20/07/2024
L’uomo dei curli, Antonio L. Verri, che a sua volta è un uomo grande e forte, questo lo sa, per cui cerca di stare a debita distanza dalle spesse mani di questo oste sternatese, che però ha sempre il sorriso sulle labbra.
«Ciao Antonio, cosa ti do da bere. Il solito rosso?».
«Sì, il solito!».
«Quanti siete questa sera, e dove vuoi che ti aggiustiamo tavola?».
«Sul retro, no?, come sempre! Saremo quattro o cinque. Verrà il Bevilacqua da Muro, Aldo Bello e sua moglie Ada Provenzano, Giuseppe Tondi e Giovanni Pranzo Zaccaria. Poi si vedrà se qualcun altro si aggiungerà alla compagnia».
Vito Maniglio poggia sul bancone un quartino e lo riempie di un rosso sangue vivo.
«Guarda Verri, questo vino proviene dalle uve delle campagne di Magliano. Un vino scelto personalmente da Cesarino De Santis. È stato stompato e curato alla vecchia maniera, per cui conserva tutt’interi i profumi e i sapori di un tempo. Assaggialo e dammi un parere».
L’uomo dei curli, Antonio L. Verri, si porta il bicchiere alle labbra e sorseggia il vino. Si sporca un po’ la barba, che spinosa gli giunge quasi fin dentro alle labbra e alla bocca da un lato un po’ sdentata. Si passa il dorso della mano sulle labbra coperte dai peli della barba e risponde:
«Sì, è vero. È proprio un buon vino. Dolcissimo. Ma tu dimmi, perché hai chiamato questo posto Mocambo?».
«Verri, forse non te l’ho ancora raccontata la mia storia, ma verrà il giorno in cui lo farò. Sappi comunque che Mocambo è un nome che io ho sentito e risentito nei lunghi anni dell’emigrazione in Svizzera, là dove, frequentandomi con altri lavoratori, soprattutto di lingua sp****la, favoleggiavamo di questo luogo di gioia, di vino e di buon mangiare. Da qui mi è nata l’idea di dare a questa locanda quel nome. Spero che mi sia di auspicio».
"È come stare tra vecchi amici" di Antonio L. Verri e Maurizio Nocera.
Una stupenda generazione con Maurizio Nocera, Piero Rapanà e Fernando Bevilacqua.