Libreria Quodlibet

Libreria Quodlibet La libreria Quodlibet è il punto vendita diretto dell'omonima casa editrice, che saltuariamente ospita anche presentazioni e mostre prodotte da altri.
(2)

06/09/2024
06/09/2024

Vi aspettiamo sabato 7 settembre al Teatro Comunale di Treia alle 21.15

Udite! uditeee! Nuovo orario natalizio di apertura della Libreria Quodlibet : Venerdì 15/12 fino alle 20.00, Sabato  16/...
15/12/2023

Udite! uditeee! Nuovo orario natalizio di apertura della Libreria Quodlibet : Venerdì 15/12 fino alle 20.00, Sabato 16/12 dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 16.00 alle 18.00, poi si ricomincia dal Lunedì al Venerdì dalle 09.00 alle 20.00! 🎁🎉

MitoNuova edizione arricchita dall’inedito La nascita dello spazio-tempo       Scritto di getto in poche settimane nell’...
30/06/2023

Mito

Nuova edizione arricchita dall’inedito La nascita dello spazio-tempo





Scritto di getto in poche settimane nell’estate del 1973, quando Jesi aveva appena ideato il suo più noto modello conoscitivo, la «macchina mitologica», Mito è la sintesi della sua ricerca e della sua altrettanto originale formazione. Dalla sopravvivenza delle antiche mitologie nell’umanesimo all’allegoresi di Vico, dal volto duplice e «oscuro» dell’illuminismo a Creuzer e Bachofen, da Wilamowitz fino a Cassirer, Kerényi e Jung, da Malinowski ed Eliade a Dumézil e Lévi-Strauss, passando per Benjamin, la scienza mitologica è colta nella sua rischiosa propensione a farsi «scienza di ciò che non c’è». Ogni mitologia rimanda infatti a un’origine remota, narra di un precedente per definizione inverificabile e proprio per questo dotato di una forza ipnotica che, alimento di tutte le tecnicizzazioni politiche, sarà impiegata nel modo più eclatante dagli apparati totalitari. All’inganno e al fascino delle manipolazioni Jesi non oppone tuttavia una ripulsa umanistica nei confronti dell’ideologia, attitudine che fu propria del suo maestro Kerényi e che «può anche tradursi nell’ovvio sostegno di una respublica humanistarum, cuore puro della società borghese». Egli sposta piuttosto lo sguardo dalla «sostanza-mito» al meccanismo che produce concretamente le mitologie, per coglierne il funzionamento «in flagranti»: ci invita cioè a «indagare innanzitutto come la macchina mitologica funziona, e non l’esistenza o la non esistenza del suo presunto contenuto enigmatico».

Tanti auguri a Giacomo Leopardi225° anniversario
29/06/2023

Tanti auguri a Giacomo Leopardi

225° anniversario

Da oggi in libreria Dizionario Lucio FontanaComposto da più di trecento voci redatte da oltre sessanta studiosi di diver...
28/06/2023

Da oggi in libreria

Dizionario Lucio Fontana

Composto da più di trecento voci redatte da oltre sessanta studiosi di diverse generazioni, questo dizionario consente di esplorare, a partire da molteplici punti di osservazione, l’opera di Lucio Fontana.

«Mio nonno aveva la passione delle carte, mio padre dei cavalli, io modestamente tutt’e due»            Dal 1977 al 1982...
07/06/2023

«Mio nonno aveva la passione delle carte, mio padre dei cavalli, io modestamente tutt’e due»  



Dal 1977 al 1982 Beppe Viola collabora con «Linus», la leggendaria rivista di fumetti, ma anche di cultura, satira e arte varia. In una rubrica che si intitola «Vite vere» gioca da battitore libero attingendo alla sua vena lunatica di umorista e di scandagliatore di vite, compresa la sua. Sì, perché ai pezzi di colore sull’attualità di quello scorcio di anni tutt’altro che colorato, anzi assai plumbeo, Viola alterna irresistibili sketch tratti dalla sua professione di giornalista sportivo fuori dal coro e da quel mondo favoloso e stravagante di una Milano «che non è mai tardi». Le Vite vere qui raccolte, oltre che la sua, sono quelle di Oreste del Buono e dei colleghi di corso Sempione, di Gianni Rivera e di Renato Pozzetto, dell’avvocato Agnelli e di Marco Pannella, di scommettitori clandestini e di giocatori incontinenti, dell’Ernestino «sempre impiantato in Galleria Vittorio Emanuele col suo bravo seggiolino, la sua bella valigetta vetrinesca, il suo cravattificio open, tipo Wimbledon quando c’è la bella stagione», della Malpensa, una tipa che «balla senza appoggiare i piedi per terra, sembra che voli» o degli abituali frequentatori dei giardinetti di viale Argonne che, come sanno tutti a Milano, stanno lì per «tenere insieme la nebbia fino all’alba e anche più in là».

     Il tema della funzione, del destino e del «nome» del padre attraversa l’intero arco del pensiero occidentale, e da ...
24/05/2023





Il tema della funzione, del destino e del «nome» del padre attraversa l’intero arco del pensiero occidentale, e da sempre sollecita l’esercizio di saperi e discipline differenti, non ultime la psicoanalisi, l’antropologia e le altre scienze sociali. Nella sua ricerca appassionante e rigorosa, Yan Thomas sceglie di mantenersi nei confini della storia del diritto romano: la «morte del padre» che dà il titolo alla sua indagine non è in questo caso né una metafora né un’allegoria ma la nuda, cruda e letterale uccisione del padre, quella ingombrante figura che a Roma poneva in stato di soggezione politica, personale e patrimoniale ogni uomo che si trovasse nella condizione di figlio. Essere figli maschi di un genitore maschio ancora in vita implicava infatti l’integrale dipendenza dalla sua autorità, da quella patria potestas che comportava il diritto di vita e di morte; di qui la tentazione di ottenere l’indipendenza nella maniera più estrema e radicale.
Questo libro non è, in ogni caso, un catalogo di efferatezze, ma un’inchiesta storico-giuridica sulla sovrapposizione tra un rapporto di dominio stabilito giuridicamente e il legame biologico della filiazione. Ponendo al centro della ricerca le operazioni giuridiche, Yan Thomas propone un’archeologia delle tecniche costruite e prodotte dai giuristi per garantire la trasmissione dei patrimoni e la continuità delle generazioni.
Roma, nelle pagine di Yan Thomas, è una città dominata tanto dalla paura dei padri almeno quanto dalla violenza dei figli. Il parricidio è conseguentemente il crimine eminente del diritto romano: non un affare privato, relegato a un diritto penale «ordinario», ma il reato politico per eccellenza, un vero e proprio crimine di Stato. In esso e attraverso esso i domini, apparentemente separati, della famiglia e della politica si indeterminano, pubblico e privato si confessano indissolubilmente intrecciati.

     «Delle volte, quando uno ha finito i freni, in paradiso ci sono dei santi che si mettono loro a frenare al posto de...
19/05/2023





«Delle volte, quando uno ha finito i freni, in paradiso ci sono dei santi che si mettono loro a frenare al posto dei freni così non t’ammazzi. Quelli lì sono i santi frenatori.»

Ugo Cornia ha una delle parentele più ramificate e sparse che io conosca, fatta di parenti prossimi, come la fondamentale zia Bruna o la zia Fila, la zia Maria, il bisnonno Adolfo Ferrari, la cugina Mariolina, ma anche di lontani parenti e pseudo-parenti, coi relativi amici, vicini di casa, conoscenti e non conoscenti che però transitano nell’area famigliare, in un ventaglio largo e intricato. E su tutta questa gente, su ciascuno di loro circolano le storie che Ugo raccoglie, storie passate di bocca in bocca, ripetute e via via aggiustate, perfezionate, fino a diventare la sintesi di una persona, come se ciascuno fosse venuto al mondo per lasciare di sé quell’episodio, spesso buffo o sorprendente e memorabile, che però risulta il centro focale e caratteriale della sua vita. E le storie (in questa edizione ne sono state aggiunte di nuove) sono raccolte senza abbellirle o aggiungere compiacimenti letterari, nella loro meravigliosa semplicità e comicità; costituendo così una sorta di epica minima, o novellistica al suo primo albore.
Consiglio di leggersi il libro senza fretta, una o due storie per sera, e di rifletterci su. Perché il senso delle nostre umane vite è sempre un piccolo fatto minore, che ne resta l’emblema; il che è divertente e stringe il cuore, come questo libro.

      Arne Næss (1912-2009), filosofo, alpinista, fondatore del movimento della Deep Ecology, curioso esploratore del te...
18/05/2023




Arne Næss (1912-2009), filosofo, alpinista, fondatore del movimento della Deep Ecology, curioso esploratore del territorio e del pensiero, è una delle figure più influenti del nostro tempo, anche se in Italia la sua opera resta ancora poco nota. Dopo un periodo di formazione al circolo di Vienna e a Berkeley, a ventisette anni Næss diventa il primo professore di filosofia in Norvegia, all’università di Oslo. Una scelta delle sue pubblicazioni, raccolte in dieci corposi volumi in inglese pubblicati da Springer, testimonia il rigore delle sue ricerche, ma anche la varietà dei suoi interessi e la loro originalità. Altrettanto originale è stata la sua scelta di vita, divisa fra l’università, le imprese alpinistiche, l’attivismo ecologista e una sorta di eremitaggio nella sua Tvergastein, la baita spartana isolata dal mondo, a 1500 metri di altezza, alle pendici dell’Hallingskarvet, un monte brullo e sferzato dai venti del nord. A Tvergastein Næss studia Spinoza, Gandhi, il Buddismo, Heidegger, Whitehead, vive in modo alternativo e lontano dalle abitudini della società consumistica, ed elabora la sua personale “ecosofia”: una scomoda, rivoluzionaria e profonda nuova comprensione del rapporto fra l’essere umano e la natura. Una Deep ecology che si oppone, con la pacifica e solida determinazione gandhiana, ad un approccio antropocentrico che predica lo sfruttamento irresponsabile della natura. Un pensiero autenticamente ecologico quello di Næss, oggi imprescindibile.

       Le straordinarie e satiriche tavole disegnate di Novello, che hanno avuto a suo tempo enorme successo, sono ancor...
11/05/2023



Le straordinarie e satiriche tavole disegnate di Novello, che hanno avuto a suo tempo enorme successo, sono ancora fresche, acute e divertenti, perché toccano le abitudini, i difetti e le stupidaggini della vita pubblica e famigliare, che continua imperterrita ad esistere. Pubblicate a partire dal 1930 nella sezione umoristica della «Gazzetta del Popolo», erano state raccolte in libro col titolo Il signore di buona famiglia nel 1934, cui seguì nel 1937 Che cosa dirà la gente? Nel dopoguerra dal 1948 ha continuato a disegnare vignette per «La Stampa» di Torino, fino al 1965, dedicandosi poi principalmente alla pittura. Il giornalista e amico Paolo Monelli scrive giustamente che per Novello «i drammi della vita hanno tutti lo stesso peso, sia la mancata eredità o la negata gloria o il budino che non stava in piedi», la sua è «la poesia della bruttezza, della scalogna, dell’invecchiare, dell’aver pochi quattrini, delle gioie goffe, poesia di parenti poveri, di bimbi brutti, di zitelle rinsecchite [...] eppure queste miserie sono avvolte da un’ilarità che non è cinica, non è amara, non è ironica, è semplicemente ilarità, spontanea risata».

E. C.

Patrizio di Massimo. Antologia/ Anthology (2013-2023)Volume realizzato in occasione della mostra allestita nel centro st...
19/04/2023

Patrizio di Massimo. Antologia/ Anthology (2013-2023)

Volume realizzato in occasione della mostra allestita nel centro storico di Jesi, Musei Civici di Palazzo Pianetti e Fondazione Cassa di Risparmio



Ristampe e novità
14/04/2023

Ristampe e novità

Nuovamente disponibile
11/04/2023

Nuovamente disponibile

È tornato in libreria Francis Bacon. Logica della sensazione di Gilles Deleuze       «Come rendere visibili forze invisi...
06/04/2023

È tornato in libreria Francis Bacon. Logica della sensazione di Gilles Deleuze



«Come rendere visibili forze invisibili?» Le Figure di Bacon e tutte le Figure della storia della pittura possono essere interpretate come il tentativo di rispondere a questa domanda, indispensabile per collocare la pittura nel suo luogo proprio. Sono in gioco lo statuto di un’arte particolare, la sua separazione dalle altre arti, ma al tempo stesso la comunione delle arti, il loro problema comune: «Nell’arte, in pittura come in musica, non si tratta di riprodurre o di inventare delle forme, bensì di captare delle forze. È per questa ragione che nessuna arte è figurativa. La celebre formula di Klee “non rendere il visibile, ma rendere visibile” non significa nient’altro».
Ponendo al centro della sua indagine lo statuto sensibile del vedere, Deleuze elabora uno strumento capace di attraversare i molteplici aspetti dell’opera di Francis Bacon, per restituire una costellazione di temi e di prospettive che oltrepassa i risultati comunemente offerti dalla critica d’arte. Tutta l’arte – da quella dell’antico Egitto a quella bizantina, da Michelangelo a Velázquez, da Van Gogh a Cézanne, Klee, Kandinskij, Po***ck, Michaux – è così investita di una luce nuova, e l’estetica trova il suo più vero compimento in un’autentica «logica della sensazione».

Martedì 4 aprile al  alle 18.00 talk su Figure e temi nell'architettura italiana del Novecento di Giorgio Ciucci
03/04/2023

Martedì 4 aprile al alle 18.00 talk su Figure e temi nell'architettura italiana del Novecento di Giorgio Ciucci

     # saggi   Questo libro esplora il mutevole rapporto tra verità storica, finzione e menzogna attraverso una serie di...
30/03/2023

# saggi

Questo libro esplora il mutevole rapporto tra verità storica, finzione e menzogna attraverso una serie di casi. Contro la tendenza dello scetticismo postmoderno a sfumare il confine tra narrazioni di finzione e narrazioni storiche in nome dell’elemento costruttivo che le accomuna, il rapporto tra le une e le altre è qui visto come una contesa per la rappresentazione della realtà. Scavando dentro i testi, contro le intenzioni di chi li ha prodotti, si possono far emergere voci incontrollate: per esempio quelle delle donne e degli uomini che, nei processi di stregoneria, si sottraevano agli stereotipi suggeriti dai giudici. Nei romanzi medioevali si possono rintracciare testimonianze storiche involontarie su usi o costumi, isolando all’interno della finzione frammenti di verità: una scoperta che oggi ci sembra quasi banale, ma che aveva un suono paradossale quando a Parigi, verso la metà del Seicento, venne formulata per la prima volta esplicitamente. Realtà, immaginazione, falsificazione si contrappongono, s’intrecciano, si alimentano a vicenda. Gli storici, scriveva Aristotele, parlano di quello che è stato (del vero), i poeti di quello che avrebbe potuto essere (del possibile). Ma il vero è il punto d’arrivo, non un punto di partenza. Gli storici (e, in modo diverso, i poeti) fanno per mestiere qualcosa che è parte della vita di tutti: districare l’intreccio di vero, falso e finto che è la trama del nostro stare al mondo.

Mercoledì 22 marzo esce in libreria la nuova edizione riveduta e ampliata del Giardino in movimento di Gilles Clément   ...
09/03/2023

Mercoledì 22 marzo esce in libreria la nuova edizione riveduta e ampliata del Giardino in movimento di Gilles Clément

22/12/2022

Oggi aperti fino alle 20.00 per gli ultimi regali!

Siamo pronti!
21/12/2022

Siamo pronti!

Indirizzo

Via Giuseppe E Bartolomeo Mozzi 23
Macerata
62100

Orario di apertura

Lunedì 09:00 - 13:00
15:00 - 20:00
Martedì 09:00 - 13:00
15:00 - 20:00
Mercoledì 09:00 - 13:00
15:00 - 20:00
Giovedì 09:00 - 13:00
15:00 - 20:00
Venerdì 09:00 - 13:00
15:00 - 20:00
Sabato 11:00 - 13:00
16:00 - 20:00

Telefono

0733 264965

Notifiche

Lasciando la tua email puoi essere il primo a sapere quando Libreria Quodlibet pubblica notizie e promozioni. Il tuo indirizzo email non verrà utilizzato per nessun altro scopo e potrai annullare l'iscrizione in qualsiasi momento.

Video

Condividi

Digitare

Società Di Media nelle vicinanze


Altro Editori Macerata

Vedi Tutte