15/08/2024
Dall'ultimo numero de La Città Pordenone
GYMNASIUM PORDENONE, SPORT, FORMAZIONE E SALUTE IN ACQUA
Come una Venezia di terraferma, anche Pordenone è stata costruita sull’acqua.
Di acqua è irrorato tutto il suo territorio, che è un teorema di risorgive, di polle, di rivoli e di rogge, sebbene ormai quasi tutte interrate o intubate, almeno nel centro storico. E poi c'è il Noncello, il fiume eponimo, che ha dato il nome alla città stessa, la quale, come sappiamo, celebra l’acqua anche nel suo gonfalone, dove è raffigurata una porta aperta sui flutti del mare.
Ma Pordenone non è in terraferma? Sì, ma strettamente collegata con il mare Adriatico e quindi con il mondo attraverso una rete viaria fluviale, usata già dagli antichi romani, che visse gli anni di maggior splendore durante il dominio della Repubblica di Venezia, un’idrovia frequentatissima da chiatte e burci di passeggeri e merci, che si snodava lungo il già citato Noncello, la Meduna e la Livenza.
Ma non divaghiamo…
La cosa strana è che in questa città d’acqua non si è nuotato fino al 1976, almeno non a livello agonistico. E in realtà ben pochi sapevano nuotare come si deve. In estate giovani e meno giovani andavano al lago della Burida, uno specchio d’acqua creato artificialmente per scopi industriali sul finire dell’Ottocento, oppure sul Meduna o sullo stesso Noncello per cercare refrigerio e fare quattro bracciate. E le cronache locali, purtroppo, davano spesso notizia di episodi di annegamento o di salvataggi in extremis di qualche incauto che finiva nei gorghi o trascinato dalle correnti.
Negli anni Settanta Pordenone aveva più che raddoppiato i suoi abitanti rispetto a venti anni prima e, sulla spinta delle sue industrie metalmeccaniche, Zanussi e Savio su tutte, da paesone era diventata città. E anche una città moderna, ben fornita di infrastrutture, servizi e perfino di impianti per fare sport.
Mancava ancora, però, una piscina…
“Mario, ti ricordi di me?”
Guido Deiuri, classe 1938, era un professore di ginnastica. Era nato a Rovigno.
Dopo la guerra, la sua famiglia, assieme agli altri 200.000 dell’es**o istriano-dalmata, aveva dovuto ripartire da zero in Italia, prima a Grado e quindi a Pordenone, dove Guido aveva trascorso gli anni dell’adolescenza. Lui e Mario Sandrin, classe 1937, che di mestiere faceva il ragioniere commercialista nello studio di famiglia, si erano conosciuti da ragazzini sui campetti sportivi dell’Oratorio Don Bosco. Poi si erano persi di vista.
A 20 anni Deiuri era andato a Roma per frequentare l’Isef e qui aveva conosciuto la futura moglie, Fausta Galluzzi, una ragazza ligure, che era stata nazionale giovanile di atletica leggera. I due, una volta sposati, avevano messo su famiglia a Genova, iniziando a lavorare entrambi come professori di ginnastica nelle scuole. Il chiodo fisso di Guido era però fare qualcosa con l’acqua, magari aprire e gestire una piscina, insegnare a nuotare ai ragazzini, ma a Genova, benché cittá di mare, mancavano gli spazi e le opportunità.
Ad un certo punto con la moglie e i tre figli piccoli, Silvia, Andrea e Claudio, decide di ritornare a Pordenone, dove ancora abitano i genitori e la sorella. E qui va a cercare il vecchio amico delle partitelle a pallacanestro all’oratorio, Mario Sandrin, che, ormai avviato nella professione, porta avanti lo studio ereditato dal padre Alberto.
Per una sorta di congiunzione astrale, anche Sandrin in quei mesi, assieme ad un gruppo di imprenditori lungimiranti quanto lui, sta pensando di realizzare una piscina, ma il progetto va a rilento per i proverbiali ritardi della politica e della burocrazia e soprattutto perché, dopo averla costruita, la piscina, bisogna anche trovare qualcuno che sappia gestirla.
L’arrivo di Deiuri, quindi, sembra quasi dettato dalla Provvidenza. “Mario, ti ricordi di me?”, esordisce il “Prof” , quando va a trovare il ragioniere in studio. “Certo che mi ricordo!”, risponde Sandrin e, dopo qualche minuto di convenevoli e di anedottica, si arriva al s**o. Deiuri espone la sua idea, Sandrin strabuzza gli occhi, sorride e dice: “Ma chi te gá mandá? Nostro Signor in persona?”. E apre sul tavolo la planimetria di una piscina.
Via Turati
La piscina di Sandrin e Deiuri, il primo impianto coperto dedicato al nuoto in provincia di Pordenone, apre i battenti nel gennaio del 1976, in via Turati, periferia Nord della cittá, in un francobollo di terra tra case e orti.
L’inaugurazione ufficiale avviene però solo il 13 giugno, subito dopo il terremoto che ha squassato il Friuli, in una città che accoglie le tendopoli dei tanti profughi provenienti dai paesi sinistrati della Carnia. Quasi un segnale di ripresa e di speranza, dopo la grande paura.
Sandrin si occupa fin da subito della parte amministrativa assumendo anche la presidenza della neonata società sportiva, la Gymnasium Pordenone; Deiuri si dedica alla programmazione sportiva.
“Fummo promotori di un’iniziativa assolutamente innovativa – raccontava lo stesso Giudo Deiuri, mancato nel 2010 – in una città dove il nuoto non era affatto conosciuto, se si eccettuano i bagni al fiume. Nel resto della regione gli unici centri dotati di una piscina erano Codroipo, Udine e Trieste”.
“La nostra fu una vera e propria azione pionieristica perché all’epoca il novanta per cento degli iscritti non sapeva nuotare; c’era però molta curiosità ed entusiasmo e partimmo subito con tantissime adesioni”.
Negli anni poi si è consolidata una scuola nuoto dalla quale sono scaturiti importanti risultati agonistici ed una squadra di atleti che dal 1982 riesce sistematicamente a essere protagonista dei vari campionati italiani, Assoluti o di categoria.
Il nuoto libero, la scuola nuoto e il nuoto agonistico sono stati solo l’inizio. Negli anni la proposta Gymnasium si è allargata ad una miriade di altre attività motorie in acqua. Non solo quindi il nuoto orizzontale, ma anche quello verticale, ossia tutte quelle attività che vanno dal nuoto in gravidanza e post partum all’acqua gym e alla vasta gamma di attività rientranti in un concetto ampio di benessere psicofisico. Anche qui la Gymnasium è sempre stata all’avanguardia in provincia ma anche in regione.
La missione della società si può sintetizzare da una parte nella continua ricerca e sviluppo di nuove forme di attività motorie sia in acqua che a secco, dall’altra nel mantenimento dei più alti standard di qualità degli ambienti all’interno dei quali queste attività vengono svolte.
I risultati di questa attenzione si riscontrano sin dai primi anni. Il movimento sportivo cresce rapidamente sia in termini numerici che di risultati (a livello regionale il primato assoluto delle squadre triestine comincia ben presto a essere insidiato dalla Gymnasium); le discipline sportive acquatiche, oltre al nuoto, che si fanno spazio, sono il nuoto sincronizzato, il nuoto pinnato e
la pallanuoto; il Centro Studi e Formazione Gymnasium sviluppa attività oggi di grande attualità, ma allora assolutamente innovative quali il nuoto in gravidanza, i programmi di acquaticità per neonati, la ginnastica antalgica in acqua per anziani, il nuoto nelle scuole.
L’Era dell’Acqua
Nei primi anni Ottanta, mentre la squadra assoluta di nuoto comincia ad imporsi per la prima volta a livello regionale, la Gymnasium inizia a proporsi come organizzazione in grado di gestire impianti pubblici. Parte con la gestione dello Stadio del Nuoto di Spilimbergo per poi passare a quella della piscina Comunale di Aviano, al Palazzetto dello Sport di Sacile ed alla palestra Comunale di San Quirino.
Oggi la società gestisce gli impianti pubblici di Aviano e Motta di Livenza.
Un passaggio fondamentale della storia di questa società, 25 anni dopo la sua fondazione, rimane l’inaugurazione del moderno impianto Gymnasium Water Age di Cordenons avvenuta nel giugno del 1999. Oltre alle attività ricreative estive, in questa sede trovano loro naturale sviluppo una serie di attività di grande valenza tecnica ed impatto sociale quali la riabilitazione in acqua (idrokinesiterapia), l’idro-antalgica, i programmi di acquaticità neonatale insieme ad attività legate al benessere generale quali l’acquafitness e la ginnastica in acqua per le donne in gravidanza. Oggi, a trent’anni di distanza dalla sua nascita, Gymnasium mantiene fede alla missione indicata dai suoi fondatori e continua nello studio e lo sviluppo di nuove forme di utilizzo dell’acqua quale ambiente-strumento per il raggiungimento di un miglior equilibrio psico-fisico della persona.
Il nuoto libero, la scuola nuoto e il nuoto agonistico furono, quindi, solo l’inizio. Negli anni la proposta Gymnasium é diventata un ventaglio di attività motorie in acqua, che continua ad allargarsi, mentre la societá viaggia verso il traguardo volante dei 50 anni.
Agonismo, salute e formazione
L’agonismo è importante perché educa all’impegno, alla dedizione, alla serietà, alla puntualità, al lavoro. Negli anni la squadra degli agonisti Fin della Gymnasium ha conquistato una qualificazione olimpica a Barcellona ‘92 con Francesca Salvalajo, protagonista all’inizio della medesima decade anche di Europei e Mondiali, due titoli italiani assoluti con la stessa Salvalajo e Cesare Sciocchetti e una sfilza lunghissima di titoli e podi nei vari Italiani di categoria e Master.
L’agonismo conquista i titoli dei giornali, ma non è tutto. La Gymnasium oggi fa nuotare e gareggiare oltre 400 ragazzi: oltre gli agonisti Fin, ci sono atleti che hanno scelto un percorso sportivo meno impegnativo e partecipano alle competizioni dell’ente di promozione sportiva Aics, assieme allo Special Team, composto da ragazzi con disabilità intellettivo-relazionali.
Sul versante della salute la società ha aperto ora anche la Gymnasium Medical Care, un complesso che ospita ambulatori medico – fisioterapici e spazi per la ginnastica riabilitativa all’interno dell’immobile del Body Center di via Nogaredo 78 a Cordenons.
Il già citato Centro Studi e Formazione organizza corsi di sicurezza in acqua, percorsi di prevenzione dall’annegamento ed è uno dei centri accreditati dall’Irc (Italian Resuscitation Council Comunità) dove si tengono corsi per la rianimazione polmonare e l’uso del defibrillatore, rivolti alle scuole, alle aziende, alle società sportive e alla popolazione in generale.
Torniamo all’agonismo: agli ultimi campionati italiani di categoria, tenutisi a Riccione ad aprile, la Gymnasium Pordenone ha portato 12 atleti, tutti giovanissimi, vincendo 2 ori, un argento e 2 bronzi.
La quindicenne Elena Savian ha appena partecipato con la nazionale italiana Juniores ai Giochi del Mediterraneo. Elena Savian è figlia di Luca e di Francesca Salvalajo.
Insomma, il futuro è già in vasca.
Lo spirito e la filosofia di Guido Deiuri sono ancora presenti e vengono perpetuati, oltre che dai figli, Claudio e Andrea, che hanno preso in mano la direzione tecnica del sodalizio, anche da tutti i maestri e gli ex atleti del “Prof”. Mario Sandrin è ancora al suo posto come presidente del club, supportato dalla sua famiglia. L’attenzione verso i rapporti umani, l’interesse verso le innovazioni, la cura dell’agonismo ma anche degli aspetti formativi, sociali e solidaristici dello sport restano dei dogmi in casa Gymnasium.
Un ringraziamento speciale a:
Gymnasium Pordenone
Gymnasium Water Age
Gymnasium Motta
Gymnasium Aviano
Naonis Gym
Piancavallo Magazine
pordenonelegge.it
Pordenone with Love
Canton Colori
Atap Pordenone
Ingrosso Carta e Cancelleria Tarantola srl
Hotel Santin
Pasha Group
Confartigianato Imprese Pordenone
BCC Credito Cooperativo
Autoricambi Pordenonese