ETICA Associazione Culturale

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Le esperienze presso differenti civiltà le cui culture appartengono al mondo delle professioni liberali, delle religioni, delle arti, delle scienze, ci hanno insegnato a costruire un aiuto reciproco ed un dialogo comune tra individui, nel rispetto di un’Etica tesa a valorizzare ogni singola preziosa differenza e diversità. Con tale motivazione promuoviamo le attività culturali volte allo studio pe

r lo sviluppo di una società che si prefiguri un’Etica comune nel rispetto delle varie libertà di pensiero, credo politici, sesso, razza, religione. Seguiamo tale obiettivo mediante la consulenza all’editoria e mediante l’organizzazione di convegni e dibattiti sul piano nazionale ed internazionale, anche attraverso l’Ufficio Stampa del sito ufficiale di Etica Associazione Culturale. Il Logo racchiude il nostro principio ispiratore: il simbolo della Croce del Sud ricorda i grandi navigatori che si ispirarono nella contemplazione notturna delle cinque stelle, situate nella parte più bella del cielo, incidendo i cuori di navigatori, sacerdoti, soldati, contadini e costruttori, che la vissero come ispirazione di Uomini tesi a cercare la propria costellazione interiore per illuminare il cammino.

SHABBAT SHALOM
13/09/2024

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12/09/2024

MEDIA ↔ NEWS ↔ BROADCAST

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08/09/2024
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05/09/2024

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  Il presidente israeliano   denuncia i tentativi del governo di ripristinare le   sulla    .Il presidente israeliano Is...
03/09/2024





Il presidente israeliano denuncia i tentativi del governo di ripristinare le sulla .

Il presidente israeliano Isaac Herzog si è espresso contro i tentativi del governo di ripristinare le leggi di revisione giudiziaria.
Durante il suo discorso al comitato legale dell' , Herzog ha affermato: "Sento voci di coloro che desiderano rimandarci indietro, dove tutto è iniziato, e mi chiedo: è questo ciò di cui ha bisogno la società israeliana? È questo ciò di cui hanno bisogno le famiglie in lutto? Denuncio l'adozione di misure che ci destabilizzeranno, dico no a misure irresponsabili".

Herzog si rivolse ai membri del Comitato di selezione giudiziaria e disse: "Sedetevi, parlate finché non prendete una decisione. Non ogni compromesso è una tragedia, il prezzo è troppo alto".

02/09/2024
01/09/2024

Forse meno per quelli che da quasi un anno non hanno fatto "una piega" di fronte allo scempio del 7 ottobre e al rapimento di 250 persone di 30 nazionalità diverse. L'Onu e la Croce Rossa sono la vergogna dei nostri tempi.

   FAMIGLIACRISTIANA.IT | CHIESA -      , IL MARTIRE CHE HA RESO MENO DISUMANO  14/08/2024 Francescano polacco, nel 1941...
28/08/2024



FAMIGLIACRISTIANA.IT | CHIESA - , IL MARTIRE CHE HA RESO MENO DISUMANO
14/08/2024 Francescano polacco, nel 1941 viene deportato nel campo di concentramento nazista dove è destinato ai lavori più umilianti, come il trasporto dei cadaveri al crematorio. Qui, il 14 agosto, offre la sua vita di sacerdote in cambio di quella di un padre di famiglia, suo compagno di prigionia. Muore pronunciando “Ave Maria”. Con il suo martirio, ha detto Giovanni Paolo II, egli ha riportato “la vittoria mediante l'amore e la fede, in un luogo costruito per la negazione della fede in Dio e nell'uomo”.

Se non è il primo, è senz'altro fra i primi ad essere stato beatificato e poi canonizzato fra le vittime dei campi di concentramento nazisti.
E nell'omelia della Messa di canonizzazione Giovanni Paolo II spiegò: “Massimiliano non morì, ma "diede la vita... per il fratello". V'era in questa morte, terribile dal punto di vista umano, tutta la definitiva grandezza dell'atto umano e della scelta umana: egli da sé si offrì alla morte per amore”.

Massimiliano Kolbe nacque il 7 gennaio 1894 a Zdunska-Wola in Polonia, da genitori ferventi cristiani; il suo nome al battesimo fu quello di Raimondo.
Papà Giulio, operaio tessile era un patriota che non sopportava la divisione della Polonia di allora in tre parti, dominate da Russia, Germania ed Austria; dei cinque figli avuti, rimasero in vita ai Kolbe solo tre, Francesco, Raimondo e Giuseppe.
A causa delle scarse risorse finanziarie solo il primogenito poté frequentare la scuola, mentre Raimondo cercò di imparare qualcosa tramite un prete e poi con il farmacista del paese; nella zona austriaca, a Leopoli, si stabilirono i francescani, i quali conosciuti i Kolbe, proposero ai genitori di accogliere nel loro collegio i primi due fratelli più grandi; essi consci che nella zona russa dove risiedevano non avrebbero potuto dare un indirizzo e una formazione intellettuale e cristiana ai propri figli, a causa del regime imperante, accondiscesero; anzi liberi ormai della cura dei figli, il 9 luglio 1908, decisero di entrare loro stessi in convento, Giulio nei Terziari francescani di Cracovia, ma morì ucciso non si sa bene se dai tedeschi o dai russi, per il suo patriottismo, mentre la madre Maria divenne francescana a Leopoli.
Anche il terzo figlio Giuseppe dopo un periodo in un pensionamento benedettino, entrò fra i francescani. I due fratelli Francesco e Raimondo dal collegio passarono entrambi nel noviziato francescano, ma il primo, in seguito ne uscì dedicandosi alla carriera militare, prendendo parte alla Prima Guerra Mondiale e scomparendo in un campo di concentramento.

LA MILIZIA DELL'IMMACOLATA
Raimondo divenuto Massimiliano, dopo il noviziato fu inviato a Roma, dove restò sei anni, laureandosi in Filosofia all'Università Gregoriana e in Teologia al Collegio Serafico, venendo ordinato sacerdote il 28 aprile 1918.
Nel suo soggiorno romano avvennero due fatti particolari, uno riguardo la sua salute, un giorno mentre giocava a palla in aperta campagna, cominciò a perdere sangue dalla bocca, fu l'inizio di una malattia che con alti e bassi l'accompagnò per tutta la vita. Poi in quei tempi influenzati dal Modernismo e forieri di totalitarismi sia di destra che di sinistra, che avanzavano a grandi passi, mentre l'Europa si avviava ad un secondo conflitto mondiale, Massimiliano Kolbe non ancora sacerdote, fondava con il permesso dei superiori la "Milizia dell'Immacolata", associazione religiosa per la conversione di tutti gli uomini per mezzo di Maria.
Ritornato in Polonia a Cracovia, pur essendo laureato a pieni voti, a causa della malferma salute, era praticamente inutilizzabile nell'insegnamento o nella predicazione, non potendo parlare a lungo; per cui con i permessi dei superiori e del vescovo, si dedicò a quella sua invenzione di devozione mariana, la "Milizia dell'Immacolata", raccogliendo numerose adesioni fra i religiosi del suo Ordine, professori e studenti dell'Università, professionisti e contadini.

LA PREGHIERA SILENZIOSA DI PAPA FRANCESCO AD AUSCHWITZ NELLA CELLA DI SAN MASSIMILIANO KOLBE
Fonda a Varsavia e poi in Giappone la Città di Maria.
Alternando periodi di riposo a causa della tubercolosi che avanzava, padre Kolbe fondò a Cracovia verso il Natale del 1921, un giornale di poche pagine Il Cavaliere dell'Immacolata per alimentare lo spirito e la diffusione della "Milizia". A Grodno, a 600 km da Cracovia, dove era stato trasferito, impiantò l'officina per la stampa del giornale, con vecchi macchinari, ma che con stupore attirava molti giovani, desiderosi di condividere quella vita francescana e nel contempo la tiratura della stampa aumentava sempre più.
A Varsavia con la donazione di un terreno da parte del conte Lubecki, fondò "Niepokalanow", la "Città di Maria"; quello che avvenne negli anni successivi, ha del miracoloso, dalle prime capanne si passò ad edifici in mattoni, dalla vecchia stampatrice, si passò alle moderne tecniche di stampa e composizione, dai pochi operai ai 762 religiosi di dieci anni dopo, il "Cavaliere dell'Immacolata" raggiunse la tiratura di milioni di copie, a cui si aggiunsero altri sette periodici.
Con il suo ardente desiderio di espandere il suo Movimento mariano oltre i confini polacchi, sempre con il permesso dei superiori si recò in Giappone, dove dopo le prime incertezze, poté fondare la "Città di Maria" a Nagasaki; il 24 maggio 1930 aveva già una tipografia e si spedivano le prime diecimila copie de Il Cavaliere in lingua giapponese. In questa città si rifugeranno gli orfani di Nagasaki, dopo l'esplosione della prima bomba atomica; collaborando con ebrei, protestanti, buddisti, era alla ricerca del fondo di verità esistente in ogni religione; aprì una Casa anche ad Ernakulam in India sulla costa occidentale. Per poterlo curare della malattia, fu richiamato in Polonia a Niepokalanow, che era diventata nel frattempo una vera cittadina operosa intorno alla stampa dei vari periodici, tutti di elevata tiratura, con i 762 religiosi, vi erano anche 127 seminaristi.

LA DEPORTAZIONE, LA LIBERTÀ E LA NUOVA CATTURA
Ma ormai la Seconda guerra mondiale era alle porte e padre Kolbe, presagiva la sua fine e quella della sua Opera, preparando per questo i suoi confratelli; infatti dopo l'invasione del 1° settembre 1939, i nazisti ordinarono lo scioglimento di Niepokalanow; a tutti i religiosi che partivano spargendosi per il mondo, egli raccomandava "Non dimenticate l'amore", rimasero circa 40 frati, che trasformarono la ‘Città' in un luogo di accoglienza per feriti, ammalati e profughi.
Il 19 settembre 1939, i tedeschi prelevarono padre Kolbe e gli altri frati, portandoli in un campo di concentramento, da dove furono inaspettatamente liberati l'8 dicembre; ritornati a Niepokalanow, ripresero la loro attività di assistenza per circa 3.500 rifugiati di cui 1.500 erano ebrei, ma durò solo qualche mese, poi i rifugiati furono dispersi o catturati e lo stesso Kolbe, dopo un rifiuto di prendere la cittadinanza tedesca per salvarsi, visto l'origine del suo cognome, il 17 febbraio 1941 insieme a quattro frati, venne imprigionato.
Dopo aver subito maltrattamenti dalle guardie del carcere, indossò un abito civile, perché il saio francescano li adirava moltissimo. Il 28 maggio fu trasferito nel campo di sterminio ad Auschwitz. I suoi quattro confratelli l'avevano preceduto un mese prima; fu messo insieme agli ebrei perché sacerdote, con il numero di matricola 16670 e addetto ai lavori più umilianti come il trasporto dei cadaveri al crematorio.

UN'IMMAGINE DI SAN MASSIMILIANO KOLBE CON IL SAIO FRANCESCANO
Si offrì di morire al posto di un padre di famiglia.
La sua dignità di sacerdote e uomo retto primeggiava fra i prigionieri, un testimone disse: "Kolbe era un principe in mezzo a noi". Alla fine di luglio fu trasferito al Blocco 14, dove i prigionieri erano addetti alla mietitura nei campi; uno di loro riuscì a fuggire e secondo l'inesorabile legge del campo, dieci prigionieri vennero destinati al bunker della morte. Padre Kolbe si offrì in cambio di uno dei prescelti, un padre di famiglia, suo compagno di prigionia.
La disperazione che s'impadronì di quei poveri disgraziati, venne attenuata e trasformata in preghiera comune, guidata da padre Kolbe e un po' alla volta essi si rassegnarono alla loro sorte; morirono man mano e le loro voci oranti si ridussero ad un sussurro; dopo 14 giorni non tutti erano morti, rimanevano solo quattro ancora in vita, fra cui padre Massimiliano, allora le SS decisero che, giacché la cosa andava troppo per le lunghe, di abbreviare la loro fine con una iniezione di acido fenico; il francescano martire volontario, tese il braccio dicendo "Ave Maria". Furono le sue ultime parole, era il 14 agosto 1941.

Le sue ceneri si mescolarono insieme a quelle di tanti altri condannati, nel forno crematorio; così finiva la vita terrena di una delle più belle figure del francescanesimo della Chiesa polacca. Il suo martirio gli ha aperto la strada della beatificazione, avvenuta il 17 ottobre 1971 con Paolo VI. Il 10 ottobre 1982 è stato canonizzato da Giovanni Paolo II.

 Il corpo del soldato israeliano ucciso il 7 ottobre è stato recuperato nel sud di Gaza.Di EMANUEL FABIANIl corpo di un ...
28/08/2024



Il corpo del soldato israeliano ucciso il 7 ottobre è stato recuperato nel sud di Gaza.
Di EMANUEL FABIAN

Il corpo di un soldato israeliano ucciso e rapito da Hamas il 7 ottobre è stato recuperato dall'esercito nella notte nella Striscia di Gaza meridionale, annuncia l'IDF.
Su richiesta della famiglia, il nome del soldato non è ancora autorizzato alla pubblicazione.
Dopo l'operazione notturna, 103 dei 251 ostaggi rapiti da Hamas il 7 ottobre rimangono a Gaza, compresi i corpi di 33 persone la cui morte è stata confermata dalle IDF.
Hamas ha rilasciato 105 civili durante una tregua di una settimana a fine novembre, e quattro ostaggi sono stati rilasciati prima di allora. Otto ostaggi sono stati salvati vivi dalle truppe, e sono stati recuperati anche i corpi di 31 ostaggi, tra cui tre uccisi per errore dai militari mentre cercavano di sfuggire ai loro rapitori.
Hamas detiene anche due civili israeliani entrati nella Striscia nel 2014 e nel 2015, nonché i corpi di due soldati delle IDF uccisi nel 2014.

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