(✏️ Silvia Morosi) Deve il suo nome al giorno in cui venne trovata a rovistare tra i rifiuti e salvata, la vigilia di Natale del 2017. L'orsa «Eve» era stata abbandonata, denutrita (pesava solo 13 chilogrammi), malata e priva di pelo, colpita da uno dei casi di rogna tra i più gravi che molti esperti avessero mai visto. Nel dicembre del 2019, dopo due anni di riabilitazione in un centro per la fauna selvatica in California, venne trasferita in Texas presso il Black Beauty Ranch, parte dell’organizzazione Humane Society of the United States, dove oggi vive felicemente in un ampio habitat naturale all’interno del santuario, che vanta una superficie di quasi seicento ettari. Offre un rifugio permanente a oltre seicento animali domestici ed esotici - tigri, orsi, primati, canguri, bisonti, cavalli, animali come maiali e capre, e tanti altri ancora - salvati da laboratori di ricerca, circhi, dal commercio di animali da affezione, da zoo non accreditati e altri contesti di abbandono e crudeltà.
Negli ultimi cinque anni, Eve - che oggi pesa più di 72 chilogrammi - è passata dall’essere timida e introversa a diventare un’orsa curiosa e vivace che si dedica all’esplorazione, interagendo con altri simili. Una delle sua passioni? Si diverte ad annusare e cercare il cibo che coloro che si prendono cura di lei spargono sul terreno e sui rami degli alberi, godendo della libertà di comportarsi come un orso selvatico. 👉 L'articolo prosegue sul sito del Corriere
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(✏️ Alessandro Sala) Che cosa combinano i nostri animali domestici mentre sono da soli in casa? A tutti piacerebbe pensare che giochino e si divertano tutto il tempo, interagendo con i giocattoli che prendono vita, come in Toy Story. Ma la vita non è un cartone animato e il dubbio resta ed è serio. Come impegnano il loro tempo? Fanno lunghe pennichelle e al risveglio vanno in esplorazione in ogni stanza? Segni e segnali che troviamo al rientro – graffi sul mobilio, oggetti fuori posto, indumenti nascosti – ci dicono che si sono trastullati con piacere oppure che in realtà vivono male la situazione? Sono tutte domande che chi è costretto a lasciare incustodito l’amico a quattro zampe, magari per recarsi al lavoro e non potendo fare altrimenti, inevitabilmente si pone. Spesso si tratta di una necessità non aggirabile, poiché sono ancora poche, per quanto in aumento, le aziende che consentono ai propri collaboratori di portare con sé il cane in ufficio. E non sempre si hanno a disposizione famigliari e amici che se ne occupino in nostra assenza. Dog sitter e asili diurni sono delle possibili soluzioni, ma non alla portata di tutti, se non altro per il costo fisso aggiuntivo non sostenibile per molte famiglie.
Richiudersi la porta alle spalle quando si esce al mattino allora può diventare un peso e generare sensi di colpa. Un’indagine di AstraRicerche commissionata da Ring, l’azienda di Amazon che si occupa di sistemi di sicurezza di nuova generazione, certifica che ben il 78% di coloro che condividono la propria casa con un cane o un gatto si ritrova in questa situazione. Solo due proprietari ogni dieci stanno sereni pensando che il loro amico se ne starà comunque tranquillo fino al loro ritorno. Per tutti gli altri l’ansia e l’inquietudine sono garantite. Del resto, la stessa ricerca - condotta su un campione statistico rappresentativo dei pet owner italiani -, evidenzia come il 92% consideri cani e gatti come membri a tutti gli effetti d
Il monte Fuji in Giappone ancora senza neve a fine ottobre: non accadeva da 130 anni. Alla fine di ottobre il monte Fuji è ancora senza neve. Da 130 anni, da quando sono iniziate le rilevazioni, la cima non è mai arrivata a questo periodo dell’anno senza essere coperta da un velo bianco. Le cime della montagna più alta del Giappone solitamente vengono innevate all’inizio di ottobre, ma il clima insolitamente caldo ha fatto sì che quest’anno non siano state segnalate nevicate. Quest’anno il Giappone ha registrato l’estate più calda in assoluto, con temperature tra giugno e agosto di 1,76 °C (3,1 °F) superiori alla media. Nel 2023, la neve è stata avvistata per la prima volta sulla vetta il 5 ottobre.
(✏️ Alessandro Vinci) Migliori amici dell’uomo ma anche preziosi alleati per il suo benessere: cani e gatti, ma non solo. Secondo il 79% degli italiani – praticamente otto su dieci –, infatti, vivere con un animale domestico (o in generale prendersene cura) aiuta a migliorare la salute fisica e rafforzare il sistema immunitario. È quanto emerso da un sondaggio condotto da Aisa-Federchimica in collaborazione con l'istituto di ricerca Swg e presentato mercoledì 16 ottobre a Roma nel corso della tavola rotonda «Pet e Salute» tenutasi a Palazzo Ferrajoli. Sempre secondo la rilevazione, ancora più elevata è inoltre la quota di chi ritiene che «avere cura di loro contribuisca in modo significativo alla salute psicofisica dei senior e in generale delle persone più fragili» – opinione condivisa dall’88% del campione –, mentre tra gli over 60 il 63% di chi vive con un animale domestico valuta il proprio benessere psicologico in modo più positivo rispetto a chi non ne possiede uno. In aggiunta, per l’83% degli intervistati quattrozampe e consimili «aiutano a creare un ambiente più sereno, favorendo legami più forti tra le persone». 👉 L'articolo prosegue sul sito del Corriere
Storie di cani e gatti in attesa di adozione
✍️ Ivana Zuliani
Thai è stato trovato la scorsa primavera da una dottoressa del Centro veterinario San Lorenzo di Montevarchi lungo una strada in condizioni disperate, con il bacino rotto e un omero fratturato.
Operato da un chirurgo ortopedico specializzato, che gli ha applicato viti e placche nella zampa, è rimasto ricoverato un mese sotto antidolorifici, ma non ha perso l’uso dell’arto. In clinica ha conosciuto una volontaria che ha adottato tanti mici randagi e avrebbe volto adottare anche lui ma non ha potuto farlo perchè è positivo alla leucemia felina (quindi per lui deve essere trovata una sistemazione come «gatto unico»).
Così Thai ha passato la convalescenza in sistemazioni temporanee in gattili e pensioni, nel Valdarno. Ora, dopo 7 mesi, è pronto per essere adottato: riesce a muovere e a usare la zampa e ha preso confidenza con le persone, è sempre meno pauroso.
Per lui si cercano persone pazienti, che sappiano rispettare il suo carattere e i suoi tempi: Thai saprà ricambarle con affetto e farsi voler bene.
👉 per conoscerlo telefonare al numero 3209609484.
(✏️ Alessandro Sala) Nello spazio di 50 anni, tra il 1970 e il 2020, è andato perso il 73% delle popolazioni mondiali di animali, con picchi che raggiungono l'85% per quelle di acqua dolce, seguite da quelle terrestri (-69%) e da quelle marine (-56%). Ci si potrebbe fermare qui, questi numeri dicono già tutto. Ma la situazione è tremendamente più complessa e anche più grave. Perché non solo la perdita di biodiversità ha toccato livelli mai raggiunti prima, ma le condizioni ambientali, le attività antropiche e il cambiamento climatico stanno continuando ad incidere in negativo sulla salute del pianeta, con la conseguenza che siamo vicini a raggiungere alcuni tipping point, ovvero punti di non ritorno, che in molti luoghi della Terra potrebbero rendere il declino irreversibile.
E' lo scenario «catastrofico» (questo l'aggettivo usato dagli autori) che emerge dal Living Planet Index (Lpi), curato dalla Zoological Society of London e dal Wwf, che monitora quasi 35mila popolazioni di 5.495 specie diverse. Una fotografia impietosa, che mette l'umanità davanti alla responsabilità di compiere scelte di sviluppo diverse per provare a frenare l'emorragia di natura, fondamentale per la salute degli ecosistemi e di conseguenza per la vita, a cui si assiste ormai da troppi anni. Gli obiettivi di mitigazione annunciati da quando si è preso coscienza del problema sono lontani dall'essere raggiunti, a fronte di scelte politiche che privilegiano il consenso immediato rispetto alla ragione e alle strategie di lungo termine. 👉 L'articolo prosegue sul sito del Corriere
🎥🔈 AUDIO ON Amore e sfida: il bramito del cervo nelle Foreste Casentinesi
✍️ Salvatore Mannino 🎥 @parcoforestecasentinesi
Bello, imponente, con le corna ramificate di un cervo tra i più maestosi. Il video di «Fototrappolaggio naturalistico» postato nel profilo Facebook del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi e di Campigna, lo riprende mentre si sta arrampicato su uno spuntone del bosco e lancia il suo bramito (una sorta di muggito ma più roco e selvaggio) che è insieme un richiamo d’amore per le femmine e una sfida agli altri maschi: questo è il mio territorio, sembra dire, chi vuole entrarvi deve prima fare i conti con me. E ancora un altro esemplare di straordinaria grazia si scava una buca nella foresta e da lì emette quella sorta di voce ripetuta che è appunto il bramito. Sono due delle immagini che introducono al censimento al bramito: tre giorni, da domani (26 settembre), che vedranno 590 fra volontari ed esperti, provenienti da tutta Italia, impegnati a registrare i bramiti dei maschi nella stagione della riproduzione grazie ai quali sarà poi possibile arrivare a un calcolo approssimativo della popolazione di questa specie che vive nei confini del parco.
I filmati, ripresi in pieno giorno ed è quasi una rarità per un animale, il cervo, che predilige il buio della notte per i suoi richiami d’amore, appartengono ovviamente agli anni scorsi, ma da domani sarà possibile di riprenderne di nuovi e altrettanto suggestivi. Il ritorno di una tradizione che è ormai antica: il primo censimento risale addirittura al 1987 ed ha caratteristiche così particolare che ormai è noto in tutta Italia come «Casentinese».
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Il 2023 è stato un anno da bollino rosso per gli animali domestici in Italia, con il numero di cani abbandonati in forte aumento. Il quadro a tinte fosche è descritto dal XVIII Rapporto "Animali in città" di Legambiente, presentato oggi 9 agosto a Festambiente a Rispescia (GR) in occasione del festival nazionale di Legambiente.
Secondo i dati forniti dalle amministrazioni comunali, solo nel 2023 i cani abbandonati sono stati 85 mila, con un incremento del 8,6% rispetto all'anno precedente: un indicatore indiretto, secondo Legambiente, anche della crisi economica che pesa su cittadini e famiglie. Avere un cane ha un costo: secondo un'indagine di Federconsumatori, nel suo primo anno di vita servono mediamente dai 1.700 ai 2.500 euro. 👉 L'articolo prosegue sul sito del Corriere
✍️ Antonio Valentini
La laguna di Orbetello e il viaggio lungo la distesa di pesci morti
A Orbetello vivono appesi ai venti. Se tira a scirocco, l’acqua della laguna si scalda e proliferano le alghe tossiche, quelle che consumano ossigeno e sprigionano idrogeno solforato, soffocando i pesci.
Se invece gira a maestrale e si accentua l’escursione termica tra il giorno e la notte, lentamente l’acqua si raffredda consentendo la vita.
Le temperature torride hanno riacutizzato il problema con cui i pescatori lagunari, e l’intera città di Orbetello, ogni estate si trovano a fare i conti, con le carcasse di orate, spigole e anguille ammassate a ridosso dell’abitato: solo allo sgrigliatore di Ansedonia, nel fine settimana, ne sono state recuperate e smaltite 600 quintali. Ma è un calcolo per difetto, poiché ad essi vanno aggiunti i pesci morti recuperati nella laguna di Levante a ridosso dell’abitato, vale a dire quintali e quintali ancora da quantificare (l'articolo completo sul sito del Corriere Fiorentino)
(✏️ Simone Dinelli) «Quando entravamo in mare per fare il bagno, fino a a qualche anno fa occorreva un po’ di tempo per acclimatarsi con l’acqua, spesso fredda anche nel cuore dell’estate. Oggi non è più così e la differenza fra fuori e dentro è praticamente scomparsa». Un racconto comune a tanti bagnanti della Versilia, ma anche di altre località della costa toscana. A confermare che non sia solo una sensazione è Bernardo Gozzini, direttore del Consorzio Lamma e autorevole esperto in materia di climatologia e meteorologia. «Sì, è vero — spiega —, la temperatura dell’acqua nel Mediterraneo è ben al di sopra della media stagionale. Parliamo di circa 4 gradi in più, con punte anche di 5. Il satellite ci indica una media fra i 28 e i 29, ma in certi tratti si raggiunge e supera anche quota 30». 👉 Sul sito del Corriere Fiorentino l'articolo completo
(✏️ Silvia Morosi) Dal 2019 al 2022 sono quasi 2 milioni gli animali soppressi nei laboratori. È quanto emerge dai dati pubblicati nella Gazzetta Ufficiale n.158 del 08-07-2024 e visionati dalla Lega Antivivisezione. La media annuale continua a essere altissima e supera i 482mila individui utilizzati e uccisi per fini sperimentali. In particolare, si è passati da 548.933 animali nel 2019 - anno record - a 451.991 nel 2020, con una lieve flessione probabilmente legata all’emergenza Covid. Nel 2021 il numero ha nuovamente superato il mezzo milione, tornando a 512.296, mentre nel 2022 è sceso a 420.506.
Preoccupante il ricorso ai cani, specie particolarmente protetta e a cui si potrebbe ricorrere solo in condizioni eccezionali, con ben 2.323 cani uccisi dal 2019 al 2022 (qui la storia di Jordan, il beagle utilizzato nelle sperimentazioni farmaceutiche che ha trovato casa). Oltretutto tale specie è spesso utilizzata per test particolarmente invasivi di tossicologia, resistenza cardiaca e impianti o interventi dentali nelle ossa. 👉 L'articolo prosegue sul sito del Corriere
(✏️ Alessandro Vinci) Se da un lato non passa estate senza che in Italia vengano abbandonati migliaia di animali domestici – il 2023, sotto questo profilo, è stato un anno particolarmente nero –, dall'altro va sottolineato come a macchiarsi di tali crudeltà sia comunque solo una piccola parte dei proprietari di cani, gatti e altre creature da compagnia. Non a caso in queste settimane saranno ben 8 milioni i nostri connazionali che andranno in vacanza portando con sé i propri pelosi, complice «una sempre più attiva cultura dell’accoglienza nelle strutture ricettive nazionali che consente di non dover più lasciare a casa quelli che ormai sono in molti a considerare dei veri e propri componenti della famiglia». Lo riferisce una nuova indagine Coldiretti/Ixe' dalla quale è emerso che «in prima fila nell'accoglienza dei migliori amici dell'uomo ci sono gli agriturismi». È infatti il 60% delle circa 26 mila strutture di questo tipo presenti da Nord a Sud – si apprende – a fornire la preziosa «possibilità di alloggiare con gli animali, rappresentando la miglior soluzione per non dover fare a meno della compagnia di cani, gatti & co.».
In termini generali – si legge ancora – «complessivamente il 40% di chi possiede un animale domestico ha scelto di non lasciarlo a casa». Quanto al restante 60%, il «14% vorrebbe portare il proprio animale ma è frenato dal fatto che la struttura dove si recherà in vacanza non dà la possibilità di ospitarlo, mentre un 46% lo affiderà a parenti, amici o strutture specializzate». Elemento chiave nello spingere i padroni a non separarsi dai quattrozampe, «il caldo record che assedia i centri urbani, con temperature che fanno prevedere lo scenario di una lunga estate torrida». 👉 L'articolo prosegue sul sito del Corriere