23/10/2021
Il murale di Vincent Schiavelli a Polizzi Generosa, nel post del sindaco della città.
Abbiamo raccontato la storia di Vincent con un documentario, del bravissimo Aurelio Gambadoro, disponibile in Italia su OpenDDB (https://www.openddb.it/film/tanti-beddi-cosi/) ad offerta libera e in vendita su Amazon Prime Video USA e UK (https://www.amazon.co.uk/Amazon-Video/b?ie=UTF8&node=3010085031)
Buona visione!
"Tanti beddi cosi"
Il suo sorriso contagioso, dominante ed espansivo del suo grande cuore, era il tratto distintivo della sua personalità e giustamente è il punto focale di quest’altro murales. Solo non si ode la sua fragorosa e irrefrenabile risata, gaudente e coinvolgente, che trascinava tutti con il suo modo d’essere (osservando però questa sua effige, è come se la si sentisse risuonare ancora).
Su Vincent si potrebbero dire un’infinità di cose, proprio a partire da questo suo sorriso che giustamente l’autore (lo stesso di Borgese, Riccardo Buonafede), ha messo al centro, quale tratto saliente, della sua interpretazione artistica.
Vincent Schiavelli e Polizzi…
Chi, dei tanti polizzani di tutte le età che l’hanno conosciuto, non è in grado di raccontare aneddoti, episodi, fatti e gesta vissuti con lui?
Chi può dire che Vincent non sia stato così ‘paisanu’ con tutti, umile e diretto nel relazionarsi a prescindere da status e ruolo?
Quanti potrebbero dire benissimo di aver trovato in Vincent un amico, speciale e straordinario, in grado di farti ridere anche quando si discuteva di argomenti seri, ma di quel riso espressivo di una certa ironia socratica, quell’ironia cioè come chiave di lettura della vita per saperne cogliere l’essenziale e l’invisibile?
Qui lo spazio di un post sarebbe troppo breve e improprio per raccontare tutto. Lo spazio del murales con il suo sorriso no, perché questo suo espressivo sorriso, di Vincent, contiene tutto.
Una circostanza, però, vale la pena ricordare. In una intervista a «Panorama» disse: “Quando lasciamo la vita terrena, agli altri rimane il ricordo del tuo rapporto con il prossimo. La celebrità, la ricchezza, la conoscenza conquistate in vita, svaniscono con essa. In eredità rimane soltanto il modo in cui abbiamo toccato i nostri simili”. Quanto è vero!
E tu caro Vicianzu, tu, eccome hai toccato questo tuo prossimo polizzano! Ogni pietra, ogni angolo di questo borgo; la stessa nebbia, l’acqua e l’aria che tu hai tanto vagheggiati fino a farti arrivare qui, qui sono stati toccati dal tuo passaggio, leggero e profondo.
Ed ora questo tuo sorriso impossibile da non vedere per chi transita, ti riporta in qualche modo a continuare a far sentire la tua presenza come tutt’una con questo tuo paese che tu ritenevi e consideravi fiabesco e per questo hai rincorso per tutta la tua vita fino a rimanerci per sempre.
In realtà, nel murales manca solo una cosa (ma l’autore non poteva saperlo): la tua parola conclusiva di ogni discorso, delle tue dediche: “Tanti beddi cosi” (che però questo sorriso contiene in sé).
Per questa volta però, caro Vincenzo, siamo noi a rivolgerlo a te: “Tanti beddi cosi!”.