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Quodlibet La pagina della casa editrice Quodlibet di Macerata.
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Domani mercoledì 4 settembre al Festivaletteratura alle 19.00, Seminario Vescovile, Roberta Fulci e Antonella Moscati co...
03/09/2024

Domani mercoledì 4 settembre al Festivaletteratura alle 19.00, Seminario Vescovile, Roberta Fulci e Antonella Moscati con Silvia Bencivelli.
Immaginate di dover spiegare che cos'è il dolore fisico a una persona che non l'ha mai provato in vita sua. Che cosa direste? È la prima delle tante domande che ha guidato la giornalista scientifica Roberta Fulci nella scrittura di Il male detto, un saggio sulla natura del dolore. La storia del dolore è lunga e riempie le biblioteche di tutte le culture, ma non è per forza una storia oscura: di dolore e di malattia si può scrivere anche cercando la leggerezza, come fa Antonella Moscati nel suo Patologie, il racconto autobiografico e umoristico di una famiglia napoletana su cui aleggia la figura di un lontano prozio medico e santo. Con loro, la giornalista scientifica Silvia Bencivelli, autrice tra gli altri di Eroica, f***e e visionaria. Storie di medicina spericolata: un omaggio a chi si è procurato un dolore per evitarlo agli altri, tra altruismo e pazzia.

Immaginate di dover spiegare che cos'è il dolore fisico a una persona che non l'ha mai provato in vita sua. Che cosa direste? È la prima delle tante domande che ha guidato la giornalista scientifica Roberta Fulci nella scrittura di Il male detto, un saggio sulla natura del dolore. La storia del do...

03/09/2024
«In uno dei racconti di Francesco Permunian - un nome che evoca lignaggio da giullare, da re magio del parlar materno - ...
29/08/2024

«In uno dei racconti di Francesco Permunian - un nome che evoca lignaggio da giullare, da re magio del parlar materno - appare, tra ombre e maldicenze, Raffaello Baldini, il grande poeta di Santarcangelo di Romagna, nato un secolo fa. Baldini, detto «Lelio», lavorò una vita a Panorama, a Milano e ha scritto bellissime poesie in lingua di Romagna - cito, a caso, le raccolte La nàiva, Ad nòta, Intercity. Nel racconto di Permunian, dal titolo Immortalità, un tizio si lamenta perché «dopo tutto il Sangiovese che gli ho sempre procurato a buon prezzo», Baldini «non ha mai citato la mia persona fra i tanti romagnoli che parlano e vivono nei suoi libri». Al poveruomo, il poeta ha tolto l'unica «forma di immortalità» a cui poteva aspirare. Nel racconto si cita anche «Scureza ad Corpolò», il leggendario motociclista «che sfrecciava spavaldo sulla sua Guzzi in quel film di Fellini»: oggi, novantenne, benché reso immortale da Amarcord, ha la mente disfatta, non ricorda «più nulla di quella
sua comparsata giovanile e a malapena si rende conto di essere ancora al mondo mentre trangugia in silenzio la sua pastina in brodo dentro l'ospizio di Santarcangelo di Romagna». Che bellezza quando i poeti distribuivano i nomi, conferendo ad ogni cosa un'aura di immortalità - e che maledizione non potersi dimenticare di sé, sparire al proprio passato.»
Davide Brullo sul Il Giornale
https://www.ilgiornale.it/news/sghembi-eroi-permunian-cantastorie-valpadana-2362471.html

«Pezzi in prosa, brevi saggi, favole, micro apologhi, memorie personali, sogni: sono questi i territori che si troverà a...
29/08/2024

«Pezzi in prosa, brevi saggi, favole, micro apologhi, memorie personali, sogni: sono questi i territori che si troverà a esplorare il lettore de "Il manuale del fosforo e dei fiammiferi", ultimo libro di Matteo Terzaghi. Una sorta di avventuroso percorso nell'infanzia marca ogni pagina. Intendiamo il termine nell'accezione che era cara a Walter Benjamin. Terzaghi restituisce vita a oggetti, materiali, luoghi geografici, a libri che il tempo, l'accelerazione tecnologica, ha reso quasi obsoleti.»
Rinaldo Censi su Il Foglio recensisce «Il manuale del fosforo e dei fiammiferi» di Matteo Terzaghi

La recensione del libro di Matteo Terzaghi edito da Quodlibet Storie, 120 pp., 14 euro

29/08/2024

Dal 6 all'8 settembre Treia racconta Dolores Prato con appuntamenti dedicati, tra cui un recital di Monica Guerritore a partire dalla nuova edizione di "Giù la piazza non c'è nessuno" in uscita per Quodlibet il 4 settembre.
Il Centro Studi Dolores Prato partecipa all'evento con una mostra di documenti inediti e rari sulla vicenda compositiva ed editoriale del libro.
Ci trovate in Corso Italia Libera, 16/b, dal 6 all'8 settembre, dalle 16.00 alle 19.00.
Ingresso libero. Vi aspettiamo.

Francesco Permunian, “Teatri minimi delle Valpadana. Trentuno drammi & drammetti pubblici e privati”Da oggi in libreriaI...
28/08/2024

Francesco Permunian, “Teatri minimi delle Valpadana.
Trentuno drammi & drammetti pubblici e privati”
Da oggi in libreria
Immagine di copertina di Lorenzo Mattotti
«E in un baleno la mia sonnecchiante fantasia erotica... ha iniziato a galoppare sulle ali della perversione più sfrenata.»

La capacità straordinaria di Permunian è di rimescolare il torbido che c’è nelle vite, in certe vite; e anche continuamente di far sorridere di gusto, un po’ satanicamente, in un infernetto spirituale di quarta categoria, che è il suo bello originalissimo.
Cosa c’è nel libro? C’è, tra i tanti casi narrati, un alto e stimato dirigente scolastico che si trasforma in un serial killer di vecchiette, operante qui e là per la Valpadana. Ingenue pulzelle ingravidate da preti, che più per lussuria che per amore buttano poi la tonaca alle ortiche. E c’è il protagonista stesso del libro, un tremulo e patologico masochista esperto nella Lingua dei Segni, che s’innamora e poi sposa una giovane sordomuta che finirà per impiccarsi davanti ai suoi occhi.
Cioè un’allegra e sgangherata compagnia di guitti e buffoni che si agitano sulle assi polverose di un palcoscenico di provincia, con lazzi, anatemi e battute che stanno tra le comiche di Ridolini e il teatro della morte di Kantor.

«Bisogna partire, ricorda Vito Teti, dalle parole del poeta calabrese, Franco Costabile: "Ecco, io e te, Meridione, dobb...
28/08/2024

«Bisogna partire, ricorda Vito Teti, dalle parole del poeta calabrese, Franco Costabile: "Ecco, io e te, Meridione, dobbiamo parlarci una volta, ragionare con calma, da soli, senza raccontarci fantasie sulle nostre contrade". A Teti che raccoglie da sempre memorie di paesi abbandonati soprattutto calabresi, è capitato che il campanile di Amatrice si sbriciolasse mentre stava scrivendo un saggio-racconto sul tema. Un'angoscia che chiedeva di «essere guardata e riguardata». L'assenza e il vuoto; segni e tracce da interpretare, immagini perturbanti di Maghi senza più vita. "Ci riscopriamo frammentati dentro", i paesi presepe sono ormai finiti. Ma è da lì "che tutto può cominciare"».
Renato Minore sul Messaggero recensisce «Pietre di pane. Un'antropologia del restare» di Vito Teti

«Un manuale Hoepli dell'ingegner Abetti di inizio Novecento scioglie un dilemma da bambini di un tempo: come si accende ...
28/08/2024

«Un manuale Hoepli dell'ingegner Abetti di inizio Novecento scioglie un dilemma da bambini di un tempo: come si accende un fiammifero sulle suole delle scarpe "con quel gesto da cowboy che avevano visto fare nei film western"?
La risposta apre "Il manuale del fosforo e dei fiammiferi", nuova raccolta di racconti in italiano dello svizzero Matteo Terzaghi che nel titolo si ispira a quel volumetto. Lo fa anche perché nell'infanzia "raccogliamo e accumuliamo una gran quantità di domande. Sono come fiammiferi che si aggiungono ad altri fiammiferi". Negli anni, alcuni potrebbero accendersi e "qualcosa si sarà compiuto".»
Alessandro Beretta sul Lettura - Corriere della Sera recensisce «Il manuale del fosforo e dei fiammiferi» di Matteo Terzaghi.

«Tra le diverse aggettivazioni di democrazia, che riflettono le sue concezioni via via elaborate nel tempo, dalle epoche...
28/08/2024

«Tra le diverse aggettivazioni di democrazia, che riflettono le sue concezioni via via elaborate nel tempo, dalle epoche antiche a quelle moderne, secondo la classificazione di Constant, l'accezione "democrazia militante" non compare né nelle trattazioni tradizionali né in quelle classiche, neppure nella famosa voce "Democrazia" scritta da Norberto Bobbio nel "Dizionario di politica". Eppure, dal momento in cui Karl Loewenstein pubblicò i due saggi, ora tradotti e offerti al pubblico da Quodlibet Ius,sull'«American Political ScienceReview» (1937) questa particolare accezione è entrata nell'uso, ed ha aperto un grande dibattito, i cui echi risuonano ancora oggi.»
«Se la democrazia mangia sé stessa» Guido Alpa sul Cultura - Il Sole 24 ORE Il Sole 24 ORE recensisce «Democrazia militante e diritti fondamentali» di Karl Lowenstein, a cura di Mariano Croce.

13/08/2024

"La mia prima (e durevole) impressione: nei miei quasi 40 anni di lavoro editoriale (che include traduzioni di autori come Salman Rushdie, Raymond Carver, Michael Ondaatje, Danilo Kiš, Roberto Bolaño, Anna Maria Ortese, Claudio Magris, Roberto Saviano), non mi è mai capitato un libro così singolare".
Anna Leube, traduttrice in tedesco di "Giù la piazza non c'è nessuno", in uscita il 19 agosto per Hanser.

L'intervista completa si può leggere nel Bollettino del Centro Studi di agosto (per richiederlo: [email protected])

La scheda del libro: https://www.hanser-literaturverlage.de/buch/dolores-prato-unten-auf-der-piazza-ist-niemand-9783446281233-t-5374

La nuova edizione di "Giù la piazza non c'è nessuno" in uscita per Quodlibet: https://www.quodlibet.it/libro/9788822922618

Le uscite della prima parte del 2024 nella collana Compagnia ExtraErmanno Cavazzoni, “Manualetto per la prossima vita”Ja...
07/08/2024

Le uscite della prima parte del 2024 nella collana Compagnia Extra
Ermanno Cavazzoni, “Manualetto per la prossima vita”
Jack London, “Racconti dei mari del Sud”
Georges Perec, “Pensare/Classificare”, traduzione di Sergio Pautasso
Italo Svevo, “Senilità”, a cura e con una postfazione di Nunzia Palmieri
Gianfranco Mammi, “Voci dal piano di sotto”

06/08/2024

"A Ravenna, in quella notte, sola con Dante io rividi le stelle. Avevo creduto che per me non ci fossero più, invece sopra la piazza di San Francesco il cielo ne era pieno".
Dolores Prato, "La tomba di Dante" (1980).

Disponibile nella collana Note azzurre di Quodlibet la prima raccolta del bollettino mensile del Centro Studi Dolores Prato di Treia, dal marzo 2023 al febbraio 2024. Il titolo è tratto dal necrologio di Giorgio Zampa per Dolores Prato: "A novant’anni, quando potei frequentarla, era irriducibile, temeraria, esigentissima, avversa a ogni forma di prevaricazione – intellettuale, politica, sociale, religiosa – da qualsiasi parte
venisse: ma dolcissima in certi abbandoni che la facevano apparire senza età. Disegnava piani come se disponesse di un futuro illimitato". L'immagine di copertina è uno schizzo preparatorio per un ritratto di Dolores Prato realizzato da Tullio Pericoli.

Le uscite della prima parte del 2024 nella collana SaggiSergio Zatti, “Il narratore postumo. Confessione, conversione, v...
05/08/2024

Le uscite della prima parte del 2024 nella collana Saggi
Sergio Zatti, “Il narratore postumo. Confessione, conversione, vocazione nell’autobiografia occidentale”
Adriano Prosperi, “Paure e devozioni”
Vito Teti, “Pietre di pane. Un'antropologia del restare”
Arianna Brunori, “Imputazione e colpa. L’invenzione della volontà”
Stefano Catucci, “Sul filo. Esercizi di pensiero materiale”
Emilio Garroni, “Creatività”, prefazione di Paolo Virno
Emmanuel Levinas, “Alcune riflessioni sulla filosofia dell'hitlerismo”, introduzione di Giorgio Agamben, con un saggio di Miguel Abensour, traduzioni di Andrea Cavalletti e Stefano Chiodi
Gianni Carchia, “Dall’Apparenza al Mistero. La nascita del romanzo”, con un saggio di Gerardo Muñoz

Le uscite fino della prima parte del 2024 nella collana Quodlibet StorieDolores Prato, “Scottature”, nuova edizione a cu...
02/08/2024

Le uscite fino della prima parte del 2024 nella collana Quodlibet Storie
Dolores Prato, “Scottature”, nuova edizione a cura di Elena Frontaloni
Miguel Barnet, “Cimarrón. Biografia di uno schiavo fuggiasco”, a cura di Elena Zapponi, presentazione di Italo Calvino
Antonella Moscati, “Patologie”
Fernando Pessoa, “Teatro statico”, edizione originale a cura di Filipa de Freitas e Patricio Ferrari, edizione italiana a cura di Andrea Ragusa
Rocco Scotellaro, “I fuochi di San Pancrazio”, a cura e con un saggio critico-filologico di Sebastiano Martelli, prefazione di Goffredo Fofi
Rocco Scotellaro, “Taccuini 1942-1953”, a cura di Franco Vitelli e Giulia Dell’Aquila
Franco Scataglini, “El Sol”, a cura di Massimo Raffaeli
Matteo Terzaghi, “Il manuale del fosforo e dei fiammiferi”
Blaise Pascal, “Compendio della vita di Gesù Cristo”

Come scrive l’autore nelle pagine iniziali del testo, la creatività è fenomeno difficile da mettere a fuoco. Non tutte l...
02/08/2024

Come scrive l’autore nelle pagine iniziali del testo, la creatività è fenomeno difficile da mettere a fuoco. Non tutte le civiltà l’hanno riconosciuto così come facciamo noi; né è lecito confondere la creatività con nozioni analoghe, come la creazione in senso teologico. La creatività è forse, scrive Garroni, una «episteme» tipicamente moderna. Più precisamente è un tratto comune a diverse prestazioni, dal linguaggio all’invenzione di nuovi strumenti, dall’individuazione di strategie utili alla sopravvivenza della specie fino appunto all’arte. E non si tratta nemmeno di un tratto ristretto alla sola specie umana. Informato sulle ricerche all’epoca disponibili in campo biologico e paleontologico, in primis quelle di André Leroi-Gourhan, Garroni tiene diversamente conto anche della creatività degli animali non umani, innanzitutto dei primati a noi più prossimi. Ma Garroni arriverà anche a definire una differenza essenziale tra la creatività di homo sapiens e la creatività degli animali non umani.
Questo saggio pionieristico apre comunque la strada a quella che oggi verrebbe considerata una forma di “naturalizzazione” dell’estetico. Questa naturalizzazione evita però le ingenuità e i facili riduzionismi: lo mette in evidenza Paolo Virno nella sua bella introduzione al testo. Questa prospettiva gode tuttora di una certa fortuna: essa è stata ripresa e sviluppata negli ultimi anni da Pietro Montani, filosofo formatosi alla scuola di Garroni.
Dario Cecchi su FataMorgana recensisce «Creatività» di Emilio Garroni

Una prospettiva estetica sulla creatività. Un articolo di Dario Cecchi

01/08/2024

Un libro azzera il confine fra design e moda, teoria e pratica e percorre un viaggio nei secoli, dal bidimensionale al tridimensionale, dal kimono fino a Issey Miyake.

Molti, tra i quali Miles Davis (che musicalmente lo venerava!), lo considerano, a livello di coscienza sociale, poco più...
31/07/2024

Molti, tra i quali Miles Davis (che musicalmente lo venerava!), lo considerano, a livello di coscienza sociale, poco più di uno Zio Tom, a causa dell'istrionico compiacimento e della marpiona cordialità coi quali elargiva smorfie, sorrisi e risa al pubblico. Giudizio superficiale: nulla di più sbagliato. Satchmo fu un attivo sostenitore, mettendoci di tasca, del Reverendo Martin Luther King ed è bene qui ricordare le sue parole non esattamente gentili rivolte al Presidente Dwight Eisenhower nel 1957 in occasione degli scontri avutisi a Little Rock, nell'Arkansas, tra attivisti pro e contro la segregazione razziale. Fu anche un grafomane (sarebbe bene dire dattilomane) neanche male. Lo si deduce leggendo «Un lampo a due dita» pubblicato nella notevolissima collana Quodlibet Chorus, dove Pops a ruota libera giganteggia tra aneddoti, memorie e perle di saggezza.
Ernesto D'Angelo su Buscadero parla di Louis Armstrong e «Un lampo a due dita»

L'artefice della sistemazione del primo «fuoco urbano» veneziano è Sansovino, con il completamento delle Procuratie Vecc...
29/07/2024

L'artefice della sistemazione del primo «fuoco urbano» veneziano è Sansovino, con il completamento delle Procuratie Vecchie, la Libreria Marciana, la Zecca, la Loggetta sotto il campanile e la chiesa (demolita) di San Giminiano.Tafuri interpreta l'aspetto empiristico del classicismo sansoviniano e, con acume, lo confronta con l'ars combinatoria di Palladio (chiesa di San Giorgio, delle Zitelle, del Redentore), la quale formula in Laguna la più «realista» delle proposte architettoniche, che rimarrà inascoltata, come «cristallizzati» saranno i contributi scientisti, filosofici e letterari dell'Umanesimo: «problemi aperti della moderna cultura europea» dei secoli dopo.
Maurizio Giufrè su Alias del il manifesto recensisce «Venezia e il Rinascimento» di Manfredo Tafuri, prefazione di Adriano Prosperi.
https://ilmanifesto.it/manfredo-tafuri-venezia-alla-ricerca-della-res-aedificatoria

Graziano Graziani intervista Giorgio Agamben che parla del poeta veneto Francesco Giusti, scomparso il 5 giugno scorso, ...
29/07/2024

Graziano Graziani intervista Giorgio Agamben che parla del poeta veneto Francesco Giusti, scomparso il 5 giugno scorso, del quale ascolteremo alcuni componimenti da lui stesso recitati in alcune registrazioni.

PANTAGRUEL - Parole per l'estate. Dialetto - Pantagruel - Conduce Graziano Graziani. Il filosofo Giorgio Agamben ci parla del poeta veneto Francesco Giusti, scomparso il 5 giugno scorso, del quale ascolteremo alcuni componimenti da lui stesso recitati in alcune registrazioni. Inizieremo poi la nostr...

«Ciò che scrivo appartiene a due tipi di opere, che possiamo chiamare ortonime e eteronime. Non è lecito definirle anoni...
26/07/2024

«Ciò che scrivo appartiene a due tipi di opere, che possiamo chiamare ortonime e eteronime. Non è lecito definirle anonime o pseudonime perché non lo sono. L'opera pseudonima è dell'autore in persona, tranne che per il nome che firma; l'eteronima è dell'autore esterno alla sua persona, è di una individualità completa da lui costruita, come fossero le battute di qualche personaggio che recita in un dramma». La poesia in pagina è ortonima, firmata come Pessoa, e gira intorno ad un sorriso quasi di stregato, il sorriso di nessuno, del non volere niente, dell'essere senza speranza.
Luca Mastrantonio su 7Corriere del Corriere della Sera scrive e riporta «Teoria dell'eteronomia» di Fernando Pessoa

Un pensiero materiale, dunque, deve innanzitutto spingersi al di là del filo che collega soggetto e oggetto, o al di là ...
25/07/2024

Un pensiero materiale, dunque, deve innanzitutto spingersi al di là del filo che collega soggetto e oggetto, o al di là del filo che vorrebbe portare e aggrovigliare il soggetto sull’oggetto. In ogni caso, non ci sbarazziamo di quel filo: perché è solo pensando il filo stesso che è possibile, per un pensiero radicalmente materiale, comprendere se il funzionamento del «processo di individuazione» o di soggettivazione «abbia inizio da uno o dall’altro capo di un filo o se si svolga, invece, proprio al livello di quella connessione che siamo così rapidi a virtualizzare, dunque sul filo» (ivi, p. 9).
Per pensare il pensiero nella sua materialità senza perdersi nei grovigli che può creare un filo non rigorosamente dipanato – quel filo che, poi, è il pensiero stesso –, Catucci adotta un metodo archeologico che considera il filo in quanto metafora, perché:
Le metafore che illustrano il funzionamento del pensiero ricorrendo ai fili sono antichissime, ma non sempre hanno avuto lo stesso significato, anzi, sono state molto sensibili ai mutamenti dei fili reali da cui i processi di metaforizzazione hanno preso avvio: materie vegetali, animali, minerali, sintetiche, metodi di lavorazione, uso delle macchine, dunque tecnologie, codificazione della produzione su schede perforate o tramite strumenti digitali, descrizioni fisiche e ingegneristiche delle loro proprietà (ivi, p. 10).
Irene Calabrò recensisce «Sul filo. Esercizi di pensiero materiale» di Stefano Catucci

Estetica della connessione. Un articolo di Irene Calabrò

Quando, nel maggio 1814, il ministro plenipotenziario del Re di Sardegna a San Pietroburgo Joseph de Maistre fa stampare...
25/07/2024

Quando, nel maggio 1814, il ministro plenipotenziario del Re di Sardegna a San Pietroburgo Joseph de Maistre fa stampare anonimo l'Essai sur le principe générateur des constitutions politiques, la diplomazia europea preparava il Congresso di Vienna e all'autore premeva dissuadere Alessandro I dal favorire una restaurazione della monarchia francese su basi costituzionali. Ma l'epoca in cui i re un tempo di diritto divino scendevano a contrattare per iscritto i propri poteri con i governati era ormai cominciata.
Giuseppe Perconte Licatese recensisce «Saggio sul principio generatore delle Costituzioni politiche e delle altre istituzioni umane» di Joseph de Maistre, a cura di Andrea Salvatore sul Il Foglio

“Non scherzate col fuoco!” era un divieto tra i più solenni e minacciosi della nostra infanzia. Naturalmente la trascorr...
25/07/2024

“Non scherzate col fuoco!” era un divieto tra i più solenni e minacciosi della nostra infanzia. Naturalmente la trascorremmo sfregando inutilmente pietre, rubando quindi accendini (era un tempo in cui tutti gli adulti fumavano), dando fuoco a insetti e lucertole in esperimenti dove la curiosità si mescolava alla crudeltà tipica dei bambini. Chiedo scusa, naturalmente, ma forse mi accorgo di trovare un complice leggendo Il manuale del fosforo e dei fiammiferi (Quodlibet) dello scrittore ticinese Matteo Terzaghi, classe 1970, qui alla terza prova narrativa, dopo Ufficio proiezioni luminose (2013) e La Terra e il suo satellite (2019).
È un libro, nello stile dell’autore, a metà tra narrativa e saggistica, in cui non è difficile costruire una costellazione di riferimenti, o quantomeno di letture: Robert Walser presente in filigrana, ma anche Queneau, Perec, il signor Palomar (o forse addirittura il signor Veneranda di Carletto Manzoni che Calvino leggeva da ragazzo sulle pagine del «Bertoldo»), per citare i più evidenti. Letture assorbite con naturalezza da Terzaghi che è uno scrittore con uno stile proprio: abilissimo nell’arte difficile della descrizione, con un umorismo impassibile (il riferimento è Buster Keaton ma anche le comiche del cinema muto che un tempo passavano al pomeriggio in tv) e la capacità di riflettere sui casi, grandi e piccoli, che la vita ci mette davanti.
Alberto Saibene recensisce «Il manuale del fosforo e dei fiammiferi» di Matteo Terzaghi

“Non scherzate col fuoco!” era un divieto tra i più solenni e minacciosi della nostra infanzia. Naturalmente la trascorremmo sfregando inutilmente pietre, rubando quindi accendini (era un tempo in cui tutti gli adulti fumavano), dando fuoco a insetti e lucertole in esperimenti dove la curiosit....

Cinque anni dopo il delizioso La Terra e il suo satellite Matteo Terzaghi torna in libreria con Il manuale del fosforo e...
24/07/2024

Cinque anni dopo il delizioso La Terra e il suo satellite Matteo Terzaghi torna in libreria con Il manuale del fosforo e dei fiammiferi nella collana «Quodlibet Storie». Con questo libro l’autore ticinese conferma la sua affezione al formato della raccolta di prose brevi, che flirta con i generi prosastici più diversi: enciclopedie, favole, manuali, riscritture, temi scolastici. Rispetto ai suoi libri precedenti, Terzaghi aumenta la ricorrenza di alcuni simboli, ad esempio l’immagine del fuoco come metafora del narrare, per rendere più compatta la struttura dell’opera e contenere il rischio di dispersività. Per adescare e convincere il lettore indeciso trascrivo a bella posta i titoli, impagabili, di alcuni pezzetti del libro: La favola postale, L’enciclopedista selvatico, Il manuale delle talpe, Piccolo libro di lettura a uso di chi passa, Capitolo a manovella, Accendere un lumino. Anche in questo Manuale la maschera di Terzaghi resta quella di uno scolaro curioso e sensibilissimo, convinto che non esista fenomeno così piccolo o irrilevante da non contenere una fiammella di meraviglia.
Michele Farina consiglia "Il Manuale del fosforo e dei fiammiferi» di Matteo Terzaghi su La Balena Bianca
https://www.labalenabianca.com/2024/07/19/la-balena-bianca-consiglia-prosa-croccante-per-la-vostra-estate/

Il nuovo numero di «Riga» è dedicato a Giuliano Scabia, poeta, teatrante, narratore e insegnante. Molto più della somma ...
24/07/2024

Il nuovo numero di «Riga» è dedicato a Giuliano Scabia, poeta, teatrante, narratore e insegnante. Molto più della somma dei suoi talenti, Scabia non è stato solo una figura chiave del Nuovo Teatro italiano, non solo un neoavanguardista della parola poetica prima e un intelaiatore di cicli di storie immaginifiche poi. È stato soprattutto un catalizzatore d’avventure che hanno confuso temporalità e occupato spazi, immaginato altrimenti, grazie al continuo praticare l’interplay tra ascolto e azione nei luoghi e con le comunità più disparate: le periferie delle grandi città e le piccole comunità rurali, studentesse e studenti di diversi gradi ed età, pazienti dei manicomi dentro e fuori dalle mura manicomiali. La sua capacità di concretizzare l’immaginario in moto mi fa pensare alla capacità del suono di estendersi e assieme reagire ai materiali – umani e non – con cui entra in contatto. Per me Guliano Scabia è un insieme di vibrazioni, un continuo risuonare dopo ascolti perenni e diffusi, vaganti. Laura Vallortigara – curatrice del volume assieme a Angela Borghesi e Massimo Marino – apre l’editoriale con una citazione che Scabia stesso riprende dal diario di Witold Gombrowicz: «Coloro insieme ai quali canti modificano il tuo canto».
Daniele Vergni su Antinomie recensisce «Riga 47: Giuliano Scabia»
a cura di Angela Borghesi, Massimo Marino e Laura Vallortigara

Il nuovo numero di «Riga» (n. 47) è dedicato a Giuliano Scabia, poeta, teatrante, narratore e insegnate. Molto più della somma dei suoi talenti, Scabia non è stato solo una figura chiave del Nuovo Teatro italiano, non solo un neoavanguardista della parola poetica prima e un intelaiatore di cicl...

Ci sono pagine dedicate agli oggetti che appaiono e scompaiono quasi per incanto dalla scrivania dell'autore, consigli s...
23/07/2024

Ci sono pagine dedicate agli oggetti che appaiono e scompaiono quasi per incanto dalla scrivania dell'autore, consigli su come sistemare i propri libri o irresistibili riflessioni sulla lettura (Leggere: schizzo socio-psicologico), in cui Perec avvicina l'atto del leggere ad altre attività, per esempio il trasporto. Si possono allora classificare le letture a seconda del mezzo di trasporto utilizzato, scoprendo che il luogo più adatto resta la metropolitana, vera e propria"biblioteca del popolo": «Dal punto di vista della lettura, la metropolitana offre due vantaggi: il primo è che un tragitto dura un tempo predeterminato quasi alla perfezione (circa un minuto emezzo tra una stazione e l'altra): ciò permette di programmare le letture: due pagine, cinque pagine, un intero capitolo a seconda della lunghezza del percorso». E poi ancora pagine spassose dedicate alle ricette, mai così attuali in epoca di Master Chef (81 schede cucina a uso dei principianti). Fino alle magnifiche pagine conclusive che danno il titolo al libro, nelle quali possiamo leggere: «Come penso quando penso? Come penso quando non penso?». C'è da rompersi la testa.
Rinaldo Censi recensisce «Pensare/Classificare» su Film Tv

Sergio Zatti parla del «Narratore postumo. Confessione, conversione, vocazione nell’autobiografia occidentale» con Tomma...
22/07/2024

Sergio Zatti parla del «Narratore postumo. Confessione, conversione, vocazione nell’autobiografia occidentale» con Tommaso Giartosio.

Liste & Libri, quello che manca - Fahrenheit - I libri e le idee. Con Tommaso Giartosio Alle 15.00 Tutti scollegati! Ne parliamo con Maurizio Ferraris, filosofo, docente di filosofia teoretica all'università di Torino. | Alle 15.30 Liste & Libri, quello che manca. Ne parliamo con Michele Turazzi, s...

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Via Giuseppe E Bartolomeo Mozzi, 23
Macerata
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