Quodlibet

Quodlibet La pagina della casa editrice Quodlibet di Macerata.

Sembra impossibile, ma è successo. Il libro più citato della storia della fotografia italiana, quello su cui più si è st...
05/01/2025

Sembra impossibile, ma è successo. Il libro più citato della storia della fotografia italiana, quello su cui più si è studiato, discusso, polemizzato ‐ fantasticato anche ‐ era fuori catalogo da decenni, e comunque da prima che si accendesse il dibattito attorno a esso. Chi l ́avesse voluto avere in mano per sfogliarlo avrebbe dovuto sborsare una somma a quattro cifre. Lo scorso anno, quarantesimo anniversario della pubblicazione, la casa d ́aste Finarte ne ha battute due copie: una è stata venduta ad aprile per 3.096 euro (stima di partenza 1.000‐1.500), l ́altra a dicembre per 1.806 euro (stima: 1.200‐1.800). Quasi nessuno tra coloro che l ́avevano studiato o discusso poteva permetterselo. Si intitola " Viaggio in Italia " ed è il catalogo dell ́omonima mostra collettiva che nel 1984 radunò alla Pinacoteca di Bari (l ́esposizione toccò poi Genova, Ancona, Roma, Napoli e Reggio Emilia) una ventina di fotografi, la metà dei quali oggi è considerata la generazione dei maestri del "nuovo paesaggio italiano" .
Luca Fiore sul Il Foglio

https://www.ilfoglio.it/cultura/2025/01/04/news/quel-mitico-viaggio-in-italia-la-ri-nascita-di-una-nuova-lingua-italiana-per-immagini-7288192/amp/

Recensione è quella cosa / che se stronchi su un giornale / lo scrittore la prende male / e offende il reconsor». La fo...
31/12/2024

Recensione è quella cosa / che se stronchi su un giornale / lo scrittore la prende male / e offende il reconsor». La forma di questa (mia) insulsa poesiola è quella delle cosiddette «ingarrichiane», il cui nome deriva dal suo inventore, tale Ferdinando Ingarrica (1787-?), giudice del regno borbonico alla Gran Corte criminale nel Palazzo di Giustizia di Salerno, autore di un Opuscolo che contiene la raccolta di cento anacreontiche su di talune scienze, belle arti, virtù, vizi, e diversi altri soggetti, composto per solo uso de’ giovanetti (Napoli 1834). Le anacreontiche di Ingarrica − brevi poesie in ottonari di quattro o otto versi, spesso con l’ultimo verso apocopato, che prendono il nome dal poeta greco Anacreonte (570 a.C. ca. 485 a.C. ca.), lo schema delle rime è ABBc – affrontano vari temi, «le cose più notabili», come la legge, le lingue, lo scrivere, la guerra, l’onore, il gioco, l’odio, la pace o lo scherzo.
L’Opuscolo dell’Ingarrica, soprannominato dai contemporanei poeta ciuccio (asino), si apre con questa poesia: «RELIGIONE Religione tu a noi insegni / Come adorasi il Gran Dio; / Ah potessi ognora io / Colla faccia in terra star! / Chi seconda i tuoi precetti / Rasserena mente e core, / Vive ben; né mai timore / Della Morte debbe aver». Forse la più citata delle anacreontiche è: «L’ASTRONOMIA Stronomia è scienza amena / Che l’uom porta a misurare / Stelle, Sol e ’l glob’ Lunare,/E a veder che vi è là su./Quivi giunto tu scandagli / Ben le Fiaccole del Mondo: / L’armonia di questo tondo / Riserbata a Dio sol’ è».
Paolo Albani recensisce «Poesia demenziale da Ferdinando Ingarrica a oggi» a cura di Stefano Tonietto sul Cultura - Il Sole 24 ORE

La perfezione si raggiunge solo a tratti e per brevissimo tempo. Se si vuole essere ricordati come esseri perfetti, la v...
30/12/2024

La perfezione si raggiunge solo a tratti e per brevissimo tempo. Se si vuole essere ricordati come esseri perfetti, la vita deve essere un transito rapido, e quella di Shelley, per come la descrive Trelawny, incarna la divina disumanità della giovinezza, fatta di una vitalità talmente prorompente da trasformarsi in disprezzo per la vita. La morte di Byron, di febbri reumatiche in uno squallido e malsano angolo di Grecia, per colpa di medici maldestri, è molto meno perfetta, ma suggella comunque un’altra forma di indifferenza alla vita, che ha la sua essenza, all’opposto di Shelley, proprio nell’ostinata volontà di non prendersi troppo sul serio. Byron non desidera la vita a tutti i costi: per una persona ben educata come lui, qualunque ostinazione a vivere sarebbe sconveniente e volgare. «Se non finirai impiccato o affogato prima dei quarant’anni, ti stupirai di tutte le idiozie che ti hanno spinto a dire e a fare, come accade a me ora».
Dino Baldi sul Cultura - Il Sole 24 ORE dalla prefazione a «Gli ultimi giorni di Byron e Shelley» di Edward John Trelawny

"Tra le medaglie coniate per la fondazione di San Pietro, una mostra su un lato il ritratto all’antica di Bramante, n**o...
26/12/2024

"Tra le medaglie coniate per la fondazione di San Pietro, una mostra su un lato il ritratto all’antica di Bramante, n**o, con la scritta «bramantes asdrvvaldinvs»... significa originario di Monte Asdrualdo, oggi Fermignano, nella valle del Metauro, in provincia di Pesaro-Urbino", Pier Paolo Tamburelli, "Tesi su Bramante", Bramante tra Umanesimo e Manierismo 1970

Scabia mise alla prova, da subito, il suo «teatro di avvenimenti» con La fabbrica illuminata, in cui collaborava insieme...
23/12/2024

Scabia mise alla prova, da subito, il suo «teatro di avvenimenti» con La fabbrica illuminata, in cui collaborava insieme a Luigi Nono (1964). La rivista dà largo spazio alle interviste e a una antologia della critica, riportando le voci di Roberto De Monticelli, Umberto Eco, Gianni Celati, per raccontare una figura che ha connotato la scena italiana con una propria irriducibile capacità di incantare persone molto diverse tra loro, ricorrendo a mezzi teatrali semplici, sui quali poggiare le sue complesse metafore.
Luca Scarlini recensisce «Riga» su Alias del il manifesto

Il carteggio tra Fortini e Sereni è solo una parte di ciò che questi due protagonisti del Novecento poetico italiano si ...
23/12/2024

Il carteggio tra Fortini e Sereni è solo una parte di ciò che questi due protagonisti del Novecento poetico italiano si sono scambiati e detti nella loro lunga amicizia-contesa. Non solo lettere, infatti, punteggiano il loro rapporto di amicizia e idiosincrasia, di stima e di prese di distanza: si pensi ai vari epigrammi che Fortini ha dedicato all'interlocutore. Di uno di essi Sereni dà la citazione all'interno di Un
posto di vacanza, poemetto riunito in Stella variabile, portando il confronto con questo suo alter ego esigente e puntiglioso fin dentro l'opera poetica. L'epigramma fortiniano è quello che comincia «Sereni esile mito/ filo di fedeltà/
non sempre giovinezza è verità/ un'altra gioventù giunge con gli anni/ c'è un seguito alla tua perplessa musica...». Anche il corposo carteggio (in tutto 142 missive), che ora possiamo conoscere nella sua interezza dopo pubblicazioni
parziali, ci documenta una dinamica analoga a quella in atto nell'epigramma (Franco Fortini e Vittorio Sereni, Carteggio 1946-1982, a cura di Luca Daino, Quodlibet; in appendice il volume ospita le schede editoriali di Fortini per Mondadori). Vogliamo dire che anche nelle lettere Fortini si mette spesso in una posizione pedagogica, facendo valere il suo ruolo di intellettuale a tutto tondo, a fronte dell'atteggiamento più mosso e dubbioso del poeta di Luino, attaccato al motivo di una vitalità cangiante, a una «poetica provvisoria» (espressione di una sua lettera). I due si dicono le proprie distanze, ne hanno piena coscienza, anche se esse non arrivano mai a incrinare veramente la loro intesa, ma piuttosto a stemperarla e quasi a sterilizzarla. Sereni, ad esempio, il 9 settembre 1971 scrive: «Penso a certe mie momentanee e ingenerose insofferenze, che d'altra parte nascono da miei umori altrettanto momentanei in rapporto all'impegno che la tua presenza (nemmeno questa è qualunque) richiede». Fortini negli anni tardi del rapporto, infine interrotto dalla morte di Sereni (1983), esprime il rammarico per
una relazione mai pienamente risolta. Lo fa ad esempio mandandogli il 14 dicembre 1970 un testo poetico, A Vittorio Sereni, che nella seconda parte dice:
«Ma siamo due destini./ Uno condanna l'altro./ Ma chi sarà a condannare/ o a
giustificare/ noi due?».
Roberto Galaverni su Lettura - Corriere della Sera

Fece probabilmente bene, Giovanni Pirelli, a tenere nel cassetto «Luca ed io», resoconto appena romanzato della disastro...
23/12/2024

Fece probabilmente bene, Giovanni Pirelli, a tenere nel cassetto «Luca ed io», resoconto appena romanzato della disastrosa ritirata di Russia nel gennaio 1943; in coerenza con le stesse ragioni che lo avevano portato a scriverlo, tra il '48 e il '49, e con quelle che dettarono la traiettoria di quello che è oggi uno dei meno conosciuti e più stimolanti percorsi intellettuali e politici della sinistra italiana del dopoguerra. E a maggior ragione, tuttavia, bene ha fatto Quodlibet a sottrarlo al silenzio degli archivi. Che tra i due assunti non vi sia contraddizione lo si vedrà presto.O l'autore o il romanzo, è il dilemma che si pone al recensore di un testo stilato da un personaggio tanto sfaccettato quanto oggi ingiustamente dimenticato. Rampollo di una delle maggiori dinastie industriali italiane, volontario in guerra, commissario politico di una Brigata Garibaldi, iscritto al Psi e militante in quell'ala morandiana da cui uscirà un bel po' della cosiddetta nuova sinistra (basti l'esempio dei «QuaderniRossi», incunabolo del filone operaista italiano), romanziere, sceneggiatore, curatore con Piero Malvezzi delle Lettere dei condannati a morte della Resistenza italiana ed europea, poi delle opere di Frantz Fanon di cui fu amico malgrado un avvio tempestoso (ti interessa la nostra rivoluzione? Fattene piuttosto una a casa tua), sostenitore attivo dell'indipendenza algerina e delle rivoluzioni sudamericane, sempre aiutando tutti, sempre restando discretamente nell'ombra, dove non mancavano comunque di raggiungerlo gli sguardi maligni di chi, nel 1948, lo additava al pubblico ludibrio come un «disertore» colpevole d'«intelligenza col nemico» — un Indro Montanelli per una volta dimentico della sua proverbiale cautela nel mordere chi poteva morderlo... Ce ne sarebbero da dire su Pirelli, sul quale per fortuna disponiamo della bella biografia di Mariamargherita Scotti, cui si deve anche lacuratela di «Luca ed io».
Daniele Giglioli sul La Lettura - Corriere della Sera

A quarant'anni dalla prima e finora unica edizione, il libro nato da quella mostra epocale torna disponibile grazie a Qu...
20/12/2024

A quarant'anni dalla prima e finora unica edizione, il libro nato da quella mostra epocale torna disponibile grazie a Quodlibet. Immaginato per anni da Ghirri, «Viaggio in Italia» metteva insieme venti fotografi che avevano scelto di allontanarsi dai centri delle città, dalle bellezze da cartolina, per rivolgere il proprio sguardo altrove: alle periferie trascurate, agli angoli senza importanza, ai margini di un paese fino ad allora poco visti. Ghirri e colleghi portano la macchina fotografica in campagna e in provincia, a ritrarre "stabilimenti industriali, distributori di benzina, costruzioni moderniste, gasometri, cavalcavia, case abbandonate", come scrive Benigni nel suo libro. Sembra incredibile, ma nel 1984 era la prima volta che succedeva. Prima di allora, il ritratto del paesaggio italiano era quello monumentale e storico affidato soprattutto all'Archivio Alinari. Dopo Ghirri, Basilico, Olivo Barbieri, Mario Cresci e gli altri artisti, la fotografia di paesaggio italiana non sarebbe stata più la stessa.
Vito De Biasi su Harper's Bazaar Italia

La riedizione di Quodlibet del libro curato da Luigi Ghirri, insieme alle mostre di Gabriele Basilico, Guido Guidi e Giovanni Chiaramonte sono l'occasione per chiedersi cosa ne è stato della loro estetica rivoluzionaria.

Ulisse, il più famoso degli eroi antichi, una volta terminata la guerra di T***a ha dovuto affrontare viaggi impervi e c...
20/12/2024

Ulisse, il più famoso degli eroi antichi, una volta terminata la guerra di T***a ha dovuto affrontare viaggi impervi e costellati di ostacoli per tornare alla propria vita; ha dovuto attraversare infiniti luoghi, magici e geografici, sempre spinto dallo stesso fortissimo desiderio: rivederela sua isola, Itaca. Non c'è vita più diversa da quella così avventurosa di Ulisse dalla vita delle persone che stanno scontando una pena detentiva, costrette ad attraversare un tempo, più o meno lungo, in uno spazio fisico immobile. Ma forse il desiderio che permette loro di sopravvivere a questa immobilità è lo stesso: rivedere la propria Itaca o almeno scovarne una nuova dalla quale ricominciare. L'artista trentottenne che vive a Roma, Tommaso Spazzini Villa, ha fatto incontrare questi due opposti portando l'Odissea nelle carceri e dal 2018 ha assegnato a oltre trecento detenuti una pagina del poema omerico chiedendo loro di evidenziare alcune parole. L'obiettivo era quello di creare un metatesto di senso compiuto attraverso il quale esprimere emozioni e pensieri che li rappresentassero: il risultato è spesso tanto rivelatore quanto straziante. Questa esperienza esistenzial-letteraria ha dato vita a un libro, "Autoritratti", edito da Quodlibet (con testi di Matteo Nucci e Saverio Verini): "progetto di arte partecipativa che chiama in causa inconscio e letteratura".
Nicola Zanella recensisce «Autoritratti» di Tommaso Spazzini Villa su L'Espresso

Le «ingarrichiane», dette anche «incarrigate», sono poesiole leggermente dementi e zoppicanti, ancora oggi piuttosto dif...
20/12/2024

Le «ingarrichiane», dette anche «incarrigate», sono poesiole leggermente dementi e zoppicanti, ancora oggi piuttosto diffuse nei social. L'inventore alquanto inconsapevole fu il magistrato napoletano Ferdinando Ingarrica, che nel 1834 pubblicòle sue Cento anacreontiche, strofette di ingenua bruttezza.Ispirate, secondo le sue intenzioni,al De rerum natura diLucrezio. Cento poesie didascaliche su disparati argomenti, tra cui scienze e belle arti, ma anche vizi e virtù dell'umanità, diffuse poi oralmente e ripetute con un certo divertimento. Giudice e poeta per diletto, le sue composizioni in ottonari di comicità inconsapevole, con ardite acrobazie verbali, fecero ridere allora tutta Napoli. Il successo del libro provocò il moltiplicarsi di composizioni apocrife e le edizioni successive dell'opuscolo, non autorizzate, misero in difficoltà Ingarrica con la Corte criminale di Salerno dove lavorava.Pare che la famiglia dell'autore avesse cercato di togliere dalla circolazione il maggior numero possibile di copie del libriccino, per sottrarre dal ridicolo il loro congiunto. I commenti dei contemporanei erano stati spietati,«bestia», «spropositate poesie», «conati strani», ma praticamente senza saperlo Ingarrica aveva fondato un genere.
Piero Di Domenico recensisce «Poesia demenziale da Ferdinando Ingarrica a oggi» a cura di Stefano Tonietto su la Repubblica Bologna
Venerdì 20 dicembre SALABORSA - h 18.00 - Bologna
Presentazione di
POESIA DEMENZIALE DA FERDINANDO INGARRICA A OGGI
a cura di Stefano Tonietto con Ermanno Cavazzoni.

  Baukuh
20/12/2024

Baukuh

“Occorre ripartire dall’abitare come modo consapevole e responsabile di essere sulla terra”. L’urbanista (e poeta) Gianc...
19/12/2024

“Occorre ripartire dall’abitare come modo consapevole e responsabile di essere sulla terra”. L’urbanista (e poeta) Giancarlo Consonni propone una narrazione imperniata sui concetti di urbanità, cura, bellezza, comunità. Lo fa con un testo agile ma profondo, senza immagini, di piccolo formato ma con caratteri grandi. Emblema del testo teorico (con ricchissima bibliografia), giustappone cinque parti, alcune inedite, altre già pubblicate a costruire un senso d’impegno e di prospettiva orientata al futuro, con ritrovate sinergie tra urbs e civitas: “Gli interventi sugli assetti fisici dei contesti devono diventare occasioni per portare in attivo il bilancio sociale, in primis migliorando l’abitabilità dei luoghi e del pianeta e la convivenza civile”.
Giancarlo Consonni, «Non si salva il pianeta se non si salvano le città»

Divisi per ambiti, una serie di libri di architettura e dintorni: un viaggio-strenna tra le pubblicazioni più recenti

Venerdì 20 dicembre SALABORSA - h 18.00 - BolognaPresentazione di POESIA DEMENZIALE DA FERDINANDO INGARRICA A OGGI a cur...
18/12/2024

Venerdì 20 dicembre SALABORSA - h 18.00 - Bologna
Presentazione di
POESIA DEMENZIALE DA FERDINANDO INGARRICA A OGGI
a cura di Stefano Tonietto con Ermanno Cavazzoni.

con Stefano Tonietto e Ermanno Cavazzoni

Compie 40 anni una delle pietre miliari della storia della nostra fotografia contemporanea. Quodlibet lo ripubblica inte...
18/12/2024

Compie 40 anni una delle pietre miliari della storia della nostra fotografia contemporanea.
Quodlibet lo ripubblica integralmente, riportando in vita un volume ormai introvabile. Venti tra i migliori fotografi italiani riuniti da quel genio di Ghirri (tra loro Basilico, Jodice, Barbieri) composero un ritratto sentimentale del Belpaese, alla metà degli anni Ottanta.
Terry Marocco su Panorama

18/12/2024

Una conversazione con Francesco Permunian, iconoclasta, sibillino e lirico, tra le voci più acute del panorama letterario odierno.

E c'è sempre il filo rosso della descrizione del paese: vicoli, portoni, scale, pietre grigie e luci misteriose dietro l...
18/12/2024

E c'è sempre il filo rosso della descrizione del paese: vicoli, portoni, scale, pietre grigie e luci misteriose dietro le finestre. Il mondo dell'infanzia di Dolores Prato è crudele e fatato. Il suo stile è quasi cinematografico, mai noioso, nonostante lo spessore del volume.
Michaela Namuth recensisce «Giù la piazza non c'è nessuno» di Dolores Prato su Internazionale rubrica "Italieni"

Questo «La frattura tra architetti e intellettuali», ovvero gli insegnamenti dell’italofilia (Postfazione di Pippo Ciorr...
17/12/2024

Questo «La frattura tra architetti e intellettuali», ovvero gli insegnamenti dell’italofilia (Postfazione di Pippo Ciorra) di Jean-Louis Cohen (Parigi 1949 – Ardèche 2023) è un prezioso libro di storia delle idee. Vi si parla delle idee degli architetti sull’architettura, è evidente. Ma La frattura tra architetti e intellettuali, ovvero gli insegnamenti dell’italofilia contiene un di più rispetto alle storie che trattano della tradizionale letteratura disciplinare. Concentrandosi sul Novecento italiano, il libro ragiona sullo stesso processo di «intellettualizzazione» dell’architetto e dell’architettura, un processo che – come viene ben argomentato – ha visto il nostro Paese protagonista almeno a partire dagli anni 1920 e ancor più primattore nel secondo dopoguerra, sino a toccare l’apice nel «post ’68 pensiero» su cui il racconto si conclude (la prima stampa della ricerca di Cohen esce in Francia nel 1984).
Lo stesso autore definisce il libro un Bildungsroman, un romanzo di formazione. E lo è doppiamente, perché questo suo primo testo di spessore «romanzesco» fa emergere nitidamente i percorsi seguiti dall’autore nella formazione di architetto, critico e storico, e lo è perché il racconto che vi si dipana, le figure di architetti e intellettuali del secondo Novecento italiano che meglio lo rappresentano, si intrecciano sin quasi a confondersi al processo formativo di Cohen, il quale poi dispiegherà i suoi studi in un davvero intenso lavoro storiografico e critico nel quale, sviluppando ma mai distaccandosi troppo dall’impianto teorico di questa «opera prima», continuerà a indagare l’architettura contemporanea con le lenti della storia delle idee, o se si preferisce della cultura, idee e cultura le cui componenti disciplinari ed estetiche verranno sempre poste al vaglio dei fattori politici e ampiamente «ideologici» che le indirizzano. Ne sono testimonianza negli anni varie pubblicazioni, talvolta associate a impegnative esposizioni, quali Architecture in Uniform o Scenes of a World to Come, dove a primeggiare è la finalità politica che presiede ai fenomeni architettonici; oppure Building a New World, Amerikanism in Russian Architecture, e Interférences / Interferenzen – Architecture, Allemagne, France, dove la «cultura» architettonica viene disvelata attraverso il fenomeno delle sue migrazioni. Migrazioni di idee, appunto, come quella che Cohen poneva al centro della sua «opera prima» sugli «insegnamenti dell’italofilia» ad uso dei francesi al declinare del ventesimo secolo.
Bruno Pedretti su Doppiozero

Storia delle idee.

Giovedì 19 dicembre - h 20.00 Presentazione «Sul filo. Esercizi di pensiero materiale» di Stefano Catuccicon l'autore e ...
17/12/2024

Giovedì 19 dicembre - h 20.00
Presentazione «Sul filo. Esercizi di pensiero materiale» di Stefano Catucci
con l'autore e con Fabio Gianfrancesco ed Elettra Stimilli

💥 Il programma completo della tredicesima edizione di L/ivre - Festival dei vini e dei libri indipendenti 2024, dedicata idealmente a Goliarda Sapienza!

Mercoledì 18 dicembre (h 17.00 – 00.00)

h 18.30 Degustazione
Cantina Malauva (Castel Giorgio - Umbria)

h 22.00 Dj set
Music for S***s (Selezioni musicali di Era&Rea)

Giovedì 19 dicembre (h 17.00 – 00.00)

h 18.00 Cerchio di discussione
Dietro la cattedra, sotto il banco (Prospero Ed.)
con le autrici Cattive Maestre

h 20.00 Presentazione
Sul filo. Esercizi di pensiero materiale (Quodlibet)
con l’autore Stefano Catucci e con Fabio Gianfrancesco ed Elettra Stimilli

h 22.00 Live
Veronica Marini Jazz Quartet

Venerdì 20 dicembre (h 17.00 – 00.00)

h 18.00 Presentazione
Volo senza un grido. La lotta di Licia Pinelli (BeccoGiallo Ed.)
con lə autorə Ilaria Jovine e Roberto Mariotti e con Valerio Callieri ed Emilia Giorgi

h 19.30 Presentazione
Fare gol non serve a niente (add Ed.)
con l’autore Luca Pisapia e con Roberto Ciccarelli, Andrea Natella e Giuliano Santoro

h 22.00 Dj set
Fabio Sestili (Ipologica) - Elettronica d'ascolto
De-Monique (Santa Techno) - Floating Techno

Sabato 21 dicembre (h 16.00 – 00.00)

h 17.00 Letture interattive e laboratorio di disegno per bambinə
a cura della Drag Queen romana Cristina Prenestina

h 20.00 Presentazione
Tanto pe’ magna'. Guida storico-gastronomica della città di Roma (Momo Ed.)
con lə autorə Guido Farinelli e Giulia Orazi

h 22.00 Live
La Llave - Latin Sound

Domenica 22 dicembre (h 16.00 – 00.00)

h 17.00 Presentazione
Missitalia (La Nave di Teseo)
con l’autrice Claudia Durastanti e con Jacopo Favi, Malvina Giordana e Shendi Veli

h 18.00 Conversazione su
Bromio magazine
Progetto editoriale indipendente sulla cultura del vino e del cibo in Italia
con Matteo Gallello, curatore editoriale e Daniele Presutti, vignaiolo

h 19.00 ReaDeejaying Set
Mirkione Dj (Rotas)

h 22.00 Dj set
Federico Pit (Sløwrave) - Slowbeat, Bass Music, Techno, Ambient

EDITORI: 66thand2nd, add editore, Agenzia X, Alegre, Antifa!nzine, Asterisco, Bao Publishing, Barta, BeccoGiallo, Cheap, DeriveApprodi, dinamopress, Effequ, Eleuthera, Eris, Fatatrac, Hopi, L'Orma, Lorusso, manifestolibri/FactoryA, Meltemi, Mimesis, minimum fax, Momo, NERO Editions, Nova Delphi, Ombre Corte, Orecchio Acerbo, Ortica, Orthotes, Prospero Editore, Quodlibet, Racconti, Red Star Press, Settenove, Sinnos, SUR, Tamu, Tic, Uovonero, Voland. POSTER: Cheap, Vittorio Giannitelli

VIGNAIOLI: La Viranda, Curto, Il Bosseto, Manera, Piatti Antonella (Piemonte); Aldrighetti, Ai Roré (Veneto); Foffani (Friuli); Pisoni, Brunnenhof (Trentino Alto Adige); Paltrinieri (Emilia Romagna); Majnoni Guicciardini, Terre Apuane, I Botri (Toscana); Trentaquerce, Cantina Cenci, Malauva (Umbria); Cantina Rabasco (Abruzzo); San Filippo, Vigneti Vallorani, La Follonica (Marche); Ribelà, Terre d'Aquesia, Riserva della Cascina, Poggio della Stella, Azienda Agricola Marco Colicchio (Lazio); Casa Brecceto, Cantina del Disordine (Campania); San Carraro (Sicilia); Pantun; Podere ai Contadini (Puglia); Strade Sterrate (interregionale).

Indirizzo

Via Giuseppe E Bartolomeo Mozzi, 23
Macerata
62100

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