06/08/2023
A CINCINNATI E COLUMBUS, "HELL IS REAL": STORIA STRAORDINARIA DEL DERBY DELL'OHIO
Ciò che rende ancora più accattivanti le più feroci e pittoresche rivalità del mondo del pallone sono, molto spesso, i nomi dei derby stessi. Si pensi a “Superclasico”, che poi diventa “Der Klassiker” o “De Klassieker” a seconda della lingua utilizzata, a “Fla-Flu”, a “Derby degli eterni nemici” o "Swięta wojna" ("La Guerra Santa"). Insomma, più è estremo il nome, più in campo e sugli spalti la battaglia è assicurata.
Aggiungete a tutto questo la predisposizione americana a dare un soprannome azzeccato e f***e allo stesso tempo a qualsiasi cosa e il gioco è fatto.
A Cincinnati, Ohio, il soccer è arrivato piuttosto tardi. Nel maggio del 2015 la famiglia Lindner, 129esima famiglia più ricca d’America, annuncia la creazione di una franchigia in città che partirà dalla USL, all’epoca terza divisione del calcio americano – dal 2017, è considerata la seconda -. Il grande successo di pubblico spinge i Lindner ad avviare dei negoziati con la Major League Soccer su una potenziale futura franchigia e presenta la sua offerta di espansione nel gennaio 2017. Il 29 maggio 2018 la proposta viene accettata: l'FC Cincinnati si unisce al campionato nel 2019 come squadra di espansione.
A Columbus, Ohio, invece, il calcio scorre nelle vene della città dalla notte dei tempi. La Crew, infatti, è tra i club fondatori della MLS nel ’96. A parte la sottile ironia, a Columbus sono davvero legati alla, seppur breve, tradizione. Celebre è la proposta nel momento in cui Anthony Precourt, proprietario della franchigia, comunicò che stava valutando la possibilità di trasferire la franchigia nella città di Austin, in Texas, lamentando il fatto di non poter aumentare gli introiti a causa della dimensione limitata di un mercato come Columbus, subendo sia un danno economico che la difficoltà di competere in una lega dalla crescita molto rapida come la MLS.
La prospettiva di perdere la squadra causò immediatamente una reazione fra i tifosi, che sostenuti anche da altre tifoserie statunitensi lanciarono un movimento di protesta sotto l'hashtag " ". Decisivo fu l’intervento delle autorità locali, che intentarono una causa contro Precourt sulla base di una legge che impediva il trasferimento fuori dall'Ohio di una società sportiva che avesse ricevuto sovvenzioni pubbliche, come era successo ai Crew in occasione della costruzione dello stadio.
Nel 2016, dunque, era in programma il primo derby dell’Ohio. Il sorteggio per il quarto turno della US Open Cup, la coppa nazionale, infatti, aveva rivelato che la Crew avrebbe affrontato l'FC Cincinnati, allora al suo primo anno, se Cincinnati avesse battuto i Tampa Bay Rowdies al terzo turno. Si necessitava, dunque, di una denominazione per quell’atteso evento calcistico. Morgan Hughes, accanito tifoso della Crew e promotore, poi, del , scorre la home di Twitter e si imbatte in due neofiti tifosi di Cincinnati, Mike Burkel e Steven Williams, che hanno appena lanciato un sondaggio per dare un nome alla partita di coppa tra le due città dell’Ohio.
Burkel e Hughes, prima di poter vedere l’uno le risposte dell’altro, scrivono lo stesso nome: “Hell is Real”. Significa solo una cosa: il dado è tratto. Il giorno dopo, un sostenitore dei Columbus Crew Tony Galiffo si inventa una sciarpa nera e oro con la scritta "Hell Is Real" in nero con un contorno dorato, un "H" dorata, come il segnale stradale, con all’interno una "H" rossa. La strada è segnata.
Ma come? “L’inferno è reale derby”? Un segnale stradale? Proprio così. I due uomini, inconsapevolmente, hanno pensato allo stesso cartellone pubblicitario presente più o meno a metà strada tra Columbus e Cincinnati sulla Interstate 71 che recita questo messaggio religioso installato lì per volontà di Jimmy Harston, agente immobiliare timorato di Dio in senso letterale, responsabile dell’installazione di altri 20 cartelloni pubblicitari con i comandamenti e detti religiosi in Arkansas, Kentucky, Texas, Tennessee e Ohio. L'essere a bordo dell'arteria principale che connette le due città e la visibilità che questo gli conferisce, il carattere tra il goliardico, il cringe e l'apocalittico della scritta che lo rendono un'icona del conservatorismo religioso a stelle e strisce o un o più simile al "the end is near" di Homer Simpson... insomma, nonostante tutto, la casualità della scelta condivisa ha i suoi perché.
A seguito del passaggio del Cincinnati in MLS all'inizio della stagione 2019, i due club hanno cominciato ad affrontarsi annualmente nella stagione regolare del campionato e le sciarpe, finite in soffitta, sono tornate di moda. “Hell is real” diventa al centro di una battaglia di merchandising, da un lato e dall’altro: d’altra parte chi non vorrebbe bere il caffè in una tazza che ricorda l’esistenza dell’inferno ogni mattina?
Il primo derby della storia in MLS, disputato al Mapfre Stadium di Columbus il 10 agosto 2019, è terminato 2-2, mentre la prima vittoria di sempre della Crew in questa sfida è arrivata due settimane dopo, in trasferta a Cincinnati con il netto risultato di 3-1. Le due squadre si sono inoltre anche affrontate nello speciale MLS is Back Tournament. La sfida, disputatasi l'11 luglio 2020 a Bay Lake, in Florida è terminata 4-0 per il Columbus Crew.
Nella MLS in corso, sull’onda della vene realizzativa di Luciano Acosta, 12 reti per lui, Cincinnati è in testa alla regular season; la Crew, invece, al momento è solo nona. Il 21 agosto, all’una e mezza della notte italiana, di nuovo l’inferno sarà reale. Con un nome così, è impossibile dimenticarselo.
✍️ Davide Zennaro