editpress

editpress Casa editrice di saggistica universitaria.
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Nata nel 2006, editpress è una casa editrice di saggistica universitaria che si rivolge a tutte le forme della comunicazione e della ricerca scientifica: monografie, saggi, manuali didattici, atti, riviste. La proposta di editpress per l’editoria universitaria si basa sull’uso affiancato del formato cartaceo ed eBook, sulla strutturazione sia di collane accademiche sia di collane ibride, sull’uso

del peer review e sulla possibilità della pubblicazione in open access. Negli anni il catalogo della casa editrice si è indirizzato maggiormente verso i temi proposti dalle scienze umane e sociali – in particolare antropologia, sociologia, storia, diritto – ma sempre con un approccio aperto all’interdisciplinarità e disponibile verso ogni disciplina di ricerca.

Per “Ma noi non potevamo aspettare più”, a cura di Bruno Fusciardi e Giulia Zitelli Conti, arriva la prima tappa di una ...
07/09/2024

Per “Ma noi non potevamo aspettare più”, a cura di Bruno Fusciardi e Giulia Zitelli Conti, arriva la prima tappa di una agenda di presentazioni che si annuncia f***a e partecipata. Si comincia stasera da Tricarico, città natale di Antonio Molinari, uno dei protagonisti del libro e del movimento della lotta per la casa a Roma.

https://www.editpress.it/catalogo/ma-noi-non-potevamo-aspettare-piu/

27/08/2024

La FVL è lieta di annunciare il rilascio in versione open access del primo numero della propria collana “A òpra. Annali di storia e studi della Fondazione Valore Lavoro”, dedicato alla storia orale del lavoro.
Potete scaricarlo gratuitamente seguendo questo link:

https://www.torrossa.com/it/resources/an/5384071?digital=true

Abstract:
La storia orale, con l’ascolto e i racconti delle persone, permette di indagare i fenomeni storici attraverso il punto di vista dei protagonisti, mettendo in primo piano la soggettività degli attori. Il valore euristico di questa metodologia per la storia del lavoro permette di illuminare zone sfuggenti e di meglio comprenderne le dinamiche interne: il rapporto tra il lavorare e l’organizzarsi; la professionalità e il nesso con i saperi e la conoscenza; la cultura; le identità; le dimensioni sociali e familiari; i diversi punti di vista generazionali e di genere. Nel solco di una lunga tradizione di studi, questo primo annale della FVL cerca di cogliere le linee di tendenza attuali e i diversi approcci, aprendo un confronto con la dimensione della Public History, nell’epoca dei social network e dei nuovi prodotti culturali.

Vi ricordiamo anche che è uscito il secondo numero della collana, Il lavoro fa la storia, a cura di Pietro Causarano.

I volumi della collana vengono rilasciati annualmente in versione open access successivamente all’uscita dell’ultimo Annale.

“…La lettura è magnifica, e la dedizione alla storia orale lealmente praticata ne esce smagliante…”Adriano Sofri su Il F...
23/07/2024

“…La lettura è magnifica, e la dedizione alla storia orale lealmente praticata ne esce smagliante…”

Adriano Sofri su Il Foglio del 19 luglio recensisce “Ma noi non potevamo aspettare più”, a cura di Bruno Fusciardi con il contributo di Giulia Zitelli Conti (editpress 2024).




Bruno Fusciardi scrive “Ma noi non potevamo aspettare più”, un po’ manuale militante, un po’ Spoon River. “Il diritto alla casa è ’na lotta riformista… Noi eravamo rivoluzionari de una riforma che nun veniva fatta, pe’ fa’ sì...

Studi | 22UN PALCOSCENICO TUTTO PER LOROLe filodrammatiche femminili nei ricordi delle protagonistedi DANIELA CAVALLAROD...
15/07/2024

Studi | 22

UN PALCOSCENICO TUTTO PER LORO
Le filodrammatiche femminili nei ricordi delle protagoniste

di DANIELA CAVALLARO

Disponibile qui: https://www.editpress.it/catalogo/un-palcoscenico-tutto-per-loro/ e in tutto il circuito librario.

Torna alla luce su queste pagine un momento quasi dimenticato della storia sociale e culturale delle donne italiane. Le voci delle bambine, ragazze e giovani donne che, nel secondo dopoguerra, hanno preso parte ai gruppi filodrammatici femminili, ci restituiscono un’esperienza teatrale e di vita che le avrebbe viste crescere personalmente e professionalmente. Le recite – adattamenti al femminile di capolavori teatrali o testi scritti appositamente per gruppi di sole donne – non attiravano solo i familiari delle attrici ma coinvolgevano l’intera comunità, riunita per commuoversi o ridere con drammi, melodrammi, farse e commedie, in un’epoca in cui la televisione non era ancora diffusa nelle case italiane. I ruoli interpretati dalle attrici filodrammatiche erano quelli della vita quotidiana, come figlie, sorelle, amiche, studentesse, operaie, oppure quelli più esotici di zingare, martiri, granduchesse e marchesine. Ma erano sempre loro, le ragazze, a essere le protagoniste sulla scena, in un mondo in cui padri, mariti, fratelli e fidanzati erano assenti. Le testimonianze delle ex-attrici raccolte in questo volume ci narrano dei primi passi sul palcoscenico dell’oratorio o della scuola, e ricordano con nostalgia le uscite serali per le prove, i costumi cuciti dalle madri o presi in prestito, le risate, le amicizie, e l’esperienza di essere state protagoniste sulle scene filodrammatiche proprio mentre le donne italiane imparavano a essere protagoniste nella società.

A òpra | 2IL LAVORO FA LA STORIAScenari fiorentini tra XX e XXI secoloa cura di PIETRO CAUSARANODisponibile qui: https:/...
15/07/2024

A òpra | 2

IL LAVORO FA LA STORIA
Scenari fiorentini tra XX e XXI secolo

a cura di PIETRO CAUSARANO

Disponibile qui: https://www.editpress.it/catalogo/il-lavoro-fa-la-storia/ e in tutto il circuito librario.

Questo secondo volume dell’Annale “A òpra” (Annali di storia e studi della Fondazione Valore Lavoro) è figlio di due esperienze diverse per origine e collocazione temporale, ma convergenti nella delimitazione dei temi. Da una parte, la riflessione sulla originale vicenda culturale e scientifica dell’Associazione Biondi-Bartolini e sulla figura di Luigi “Gigi” Falossi (1937-2012), operaio, sindacalista e insieme intellettuale e organizzatore di memoria e ricerca storica sul lavoro. Dall’altra parte i risultati – pubblicati in occasione del 130° della Camera del lavoro di Firenze – di una ricerca svolta da Silvia Pizzirani fra 2022-23 sulla Cgil fiorentina negli anni Ottanta, un decennio poco coltivato eppure decisivo nelle vicende del lavoro toscano e nella storia recente del sindacato. Chiudono il volume una serie di commenti attinenti alle parti monografiche e un contributo di Elena Zanchi sugli archivi della Federterra toscana.

STORIA ORALE | 8Ma noi non potevamo aspettare più.Memorie e storia della lotta per la casa a Romaa cura di Bruno Fusciar...
12/07/2024

STORIA ORALE | 8

Ma noi non potevamo aspettare più.
Memorie e storia della lotta per la casa a Roma

a cura di Bruno Fusciardi
con il contributo di Giulia Zitelli Conti

Disponibile qui: https://www.editpress.it/catalogo/ma-noi-non-potevamo-aspettare-piu/ e in tutto il circuito librario.

Nel secondo dopoguerra, Roma si presentava costellata da borgate e borghetti abitati specialmente da immigrati, sfrattati dal centro storico e sfollati di guerra. In questi quartieri popolari, migliaia di famiglie si organizzarono per rivendicare il diritto alla casa e alla città.
Il volume propone la trascrizione delle voci della memoria di alcuni dei protagonisti di questa intensa stagione di mobilitazione sociale: i ricordi inediti di Renato Fattorini, di Elisabetta Nori, di Antonio Molinari e degli altri intervistati qui raccolti ci trasportano, senza soluzione di continuità, da Borgata Gordiani alla Magliana, ricostruendo le storie di singole occupazioni abitative, narrando percorsi di impegno politico e amicizia e attraversando vent’anni di militanza nel movimento di lotta per la casa (1963-1985).
Un movimento composito, eterogeneo e non esente da contraddizioni interne, che ancora oggi rappresenta un soggetto sociale di primaria importanza e urgenza per la città, dentro e fuori il Grande raccordo anulare.

AISO - Associazione Italiana di Storia Orale

MEDIUM  |  7Media e Memoria.Lineamenti di un nuovo culto del digitaledi Guido Nicolosiprefazione di Pierre Musso, postfa...
10/07/2024

MEDIUM | 7

Media e Memoria.
Lineamenti di un nuovo culto del digitale

di Guido Nicolosi
prefazione di Pierre Musso, postfazione di Alfonsina Bellio

Disponibile qui: https://www.editpress.it/catalogo/media-e-memoria/ e in tutto il circuito librario.

Media e memoria sono legate da un rapporto indissolubile. Fissare, memorizzare, commemorare, richiede sempre un atto di mediazione: pareti, oggetti, linguaggi, media. Il libro ricostruisce l’evoluzione di questo rapporto, dall’arte rupestre fino ai moderni smartphone, indagandone anche le diverse implicazioni sociali.

L’autore si sofferma sui rischi legati al nuovo culto “religioso” del digitale. Tutta la nostra memoria sembra dipendere dall’uso compulsivo dei dispositivi digitali. Crediamo in un’entità superiore (la Rete, l’Intelligenza Artificiale, i Social Media) che gestisce le nostre vite. Le nostre speranze, anche di immortalità, derivano da algoritmi per l’archiviazione e l’elaborazione dell’informazione.

Quali conseguenze sulle nostre capacità di conoscere? Chi o cosa possiede e controlla la nostra memoria, individuale e collettiva, ovvero la nostra stessa identità? Di fronte all’avanzata di questa “teocrazia tecnologica”, l’autore fa appello a una nuova “laicità digitale”.

ITALIA ELIMINATA DALL’EUROPEO DI CALCIO?Su Rai Radio 1, nel corso della puntata di ieri sera 3 luglio di "Tutto l’Europe...
04/07/2024

ITALIA ELIMINATA DALL’EUROPEO DI CALCIO?

Su Rai Radio 1, nel corso della puntata di ieri sera 3 luglio di "Tutto l’Europeo minuto per minuto" si è parlato di ORO SPRECATO. COME IL CALCIO ITALIANO STA UCCIDENDO IL TALENTO, il libro di Daniele Lalli (editpress 2022) che svela in profondità i veri motivi della crisi sistemica del calcio italiano.

Ecco il podcast, a partire dal minuto 28,30: buon ascolto!

Tutto l'Europeo minuto per minuto del 03/07/2024 - Tutto l'Europeo minuto per minuto

«La chiamiamo America Latina, ma sarebbe più corretto utilizzare il toponimo Abya Yala, "terra che sanguina", "terra in ...
25/06/2024

«La chiamiamo America Latina, ma sarebbe più corretto utilizzare il toponimo Abya Yala, "terra che sanguina", "terra in piena maturazione" o "terra viva" in lingua dulegaya, parlata dalla comunità gunadule alla frontiera colombo-panamense...»

Così l'attacco del bellissimo articolo su il Manifesto di oggi che Claudia Fanti dedica a "Pensare con Abya Yala. Pratiche, epistemologie e politiche dall’America Latina", a cura di Alessia Di Eugenio, Sofia Venturoli, Valeria Ribeiro Corossacz e Edoardo Balletta.

https://ilmanifesto.it/interrogativi-e-sfide-degli-studi-decoloniali/r/-d0vZG9RWH0uMI46NVmXN

Buona lettura!

Il 30 maggio si è svolto a Ferrara una delle tappe di "Pietre senza popolo", dedicata al caso Napoli. Nel corso della co...
01/06/2024

Il 30 maggio si è svolto a Ferrara una delle tappe di "Pietre senza popolo", dedicata al caso Napoli. Nel corso della conferenza, l'intervento di Alessandra Esposito si è basato sulle sue ricerche riguardo alla turistificazione del centro di Napoli, confluite nel suo bellissimo libro "Le case degli altri" (editpress 2023).

30/05/2024
27/05/2024

Questo volume nasce da alcuni interrogativi su come sia possibile affrontare gli studi decoloniali in Italia e nell’università italiana. Come ci interrogano pratiche politiche, concetti, teorie, riflessioni prodotte in America Latina/Abya Yala tra la fine degli anni Ottanta e Duemila? A che punto...

CALLE AMERICASTUDI DECOLONIALI VOCI DALL’AMERICA LATINA (ABYA YALA)Pensare con Abya Yala.Pratiche, epistemologie e polit...
07/05/2024

CALLE AMERICA
STUDI DECOLONIALI
VOCI DALL’AMERICA LATINA (ABYA YALA)

Pensare con Abya Yala.
Pratiche, epistemologie e politiche dall’America Latina

A cura di:
Alessia Di Eugenio
Sofia Venturoli
Valeria Ribeiro Corossacz
Edoardo Balletta

Disponibile qui: https://www.editpress.it/catalogo/pensare-con-abya-yala/ e in tutto il circuito librario.

Il libro nasce da alcuni interrogativi su come sia possibile affrontare gli studi decoloniali in Italia e nell’università italiana. Come ci interrogano pratiche politiche, concetti, teorie, riflessioni prodotte in America Latina/Abya Yala tra la fine degli anni Ottanta e Duemila? A che punto sono le conoscenze di questi contributi in Italia e come possono alimentare e rinnovare quelle prodotte nel nostro contesto universitario e anche oltre di esso? Queste alcune delle domande che hanno fatto incontrare e dialogare, in una prospettiva interdisciplinare, i/le docenti, i ricercatori, le ricercatrici e attivisti/e che sono autrici e autori dei contributi contenuti in questo testo. Gli articoli riuniti compongono un mosaico di riflessioni utili a ricostruire genealogie e a discutere significati e implicazioni di prospettive che possono essere iscritte nel variegato campo degli studi decoloniali. Al centro del libro vi è il riconoscimento dell’importanza di diffondere in Italia, e in lingua italiana, pratiche, epistemologie, politiche, voci di autori, autrici e comunità che hanno tracciato e tracciano cammini pratici e teorici di opposizione e alternativa alla colonialità del nostro presente.

Con l’uscita di "Pensare con Abya Yala" rinasce a nuova vita la collana CALLE AMERICA, grazie alla guida di Sofia Venturoli (Università di Torino) e a un nuovo comitato scientifico composto da:
Flavia Cuturi (Università di Napoli “L’Orientale”)
Zelda Alice Franceschi (Università di Bologna)
Javier Gonzalez Diez (Università di Torino)
Filippo Lenzi Grillini (Università degli Studi di Siena)
Valeria Ribeiro Corossacz (Università degli Studi Roma Tre)
Cristiano Tallè (Università degli Studi di Sassari)
Francesco Zanotelli (Università degli Studi di Firenze)
Raúl Zecca Castel (Università degli Studi di Milano-Bicocca)
Daniela Salvucci (Libera Università di Bolzano).

Calle America è una collana che presenta sguardi e voci dall’America Latina, Abya Yala. La collana privilegia gli approcci critici e riflessivi dell’antropologia e della ricerca etnografica, attraverso una prospettiva pluridisciplinare e interconnessa con i saperi e i contributi militanti. Calle America intende collocare il proprio punto di osservazione a partire dalla strada, intesa come spazio dialogico e conflittuale di produzione di saperi e pratiche polifoniche e plurali. La collana accetta monografie, raccolte di saggi e proposte di traduzione. Ogni testo sarà sottoposto ad una prima approvazione del Comitato Scientifico che in seguito procederà alla individuazione di referee esterni per una valutazione finale.

Sulla rivista Machina, a partire dal libro di Sandra Annunziata "Oltre la gentrification" (editpress, 2022), Alessandro ...
29/04/2024

Sulla rivista Machina, a partire dal libro di Sandra Annunziata "Oltre la gentrification" (editpress, 2022), Alessandro Barile s’interroga sul concetto di gentrificazione e sulle forme di resistenza a questo processo.

Buona lettura!

ETICity, Giacomo Pozzi

Pensieri sul libro di Sandra Annunziata, Oltre la gentrification (editpress, 2022)

[...] Loro ci sparavano addosso, dal loro comando, la collina delle case Borneto. Noi eravamo dalla parte opposta e in m...
24/04/2024

[...] Loro ci sparavano addosso, dal loro comando, la collina delle case Borneto. Noi eravamo dalla parte opposta e in mezzo la gente, a guardare. A militare, come puntatore, avevo fatto le esercitazioni ma il contrasto tra le condizioni previste a scuola e quelle in cui mi trovavo era enorme. Se ci fosse stato il mio ufficiale mi avrebbe messo in prigione per due o tre mesi: ho violato tutte le regole possibili e immaginabili. Bisognava sapere con precisione le dosi di polvere, il fulminante, il proiettile ma in quel momento era impossibile E poi non c’era l’alzo: i tedeschi lo avevano distrutto prima di abbandonare il pezzo.

Qui – Ezio, per spiegarsi, usa una mappa presa da Tuttocittà – la collina, Morigallo, con le casette dette da Borneto. Qui c’è il Secca che viene giù, qui il Polcevera, qui il ponte sul Secca, qui la Camionale e il casello, qui l’ospedale Pastorino, poi la curva e la galleria dove stavano i tedeschi, snidati e portati via prigionieri, e dove stavamo noi: io, Johnson e qualche altro. Dalle case Borneto i tedeschi sparavano in tutte le direzioni. Battista, il prete, l’avvocato Costa erano andati con la bandiera bianca a chiedergli la resa ma loro non ne volevano sapere. Dentro la nostra galleria c’erano due cannoni, mi sembra 105 o 110. Ho detto a Battista: c’è un cannone; se le mitragliatrici da 20 non servono, un cannone... Lui mi ha guardato come a dirmi: ma chi lo fa sparare? Ci penso io, gli ho detto. Posso? E lui, dubbioso: va beh. Ma... sei sicuro?

Prima di armare il cannone l’ho tenuto in galleria. Poi ho puntato ma c’era una curva e non sapevo dove appoggiarlo. Era un cannone da campagna, con delle ruote di ferro e i sedili per i soldati, come quelli della guerra ’15-’18. C’era il problema della polvere, dei fulminanti. In galleria ce n’era ma in un caos indescrivibile. Cerco quello che serve: la polvere era nei sacchetti, dischi già predisposti. Mi sono detto: proviamo con due sacchetti. Poi la stoppa. Trovo anche i fulminanti. Alla fine lo spingiamo fuori dalla galleria ma avevo fatto un errore: non avevo pensato, prima di metterlo in posizione, di guardare dentro la canna. In mancanza di alzo guardare dentro la canna è l’unico modo per puntare.

Sono andato a occhio, sopra la volata. Di là intanto continuavano a spararci. Mi riparavo dietro lo scudo. Non conoscevo il mezzo ma ero sicuro di saper sparare. In testa io e gli altri che erano con me avevamo un elmetto tedesco dipinto di rosso col minio. Ce li avevano dati quelli delle SAP. Pioveva. Ho negli occhi la terrazza dell’Ospedale: medici, malati, infermieri tutti lì, sotto la pioggia ad aspettare che il colpo partisse. Avevano visto che armeggiavamo mentre, chissà come, si era sparsa la voce che avremmo sparato con un cannone. Avevo calcolato lo sbandamento del cannone e ho raccomandato agli altri di mettersi tutti da una certa parte. Andrà a finire qui, gli ho detto. Ho legato una corda al revolver, ho mirato al centro della collina, sono andato distante e ho tirato. Una atmosfera d’attesa, come se in quel gran caos per un attimo si fosse fermato tutto; tutti in silenzio: solo il rumore della pioggia e loro che continuavano a sparare da matti. Tiro la corda, parte il colpo. Il cannone fa un casino impressionante, picchia nel muro e storce lo scudo ma alla fine si ferma. Battista coi binocoli cerca l’effetto. Niente; il colpo era finito dietro la collina, sopra a chissà chi. Mi ha guardato dubbioso ma io ho ricominciato, tranquillo: questa volta ero sicuro di fare centro. Ho rimesso il cannone in posizione, ho guardato dentro alla canna, ho mirato bene e abbiamo sparato di nuovo: il primo colpo è andato al centro delle villette e il secondo è entrato in una delle finestre. Battista era emozionato: guardava ora il bersaglio ora me.

Il pubblico, quello della terrazza dell’ospedale, urlava, applaudiva, salutava con dei gesti delle braccia. Altre persone si erano ammucchiate nei punti da dove si vedeva la scena. Abbiamo sparato ancora 3 o 4 colpi fin quando loro hanno alzato la bandiera bianca. A quel punto c’è stata una ovazione ma noi avevamo già il colpo in canna. Un proiettile con la spoletta. E chi lo levava? Intanto un sacco di gente si era messa a correre verso la collina dove i tedeschi si dovevano arrendere. Non era solo la guerra; era una corsa alla roba, viveri, vestiti, strumenti. Fame ma anche commercio: ormai la borsa nera era entrata nel DNA. Io il colpo non lo levo, ho detto; e un altro: ormai che c’è glielo tiriamo lo stesso, dai. Dopo tutto anche loro avevano sparato su quelli che andavano a parlamentare con la bandiera bianca. E così gli abbiamo spedito anche quello.

Battista, dopo la loro bandiera bianca, era corso là a vedere: c’erano ufficiali, camion, macchine: una cosa seria. Lui era il comandante militare, era il momento della gloria. Poi è ritornato indietro e ci siamo visti dov’era la sede delle Brigate nere. È stato allora che mi ha dato il binocolo. Lo stesso che porto al collo nella foto riportata sul libro di Balestreri mentre scortiamo i prigionieri tedeschi.

Il trattore, che si vede nella foto che trascina il cannone, lo avevamo preso a Morigallo. Dopo la resa di Bolzaneto la voce che avevamo un cannone si era sparsa. C’era stato un accavallarsi di richieste: tutti ci volevano per snidare gli irriducibili. Ma i camion erano stati sabotati, gomme, motori a pezzi. Quel trattore invece aveva le gomme piene e miracolosamente funzionava. Abbiamo agganciato e siamo partiti: col trattore pieno di proiettili, polvere, fulminanti; un rischio enorme. E la gente in giro che faceva ala, applaudiva, ci buttava i fiori: un trionfo. Al Campasso il trattore si è sganciato. Io e Ramon, seduti sul cannone che era attaccato a rovescio, siamo finiti col timone in una farmacia. Una figura barbina ma noi invece giù a ridere. Avevamo vent’anni, eravamo felici, ridevamo come matti. E tutti ridevano con noi. Abbiamo riattaccato mentre tutti continuavano a ridere e applaudire. Era una grande festa, la nostra, la loro.

Così fino a Sampierdarena dove, nella curva di viale Canepa, abbiamo piazzato il cannone. Dietro un silos di vini con i muri tutti scavati dalle schegge c’era un deposito di mine marittime e dentro un gruppo di tedeschi che non voleva mollare. Solita preparazione e poi tiro, un colpo, due, tre... Al terzo una esplosione indescrivibile, mai sentita, mai vista: tutte le persiane di Sampierdarena, tutti i vetri di Sampierdarena, tutti i cornicioni di Sampierdarena si sono messi a salire in una nuvola enorme sopra di noi. Noi, col nostro elmetto rosso, la guardavamo salire a bocca aperta, stupefatti per le conseguenze catastrofiche di quel colpetto da niente. Dentro c’era di tutto, ma proprio tutto: spranghe di ferro, secchi di legno, scale. Ci siamo buttati in un portone prima che tetti, cornicioni, la roba di tutta Sampierdarena cominciasse a pioverci in testa. Il deposito di mine era esploso, polverizzato.

Stavamo per tornare a casa col nostro cannone quando quelli della brigata Buranello ci hanno detto: c’è ancora un lavoro da fare alla Lanterna. In un casino inimmaginabile, rimettiamo il cannone su viale Canepa e coi binocoli cerco di individuare il punto. Sotto la Lanterna c’erano delle casematte. Quelle, chiedo io? E loro: no, più su, più in alto. Guardo e vedo che più su ho dentro la Lanterna. Se sparo così, dico, butto giù la Lanterna. Non lo faccio. E loro: Alua, ciù vixin che ti peu (allora più vicino che puoi). Comincio a ba***re da sotto e poi piano piano salgo. Poi ho detto: no, basta, non sparo più, non voglio passare alla storia per quello che ha tirato giù la Lanterna. Perché le cannonate, come i colpi di mortaio, anche solo vicine, qualche effetto lo hanno comunque.

[...] Mi sembra che le emozioni del proprio vissuto non si riescano a trasmettere. Nel racconto tutto diventa astratto. La drammaticità di un episodio di un cannone rimesso in batteria in condizioni improbabili e utilizzato con modalità assurde, da fucilazione, si perde... Invece per me quello è stato il momento centrale della Liberazione: ero il protagonista e toccava a me prendere le decisioni. Una situazione appagante ma anche drammatica: la gente intorno aspettava il finale ma io avevo la preoccupazione che saltasse tutto; l’atmosfera era pesante, carica di attesa, di paura poi di colpo, con la resa, il clima è cambiato, grida, applausi, abbracci; tutte cose che però prendono significato solo dal dramma precedente.

"La sega di Hi**er. Storie di strani soldati", di Manlio Calegari (Editpress , Storia Orale 03).

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AISO - Associazione Italiana di Storia Orale

15/04/2024
IL TURISMO CHE AGGREDISCE LA CITTA'In questo interessante servizio di Antonio Musella per Fanpage, si affronta l'emergen...
11/04/2024

IL TURISMO CHE AGGREDISCE LA CITTA'

In questo interessante servizio di Antonio Musella per Fanpage, si affronta l'emergenza della turistificazione selvaggia della città di Napoli. Il servizio cita e si basa anche sul libro della nostra Alessandra Esposito "Le case degli altri" (Editpress, Territori, 2023).
Alessandra, intervistata nel servizio, traccia una linea immaginaria da Castel Sant'Elmo al Vomero a Castel dell'Ovo sul mare: le due città del turismo, una che lo subisce, l'altra che ci guadagna.

Case del Comune aff***ate ai turisti illegalmente, arciconfraternite religiose che speculano sugli affitti brevi, grandi imprenditori che comprano interi

Nella collana Territori – curata da Barbara Pizzo, Giacomo Pozzi e Giuseppe Scandurra – ancora una riflessione sulla gen...
04/03/2024

Nella collana Territori – curata da Barbara Pizzo, Giacomo Pozzi e Giuseppe Scandurra – ancora una riflessione sulla gentrification. Questo sesto volume della collana è firmato da Nico Bazzoli ed è il frutto di studi sviluppati tra Bologna e Bristol.

«Da Roma a Marsiglia, da Milano a Lisbona, si sente sempre più parlare di gentrification in riferimento a quartieri che cambiano usi, destinazioni e abitanti. Processi di trasformazione socio-spaziale rinvenibili anche in città di media dimensione e dagli esiti tutt’altro che scontati...».

Nico Bazzoli, "La gentrification delle città medie. Contesti e metodi di indagine":
https://www.editpress.it/catalogo/la-gentrification-delle-citta-medie/

ENVIRONMENTAL HUMANITIESNell'ambito di questo inizio 2024 che vede nuove collane arricchire il catalogo di editpress, og...
16/02/2024

ENVIRONMENTAL HUMANITIES

Nell'ambito di questo inizio 2024 che vede nuove collane arricchire il catalogo di editpress, oggi è la volta di ENVIRONMENTAL HUMANITIES (discipline umanistiche per l’ambiente). Il nuovo spazio editoriale che proponiamo muove dall’idea che le discipline umanistiche possano contribuire non solo a una comprensione del rapporto umani-natura delle società passate e presenti, ma anche ad attribuire un senso all’esperienza della attuale crisi climatica ed ecologica e spiegarla parallelamente e in collaborazione con le scienze naturali.

A dirigere la collana saranno Marco Armiero (CNR-ISMed, Napoli; Autonoma University, Barcellona), Roberta Biasillo (Utrecht University) e Elena Past (Wayne State University).

Qui il link alla presentazione completa della collana:
https://www.editpress.it/collana/environmental-humanities/

Seguiteci e presto scoprirete i primi volumi in programma...

Venerdì 16, presso l’Università degli Studi di Milano, si presenta e si discute il libro di Raúl Zecca Castel “Mastico y...
13/02/2024

Venerdì 16, presso l’Università degli Studi di Milano, si presenta e si discute il libro di Raúl Zecca Castel “Mastico y Trago” (editpress 2023) con gli studenti e le studentesse del corso di Antropologia Culturale della prof.ssa Angela Biscaldi.

Libro disponibile qui:
https://www.editpress.it/catalogo/mastico-y-trago/

📚“Mastico y Trago. Donne, famiglia e amore in un batey dominicano”. Presentazione del libro di e con Raul Zecca Castel, nel corso di Antropologia Culturale.

⏰Quando? Venerdì 16 febbraio h.12.30-14.30.

⚓️Dove? Aula 4, via Conservatorio 7, Unimi.

CAMPI DI FORZEL'ultima nata in casa Editpress è CAMPI DI FORZE, collana di letteratura italiana, critica letteraria e le...
29/01/2024

CAMPI DI FORZE

L'ultima nata in casa Editpress è CAMPI DI FORZE, collana di letteratura italiana, critica letteraria e letterature comparate diretta da Mimmo Cangiano (Università Ca’ Foscari Venezia), Davide Dalmas (Università di Torino) e Beatrice Manetti (Università di Torino), coadiuvati da un comitato scientifico composto da studiosi di alto livello afferenti a università italiane e straniere. Tutti i testi saranno sottoposti a peer review a doppio cieco.

Qui il link alla presentazione completa della collana:
https://www.editpress.it/collana/campi-di-forze/

Seguiteci e presto scoprirete i primi volumi in programma...

29/12/2023

Segnaliamo con piacere l'uscita del bando di partecipazione alla Seconda Edizione del Corso di Perfezionamento in Antropologia Urbana dell'Università di Milano-Bicocca.

Il Corso è patrocinato dalla SIAA e da UrbE-Lab.

La maggior parte della popolazione mondiale vive in città. Siamo diventati una specie urbana. Eppure, le città rimangono spazi particolarmente complessi, oscuri, a tratti indecifrabili.
L'antropologia può aiutare a comprendere meglio l'ambiente privilegiato di vita dell'essere umano? Crediamo di sì.

Per questo motivo nasce il Corso di Perfezionamento in Antropologia Urbana, che si rivolge a chiunque abbia interessi nell’approfondire l’analisi sociale delle città con gli strumenti concettuali, epistemologici e metodologici dell’antropologia.
Rigenerazione, partecipazione, esclusione sociale, sofferenza urbana, innovazione sociale, progettazione, sviluppo urbano saranno solo alcuni dei grandi temi che verranno affrontati nel corso.

Il Corso di Perfezionamento in Antropologia Urbana prevede più di 100 ore di didattica frontale e seminariale e il riconoscimento di 12 CFU. Le lezioni si svolgeranno "in presenza" presso l'Università di Milano-Bicocca, ma saranno trasmesse anche in streaming per tutte le studentesse e gli studenti che non dovessero riuscire a raggiungere Milano. Il costo è di 1.000 euro, da versare al momento dell'immatricolazione.

Tutte le informazioni sono disponibili sul bando al link: https://academy.unimib.it/antropologia-urbana

Le domande di ammissione possono essere presentate fino al 30 gennaio 2024.

Per qualsiasi informazione potete scrivere [email protected]
Venite a immaginare le città del futuro con noi!

Indirizzo

Via Lorenzo Viani 74
Florence
50142

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La casa editrice editpress si rivolge a tutte le forme della comunicazione e della ricerca scientifica: monografie, testi didattici, atti, periodici. La proposta di editpress per l’editoria universitaria si basa su un largo uso del formato digitale, che affianca, senza sostituirle, le prerogative consolidate del cartaceo.


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