10/08/2024
Un anno fa ci lasciava la e nella mia casa in Sardegna ho il suo libro letto diversi anni fa e poi ripreso nell'ottobre 2018 quando il mio amico era nella fase terminale della malattia.
La sofferenza, il dolore e il desiderio di porre fine al suo calvario che dimostrava nell'ultimo periodo mi avevano riportato alla mente le sofferenze, anche se differenti, di Nicola, personaggio del a cui i medici avevano dovuto amputare una gamba a causa di un colpo di fucile infertogli.
Non ricordo cosa sperassi di trovare in questo libro, con una lettura distratta, in quel giorno all'ospedale. Probabilmente una sorta di consolazione alla conferma del fatto che questa vita non si può vivere con un dolore fisico così grande, come un giorno, quando tutto il dolore del mio amico era finito, mi aveva detto il medico che lo seguiva.
Il romanzo di Michela Murgia, ancora adesso, pone al lettore la questione sul fine vita, ma non solo, la scrittrice affronta il tema dei fillus de anima, i figli cresciuti da una madre che non è quella biologica.
C'è un personaggio bellissimo di questa bambina chiamata Maria Listru la quale "giocava da sola per terra a fare una torta di fango impastata di formiche vive, con la cura di una piccola donna... quando vide accanto a sé Tzia Bonaria Urrai che sorrideva con le mani appoggiate sul ventre magro".
Da quel giorno, tenendo la torta di fango in una mano, Maria andrà a vivere insieme a Tzia Bonaria che la crescerà dedicandogli attenzioni e rispetto, e le insegnerà tutto ciò di cui è a conoscenza.