Gruppo Awawe Trieste

Gruppo Awawe Trieste Informazioni di contatto, mappa e indicazioni stradali, modulo di contatto, orari di apertura, servizi, valutazioni, foto, video e annunci di Gruppo Awawe Trieste, Sito Web di notizie e media, Trieste.

Awawe nasce dall’esigenza di trovare uno spazio a Trieste per divulgare, denunciare e creare coscienza sulle diverse problematiche sociali, politiche e ambientali che attraversano gran parte del Sud America, continente dal quale proveniamo.

25/11/2023
25/11/2023

Domani 25 novembre, giornata internazionale contro la violenza di genere, ci vediamo al Consultorio Aperto di san Giacomo, via San Marco 11, entro le 15, per le attività della giornata. Da qui ci muoveremo verso piazza Hortis dove ci prenderemo cura collettivamente del presidio permanente contro i femminicidi. Saremo il grido altissimo e feroce di tutte quelle donne che più non hanno voce!!

In sorellanza con le nostre sorelle e in contro alla chiusura dei consultori a Trieste!
24/11/2023

In sorellanza con le nostre sorelle e in contro alla chiusura dei consultori a Trieste!

Categorie General Consultorio aperto per una cura collettiva! Autore articolo Di nudmtrst Data dell'articolo 2023/11/24 Articolo in evidenza Oggi 24 novembre, alla vigilia della Giornata internazionale contro la violenza di genere, un gruppo di mobilitazione collettiva, animato da Non una di meno Tr...

💚La marea verde in Latinoamerica con i suoi “pañuelos verdes” simbolo di lotta per garantire a tutt* il diritto all’ ab*...
28/09/2023

💚La marea verde in Latinoamerica con i suoi “pañuelos verdes” simbolo di lotta per garantire a tutt* il diritto all’ ab**to sicuro, legale e gratuito non arretra. Il 6 settembre 2023 la corte suprema messicana ha depenalizzato l’ab**to in tutti i 32 gli stati del paese, d’ ora in avanti le donne in Messico non verranno più perseguitate e non rischieranno di finire in carcere.
Ricordiamo però che nella nostra Abya Yala sono pochi i paesi che permettono l’ab**to:
Cuba dal 1934, Guyana dal 1995, Uruguay dal 2012, Argentina nel 2020 , seguita dalla Colombia l’anno scorso.
Per far si che l’ab**to diventi libero, gratuito e sicuro, la marea verde ha svolto un ruolo fondamentale negli ultimi anni in tutta l’Abya Yala, lottando e protestando nei cortei, ma anche creando materiale e punti informativi nelle diverse città e paesi, aiutando, così, a creare conoscenza, a togliere linfa ai miti e smontando pregiudizi intorno all’ ab**to.
Ma la strada è ancora lunga e in salita nell’ Abya Yala, la marea verde ha ancora una grande lotta davanti a sé … Ci sono ancora 6 paesi dove l’ab**to è vietato in qualunque circostanza. Parliamo di Haiti, Honduras, Suriname, Nicaragua, Repubblica Dominicana e El Salvador.
In tutti gli altri paesi dell’ America Latina, l’accesso all’ab**to è legato alle così detti 3 motivi che permettono l’ interruzione della gravidanza: malformazione del feto, stupro e pericolo di vita per la donna.
Il panorama è assolutamente frammentato e non a tutt* è concesso il diritto a decidere del proprio corpo, quindi la lotta continua e la Marea Verde non si ferma!!! 💚

12/09/2023
El 11 de septiembre del 1973 marcó para siempre la historia de Chile y de toda nuestra Abya Yala. El gobierno de la Unid...
11/09/2023

El 11 de septiembre del 1973 marcó para siempre la historia de Chile y de toda nuestra Abya Yala. El gobierno de la Unidad Popular con Salvador Allende como presidente era una "amenaza" para el equilibrio precario de la Guerra Fría…

Estados Unidos y los grandes poderes económicos no podían aceptar una revolución democratica en Sudamérica… así se comenzó a actuar una serie de eventos para boicotear al gobierno de Salvador Allende, que culminó con un golpe de estado muy violento a manos del ejército liderado por Augusto Pinochet.

El ataque aereo la Moneda, el palacio del gobierno, terminó con la muerte de Allende y de un sueño popular que al parecer era muy bello para ser verdad…
Pero la violencia y la persecución no terminó ahí… fueron 16 años de dictadura, de torturas, desapariciones y asesinatos.

Hoy se conmemoran 50 años de ese duro golpe del cuál el Chile se está aún recuperando… con heridas que siguen abiertas en la espera de justicia y reparación…

Para nosotras es fundamental recordar este día para que nunca más en Chile el horror nos vuelva a gobernar…

L’ undici settembre del 1973 è una data che marca a fuoco per sempre la storia del popolo cileno e di tutta l’ Abya Yala.
Salvador Allende, Presidente del Cile e capo politico dell' "Unidad Popular” rappresentava una minaccia per il precario equilibrio della guerra fredda.
Gli Stati Uniti e i poteri politici non accettano una rivoluzione democratica e quindi attraverso una serie di eventi procedono a destabilizzare/ boicottare il governo di Allende che si conclude con un violento colpo di stato da parte dall' esercito il cui comandante in capo è Augusto Pinochet.
L’ attacco aereo al palazzo di governo “La Moneda” si conclude con la morte di Salvador Allende e di un sogno popolare forse troppo bello per essere vero.
La violenza e le persecuzioni non si fermano però, da quel momento sono iniziati sedici anni di dittatura, torture, sparizioni, persecuzioni e assassinati.
Oggi ricordiamo i 50 anni di quel giorno, di quel duro colpo, colpo di cui il Cile fatica a riprendersi, con ferite aperte in attesa di giustizia e riparazione.
Per noi è fondamentale ricordare questo giorno affinché l’orrore non governi mai più il Cile.

Después de 50 años el último discurso de Salvador Allende sigue emocionando...Dopo 50 anni l'ultimo discorso di Salvador...
11/09/2023

Después de 50 años el último discurso de Salvador Allende sigue emocionando...

Dopo 50 anni l'ultimo discorso di Salvador Allende continua ad emozionare...

Archivo Radio Magallanes del último discurso de Salvador Allende en La Moneda

16/07/2023

🌍 Una delegación de nuestra radio se encuentra en Europa para exponer nuestras perspectivas de las revuelta en la región chilena.

Estamos presentando el avance de nuestro documental: “Concepción en Rebeldía” que muestra el desarrollo de la revuelta en Concepción.

Luego de realizar presentaciones en Alemania y Eslovenia, nos encontramos en Trieste (Italia) para una nueva exhibición en la sede del Gruppo Anarchico Germinal - Trieste .ts

🔗 Sitio web de Germinal: germinalts.noblogs.org

(Via del bosco 52/a), el domingo 16 de julio a las 20 hrs.

📚Además, junto a la Radio Anarquista de Berlín hemos coordinado la impresión de ejemplares en inglés del análisis de coyuntura de la Asamblea .anarquista “Revuelta popular y plebiscito constituyente en Chile: De octubre 2019 a octubre 2020”, los que estamos distribuyendo por estos lares.

Agradecemos la hospitalidad de lxs compañerxs de Germinal y del . Abrazamos el internacionalismo anarquista 🖤





Donne invisibili Le donne sono oggi quasi la metà della popolazione migrante mondiale e il loro numero è in aumento. Tut...
08/03/2023

Donne invisibili

Le donne sono oggi quasi la metà della popolazione migrante mondiale e il loro numero è in aumento. Tuttavia, la migrazione femminile continua ad scontrarsi con le leggi del patriarcato, con l'intolleranza verso la diversità, con le disuguaglianze di genere nei paesi di origine e, in molti casi, anche con quelli dei paesi di destino
Quindi essere donna e migrante significa essere esposte a molteplici discriminazioni, incertezze, stigma e precarietà.
Molte donne migranti si vedono costrette a voler diventare invisibili, frutto della paura che provano quando arrivano nei diversi paesi europei: paura di essere fermate, espulse o di rimanere troppo a lungo in un CPR per non avere i documenti in regola, spesso il processo di regolarizzazione può durare anni.

Le leggi sull'immigrazione non aiutano, limitano l'accesso ai diritti fondamentali come salute, lavoro, casa, istruzione, e le condanna a restare indifese di fronte a situazione di sfruttamento lavorativo, discriminazioni e violenza di genere.
Noi del gruppo Awawe, come abbiamo già detto in altre occasioni, abbiamo avuto il privilegio di non dover affrontare tutte queste difficoltà, anche se per alcune di noi è stato quasi impossibile omologare i nostri titoli di studio e poter esercitare la nostra professione. Oggi siamo qui, insieme a voi, volendo dare voce alle nostre sorelle, sperando che i privilegi che abbiamo avuto noi non rimangano solo tali, ma che possano diventare un diritto di ciascun* di noi abitant* di questo pianeta.

Donne invisibili Le donne sono oggi quasi la metà della popolazione migrante mondiale e il loro numero è in aumento. Tut...
08/03/2023

Donne invisibili

Le donne sono oggi quasi la metà della popolazione migrante mondiale e il loro numero è in aumento. Tuttavia, la migrazione femminile continua ad scontrarsi con le leggi del patriarcato, con l'intolleranza verso la diversità, con le disuguaglianze di genere nei paesi di origine e, in molti casi, anche con quelli dei paesi di destino.

La migrazione forzata comporta rischi per tutti gli interessati, ma saranno più le donne e le bambine a vivere situazioni di violenza, abuso sessuale, tratta, traffico di esseri umani, rapimenti e discriminazione.

Lo stupro è una costante durante il transito verso il paese di destinazione, molte donne, quindi decidono di utilizzare la contraccepzione, e altre invece prendono un uomo come partner per dissuadere altri dall'abusare sessualmente di loro. Inoltre, una significativa quantità di donne migrano già incinta, ritrovandosi senza assistenza sanitaria e con il rischio di morire o sviluppare malattie.

Quindi essere donna e migrante significa essere esposte a molteplici discriminazioni, incertezze, stigma e precarietà.
Molte donne migranti si vedono costrette a voler diventare invisibili, frutto della paura che provano quando arrivano nei diversi paesi europei: paura di essere fermate, espulse o di rimanere troppo a lungo in un CPR per non avere i documenti in regola, spesso il processo di regolarizzazione può durare anni.

Le leggi sull'immigrazione non aiutano, limitano l'accesso ai diritti fondamentali come salute, lavoro, casa, istruzione, e le condanna a restare indifese di fronte a situazione di sfruttamento lavorativo, discriminazioni e violenza di genere.
Accedere a un lavoro qualificato è quasi impensabile a causa dei molti requisiti e lo stesso vale per chi è in possesso di una laurea, le difficoltà burocratiche legate a poter omologare il proprio titolo rende difficile esercitare la propria professione, quindi la soluzione è quella di dedicarsi a lavori di cura, il più delle volte senza contratti, e senza poter accedere al sistema di welfare come qualsiasi altra lavoratrice.

Il diritto a una casa dignitosa non è neanche garantito. Accedere al mercato immobiliare è molto difficile, bisogna presentare buste paga e documentazione che ovviamente non si possiedono. Tante volte l’ unica alternativa è quella di affittare delle stanze, e nel caso delle donne che migrano con le loro famiglie possono vedersi costrette a condividere casa con altre persone o famiglie.

Noi del gruppo Awawe, come abbiamo già detto in altre occasioni, abbiamo avuto il privilegio di non dover affrontare tutte queste difficoltà, anche se per alcune di noi è stato quasi impossibile omologare i nostri titoli di studio e poter esercitare la nostra professione. Oggi siamo qui, insieme a voi, volendo dare voce alle nostre sorelle, sperando che i privilegi che abbiamo avuto noi non rimangano solo tali, ma che possano diventare un diritto di ciascun* di noi abitant* di questo pianeta.

Mujeres invisibles…Las mujeres son hoy, casi la mitad de la población migrante del mundo y su número va en aumento. Sin ...
08/03/2023

Mujeres invisibles…

Las mujeres son hoy, casi la mitad de la población migrante del mundo y su número va en aumento. Sin embargo, la migración femenina sigue chocando con las leyes del patriarcado, la intolerancia a la diversidad, las desigualdades de género en los países de origen y, en muchos casos, también en los países de destino.
La migración forzada conlleva riesgos para todos los afectados, sin embargo seràn las mujeres y las niñas que viviràn situaciones de violencia, de abuso sexual, trata, tráfico de personas, secuestros, y discriminación. Mujeres y niñas ven cotidianamente y sistemáticamente vulnerados sus derechos humanos, incluidos los sexuales y reproductivos durante el proceso migratorio.
Un informe de 2016 de la Oficina de las Naciones Unidas contra la Droga y el Delito, declara que las mujeres y las niñas representan el 71% de todas las víctimas de trata de seres humanos. Un ejemplo lo encontramos en el informe que emitió el año pasado la OIM (Organización Internacional de Migraciones) que bajo el título “El Informe sobre la Trata de Personas en la Ruta del Mediterráneo”, indica que la mayoría de las víctimas de trata son mujeres jóvenes y menores de entre 13 y 24 años originarias de Nigeria, las cuales son sometidas a violencia y abuso sexual durante su viaje a Europa.
La violacion es una constante durante el tránsito hacia el país de destino esto hace que muchas mujeres decidan utilizar una inyección anticonceptiva Depo Provera que evita la ovulación por tres meses evitando un embarazo, otras deciden tomar por pareja a hombres que puedan disuadir la intención de otros de violarlas. Es importante, además remarcar que una cantidad significativa de migrantes pueda estar ya o quedarse embarazada cuando se inicia la migración y este es otro punto en donde la mujer queda completamente desprotegida a nivel sanitario lo cual puede resultar mortal o puede implicar desarrollar enfermedades o discapacidades en futuro. Aun así, la migración puede ser la mejor opción para una mujer embarazada, especialmente si la inseguridad o los sistemas de salud colapsados amenazan su vida en su lugar de origen.

Ser mujer y migrante significa estar expuesta a múltiples discriminaciones, la incertidumbre, el estigma y la precariedad. Muchas de estas mujeres se ven obligadas a querer ser invisibles, producto del miedo cuando llegan al país de destino en Europa: Miedo a ser detenidas, expulsadas o internadas en un CPR por no tener la documentación en regla. Lamentablemente el proceso de regularización puede prolongarse durante años.

Las leyes de extranjería restringen el acceso a derechos básicos en función del lugar de procedencia de las personas. Someten a una seria situación de desamparo y vulnerabilidad a las mujeres extranjeras en situación irregular. Para lograr regularizar la situación, en primer lugar se necesita un permiso de residencia temporal válido y renovable para estar en el país, además se les obliga a residir en el país cinco años como mínimo de manera continuada, tener un trabajo con un sueldo que les permita mantenerse a sí mismas y a sus eventuales familias, y rendir un examen de italiano. Sin documentación no es posible realizar tareas tan sencillas e imprescindibles en el día a día como abrir una cuenta bancaria o alquilar una casa. Además de restringir el acceso a derechos básicos como el de salud, el trabajo, la vivienda o la educación, la irregularidad condena a la desprotección frente a situaciones de exclusión, explotación laboral y violencia de género. El miedo y la incertidumbre ante el futuro produce ansiedad y condena a estas mujeres a vivir situaciones de vulnerabilidad.

La dificultad para encontrar trabajo es otra gran barrera que hay que enfrentar. Si se es migrante, acceder a un trabajo cualificado es casi imposible por la gran cantidad de criterios exigidos. Aparte de la cuota muy baja de permisos de trabajo para personas no comunitarias, es necesario que la ocupación que se vaya a desempeñar esté incluida dentro de las ocupaciones del DPCM del año y/o contar con una formación específica y muy técnica. Sin embargo, esto no es posible si no se cuenta con la homologación de tu título universitario, cuyo proceso de obtención puede alargarse indefinidamente por las trabas administrativas que existen para ello.

Cuando estas mujeres no pueden trabajar en sus especialidades, para muchas mujeres migrantes la única -y más habitual- salida es dedicarse al sector de los cuidados, obligándoles a trabajar en sectores precarizados, como el de las trabajadoras del hogar y los cuidados, sin contratos, sin estar dadas de alta en la seguridad social o sin la protección que cualquier otra trabajadora tiene.

Casi un millón de mujeres trabajan como empleadas del hogar en Italia, el 67% son migrantes, de las que la mitad de ellas provienen de países extra comunitarios, según el informe sul lavoro domestico dell' Osservatorio Domina.

El derecho a una vivienda digna es una declaración constitucional. Sin embargo, no está garantizado. Si se es migrante, las dificultades se multiplican y si se tiene una situación irregular, se vuelve casi misión imposible. Hay que presentar nóminas y la documentación,con la que, obviamente no se cuenta.

Esta situación hace imposible alquilar un piso completo, no quedando otra alternativa que alquilar por habitaciones, ya que por lo general no requiere de papeles y les permite tener un lugar donde vivir a pesar de los bajos ingresos. En el caso de aquellas mujeres que migran con sus familias y tienen hijos a su cargo, se ven obligadas en ocasiones a compartir vivienda con otras personas o familias para paliar la precariedad económica en la que viven. La discriminación por parte de agencias inmobiliarias y particulares es otro factor determinante.

Nosotras, el grupo Awawe, como lo hemos dicho en otras ocasiones, tuvimos el privilegio de no habernos tenido que enfrentar a todas estas dificultades, aunque para algunas de nosotras ha sido casi imposible homologar nuestros estudios y acceder a un trabajo que nos permita ejercer nuestra profesión. Por eso hoy estamos aquí, dando voz a nuestras hermanas, esperando que los privilegios que tuvimos nosotras no sigan siendo solo eso (un privilegio), sino un derecho de cada una de nosotras y nosotres ciudadanes del mismo planeta.

04/01/2023

Hoy 1 de enero 2023, se cumplen 5 años y 5 meses de la Desaparición Forzada seguida de Muerte de Santiago Maldonado
Seguimos exigiendo Verdad , a todos los responsables políticos y materiales.
Santiago es solidaridad y rebeldía.!!

SANTIAGO MALDONADO PRESENTE!! 🖤

26/09/2022

📍28 settembre h 18:00, Piazza della Borsa.
📃Il 28 settembre Non una di meno torna nelle piazze di tutta Italia per la giornata mondiale per l'ab**to libero, sicuro e gratuito. In questo tempo di guerra, di crisi economica e di campagne elettorali, i nostri corpi continuano ad essere un campo di battaglia.
Libertà di abortire significa per noi poter scegliere sui nostri corpi e sulle nostre vite, e per questo vogliamo lottare contro tutte le condizioni che ce lo impediscono.
Gli attacchi e le restrizioni all'ab**to sono attacchi diretti a donne, persone con capacità gestante, persone migranti e senza reddito. Sappiamo che la violenza è più brutale sui corpi di chi vive in una regione in cui il tasso di obiezione è altissimo e non ha un reddito per spostarsi, sui corpi di chi ha un'identità di genere non conforme e sui corpi di scappa dalla guerra.
Siamo furiose perché in tutto il mondo non è possibile abortire in sicurezza e ciò significa la morte per milioni di persone (22 milioni all'anno).
In Italia la legge 194, che disciplina l'accesso all'ab**to, permette l'obiezione di coscienza del personale medico, che nel nostro paese arriva quasi al 70%. I consultori pubblici sono stati progressivamente ridotti, dagli anni 70 ad oggi: sono adesso molto meno di un consultorio ogni 20.000 abitanti. Non si investe sull'educazione sessuale e all'affettività e sulla contraccezione gratuita. Quando decidiamo di abortire,siamo stigmatizzate e colpevolizzate e il percorso per accedere all'IVG diventa più difficile. Rivendichiamo con forza che non ci pentiamo di aver abortito e che continueremo a farlo.
Ci vogliamo vive e libere, per questo vogliamo molto di più della 194. Vogliamo la libertà di decidere sul nostro corpo, vogliamo che l'attenzione alla vita sia attenzione all'autodeterminazione per tutte le persone.

04/06/2022

LIBERTÀ PER ESTÉFANO, L’AUTODIFESA NON È UN CRIMINE!

L’8 Aprile Estéfano, un giovanissimo trans mascolino cileno si trova con la ragazza e un amico in piazza quando delle persone scendono da un’auto urlandogli contro insulti transfobici. Cominciano a picchiarlo, tirano fuori un coltello e minacciano di ucciderlo. Estéfano riesce a difendersi, lasciando morto uno degli aggressori.

Viene portato subito in carcere dove l’ufficiale incaricato di investigare il caso si rifiuta di riconoscere la transfobia dell’attacco, ignorando le motivazioni degli aggressori e scartando quindi l’ipotesi dell’autodifesa. Le richieste della famiglia e dell3 compagn3 solidali sono che vengano prese in considerazione l’identità e l’espressione di genere di Estéfano nella ricostruzione dei fatti.

La prossima udienza ha avuto luogo oggi 1 Giugno.

Diamo il nostro pieno supporto alla famiglia di Estéfano e a tutte le persone trans e q***r accusate di omicidio per essersi autodifese. Siamo furios3 per l'ennesimo tentativo di criminalizzare le persone sopravvissute e rivendichiamo l'autodifesa come pratica femminista e transfemminista per resistere alla violenza patriarcale e agli attacchi sessisti e omolesbotransmisogeni.





27/05/2022

A DOMENICA!!

8M Trieste💜💚
09/03/2022

8M Trieste💜💚

09/03/2022

Ieri eravamo in corteo con le nostre sorelle di Trieste... abbiamo voluto portare questo testo in piazza per condividerlo con voi... Grazie ancora alle sorelle di NUDM per organizzare, per darci lo spazio, e per la loro grande sorodidad✊💜💚

09/03/2022

Un altro 8 marzo per cui continuare a lottare: L'America Latina è una delle regioni più violente per le donne, ragazze e bambine e anche se diversi paesi hanno incluso il crimine di femminicidio nel loro codice penale, l'impunità nei casi di violenza sulle donne continua ad essere intorno al 98%.

Infatti, la settimana scorsa si è fatta virale la notizia di due stupri di gruppo a ragazze in Argentina e in Colombia. Questi uomini non sono bestie, non sono animali, non sono un branco e i loro istinti non sono incontenibili. Nessuno degli eventi che ci fanno inorridire è isolato. Ognuno di questi risponde alla stessa matrice culturale, una cultura patriarcale in cui gli uomini hanno il diritto di decidere, da soli o in gruppo, sui corpi delle donne come se fossimo un loro oggetto.

La scorsa settimana abbiamo appreso la notizia di una bambina panamense di 8 anni, violentata e incinta di 5 mesi, con una gravidanza, ovviamente come ci si può aspettare per un corpicino così piccolo, ad alto rischio. A Panama l'ab**to è legale in 2 circostanze: prodotto di uno stupro o rischio di morte per la madre. In questo caso la bambina rientrava in entrambi casi, ma sicome il codice penale del Panama limita l’ab**to ai primi 2 mesi di gestazione, la stanno costringendo a portare avanti la gravidanza…
Per questo oggi otto marzo volvevamo portare in piazza una delle lotte più urgenti del nostro continente Abya Yala: L’ab**to. L’anno scorso abbiamo portato in questa piazza la bellissima notizia sull’ab**to legale, gratuito e libero fino alla quattordicesima settimana in Argentina. Oggi possiamo anche festeggiare che poche settimane fa l’ab**to è stato depenalizzato in Colombia… Ma c'è tanta strada ancora da fare per molte donne nel Abya Yala.
A livello regionale, l’osservatorio per l’uguaglianza di genere della Commissione economica per l’America Latina e i Caraibi (Cepal) segnala che, i Paesi dove l’ab**to è legale fino ad un numero di settimane di gestazione, senza condizioni, sono solo 7: Uruguay, Cuba, Guayana, Guyana Francesa, Porto Rico e Argentina, e adesso anche la Colombia. Tuttora non tutti hanno una vera legge che garantisca l’accesso ad avere un ab**to libero, gratuito e sicuro e per tutte.

In Colombia, la Corte Costituzionale ha deciso di depenalizzare il ricorso all’ab**to entro le prime 24 settimane di gravidanza. Una sentenza molto importante per i diritti delle donne, emessa in uno dei Paesi più popolosi del Sudamerica e con una forte componente cristiana e conservatrice. Fino a pochi giorni fa era possibile ricorrere all’interruzione volontaria della gravidanza solo in alcuni casi: rischio per la vita della madre, malformazione del feto e violenza o abuso. La situazione colombiana si inserisce in una serie di trasformazioni che coinvolgono tutta l'Abya Yala.
Ci sono 11 paesi dove si può accedere all’interruzione volontaria della gravidanza ma solo se rientrano nelle circostanze richieste dalla legislatura locale. Paraguay, Venezuela, Guatemala, Perù e Costarica hanno alcune delle leggi più restrittive e depenalizzano l’ab**to solo nel caso in cui la vita o la salute della donna incinta sia in pericolo. Altri paesi, come Cile, Brasile, Ecuador e Panama includono nei loro codici penali anche le variabili dello stupro e inviabilità fetale. La Bolivia oltre a queste circonstanze include anche l’incesto tra le cause e, nel caso del Belize, si prendono in considerazione i fattori socioeconomici della donna o persona incinta.
In Messico dipende da Stato a Stato, anche se nella maggioranza dei casi la legislazione è molto restrittiva. Ma cè uno spiraglio anche qua… perché il 7 di settembre del 2021 la Corte Suprema di Giustizia Messicana ha dichiarato como non punibile nei 32 stati federali messicani l’ab**to volontario fino 12 settimane di gestazione. Che no vuol dire che in Messico sia stato depenalizzato l’ab**to, ma che le autorità hanno il divieto di processare a chi abortisce.
E poi ci sono ancora 5 paesi dove l’ab**to è sempre punito senza eccezioni: Salvador, Honduras, Nicaragua, Repubblica Dominicana e Haiti. In questi paesi le donne che abortiscono vengono punite col carcere. In el Salvador vengono condannati non solo gli aborti volontari ma anche gli aborti spontanei con fino a 30 anni di riclusione, con l’acusa di omicidio agravato…
L’ab**to legale, sicuro e gratuito è una richiesta di giustizia sociale, diritti umani e salute pubblica che si inserisce in un contesto sociale in cui i diritti riproduttivi e la salute sessuale delle donne vacillano. Mentre questa lotta avanza ci sono ancora decine di migliaia di donne che perdono la vita in aborti illegali in latinoamerica. La situazione è particolarmente grave rispetto alle madri-bambine. In un recente report del Fondo delle Nazioni Unite per la popolazione (UNFPA) denunciava che la regione ha il secondo più alto tasso di gravidanze adolescenziali al mondo, dove si stima che quasi il 18% di tutte le nascite nella regione latinoamericana corrisponda a donne di età inferiore ai 20 anni.

Inoltre la mortalità materna in America Latina e nei Caraibi è tra le tre principali cause di morte nelle adolescenti tra i 15 ei 19 anni di età. Il rischio di morire per cause legate alla gravidanza in quella fascia di età è fino a tre volte superiore rispetto alle donne di più di 20 anni. In America Latina si ritiene che il numero annuo di aborti realizzati in condizioni precarie e pericolose, tra le adolescenti di età compresa tra i 15 ei 19 anni raggiunga i 670.000 casi.

L’obiettivo non è solo avere accesso all’ab**to, ma anche a una buona educazione sessuale, alla pianificazione delle gravidanze e ai contraccettivi: "educazione sessuale per decidere, anticoncezionali per non abortire, ab**to legale per non morire".

El ab**to debe garantizarse tan pronto como sea possible y tan tarde como sea necesario!
La maternidad será deseada o no será!

🚨Poesía ya! Series de Podcast en español del Centro Cultural Kirchner]] sobre poesía transfeminista latinoamericana.Link...
04/03/2022

🚨Poesía ya! Series de Podcast en español del Centro Cultural Kirchner]] sobre poesía transfeminista latinoamericana.
Link en historias en evidencia.

Poesia ora! Series di Podcast in spagnolo di Centro Cultural Kirchner]] sulla poesia transfemminista latinoamericana.
link in storie in evidenza.

Poetry now! Series of podcast in Spanish by Centro Cultural Kirchner]] on Latin American transfeminist poetry.
link in stories in evidence.

https://cck.gob.ar/latinoamerica-camino-al-8m-un-ciclo-de-podcasts/19173/?fbclid=IwAR0t3pdfr4YIy8XWQMcLYjbewMam6Ost2bFr_ucd0zB2ZbJKyZH51P8SM9U

"el mandato moderno de la lectura individual queda desmantelado para dar paso a un nuevo tipo de escucha pública, comuni...
03/03/2022

"el mandato moderno de la lectura individual queda desmantelado para dar paso a un nuevo tipo de escucha pública, comunitaria, a una poesía que impone su presencia y construye un mapa político del deseo, el afecto y el cuerpo latinoamericano."
https://cck.gob.ar/latinoamerica-camino-al-8m-un-ciclo-de-podcasts/19173/

Festival Poesía Ya! 2022 - Contenido online - Desde el 10 de febrero

23/02/2022

Colombia despenaliza el ab**to💪🏾💚💜

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