Il Bestiario degli italiani, rivista

Il Bestiario degli italiani, rivista Rivista trimestrale

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Per un inaspettato artificio tecnologico di questo secolo, si è finiti per fare dell’irrealtà del mondo virtuale il terr...
08/12/2024

Per un inaspettato artificio tecnologico di questo secolo, si è finiti per fare dell’irrealtà del mondo virtuale il terreno privilegiato dell’avventura galante, del corteggiamento amoroso. Il tasto che scatena il sospirato complimento vola dallo schermo di chi desidera a quello dell’amata, del desiderato – due sconosciuti che forse percorrono la stessa strada illuminata di notte e tornano a casa. Eppure nonostante sia proprio lei che ora è ferma sulla panchina, per un istante infinito dove tutto si concentra e aspetta, nonostante è lui in fila con gli occhi irrequieti, una sentenza cade plumbea: «La prossima volta lo farò», e questa ripetuta menzogna recitata come una preghiera si affida già alla luce brillante ed eterea del computer nella stanza buia. Ci scriveremo questa notte?
C’è poi un giorno, quando la stanchezza è un saggio abbandono, che improvvisamente ci si trova nel posto anelato, ad un passo dall’altro, e nella voce affiorano parole non ponderate e si affermi il proprio nome, cognome, desiderio. I nonni raccontavano: “Lui è venuto da me e mi ha detto che voleva sposarmi, e nemmeno lo conoscevo. E io l’ho sposato”.
I greci avevano un termine per questo momento: “Kairos”: il momento opportuno, il momento supremo, diverso dal “Kronos”, il tempo che va e che fugge, il tempo dei tentennamenti e dei social network. Kairos come una chiamata, in contro-tempo contro se stessi, il tempo del Dio e non dell’analisi - oggi non sto bene, ho una br**ta cera – ma l’istante che è già futuro e casualità che è destino. È andare incontro all’ignoto - non ho visto le tue foto, non so cosa ti piace, e se mi rifiuterai?
Ma nessuno sa che l’audacia ripaga comunque, anche dalla delusione e dal rifiuto.
É l’arma e la cura, e l’audace è caro agli dei.

Se mettessimo da parte le ragioni culturali della storia magica del nostro paese, il business della superstizione, il fo...
02/12/2024

Se mettessimo da parte le ragioni culturali della storia magica del nostro paese, il business della superstizione, il folclore ancora vivente delle processioni e le fandonie degli astroinfluencer, e ci
chiedessimo cosa sia, in verità, la spiritualità, cosa potremmo rispondere? La spiritualità di cui tutti parlano, in effetti, esiste? E se esiste, come si manifesta? Com’è fatto un essere umano “spirituale”? A noi del Bestiario in questi mesi di ricerca, incontri, viaggi e studi intorno a questo argomento, ci è parso di percepire una visione individualistica, egocentrica e narcisistica della spiritualità, oggi. Sembra proprio che essere
spirituali non significhi più avere, in effetti, uno spirito nobile, vasto, sensibile, forse meditativo, ma piuttosto uno spirito “pulito”, performante, autogiustificativo e che trova il suo fine solo nel proprio benessere. “Pulire i propri chakra, trovare il proprio centro, stare bene con se stessi” sono formule che sentiamo ripetere ogni giorno e che sembrano far parte della stessa ricetta con cui la nostra società impasta noi individui, allenati interiormente a sopportare le necessità e le regole sempre più stringenti della macchina capitalista. Ma se invece non volessimo intendere questa parola nella sua nuova veste 2.0, mondana, prêt-à-porter, cosa resta oggi della spiritualità? Dove si nasconde? Qualche risposta ce la siamo data e la trovate sul numero 21 del Bestiario “Destinazione Paradiso” che trovate nel link in bio.

Giovedì 21 novembre dalle 18, sotto il cielo romano, il Bestiario festeggia da  per una serata vino, musica, tarocchi e ...
18/11/2024

Giovedì 21 novembre dalle 18, sotto il cielo romano, il Bestiario festeggia da per una serata vino, musica, tarocchi e il nuovo numero Destinazione Paradiso.

Un altro anno si sta chiudendo. Fortunato o sfortunato che sia stato non ci resta altro da fare che attendere il prossimo. Ma se volete sapere in anticipo cosa gli astri hanno in serbo per voi, venite alla festa del Bestiario per consultare i nostri Tarocchi tarocchi. Una cartomante sarà a vostra disposizione per la serata.

Alle brutte potrete consolarvi con tanto vino, la selezione stellare di vinili di .rome e una rivista grande quanto una finestra.

Giovedì 21 novembre dalle 18, sotto il cielo romano, il Bestiario festeggia da  per una serata vino, tarocchi e il nuovo...
18/11/2024

Giovedì 21 novembre dalle 18, sotto il cielo romano, il Bestiario festeggia da per una serata vino, tarocchi e il nuovo numero Destinazione Paradiso.

Un altro anno si sta chiudendo. Fortunato o sfortunato che sia stato non ci resta altro da fare che attendere il prossimo. Ma se volete sapere in anticipo cosa gli astri hanno in serbo per voi, venite alla festa del Bestiario per consultare i nostri Tarocchi tarocchi. Una cartomante sarà a vostra disposizione per la serata.

Alle brutte potrete consolarvi con tanto vino, la selezione stellare di vinili di .rome e una rivista grande quanto una finestra.

Ultimamente abbiamo notato un fenomeno: il ratto del Bestiario. Assistiamo, infatti, sempre più a degli avventori che do...
11/11/2024

Ultimamente abbiamo notato un fenomeno: il ratto del Bestiario. Assistiamo, infatti, sempre più a degli avventori che dopo aver sfogliato la rivista la sottraggano, senza pagarla. In buona fede, naturalmente, perché rubare un Bestiario senza pensare di non essere visti, dato il suo formato, sarebbe da idioti.
Dopo aver superato una prima sensazione di mortificazione, ci siamo chiesti cos’è la gratuità oggi? E ci si è aperto un mondo, il mondo di oggi per l’appunto.

Scaricare gratuitamente Instagram non è altro che finire in un vortice di pubblicità il cui unico finire è portarci ad acquistare. La gratuità, infatti, non è mai fine a se stessa. Presuppone sempre uno scambio. Come nei video su YouTube, di cui disponiamo gratuitamente, ma a cui cediamo una porzione del nostro tempo per guardare la pubblicità che li precede o li intervalla. O nei soldi che spendiamo per raggiungere una cifra tale da ottenere gratuitamente dei campioncini di un prodotto che probabilmente non useremo mai.
E se un tempo la soddisfazione veniva dal comprare un oggetto che non ci si poteva permettere, oggi, che tutti acquistiamo oggetti considerati prima di lusso (il televisore, il salmone affumicato scontato al supermercato, uno smartphone), oggi il vero lusso la fa gratuità. Avere la possibilità di accedere alla business in aereo per avere gratis una bibita, uno schermo su cui vedere gratuitamente i film, e qualche cibo di dubbio gusto è molto più soddisfacente. La gratuità fa sentire i ricchi ricchi e i meno ricchi più furbi.

In realtà desiderare la gratuità, svaluta anche il valore del nostro di lavoro. E infatti accettiamo di lavorare gratuitamente. Stage, lavoretti, straordinari non retribuiti, perché desiderando la gratuità ne abbiamo normalizzato i meccanismi.
Ci vogliamo lamentare per questo? Lungi da noi a piangerci addosso sul latte versato e sulle scelte che abbiamo fatto o sulle rivoluzioni che non abbiamo fatto. Ma ci siamo condannati ad un perpetuo stato di giovinezza, ahimè non quella “Partenophiana” (andiamo a Capri senza soldi), piuttosto quella di “Metti la nonna nel freezer” o - peggio - aspetta che vada al Creatore per andare te a vivere a casa sua.

Non la solita shopper di tela, ma un borsa cilindrica multiuso.Un porta riviste per trasportare i vostri periodici prefe...
09/11/2024

Non la solita shopper di tela, ma un borsa cilindrica multiuso.

Un porta riviste per trasportare i vostri periodici preferiti (dopo il Bestiario) e non solo!

Un porta bottiglie di vino per non presentarti mai a mani vuote alle serate tra amici ( e per camuffare la scarsa qualità della bevanda regalata)!

Un porta baguette se siete francesi.

Un omaggio al vino, all’amore e a Piero Ciampi. (Link in bio)

Inizia tutto qualche giorno prima. Se la partenza è, ipotizziamo, domenica, giovedì inizia ad essere un brutto giorno. A...
22/10/2024

Inizia tutto qualche giorno prima. Se la partenza è, ipotizziamo, domenica, giovedì inizia ad essere un brutto giorno. Alla guida della mente vengo sostituito da un sadico e filosofico sfidante che inizia il suo gioco di superstizioni così : “Se fai x, l’aereo cade. Se fai y, non cade”, fino ad alzare la posta con la proiezione di fine certa: “Se parti, l’aereo cade. Se non parti…”. Nonostante l’invasione di questo pensiero compulsivo, prevale in me la volontà di restare normale - e la paura di finire mentalmente davvero male se solo accondiscendessi al desiderio di non partire più.
Ma le ore che precedono la partenza ecco che mi indurisco, tutto lo spirito si chiude a riccio, piegato in due. Le normali funzioni gastrointestinali vengono disattivate dal di dentro, e ricominciano le congetture, le divagazioni esistenziali accuratissime.
Fin dalla fila all’imbarco, gli occhi scrutano il guastatore dell’aeroplano, l’attentatore. Una volta spostati sulla pista di partenza accanto al velivolo, cercano chi tra gli operai che caricano i bagagli, riforniscono l’aereo, chi tra loro è quello stanco, tramortito dalla vita, forse costernato o arrabbiato tanto da manomettere un bullone, una vite, un cavo soltanto, e far pagare ai prossimi sconosciuti in viaggio le sue amarezze e bearsi di un’omicida vanagloria.
Una volta a bordo, comincia la galleria dei volti da prima pagina. Il ragazzo pallido troverà posto tra le miniature stampate dei deceduti? E la hostess annoiata? E il comandante che ride e mangia in cabina avrà la sua immagine sul giornale, magari in uniforme?I calcoli e le strategie per accelerare il movimento nello spazio e nel tempo dell’aeroplano sono sempre diverse. Iniziare un libro nuovo, approf***are di un film ancora non al cinema, programmare impegni prossimi prendendosi sul serio, provare a dormire con tappi di cera e maschera sugli occhi, psicofarmaci come preghiere.

Tutte le cose della vita, apprese in infanzia e che ricordo ancora, sono quelle che, in età più adulta, ho scoperto non ...
19/10/2024

Tutte le cose della vita, apprese in infanzia e che ricordo ancora, sono quelle che, in età più adulta, ho scoperto non fossero vere. A pochi anni, mi avevano insegnato che un signore chiamato Galateo era solito stare sotto il tavolo e prendere ad ombrellate le persone che non avessero mangiato in maniera educata. A tavola, infatti, ero molto composta. Da piccola, mio padre, mi aveva spiegato come gli aerei potessero decollare grazie alla forza di zio Riccardo che li spingeva dalla coda prendendo una grande rincorsa. E volavo senza paure. Sapevo, inoltre, che nelle fognature si perdevano delle talpe spinte dalla curiosità di esplorare e per cui, se si voleva che ritornassero  a casa loro, era necessario scaricare il water. E smisi di essere accompagnata in bagno. Un universo fantastico, fatto di stupori e meraviglie, a cui credevo, senza dubitare, nonostante non ne avessi mai avuto la prova. Non mi serviva vedere Galateo sotto il tavolo, zio Riccardo dal finestrino, una talpa nel gabinetto, io ci credevo lo stesso.
Poi, tempo dopo, veniva quel momento in cui la fede cieca in questi eventi vacillava. I racconti non tornavano con le altre informazioni che apprendevo. Dove vivevano le talpe? Avevo mai sentito qualcuno chiamarsi Galateo? Ma poiché nessuno mi forniva le risposte che stavo cercando, sorgeva la voglia di scoprirlo. Capitava a cena di masticare rumorosamente a bocca aperta e buttare un occhio furtivo in basso per vedere se qualcuno mi avesse colpito con un ombrello o di temporeggiare prima di salire su di un aeroplano. Una volta appurato che nulla di ciò che mi era stato insegnato accadeva, non si poteva continuare a fingere. Quando si verificava, solitamente, significava che un pezzetto di infanzia era andato via. Si era trasformato, aveva preso altre forme, o si era perso definitivamente. Ma la somma delle meraviglie con cui da bambina mi hanno insegnato a misurare la realtà ha formato un adulto in grado di credere a ciò che non è visibile, di dubitare e di scegliere a cosa credere. Perciò mi rattrista un tempo in cui la vita si insegna così come appare perché ogni fantasia può essere sfatata in pochi istanti.

Il lavoro ti stressa? Pratica yoga. Soffri di attacchi di panico? Medita. Non vedi un futuro? Consulta l’oroscopo. Vuoi ...
14/10/2024

Il lavoro ti stressa? Pratica yoga. Soffri di attacchi di panico? Medita. Non vedi un futuro? Consulta l’oroscopo. Vuoi raggiungere un obiettivo? È tutta una questione di karma! Rimedi, regole, passi, ricette, guru, astrologi, coach per sopportare la vita, ora che l’aldiqua fa più paura dell’aldilà. Sarà che puntelliamo le nostre giornate di obiettivi performanti, di aspettative lavorative, di business plan quotidiani che ci rendono animali efficienti, consumatori compulsivi e umani depressi?
Dopo il canto del cigno del Cristianesimo, noi occidentali abbiamo preso in prestito altre spiritualità da popoli lontani e le abbiamo riadattate in una forma  più smart e confortevole. Pulire i propri chakra, trovare il proprio centro, stare bene con se stessi sono formule che sentiamo ripetere ogni giorno e che sembrano far parte della stessa ricetta con cui la nostra società impasta noi individui, allenati interiormente a sopportare le necessità e le regole sempre più stringenti della macchina capitalista. 
Allo stress del lavoro asfissiante opponiamo i trattamenti ayuverdici, ai ritmi insostenibili delle città le discipline orientali in palestra, all’ingiustizia degli stipendi e alla competizione nei rapporti sociali, la mindfulness. Toppe esistenziali a buon mercato per sopravvivere senza lamentarsi, e continuare a produrre per il progresso delle nostre evolute società, in cui è lo stesso mercato a creare il problema e ad offrirci i rimedi. Se un tempo la spiritualità serviva a preparare i cuori alla morte che verrà, oggi ci si ricorre per sopravvivere alla vita che c’è già. Chissà se invece, paradossalmente, la tanto menzionata spiritualità non si trovasse fuori da noi, nelle pause che ci concediamo da noi stessi, dai nostri obiettivi, dalle agende scandite da appuntamenti, e non fosse invece una forma di generosità non affettata, guidata da un senso comunitario, per una comunione di essere umani e non solo di clienti e consumatori. Chissà se abbiamo bisogno di pensare che lo scopo delle nostre fatiche e sofferenze in questa vita non sia solo lavorativo. Chissà se ora che non crediamo più in niente, siamo disposti a credere proprio a tutto. (Link in bio)

Tra i vicoli di Roma, con la musica selezionata dal collettivo Sync, il Bestiario presenta il nuovo numero da Santo Mani...
07/10/2024

Tra i vicoli di Roma, con la musica selezionata dal collettivo Sync, il Bestiario presenta il nuovo numero da Santo Manifesto in via dei coronari 44/A. Ci vediamo l’11 Ottobre alle 19 con i soliti ingredienti magici: vino+ rivista+vinili. Potrete scoprire il vostro futuro consultando i tarocchi del Bestiario. Ps. Noi lo abbiamo già fatto e ci hanno predetto una festa stellare 💫

Il nuovo numero è in stampa! Dopo mesi di lavoro, finalmente, abbiamo dato alla luce il ventunesimo numero: Destinazione...
05/10/2024

Il nuovo numero è in stampa! Dopo mesi di lavoro, finalmente, abbiamo dato alla luce il ventunesimo numero: Destinazione Paradiso.

Questa volta:
Non vi comunicheremo il tema.
Non vi anticiperemo i contenuti.
Non vi convinceremo di quanto questo numero sia straordinario.

Vi chiediamo un atto di fede.

Siamo abituati solo a credere in ciò che vediamo. Crediamo che un ristorante sia buono dai piatti su Tripadvisor, che un alloggio sia comodo dalle recensioni che leggiamo su Airbnb, che ad un appuntamento valga la pena di andare dalle foto che la persona pubblica su un’app di dating.

Vogliamo dare delle assicurazioni al nostro credo. Ma la ragione è distinta dalla fede. Non si crede che dopo la notte venga il giorno, si sa. Così come sappiamo che tra un paio di settimane, con il cambio dell’ora, ci deprimeremo uscendo dal lavoro con il buio.

Eppure senza accorgercene siamo chiamati tutti i giorni a dei piccoli atti di fiducia per vivere. Bisogna credere che all’attraversamento pedonale le macchine si fermino, che il pilota dell’aeroplano su cui voliamo sappia guidare l’aereo, che il nostro compagno che stiamo per sposare ci ami.
Pertanto è importante credere e ancora di più scegliere a cosa credere.

E il Bestiario è un esercizio di fede perpetua.

Dovete credere, infatti, che prima o poi esca un numero nuovo. Lo sappiamo, specialmente chi sottoscrive l’abbonamento, che non ne abbia mai la certezza ma, dolente o volente, ci crede.
Dovete credere che il nuovo numero sia sempre migliore del precedente, o almeno noi ci proviamo.
E dovete credere nelle Poste che portino a termine il loro compito e recapitino questa rivista di carta nelle vostre case. Anche se in questo caso andrebbe anche acceso un cero.

Ma la vera domanda è: oltre alle piccole necessità per garantire il corso delle vite, in cosa crediamo oggi?

Abbiate fede e acquistate il nuovo numero in prevendita(link in bio) o, per i più devoti, sottoscrivete l’abbonamento per avere la nostra grazia.

C’era un tempo – così sembra – in cui un nonnulla scuoteva gli uomini. I nonni per esempio ricordano esattamente il vest...
27/09/2024

C’era un tempo – così sembra – in cui un nonnulla scuoteva gli uomini. I nonni per esempio ricordano esattamente il vestito della prima comunione, il gelato in città, quel goal a quel minuto – “io intanto lavoravo e tua nonna partoriva” –, una vecchia ninna nanna, l’arietta di un’opera popolare, il primo bacio dove come quando chi. Era un tempo in cui l’anima si nutriva di estasi e di offese.
Dov’è finito quel sentire per cui le cose precipitavano dentro depositandosi sul fondo della pancia? L’oggi è il regno del già visto, del già detto, del già fatto: il già sentito.
Ma capita, in rarissime ore, di fare i conti con l’inaspettato. Il treno guasto, la strada chiusa al traffico, il tubo che improvvisamente comincia a gocciolare, il portafogli sbadatamente abbandonato sulla panchina: e capita che l’animo si sconvolga abituato com’è alla linea retta dell’esistenza. Per una qualche forma di rimbalzo esistenziale può succedere che la vita prenda un nuovo corso, o che cresca un inaspettato ramo nel giardino interiore: c’è chi parte e chi non torna più, c’è la parola detta alla ragazza del bar, all’amico perso: un uomo altrove – nello spazio nel tempo – ha fondato una città. Essere la somma dei propri imprevisti è cosa dolce e terribile da concepire: solleva e addolora: ad ogni stelo che trafigge la terra, un fiore nuovo. Bisogna stare attenti all’oggi, dove tutto è già scritto e prende forme prevedibili, perché un giorno diremo: “Un imprevisto è la sola salvezza”.

PICCOLA NOTA SUL CORPO Come descrivere i sussulti inconfessabili del cuore quando talvolta ci assale quel pizzico pungen...
18/09/2024

PICCOLA NOTA SUL CORPO
Come descrivere i sussulti inconfessabili del cuore quando talvolta ci assale quel pizzico pungente alla testa, quella f***a al costato, quelle scosse tra le pieghe della pancia? Abitare un corpo non è cosa semplice, allestirlo come una dimora, sentire i corridoi delle vene allungarsi fino alle dita, provare il peso delle gambe e il respiro spezzato in gola: è una fatica di non poco conto. E dove sono io che parlo, io anima, forse nelle unghie dei piedi o mi agito elettrico tra gli steli dei capelli? Sono allora una schiuma, un’aria che trema da ogni parte? Non credo però che la vera presenza, l’essenza, sia nel comfort, quando si abita un corpo allungato, grato, riposato a lungo e a lungo curato, sciame di pensieri che su e giù gorgogliano. Credo invece di imparare tutte le gioie e i trasalimenti che posso contenere quando la carne che abito è fiaccata dal cammino, dagli assalti del digiuno soddisfatti poco a poco, anziché dall’indigestione. Solo il ghiaccio del lago in cui mi immergo mi svela quanto ancora debba sapere, o il fuoco a cui mi espongo nella notte e furiosamente divampa mi rivela la mediocrità del tiepido e disvela infinite possibilità di conoscenza. Passo dopo passo su una strada che si perde all’orizzonte, misuro la lunghezza della mia perseveranza fino a che la presa dei muscoli non si lasci andare, e i piedi si sgualciscano come foglie; morso dopo morso, sento i miei denti correre e il corpo farsi forte. La ruga che intanto fugge via senza rumore, ara con pazienza il mio viso che, allo specchio, mi ricorda mia madre e la mia casa. AC

Se, come scriveva Patrizia Valduga, “l’amore è nostalgia dell’indivisibile”, il sesso è il disperato tentativo riunire c...
14/09/2024

Se, come scriveva Patrizia Valduga, “l’amore è nostalgia dell’indivisibile”, il sesso è il disperato tentativo riunire ciò che è diviso. Nelle sue “poesie erotiche”, che abbiamo ripubblicato sulle pagine dell’ultimo numero del Bestiario, ci scaraventa sulla soglia, tra tenerezza e violenza, tra l’io e il mondo, soglia di una porta alla quale il ritmo dell’amplesso bussa incessantemente, costringendoci ad aspettare e a godere nel frattempo.

Settembre ci ha fatto ve**re un pensiero. Quando eravamo troppo piccoli perché questo mese fosse caricato di aspettative...
09/09/2024

Settembre ci ha fatto ve**re un pensiero. Quando eravamo troppo piccoli perché questo mese fosse caricato di aspettative e programmi per l’anno a ve**re, per noi significava due cose. L’inizio di scuola, certamente, ma prima ancora: il saluto ai nonni. Dopo un’estate trascorsa nelle loro case bisognava ritornare nelle proprie. Ed era un saluto che aveva la forma di un addio. In macchina tra i resti di una stagione oramai terminata, mentre il motore rombava, si attendeva la loro apparizione. Talvolta tardiva che per un attimo faceva temere in una loro dimenticanza o in un’ assenza, che deludeva per poco. Ma poi entrambi, o uno solo perché l’altro era passato a miglior vita, si presentavano sull’uscio del cancello in ghisa, sul balcone di un appartamento o sul ciglio della strada e facevano un cenno con la mano, accompagnato da un sorriso stanco, che segnava una fine. Un dispiacere sconosciuto stringeva lo stomaco. Era la fine di un altro anno di infanzia, della stagione dei giochi, ma specialmente era la conclusione di una convivenza, quella con i nonni per l’appunto. Abituarsi alla loro presenza, e poi durante l’anno doverne colmare l’assenza con lunghe telefonate o negli sporadici appuntamenti durante le festività era un dolore. Inconsapevoli che poi sarebbe tutto rimasto nella memoria, ci si sentiva perduti. Avremmo dovuto attendere ancora un’altra estate prima di ritornare a studiare le loro rughe, percorsi tortuosi sul viso, senza domandarci mai se fossero stati giovani? Un altro anno sarebbe dovuto passare per sentirne l’odore stretti intorno al tavolo durante i compiti estivi? Per ascoltare le trasmissioni radio spandersi dalla porta della loro stanza, per ritrovarli puntuali ai fornelli ad anticipare i nostri languori, per farci raccontare una favola, per intercettare un loro dolore incomprensibile che solo dopo ci saremmo spiegati. E la severità dello sguardo e la dolcezza delle mani calcaree quando avremmo potuto più vederle? A quei tempi mai avremmo pensato che un giorno saremmo dovuti diventare come loro, vecchi. Perché li credevamo vecchi da una vita e per questo immortali.

Dopo la versione femminile non potevamo che provare a elencare i miti del mondo maschile apparentemente più decodificabi...
04/09/2024

Dopo la versione femminile non potevamo che provare a elencare i miti del mondo maschile apparentemente più decodificabile, e per questo zeppo di luoghi comuni, che a volte, però, racchiudono verità ancestrali.

Voi quali aggiungereste?

Agli sgoccioli di Agosto solo un pensiero angusta l’animo degli italiani: il ritorno. E per le coppie, spesso, perfino i...
31/08/2024

Agli sgoccioli di Agosto solo un pensiero angusta l’animo degli italiani: il ritorno.
E per le coppie, spesso, perfino il ritorno alla propria relazione amorosa nella sua dimensione quotidiana. Perché se d’estate il sole, il vino, il mare sono potenti allucinogeni per alterare la percezione della realtà; d’inverno, soli, nel circolo sempre uguale delle abitudini, le problematiche, le crepe, le tossicità sono difficili da ignorare.

Se non fosse che Mediaset ha formulato un rimedio che prolunga la durata delle relazioni. Sì perché Temptation Island selezionando le coppie in base alla loro disfunzionalità, sbattendoci le meschinità che si infliggono, raccontandoci gli innesti, spesso patologici, su cui si fondano i rapporti ci permettono di provare un piacere unico che sanifica ogni difetto dei nostri legami: quello infimo e tanto umano per il fallimento altrui.

È la stessa stessa sensazione che si prova, ad esempio, nelle giornate di diluvio osservando un uomo, senza ombrello, correre per trovare riparo, quando noi, sotto il tetto domestico, lo abbiamo già.

Così gli spettatori di Temptation Island che assistono al naufragio delle relazioni dei partecipanti, provano improvvisamente un conforto per la propria. Che sarà mai la monotonia della propria vita di coppia, in confronto alla totale assenza nei rapporti dei concorrenti; che sarà mai la piccola dose di gelosia paragonata alle tecniche di spionaggio messe in atto dalle coppie in gara, che saranno mai i litigi domestici in relazione ai falò di confronto! E se da una parte ci riconosciamo ed empatizziamo con i drammi amorosi sull’Isola, dall’altro ne ridiamo e ne godiamo, stretti dall’abbraccio del nostro compagno sotto un plaid a trame scozzesi.

I tedeschi lo chiamano Schadenfreude, piacere per il fallimento altrui, ed è questo il segreto che, nonostante il programma sia pubblicamente disprezzato, si nasconde dietro il successo della trasmissione tale da renderla l’appuntamento fisso per molte persone e il piacere segreto di tante altre.

D’altronde, ammettiamolo, non c’è niente che rinforzi di più una coppia che assistere alla rottura di un’altra!

La tradizione di fine Agosto è pensare a dei buoni propositi per Settembre che mai verranno rispettati. Noi quest’anno a...
23/08/2024

La tradizione di fine Agosto è pensare a dei buoni propositi per Settembre che mai verranno rispettati. Noi quest’anno abbiamo finalmente scelto dei propositi che difficilmente non rispetteremo.
1. Rinunciare a qualsiasi ideale di forma fisica per l’estate successiva. Si nasce pigri, si muore pigri.

2. Astenersi dai racconti di viaggio. Tutto quello che non volevamo sapere l’abbiamo già appreso dai social.

3. Abbandonare i pensieri estivi di libertà coniugale. Se in un guizzo adolescenziale con utopici pensieri di conquista estivi, si fosse commesso l’errore di lasciare la propria metà, ritornare subito sui propri passi. L’inverno può essere molto rigido.

4. Pentirsi di tutti i soldi spesi per le cene fuori, e ribadire che l’unico posto in cui si mangia bene è casa propria.

5. Lamentarsi del caldo, ma rimpiangere l’estate. Desiderare il freddo, ma maledire l’inverno.
6. Per chi è rimasto in città, mai ammettere che il caldo delle metropoli d’agosto è asfissiante, il deserto desolante, la solitudine abissale. Vantarsi dei soldi risparmiati e delle calche evitate.

Indirizzo

Magnano In Riviera

Orario di apertura

Lunedì 08:00 - 00:00
Martedì 08:00 - 00:00
Mercoledì 08:00 - 00:00
Giovedì 08:00 - 00:00
Venerdì 08:00 - 00:00
Sabato 08:00 - 00:00
Domenica 08:00 - 00:00

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