจ il Vesuvio. Un legame indissolubile, un amore eterno.

โœ๏ธ Benvenuti A Napoli ยฉ๏ธ

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03/09/2024

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03/09/2024

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Adagiata nel golfo di Napoli lโ€™Isola di Procida รจ un piccolo scrigno di bellezza. Il suo fascino ammalia da secoli, tanto da renderla protagonista di alcune produzioni artistiche. Un incanto che prosegue tuttโ€™oggi e che lโ€™ha recentemente vista nominata capitale della cultura per lโ€™anno 2022.

Da Boccaccio alla produzione cinematografica, Procida รจ da sempre apprezzata per la sua bellezza. Abbondantemente descritta in epoca classica, viene poi scelta per gli svolgimenti della sesta novella del Decamerone. Una capacitร  seduttiva che giunge ai tempi piรน recenti con Lโ€™isola di Arturo di Elsa Morante. Dalle pagine alla macchina da presa il passaggio รจ dovuto. Cosรฌ Procida diventa luogo di numerose pellicole tra le quali il noto Il postino, con Philippe Noiret e Massimo Troisi.

L'isola di Procida si trova nel Golfo di Napoli a circa 3,4 km dalla terraferma ed รจ parte, insieme a Ischia, Nisida e Vivara, dell'arcipelago delle isole Flegree che si trovano nel Mar Tirreno centrale.

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03/09/2024

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02/09/2024

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Il cimitero delle Fontanelle (in napoletano 'e Funtanelle) รจ un antico cimitero della cittร  di Napoli, situato in via Fontanelle. Chiamato in questo modo per la presenza in tempi remoti di fonti d'acqua, il cimitero accoglie circa 40.000 resti di persone, vittime della grande peste del 1656 e del colera del 1836.

Il culto delle anime pezzentelle:

Le ossa anonime, accatastate nelle caverne lontano dal suolo consacrato, sono diventate per la gente della cittร  le anime abbandonate, cosiddette anime pezzentelle, un ponte tra l'aldilร  e la terra, un mezzo di comunicazione tra i mondi dei morti e i mondi dei vivi. Queste sono un segno di speranza nella possibilitร  di un aiuto reciproco tra poveri che scavalca la soglia della morte: poveri sono infatti i morti, per il semplice fatto di essere morti e dimenticati, e poveri i vivi che vanno a chieder loro soccorso e fortuna.

Al teschio, spesso, era associato un nome, una storia, un ruolo. Ancora negli anni settanta c'era l'abitudine di sostare di notte ai cancelli del cimitero per aspettare le ombre mandate dal teschio di don Francesco, un cabalista spagnolo, a rivelare i numeri da giocare al lotto.

Spesso il napoletano, piรน che altro donne, si recava sul posto, adottava un teschio particolare che l'anima le aveva indicato nel sogno. Da questo punto in poi il cranio diventava parte della famiglia del devoto.

Al camposanto delle Fontanelle, il comportamento rituale si esprimeva in un preciso cerimoniale: il cranio veniva pulito e lucidato, e poggiato su dei fazzoletti ricamati lo si adornava con lumini e dei fiori. Il fazzoletto era il primo passo nell'adozione di una particolare anima da parte di un devoto e rappresentava il principio affinchรฉ la collettivitร  adottasse il teschio. Al fazzoletto si aggiungeva il rosario, messo al collo del teschio per formare un cerchio; in seguito il fazzoletto veniva sostituito da un cuscino, spesso ornato di ricami e merletti. A ciรฒ seguiva l'apparizione in sogno dell'anima prescelta, la quale richiedeva preghiere e suffragi.

I fedeli sceglievano chi pregare e a chi offrire i lumini nelle loro visite costanti e regolari. Solo allora il morto appariva in sogno e si faceva riconoscere.

In sogno comunque la richiesta delle anime รจ sempre la stessa: tutte hanno bisogno di refrisco, cioรจ di refrigerio:la frase ricorrente nelle preghiere rivolte alle anime purganti era infatti la seguente: ยซA refrische 'e ll'anime d'o priatorioยป.

Si pregava l'anima per alleviare le sue sofferenze in purgatorio, creando un vero e proprio rapporto di reciprocitร , in cambio di una grazia o dei numeri da giocare al lotto.[Se le grazie venivano concesse, il teschio veniva onorato con un tipo di sepoltura piรน degno: una scatola, una cassetta, una specie di tabernacolo, secondo le possibilitร  dell'adottante. Ma se il sabato i numeri non uscivano o se le richieste non erano esaudite, il teschio veniva abbandonato a se stesso e sostituito con un altro:la scelta possibile era vasta. Se il teschio era particolarmente generoso si ricorreva addirittura a metterlo in sicurezza, chiudendo la cassetta con un lucchetto.

I teschi, inoltre, non venivano mai ricoperti con delle lapidi, perchรฉ fossero liberi di comparire in sogno, di notte. Secondo la tradizione popolare infatti l'anima del Purgatorio rivelava in sogno la sua identitร  e la sua vita. Il devoto ritornava allora sul luogo di culto, raccontava il sogno, e se l'anima del teschio era particolarmente benevola, si concedeva a tutti di pregare lo stesso teschio determinando cosรฌ una sorta di santificazione popolare.

Utili erano tutti i tipi di segni che potevano ve**re alle anime. Un primissimo segno era il sudore, cioรจ la condensa da umiditร . Se ciรฒ si verificava era segno di grazia ricevuta. Se il teschio non sudava, questo veniva interpretato come una sofferenza dell'anima abbandonata e cattivo presagio. In questo caso si chiedeva soccorso a Gesรน e, soprattutto, alla Madonna. Ancora oggi un teschio particolarissimo riguardo a questo fenomeno รจ quello di donna Concetta, insolitamente e costantemente lucido.

L'unico mezzo di comunicazione tra i vivi e i morti era il sogno: dai sogni spesso nascono cosรฌ varie personificazioni delle anime pezzentelle, ed ecco moltiplicarsi le diverse figure di giovinette morte subito prima del matrimonio, di uomini morti in guerra o comunque in circostanze drammatiche e singolari.

Il culto fu particolarmente vivo negli anni del secondo conflitto mondiale e nei primi decenni del secondo dopoguerra: la guerra aveva diviso famiglie, allontanato parenti, provocato morti, disgrazie, distruzioni, miseria. Non potendo aspettarsi aiuto dai vivi, il popolo lo chiedeva ai morti, e l'evocazione delle anime purganti diventa insieme la concreta rappresentazione della memoria e la speranza di sottrarsi miracolosamente all'infelicitร  e alla miseria.

La storia:

L'antico ossario si sviluppa per circa 3.000 m2, mentre le dimensioni della cavitร  sono stimate attorno ai 30.000 m3.

Si trova all'estremitร  occidentale del vallone naturale della Sanitร , uno dei rioni di Napoli piรน ricchi di storia e tradizioni, appena fuori dalla cittร  greco-romana, nella zona scelta per la necropoli pagana e piรน tardi per i cimiteri cristiani. Il sito conserva da almeno quattro secoli i resti di chi non poteva permettersi una degna sepoltura e, soprattutto, delle vittime delle grandi epidemie che hanno piรน volte colpito la cittร .

In quest'area, situata tra il vallone dei Girolamini a monte e quello dei Vergini a valle, erano dislocate numerose cave di tufo, utilizzate fino al 1600 per reperire il materiale, il tufo, appunto, per costruire la cittร .

Lo spazio delle cave di tufo fu usato a partire dal 1656, anno della peste, che provocรฒ almeno trecentomila morti, fino all'epidemia di colera del 1836.

A tali resti si aggiunsero nel tempo anche le ossa provenienti dalle cosiddette "terresante" (le sepolture ipogee delle chiese che furono bonificate dopo l'arrivo dei francesi di Gioacchino Murat) e da altri scavi.

Il canonico ed etnologo Andrea de Jorio, nel 1851 direttore del ritiro di San Raffaele a Materdei, racconta che verso la fine del Settecento tutti quelli che avevano i mezzi lasciavano disposizioni per farsi seppellire nelle chiese. Qui perรฒ spesso non vi era piรน spazio sufficiente; accadeva, allora, che i becchini, dopo aver finto di aderire alle richieste e aver effettuato la sepoltura, a notte fonda, posto il morto in un sacco, se lo caricassero su una spalla e andassero a riporlo in una delle tante cave di tufo.

Tuttavia, in seguito alla improvvisa inondazione di una di queste gallerie, i resti vennero trascinati all'aperto portando le ossa per le strade. Allora le ossa furono ricomposte nelle grotte, furono costruiti un muro ed un altare ed il luogo restรฒ destinato ad ossario della cittร .

Secondo una credenza popolare uno studioso avrebbe contato, alla fine dell'Ottocento, circa otto milioni di ossa di cadaveri rigorosamente anonimi. Oggi si possono contare 40.000 resti, ma si dice che sotto l'attuale piano di calpestio vi siano compresse ossa per almeno quattro metri di profonditร , ordinatamente disposte, all'epoca, da becchini specializzati.

Nel marzo 1872 il cimitero fu aperto al pubblico e affidato dal Comune al canonico Gaetano Barbati, ritenuto erroneamente parroco di Materdei,il quale, con l'aiuto del Cardinale Sisto Riario Sforza, eseguรฌ una sistemazione dei resti secondo la tipologia delle ossa (crani, tibie, femori) e organizzรฒ a mo' di chiesa provvisoria la prima cava,in attesa che fosse costruito un tempio stabile.

Negli anni sessanta, gli anni del Concilio Vaticano II, il parroco della chiesa delle Fontanelle Don Vincenzo Scancamarra preoccupato per il feticismo insito nel culto delle "anime pezzentelle"chiese consiglio all'arcivescovo di Napoli, il cardinale Corrado Ursi, sul problema. Il 29 luglio 1969 un decreto del Tribunale ecclesiastico per la causa dei santi proibรฌ il culto individuale delle capuzzelle, oggetto di una fede considerata pagana, consentendo che fosse celebrata una messa al mese per le anime del purgatorio e che fosse eseguita una processione al suo interno ogni 2 novembre, giorno della commemorazione dei defunti. Non fu la decisione delle istituzioni religiose, ma il progressivo oblio devozionale a far scivolare il cimitero nel dimenticatoio. Per anni in stato di abbandono, fu messo in sicurezza e riordinato nel marzo del 2002, ma mai riaperto al pubblico se non per pochi giorni l'anno, specie in occasione della rassegna Maggio dei Monumenti napoletano.

Il 23 maggio 2010 una pacifica occupazione degli abitanti del rione ha convinto l'Amministrazione Comunale a riaprirlo. Da quel giorno il cimitero รจ stato riaperto per poi essere di nuovo chiuso nel 2019. Da allora non si hanno notizie certe circa la riapertura. Per scelta del comune di Napoli, la gestione del sito potrebbe essere affidata ai privati, in particolare ad una cooperativa sociale, introducendo perรฒ un costo per pagare il biglietto d'ingresso.Nel 2023 si annuncia che il cimitero sarebbe stato riaperto all'inizio del 2024, gestito dalla cooperativa La Paranza, vincitrice di un bando pubblico.Al giugno 2024, il sito rimane chiuso.

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02/09/2024

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01/09/2024

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Gli scavi archeologici di Ercolano hanno restituito i resti dell'antica cittร  di Ercolano, seppellita sotto una coltre di ceneri, lapilli e fango durante l'eruzione del Vesuvio del 79, insieme a Pompei, Stabia e Oplonti.
Dopo un primo ritrovamento casuale a seguito degli scavi per la realizzazione di un pozzo nel 1709, le indagini archeologiche a Ercolano cominciarono nel 1738 per protrarsi fino al 1765; riprese nel 1823, si interruppero nuovamente nel 1875, fino a uno scavo sistematico promosso da Amedeo Maiuri a partire dal 1927: la maggior parte dei reperti rinvenuti sono ospitati al Museo archeologico nazionale di Napoli, mentre รจ del 2008 la nascita del Museo archeologico virtuale che mostra la cittร  prima dell'eruzione del Vesuvio.

Il sito di Ercolano, gestito dal Parco Archeologico di Ercolano, viene visitato mediamente da trecentomila turisti ogni anno: nel 1997, insieme alle rovine di Pompei e Oplonti, รจ entrato a far parte della lista dei patrimoni dell'umanitร  dell'UNESCO.

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01/09/2024

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Napoli รจ la meta preferita dagli italiani per le vacanze estive, grazie alla sua combinazione unica di storia, cultura e bellezze naturali. Nonostante l'afflusso straordinario di turisti stranieri, la cittร  รจ stata la scelta numero uno tra i viaggiatori italiani, offrendo un'esperienza autentica e diversa dalle solite destinazioni turistiche.
Secondo uno studio recente di Preply, la cittร  partenopea รจ in cima alla lista delle mete preferite.
La conferma del trend positivo arriva anche da Trainline che dal mese di febbraio ha rilevato un incremento del 60% di prenotazioni di viaggi. A cosa dobbiamo questo fenomeno? Sarebbe interessante leggere, nell'aumento dei visitatori del capoluogo, una conseguenza della sempre piรน grande tendenza a voler mostrare tutto senza filtri. Napoli si presta benissimo a raccontare la veritร , il colore delle tradizioni, la veracitร  del popolo napoletano, la bellezza del suo centro storico, ricco di contraddizioni affascinanti, che lo rendono uno dei luoghi piรน autentici del Paese. La cittร  ha unโ€™immagine potente, รจ legata a simbologie forti e costruita su figure grandiose come Maradona, volto che incarna il sacro e il profano di Napoli. E tutti vogliono andarci, la cittร  diventa di moda, ospita le sfilate di Dolce e Gabbana e diventa lo sfondo perfetto per shooting e campagne pubblicitarie. La nuova estetica di Napoli, fatta di madonne scolpite, uomini bruciati dal sole con pelli cosparse d'olio e tatuate, catenine d'oro, si*****te in bocca, labbra gonfie e dipinte di rosso, viene assorbita dai fotografi di tutto il mondo.

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01/09/2024

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31/08/2024

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Palazzo dei principi Albertini di Cimitile, giร  Palazzo Acquaviva d'Atri e giร  Palazzo Calabria, รจ un palazzo monumentale di Napoli, ubicato in via Santa Teresa degli Scalzi 76, nei pressi dell'omonima chiesa.

Il palazzo venne costruito su commissione del XIX duca d'Atri Rodolfo Acquaviva, esponente della nota famiglia napoletana degli Acquaviva, a metร  del XVIII secolo, su precedenti abitazioni della prima metร  del Seicento appartenute al giudice Sorrentino.

I lavori vennero iniziati con precisione nel 1753 e sospesi dopo due anni per la sopraggiunta morte del committente, ma giร  nel 1755 il palazzo era quasi ultimato. Il progetto รจ attribuito a Giuseppe Astarita, architetto di fiducia degli Acquaviva.

Nel 1774 fu acquistato dal principe di Cimitile Giovan Battista Albertini che lo riadattรฒ con un nuovo progetto di decorazione; i lavori furono diretti da Niccolรฒ Carletti, a cui poi subentrรฒ nel 1775 Giuseppe Fulchignoni. Vennero rifatti gli ambienti e in particolare la scala interna, di pianta quadrata, che si innalza con un unico rampante, racchiusa tra pilastri a loro volta legati alle volte a crociera da fasce. Molti studiosi, tra cui Arnaldo Venditti, hanno dato per certo l'intervento di Carlo Vanvitelli nella direzione dei lavori, ma approfondite ricerche hanno smentito tale ricostruzione.

Il palazzo fu gravemente compromesso dall'abbassamento del piano stradale dovuto all'apertura, nella prima metร  del XIX secolo, di via Santa Teresa che ha reso necessaria la realizzazione di un basamento.

L'edificio conteneva la preziosa collezione di libri raccolta da Fabio Albertini, principe di Cimitile, e un'importante quadreria visitata nel 1861 da Charles Eastlake.

Il palazzo passรฒ alla famiglia Marulli d'Ascoli in seguito al matrimonio della principessa Eliza Mary Rose Grainger, vedova del principe Giovanni Battista Albertini, con Sebastiano Marulli

Venne quindi acquistato dalla famiglia Calabria il cui principale esponente fu Giacomo, prima Procuratore Generale del Tribunale di Napoli durante la nota vicenda del processo Cuocolo, quindi primo Presidente della Corte di Cassazione ed infine senatore del Regno; per questo viene comunemente chiamato nel quartiere palazzo Calabria. Sul portale superiore al livello stradale l'edificio reca ancora l'effigie nobiliare dei Calabria.

Recentemente il palazzo si รจ trasformato in un condominio.
Alla fine anni settanta del XX secolo รจ stato restaurato sotto la direzione di Roberto Pane.

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31/08/2024

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30/08/2024

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I Campi Flegrei (dal greco antico ฯ†ฮปฮญฮณฯ‰, phlรฉgล, "brucio", letteramente "campi ardenti") sono una vasta area di natura vulcanica della cittร  metropolitana di Napoli, attiva da piรน di 80 000 anni. Abitati sin dall'epoca preistorica e protostorica, furono luogo dell'insediamento delle prime colonie della Magna Grecia nell'VIII secolo a.C., comprese tra gli odierni comuni di Bacoli e Pozzuoli. Costituiscono un territorio di rilevanza storica, culturale e geologica.

L'area รจ una grande caldera in stato di quiescenza, con un diametro di 15-18 km, i cui limiti sono dati dalla collina di Posillipo, dalla collina dei Camaldoli, dal monte di Cuma e dal monte di Procida. La caldera si รจ generata a seguito di violente eruzioni, presumibilmente ignimbrite e tufo giallo. L'ultima eruzione definita di Monte Nuovo รจ avvenuta nel 1538, da allora la caldera รจ quiescente ma continuano i segnali di attivitร , in particolare i Campi Flegrei sono caratterizzati da vulcanismo secondario e sono noti per il fenomeno del bradisismo e le crisi recenti.

La caldera รจ costituita da numerosi crateri e piccoli edifici vulcanici (almeno ventiquattro), alcuni dei quali presentano manifestazioni gassose effusive o idrotermali (Solfatara, Pisciarelli). In tutta la zona sono visibili importanti depositi di origine vulcanica come il Tufo Grigio Campano (o ignimbrite Campana) o il Tufo Giallo. Nella zona sono presenti dei laghi di origine vulcanica (lago d'Averno) e laghi costieri originatisi per sbarramento (lago di Lucrino, lago Fusaro e lago Miseno).

La caldera รจ in parte sommersa dal golfo di Pozzuoli. L'edificio vulcanico maggiore, la collina dei Camaldoli, รจ alta 457 m s.l.m.

L'area dei Campi Flegrei รจ compresa nei comuni di Bacoli, Monte di Procida, Pozzuoli, Quarto, Giugliano in Campania, Marano di Napoli e Napoli. In particolare, i primi quattro comuni citati, che occupano la caldera flegrea, sono quasi completamente flegrei. La frazione flegrea Licola รจ compresa nel comune di Giugliano in Campania. Marano di Napoli รจ sulle pendici settentrionali dei Camaldoli e si affaccia in parte sulla caldera. Ricade infine nei campi flegrei la zona occidentale del comune di Napoli, con i quartieri di Bagnoli, Fuorigrotta, Soccavo, Pianura all'interno della caldera e i quartieri di Posillipo, Chiaia, Vomero, Arenella, Chiaiano in parte all'interno e a ridosso della caldera.

Fanno parte dell'area flegrea benchรฉ non del vulcano Campi Flegrei anche le isole Flegree di Ischia, Procida e Vivara. Esse hanno una storia e cronologia in parte differente, in parte parallela a quella dei vulcani sulla terraferma. Inoltre numerosi altri crateri sono stati individuati nel golfo di Pozzuoli, sprofondati nel mare o disgregati da esso nel corso dei millenni.

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30/08/2024

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30/08/2024

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29/08/2024

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29/08/2024

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28/08/2024

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Sono tanti i miti legati alla cittร  di Napoli e uno dei piรน belli e struggenti รจ quello legato alla storia di Posillipo e Nisida.

La leggenda racconta che tanto tempo fa cโ€™era un ragazzo bellissimo e puro di cuore. Si chiamava Posillipo ed il suo sorriso affascinante era in grado di ammaliare e far innamorare non solo le giovani del posto, ma addirittura anche le donne mature e le anziane.

Posillipo era alto, moro e muscoloso, la personificazione di un vero dio in terra. Molte donne ambivano al suo cuore ma per sua sfortuna il ragazzo si innamorรฒ perdutamente di Nisida, una ragazza bellissima ma dal cuore arido e cattivo.

A causa sua, dopo aver ricevuto uno sprezzante rifiuto, molti giovani si uccisero. Anche Posillipo, dopo essere stato rifiutato da Nisida, per il dolore si gettรฒ da uno scoglio.

Gli dei videro tutto dallโ€™alto e, per compassione, trasformarono Posillipo in una rupe. Nisida invece fu tramutata in un isolotto isolato dalla terraferma.

Posillipo in vita era stato molto buono, quindi gli dei fecero sรฌ che la rupe diventasse un luogo dโ€™amore e di felicitร  per tutti. Proprio qui tante coppie ancora oggi si appartano in cerca di dolcezza e di intimitร .

Nisida invece divenne un luogo infelice e destinato ad accogliere persone cattive ed empie. Non a caso oggi su Nisida sorge il carcere minorile.

E fu cosรฌ che il fato li legรฒ a Napoli per lโ€™eternitร , anche se con destini diametralmente opposti.

Indirizzo

Via NAPOLI
Naples
80100

Sito Web

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