Dal talento incompreso di Andrea B. Mendel (amante delle arti visuali) e dal genio indiscusso di Marco R. (compositore) nascono negli anni numerose produzioni musicali oltre che videoclip in stile David Lynch, in bilico tra l'installazione ed il cinema sperimentale. Andrea e Marco utilizzano strumenti non convenzionali, anticipando di alcuni lustri le recenti correnti del glam pop britannico, per
avvalersi in seguito di supporti magnetici multitraccia e di sistemi di registrazione su base Mac. Tra gli strumenti impiegati agli esordi si segnalano percussioni "hand drum", elaboratori elettronici Commodore C 16 dotati della nuova CPU siglata MOS 7501 e sintetizzatori Casio Tone VL-1 utilizzati dagli O.M.D (Orchestral Manoeuvres in the Dark) per il backing track del singolo Enola Gay. Per alcuni anni, durante la stagione estiva, partecipano ad una rubrica trasmessa dall'emittente Radio Jesolo Club (www.storiaradiotv.it) udibile, all'epoca, sul canale FM 103.200 MHz. Successivamente un componente della Band prende posto su di un volo diretto ad Heathrow alla volta dell'Hummer Smith (http://www.eventimapollo.com/events/detail/romesh-ranganathan) nella speranza di partecipare al concerto di Chuck Berry direttamente dal backstage. L'aspettativa non viene disattesa: "Sweet Little Sixteen" a pochi metri dall'inventore della cosiddetta "Duck Walk" (https://www.youtube.com/watch?v=ZLV4NGpoy_E). Nella serata di un giorno d'aprile, con una Band rimaneggiata, prendono parte al torneo musicale "Club For You" sfidando, nelle battute finali uno dei gruppi rock trevigiano più conosciuti. Un giorno come un altro, nel centro storico lagunare, Misti e Denise Miller provenienti da una High School californiana si esibiscono in stile surf rock con due sole chitarre folk. E' una folgorazione: nasce una collaborazione musicale ibrida e personalissima. Mendel, nei mesi a seguire, produce due fonogrammi per le band "indie pop" francesi "Fragole Fatate" e "20 Pink Aliens" avvelendosi dell'etichetta, molto conosciuta nell'ambiente Jazz, Cat Sound Records (www.catsoundstudio.com)
Al compositore Marco R. si deve, invece, la preziosa intuizione di investire, sin dagli esordi, su produzioni cantautoriali dallo stile glam rock. Una scelta azzardata che porta, tuttavia, il geniale compositore a circondarsi di artisti brillanti e fuori dagli schemi ispirandosi in una certa misura al Rat Pack di Frank Sinatra (https://it.wikipedia.org/wiki/Rat_Pack). "Heartless" è il frutto di poco meno di due anni di lavoro, eppure è un disco che richiama un mood piacevole e che rivela qualche bella sorpresa. La traccia di apertura dell'album "change the world" promette male visto che apre con immagini stereotipate e vocali aperte. Ma il quartetto si riscatta con “Siamo una Band degli anni 90" che si rivela ben più particolare, con un cantato acido alla Francesco-C (https://www.youtube.com/watch?v=npCGrxw-Krs). Questa sensazione prosegue con “Facciamo l'ospedale” (di Marco R.), una canzone d’amore finito che ha più il sapore Punk che quello di una ballata di addio. Quando inizia "Oh My God" la differenza stilistica è notevole: accordi in deelay e cantato soft e fumoso, puntellato da effetti strumentali e doppie voci che danno subito un tocco di etereo al brano. Gli eventi cambiano repentinamente, ancora una volta, quando Andrea B. Mendel incrocia lo sguardo di Fabrizia Forti, una studentessa fuori sede iscritta alla facoltà di lingue Orientali (Giapponese) presso l'Università Ca' Foscari. Era la serata di un "giovedì grasso" a Venezia di un anno imprecisato. Fabrizia era nata il 19 luglio nella splendida e nobile città abruzzese di Giulianova (Teramo). In quella notte improbabile successe qualcosa di miracoloso. Perfetti l'uno per l'altra. Lei aveva "un non so che" nel contegno e nel modo di camminare. Era un raggio di luce, uno spiraglio di purezza e candida semplicità. Lui aveva tanti entusiasmi fanciulleschi non ancora sopiti. Fabrizia con la sua innata dolcezza placava le inquietudini che scuotevano di tanto in tanto il carattere di Andrea. Trascorrevano i pomeriggi perdendosi, volutamente, per il dedalo di calli e rive che compongono la città di Venezia. Spesso si recavano al Museo di Storia Naturale per ammirare l'incredibile reperto del Dinosauro scoperto dal paleontologo Giancarlo Ligabue ( https://archeologiavocidalpassato.com/2019/11/05/venezia-intitola-il-museo-di-storia-naturale-a-giancarlo-ligabue-limprenditore-paleontologo-che-proprio-a-quel-museo-ha-dato-in-dono-o-in-deposito-permanente-oltre-duemila-reperti-frutto-d/ ). C'era un piccolo divano di velluto rosso nelle vicinanze del gigantesco dinosauro. Lì - Andrea e Fabrizia - si accomodavano per osservare i turisti provenienti da ogni parte del mondo: Stati Uniti, Australia, Giappone, Francia, Spagna, Sud America e Regno Unito. Era qualcosa di catartico. Sembrava che il mondo andasse a trovarli e non viceversa. Fu un periodo magico e prolifico. Fabrizia, in quei pomeriggi di metà primavera, confidava ad Andrea i sogni delle notti precedenti, le insicurezze che crescevano in prossimità degli esami universitari, le ingenuità adolescenziali e molti altri aneddotti, riflessioni e tensioni spirituali. Era la creatura più straordinaria del mondo, diversa da tutte le altre persone. Da quel fatale incontro nacquero le canzoni, gli slanci creativi e le innumerevoli idee partorite nel corso degli anni. In seguito le cose andarono in un modo che nessuno si sarebbe atteso, ma la realtà - si sa - riesce sempre a sorprenderci! Si dice che, negli anni a ve**re, siano stati visti nei luoghi epici del Mar Egeo, in Kenia o in qualche magica isola dell'Indonesia. Si parla ancora di quello che è accaduto. L'argomento torna fuori di tanto in tanto, ma dopo quello che è successo non puoi più tornare indietro. Nessuno può prepararti all'amore, ma nemmeno alla paura delle cose che verranno. Ciò che noi conosciamo di noi stessi non è che una parte, forse piccolissima parte, di quello che noi siamo. A volte il passato ci tira in una direzione e il futuro verso qualcosa di nuovo. Ma come si fa a scegliere? Si segue il cuore...
E' un atto di fede: è così che funziona.
- Post scriptum -
Due anime sanno incontrarsi e riconoscersi anche al buio. L'avevo sempre pensato, ma non ci avevo mai dato peso. Forse eravamo veramente fatti della stessa pasta. A lei piaceva tutto e poteva fare a meno di tutto. E' per questo che la sentivo affine, sin dal primo sguardo. Non abbiamo mai litigato: non ci riuscivo. Mi guardava sempre con gentilezza qualunque cosa succedesse. Lì per lì, non avevo capito l'importanza di questo suo atteggiamento. Se n'è andata una mattina di primavera: aveva quasi trent'anni o poco più. E' andata altrove, ma mi piace pensare di poterla trovare ovunque. La chiave di una persona è in quello che crede, ma soprattutto in quello che vuole credere. Spero di non diventare, con il tempo, uno che vede solo quello che si vede.