ARK

ARK ARK è una rivista trimestrale che racconta paesaggi e architetture più significative del ‘900 lombardo e d’oggi. E' edita da S.E.S.A.A.B. Spa.

E' pluridisciplinare: parla di architettura, di materiali, di arredamento, di fotografia e di paesaggi. ARK è una rivista trimestrale che racconta i paesaggi e le architetture più significative del ‘900 lombardo e d’oggi. ARK è rivolta a Bergamo e alla sua provincia ma anche alla Lombardia, di cui illustra opere eccezionali, amate da chi ha a cuore tanto i luoghi quanto la ricerca e la cultura del

progetto. ARK è una rivista pluridisciplinare, in cui studiosi tra i quali architetti, sociologi, antropologi, fotografi, storici, si confrontano su un tema specifico, analizzandolo da molteplici punti di osservazione. ARK parla di architettura, di materiali e di arredamento, di fotografia e di paesaggi, naturali o trasformati dall’uomo, con lo sguardo esperienziale di un osservatore partecipante.

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14/04/2024

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>> immagine di copertina: Romolo Squadrelli, Grand Hotel, San Pellegrino Terme (Bergamo), 1902-1904. Fotografia di Davide Pagliarini, 2024.

Qui il sommario di ARK 48 / QUIETE:۰ Ai lettori / Quiete _ di Davide Pagliarini۰ Editoriale / Il dono della quiete _ di ...
30/01/2024

Qui il sommario di ARK 48 / QUIETE:

۰ Ai lettori / Quiete _ di Davide Pagliarini
۰ Editoriale / Il dono della quiete _ di Riccardo Fanciullacci
۰ Crossing / Tranquillidad nell’isola dei vulcani _ incontro con Pilar del Río e Silvia Anfilocchi _ a cura di Maria Claudia Peretti
۰ 900 lombardo / Una biblioteca per nulla monumentale. Arrigo Arrighetti, Biblioteca Civica a Palazzo Sormani, Milano, 1947 – 1956 _ di Francesca Zanotto
۰ Enciclopedia del saper fare / Silenzi eloquenti alle falde della Presolana, Alberto Salvati, Ambrogio Tresoldi, residenza unifamiliare, Bratto della Presolana (Bergamo), 1965-67 _ di Viviana Saitto
۰ Contemporaneo lombardo / All’essenza delle cose. Exigua pars est vitae qua vivimus, Ortalli Verrier con Marco Ortalli, Guesthouse, Bellagio (Como), 2015 – 2018 _ di Marco Mazzola
۰ Officina / Senza rumore di fondo. In conversazione con Bonacina1889 e Studiocharlie _ di Valentina Merz e Lara Monacelli Bani
۰ Incontri ravvicinati / Plastica dell’ascolto. Francesco Ginoulhiac e Teresa Arslan, Casa Bruno Cantamessa, Endine Gaiano (Bergamo), 1968-70 _ di Giovanni Comoglio e Michela Facchinetti
۰ Land / L’architettura della terza natura. Aldo Andreani, Casino di caccia La Rocchetta, Bosisio Parini (Lecco), 1920-23 _ di Jacopo Leveratto, con fotografie di Valentina Marcarini
۰ Fotografia / Alla finestra. Looking trough. Le Corbusier windows, 2022-2018 _ di Elena Turetti, con fotografie di Takashi Homma
۰ La città rimossa / La nave inquieta. L’ex ospedale psichiatrico Paolo Pini, Milano _ di Francesca Gotti, con fotografie di Giovanni Emilio Galanello

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>> immagine di copertina: Aldo Andreani, "La Rocchetta", Bosisio Parini, 1920-23. Fotografia di Valentina Marcarini, 2023.

Ecco il sommario di ARK 46 / Sublime:Ai lettori / SublimeTesto di Davide PagliariniEditoriale / Sul sublime, o sull’ardu...
10/07/2023

Ecco il sommario di ARK 46 / Sublime:

Ai lettori / Sublime
Testo di Davide Pagliarini

Editoriale / Sul sublime, o sull’arduo compito di salvare la bellezza
Testo di João Pauperio e Maria Rebelo

Crossing / Divine sproporzioni
Incontro con Giuliano Zanchi e Giovanna Brambilla
A cura di Maria Claudia Peretti

900 lombardo / Tecnologico sublime
Alberto Rosselli, Edificio delle rotative del Corriere della Sera, Milano, 1960-1964
Testo di Jacopo Leveratto, Politecnico di Milano

Enciclopedia del saper fare / Innesti, agganci e superfetazioni
Andrea Milesi, Recupero della stazione ferroviaria di San Pellegrino (Bergamo), 2019-2022
Testo di Michela Bassanelli

Contemporaneo lombardo / Sublime matematico
Enrico Molteni, magazzino automatizzato sulla SS36, Verano Brianza, 2021
Testo di Marco Mazzola

Officina / È bello qui, vero?
Il vetro e il sublime
Testo di Valentina Merz e Lara Monacelli Bani

Incontri ravvicinati / La via italiana al sublime
Carlo De Carli, Chiesa di Sant’Ildefonso, Milano, 1954-56
Testo di Davide Pagliarini e Gianni Ottolini
Fotografie di Davide Pagliarini

Land / La rabbia giovane
Vittoriano Viganò, Istituto Marchiondi Spagliardi, Milano, 1953-57
Testo e fotografie di Davide Pagliarini

Fotografia / Fermi sulla soglia a guardare
Molti fuochi ardono sotto il suolo, Galleria di Base del Brennero, 2019-2020
Fotografie di Andrea Botto
Testo di Elena Turetti

La città rimossa / Venerare gli Infiniti
La Miniera dell’Alpetto, Cesana Brianza (Lecco)
Testo di Francesca Gotti
Fotografie di Giovanni Emilio Galanello

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08/07/2023

ARK 46 / Sublime è in edicola!

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ARK 45 / Cura è in edicola!Trovate ARK in edicola o in abbonamento (annuale cartaceo o singolo numero on-line) tramite q...
13/04/2023

ARK 45 / Cura è in edicola!

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>> immagine di copertina: Vito Sonzogni, Edifici per la Cooperativa Edilnova, 1956-62, Bergamo. Fotografia di Luca Bosco, 2023.

"Nella società della tecnica, la relazione tra Eros e mercato, tra eros e potere dischiude lo sguardo sullo sconfinato t...
31/01/2023

"Nella società della tecnica, la relazione tra Eros e mercato, tra eros e potere dischiude lo sguardo sullo sconfinato territorio dell’Edonismo (Ark 44) e dei suoi derivati: i simboli e i loro contraltari artificiosi rappresentati dai simulacri, i feticci, gli oggetti rituali. Oltre la dimora e la sua intimità, nello spazio comune di una “non più città”, vigono nuove e più sottili proibizioni, censure, negazioni della libertà creatrice, ridestando continuamente l’Eros, spostandone tuttavia il traguardo verso azioni e realtà surrogate."
dalla rubrica AI LETTORI in ARK 44 / EDONISMO, a cura di Davide Pagliarini

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>> dettaglio immagine: Cinema Astra, Como. Fotografia di Giovanni Emilio Galanello, 2022.

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30/01/2023

ARK 44 / Edonismo è in edicola!

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>> immagine di copertina: Cinema Astra, Como. Fotografia di Giovanni Emilio Galanello, 2022.

"Il numero 43 della rivista di architettura e paesaggio ARK esplora un tema tra i più indefinibili e delicati di cui una...
19/10/2022

"Il numero 43 della rivista di architettura e paesaggio ARK esplora un tema tra i più indefinibili e delicati di cui una rivista dedicata alla cultura del progetto si possa occupare: l’attesa. Che si associ a una inerzia forzata o agisca come uno stimolo ad interrogare desideri latenti, l’attesa è un tempo fisico e una condizione psicologica che si pone su un confine tra inattività e volontà di agire. [...] In Ark si riporterà l’attesa alla propria natura, quella di un tempo vigile, in cui riflettere su ciò che è stato costruito, abbandonato ad un oblio dissennatamente precoce o, nei casi migliori, riconsegnato alla poesia quando questa è stata offesa. Senza attesa l’architettura non può avere luogo. L’architettura non appartiene alla dimensione dell’istante né a quella dell’immagine. I progetti pubblicati in Ark 43 ci invitano a riflettere sulle qualità che lo spazio progettato può offrire al fine di considerare ogni attesa una possibilità di ricerca e di sviluppo, individuale e collettivo."
Dalla rubrica AI LETTORI di Davide Pagliarini in ARK 43 / ATTESA.

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"Guardando le immagini che Mario Cresci ha prodotto nel corso di vent’anni di lavoro pare di assistere ad una sorta di i...
05/08/2022

"Guardando le immagini che Mario Cresci ha prodotto nel corso di vent’anni di lavoro pare di assistere ad una sorta di inseguimento, peraltro del tutto inoffensivo, per trovarsi dentro le cose che succedono. Pedina, segue, insegue, entra nella dimensione privata e sociale degli abitanti di questa terra e ogni volta rimette in discussione i suoi strumenti di conoscenza e di racconto; fotografia, grafica, disegno si mescolano, inseguono l’oggetto/soggetto d’indagine e si trasformano in una prova reiterata."

> dalla rubrica Fotografia: La lingua rituale dei contadini. La festa della Madonna della Bruna a Matera.
Testo di Elena Turetti, fotografie di Mario Cresci

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"È nondimeno significativo che in Valle Camonica un industriale decida di dare alla luce una personale narrazione, origi...
04/08/2022

"È nondimeno significativo che in Valle Camonica un industriale decida di dare alla luce una personale narrazione, originale se non irripetibile. Alla serialità delle produzioni che fuoriuscivano dagli stampi e dalle presse di allora, Gheza contrappone l’unicità del manufatto artigianale dove tutto, in ciascuno dei quattro piani di cui la villa si compone, è disegnato. [...] L’atmosfera di festa che pervade Villa Gheza si colloca esattamente qui: è una ossessionata declamazione di un saper fare il cui esito fiabesco è il prodotto di lunghi preparativi."

> dalla rubrica Incontri ravvicinati / Una foresta di simboli. Maffeo Gheza con Eugenio Bertacchi, Villa Gheza, Breno (Brescia), 1929-1935
Testo di Davide Pagliarini

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"Terraforma rievoca lo spirito di quei primi ritrovi degli anni Settanta, calato come è nella stessa natura urbana della...
03/08/2022

"Terraforma rievoca lo spirito di quei primi ritrovi degli anni Settanta, calato come è nella stessa natura urbana della periferia milanese, raccogliendo le esperienze vissute in prima persona dai suoi fondatori altrove. [...] Terraforma è animato da una doppia natura, l’una fondata sul semplice desiderio collettivo di riunirsi, sotto un albero, per godere di buona musica, l’altra definita dalla relazione critica con la realtà che lo circonda - su un piano sociale, politico, ecologico."

> dalla rubrica La città rimossa: Il Giardino delle Delizie, o l’inferno musicale. Festival Terraforma , Villa Arconati, Bollate, 2014-
Testo di Francesca Gotti, fotografie di Giovanni Emilio Galanello

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"Settembre 1981. Gli abitanti e le case di Ulassai, piccolo borgo dell’entroterra sardo sovrastato da un teatro di rocce...
02/08/2022

"Settembre 1981. Gli abitanti e le case di Ulassai, piccolo borgo dell’entroterra sardo sovrastato da un teatro di rocce, divengono protagonisti di un’opera d’arte relazionale, la prima mai realizzata in Italia, idea dell’artista sarda Maria Lai. Dopo aver raccolto le testimonianze dei suoi concittadini ed aver messo in luce i rapporti che intercorrono tra di loro, l’artista decide di palesarli attraverso lo svolgersi di un nastro azzurro lungo circa 27 km che passerà di casa in casa, segnalando ogni volta i vincoli esistenti tra le diverse famiglie: laddove c’è un legame di parentela e di amore, si aggiungerà al nastro un tradizionale pane della festa; se invece sussistono legami di amicizia si farà un nodo; se ci sono dei rancori vi sarà solo il nastro, senza altri segni. Infine il nastro verrà legato alla montagna che domina il paese, così che l’intreccio sia simbolo di complicità tra gli abitanti, in relazione tra loro, la natura e l’arte. L’azione corale durò tre giorni e fece emergere amplificandoli i significati del vivere collettivo e dell’essere comunità."

> dalla rubrica Wunderkammer a cura di Michela Facchinetti: Maria Lai. Legarsi alla montagna (Elena Pontiggia, Piero Berengo Gardin, 5Continents, 2021).

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"L’allestimento del 1968, uno dei più giocosi che ricorda alcune scenografie dei programmi televisivi di intrattenimento...
01/08/2022

"L’allestimento del 1968, uno dei più giocosi che ricorda alcune scenografie dei programmi televisivi di intrattenimento. Immerso in uno spazio buio il visitatore dopo aver percorso due scale opposte si ritrova in un ambiente sopraelevato popolato da dischi rotanti vivacemente colorati, di diverse dimensioni e dotati di accompagnamento sonoro: “uno spettacolo e un moto senza fine, una fantastica festa meccanica (mutevole negli aspetti con il procedere del visitatore).”

> dalla rubrica Enciclopedia: Fantastiche feste meccaniche. Achille e Pier Giacomo Castiglioni, Padiglioni Rai, Fiera Campionaria, Milano (1955-1969)
Testo di Michela Bassanelli, Politecnico di Milano
Materiale iconografico Fondazione Achille Castiglioni

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"Il paesaggio dell’abitare secondo il Viganò degli anni del boom è un territorio aereo fatto di leggerezza, tensioni e f...
31/07/2022

"Il paesaggio dell’abitare secondo il Viganò degli anni del boom è un territorio aereo fatto di leggerezza, tensioni e fluttuazioni, più legate alle chiome degli alberi o ai vetri delle finestre, che non alla Terra, o ai pavimenti: nel Parco Sempione del 1954, le geodi nomadi di Fuller toccano la terra con la leggerezza del temporaneo e del mobile; la voliera di Viganò e Porcinai la terra invece la tocca a malapena, quasi non fosse necessario. È il Viganò “scultore”, ma di una scultura che ancora non è quella brutalista dei calcestruzzi plastici dell’Istituto Marchiondi: i materiali sono semplici e onesti, intimamente antiborghesi nonostante la loro destinazione maggioritaria, e tutte le forme conservano quella cifra di indefinito e di mistero, di ciò che sta sospeso e di momento in momento può cambiare posizione."

> dalla rubrica Land / Festa artificiale. Vittoriano Viganò (con Pietro Porcinai), Voliera per la X Triennale, Parco Sempione, Milano, 1954.
Testo di Giovanni Comoglio

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"Le eredità che i progettisti hanno raccolto durante le loro prime esperienze professionali al fianco di maestri come Al...
30/07/2022

"Le eredità che i progettisti hanno raccolto durante le loro prime esperienze professionali al fianco di maestri come Alvaro Siza e Umberto Riva si possono leggere non solo nel linguaggio architettonico adottato ma anche nella peculiare sensibilità con cui è interpretato il tema dell’abitare, inteso come una composizione di piccoli gesti che insieme possono risuonare in una vera e propria
poesia del quotidiano, densa di significato ancora oggi a qualche anno di distanza. [...] Il cortile, dilatazione di questo percorso e spazio collettivo per eccellenza, è il cuore conviviale della casa. È lì che da oltre vent’anni si svolge ogni anno una festa condominiale, un segnale positivo della vitalità di questa architettura che con la sua particolare attenzione dedicata a trovare un equilibrio tra gli spazi privati e quelli collettivi può contribuire a generare relazioni di buon vicinato."

> dalla rubrica: Contemporaneo lombardo / La festa dell’abitare. Variazioni sul tema. Studio Albori (Emanuele Almagioni, Giacomo Borella, Francesca Riva), Edificio residenziale plurifamiliare in Via Altaguardia, Milano, 1993-1999.
Testo di Marco Mazzola, fotografie di Gianni Berengo Gardin, Studio Albori, Studio Assemble Lausanne.

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"L’Acquario Civico di Milano rappresenta l’ultimo padiglione superstite di un allestimento gigantesco, quello dell’Espos...
29/07/2022

"L’Acquario Civico di Milano rappresenta l’ultimo padiglione superstite di un allestimento gigantesco, quello dell’Esposizione Internazionale del Sempione, che nel 1906 occupava il parco del Castello e l’antica piazza d’Armi. In occasione di un evento che, pur avendo avuto un ruolo essenziale, anche dal punto di vista urbanistico, nella promozione della città come polo espositivo non ha lasciato che
quest’unica traccia architettonica. [...] L'Acquario appare, ancora oggi, contemporaneamente come il terminale dei palazzi signorili del Foro Bonaparte e come uno dei capricci architettonici del Parco Sempione. Cristallizzato in una metamorfosi che, in qualche modo, si adatta senza scosse a entrambe le dimensioni per arricchirle, una con un innesto dell’altra."

> dalla rubrica 900 lombardo / Effimero permanente. Sebastiano Giuseppe Locati, Acquario Civico e Stazione Idrobiologica di Milano, Milano, 1906.
Testo di Jacopo Leveratto

>> nell'immagine: Dettaglio della fontana di ingresso, con le ceramiche Richard-Ginori e la scultura di Giovanni Chini (fotografia di Valentina Marcarini).

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"In questo numero di Ark dedicato alla festa Crossing si propone di indagare i legami possibili del collettivo festoso c...
28/07/2022

"In questo numero di Ark dedicato alla festa Crossing si propone di indagare i legami possibili del collettivo festoso con i luoghi contemporanei, le loro caratteristiche, la loro trasformazione continua.
Anche la parola ‘luogo’ evoca un intreccio molto forte di aspetti che si sostanziano reciprocamente, un genius che rende alcuni nodi del territorio geografico qualcosa di molto più denso e caldo del freddo glossario tecnico con cui li descriviamo da progettisti: un luogo, a differenza di un posto, o di una zona, o di un ambito urbanistico e normativo più o meno omogeneo. È capace di pulsare, di significare, di creare senso di appartenenza, emozioni, energie. Identità.
Sui temi della ‘festa’, del suoi possibili legami con i luoghi e con il loro rigenerarsi, Crossing interroga due architette accomunate dal fatto che persone, luoghi, trasformazione, sono i tre nodi fondamentali della loro progettualità, mirata a strategie concrete di rigenerazione di realtà locali che, entro il modello di sviluppo attuale, stanno attraversando una fase di crisi e di svuotamento, di shrinkage: perdita di popolazione, perdita di economia, degrado e impoverimento del patrimonio fisico.
Sono Paola Serrittu, sarda, cofondatrice di Landworks - associazione che sta attuando il progetto di rigenerazione del distretto minerario dell’Argentiera nel Nord della Sardegna - e Ilaria Mazzoleni, bergamasca che svolge la sua poliforme attività in una dimensione globale e che, tra i suoi vari progetti, con l’associazione NahR (Nature Art & Habitat Residency) sta rigenerando Sottochiesa, il piccolo paese montano in cui è nata nella Val Taleggio.
È festa la loro tenacia, l’energia e l’impegno con cui hanno deciso di giocarsi in prima
persona mettendo le loro competenze a disposizione di imprese difficili e per questo
appassionanti: è festa l’architettura che riacquista la consapevolezza di essere al servizio delle comunità e dei luoghi."
> dalla rubrica CROSSING a cura di Maria Claudia Peretti

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"In Ark 42 la festa torna ad invadere il fare quotidiano e il lavoro si trasforma nella preparazione di una festa, affat...
27/07/2022

"In Ark 42 la festa torna ad invadere il fare quotidiano e il lavoro si trasforma nella preparazione di una festa, affatto intesa come il ripetersi di un rituale consumistico, quanto come una forma di devozione, di reciproca appartenenza tra la terra e gli artefatti umani. Una quotidiana atmosfera di festa circonda le produzioni di ogni giorno, innanzandole oltre la loro funzione per consegnarle a un significato ulteriore: ecologico, spirituale, etico.
Può l’architettura tornare a informare la quotidianità portandovi un’atmosfera di assorta concentrazione, di festosa ritualità e di devozione? Può essere ancora capace di produrre un Altrove, di riabilitare una “primavera sacra” in dialettica antitesi rispetto all’uniformità delle scelte che facciamo?
La festa si fonda, ogni volta da capo, su una reinvenzione del quotidiano. Le forme contemporanee in cui essa ha luogo, quando mantengono vivo questo anelito rivoluzionario, testimoniano che un luogo di cambiamento è ancora praticabile."
dalla rubrica AI LETTORI di Davide Pagliarini, in ARK 42 / FESTA

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Sommario di ARK 42 / FESTA:Ai lettori / Festa, testo di Davide PagliariniEditoriale / Allestire la festa: un’epifania de...
26/07/2022

Sommario di ARK 42 / FESTA:

Ai lettori / Festa, testo di Davide Pagliarini

Editoriale / Allestire la festa: un’epifania dello spazio, testo di Francesco Lenzini

Crossing / Feste rigeneranti. Incontro con Ilaria Mazzoleni e Paola Serrittu / Landworks, a cura di Maria Claudia Peretti

900 lombardo / Effimero permanente. Sebastiano Giuseppe Locati, Acquario Civico e Stazione Idrobiologica di Milano, Milano, 1906, testo di Jacopo Leveratto, fotografie a colori di Valentina Marcarini

Enciclopedia del saper fare / Fantastiche feste meccaniche. I Padiglioni Rai di Achille e Pier Giacomo Castiglioni (1955-1969), testo di Michela Bassanelli

Contemporaneo lombardo / La festa dell’abitare. Variazioni sul tema. Studio Albori (Emanuele Almagioni, Giacomo Borella, Francesca Riva), Edificio residenziale plurifamiliare in Via Altaguardia, Milano, 1993-1999, testo di Marco Mazzola, fotografie di Gianni Berengo Gardin, Studio Albori, Studio Assemble Lausanne

Officina / Che si mescolino le carte. Il design e la carta, testo di Valentina Merz e Lara Monacelli Bani

Incontri ravvicinati / Una foresta di simboli. Maffeo Gheza con Eugenio Bertacchi, Villa Gheza, Breno (Brescia), 1929-1935, testo di Davide Pagliarini, incontro con i testimoni a cura di Michela Facchinetti

Land / Festa artificiale. Vittoriano Viganò (con Pietro Porcinai), Voliera per la X Triennale, Parco Sempione, Milano, 1954, testo di Giovanni Comoglio

Fotografia / La lingua rituale dei contadini, testo di Elena Turetti, fotografie di Mario Cresci

La città rimossa / Il Giardino delle Delizie, o l’inferno musicale. Festival Terraforma, Villa Arconati, Bollate, 2014 – , testo di Francesca Gotti, fotografie di Giovanni Emilio Galanello

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su 𝐼𝑡𝑎𝑙𝑖𝑎𝑛 𝐴𝑟𝑐ℎ𝑖𝑡𝑒𝑐𝑡𝑠, 𝑝𝑖𝑎𝑡𝑡𝑎𝑓𝑜𝑟𝑚𝑎 𝑖𝑡𝑎𝑙𝑖𝑎𝑛𝑎 𝑑𝑖 world architectssi parla di RadioArk, il nuovo   della rivista ARK.
29/04/2022

su 𝐼𝑡𝑎𝑙𝑖𝑎𝑛 𝐴𝑟𝑐ℎ𝑖𝑡𝑒𝑐𝑡𝑠, 𝑝𝑖𝑎𝑡𝑡𝑎𝑓𝑜𝑟𝑚𝑎 𝑖𝑡𝑎𝑙𝑖𝑎𝑛𝑎 𝑑𝑖 world architects
si parla di RadioArk, il nuovo della rivista ARK.

La rivista Ark da quest’anno ha deciso di allargare i suoi orizzonti e usare le voci di esperti per raccontare più storie e più riflessioni che vanno oltre...

"L’intimità è una condizione primaria dell’esistenza. La si abbandona per farvi continuamente ritorno. È nell’intimità c...
07/04/2022

"L’intimità è una condizione primaria dell’esistenza. La si abbandona per farvi continuamente ritorno. È nell’intimità che si custodiscono l’insieme di oggetti e simboli che definiscono l’identità. [...] Dove cercare un’intimità che possa ancora dirsi luogo di significati? Oltre che nel raffinato contegno di stanze domestiche, nei rifugi di senza fissa dimora, negli shelters di viaggiatori, per necessità o per scelta. In abitacoli e navicelle che per via delle loro dimensioni obbligano a prossimità assolute, a intimità radicali."
dall'Editoriale di ARK 41 / INTIMITA' a cura di Davide Pagliarini

>> nell'immagine: frame dal film 'Lisbon Story' di Wim Wenders, 1994

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Ecco il sommario di ARK 41 / INTIMITA':Ai lettori / Intimitàdi Davide PagliariniEditoriale / Lo spazio-tempo dell’intimi...
06/04/2022

Ecco il sommario di ARK 41 / INTIMITA':

Ai lettori / Intimità
di Davide Pagliarini

Editoriale / Lo spazio-tempo dell’intimità
di Marita Rampazi

Crossing / Frammenti di intimità
Incontro con Anna Barbara e Lara Sappa
A cura di Maria Claudia Peretti

900 lombardo / Paesaggi interni, angoli intimi e scorci visivi. Vico Magistretti, Casa Muggia, Barzana (Bergamo), 1972-73
di Michela Bassanelli

Enciclopedia del saper fare / Diritto alla leggerezza. Roberto Menghi, Guscio, 1967
Studio Nizzoli Sistemi, Caravan Laverda Serie Blu, 1972-74
di Davide Pagliarini e Giovanni Comoglio

Contemporaneo lombardo / La consistenza del vuoto. LAST – Stefano Larotonda con Andrea Tregnago, Underground patio, Rovagnate (Lecco), 2021
di Marco Mazzola, con fotografie di Marco Cappelletti

Officina / Di lignee radici erranti. Il legno e l’intimità
di Valentina Merz e Lara Monacelli Bani

Incontri ravvicinati / Abitare un cristallo. Giuseppe (Pino) Pizzigoni, Casa Nani, Sant’Alberto, Parre (Bergamo), 1963-65
di Davide Pagliarini, con fotografie di Gianluca Gelmini, incontro con i testimoni a cura di Michela Facchinetti

Land / Freud in montagna. Tra psicoanalisi, lettere e famiglia
di Francesca Acerboni e Federica Del Medico

Fotografia / L’eloquenza del fare. Tre architetture domestiche di Umberto Riva
di Elena Turetti, con fotografie di Alba Deangelis

La città rimossa / Il corpo come rifugio. Il sistema di accoglienza diffuso della Cooperativa K-Pax a Breno, Valle Camonica
di Francesca Gotti, con fotografie di Giovanni Emilio Galanello

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>>> in copertina: Casa Nani, Parre. Fotografia di Gianluca Gelmini, 2016.

Indirizzo

Bergamo
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