L’attore ha la platea, il calciatore lo stadio, il musicista il pubblico. In radio, invece, sei tu e il microfono.
Dieci o centomila ascoltatori per te cambia poco.
Sei tu e il microfono.
1975.
A Londra i S*x Pistols facevano esplodere il fenomeno punk.
Gli Stati Uniti si ritiravano da Saigon mettendo la parola fine alla sanguinosa guerra del Vietnam.
In Italia il Partito Comunista avanzava fortemente alle elezioni amministrative di giugno.
Poco prima, Wess e Dori Ghezzi avevano spopolato a Canzonissima con la canzone “Un corpo e un anima”.
Lo stipendio medio di un operaio era di 154.000 lire, un caffè costava 120 lire e la benzina 300 lire al litro.
Nella primavera del 1975 a Gualdo Tadino nasceva la seconda radio libera dell’Umbria dopo Radio Tele Aia (che chiuderà nel 1980), che aveva iniziato le trasmissioni sperimentali un anno prima.
Dopo quattro decenni tutto è cambiato. Il mondo, l’Italia, l’Umbria, Gualdo Tadino.
Il punk è morto, il Pci pure. Il costo della vita è naturalmente diverso, mentre la canzone di Wess giace ancora negli scaffali di qualche appassionato. Si sa, la musica è immortale.
Tantissime emittenti italiane hanno chiuso, le più grandi si sono trasformate invece in “network”, macchine fredde che decidono le playlist musicali in base a rigorose logiche di mercato. In pratica gli stessi dieci pezzi girano dalla mattina alla sera.
Anche molte di quelle esperienze radiofoniche umbre, nate nella metà degli anni Settanta, hanno chiuso i battenti.
Radio Tadino no, Lei è ancora viva ed è rimasta la stessa.
Rivoluzionaria, sfrontata, pazza, vera, libera. Non si può non amarla, perché è uno dei simboli della gualdesità più autentica. Ed è sempre lì. A volte sembra l’ultimo giapponese, che non si rende conto che la guerra è finita e continua imperterrito a combattere.
Ascoltandola ti sembra che il tempo si sia fermato, perché a Erreti, anche se ormai il computer ha preso il posto del vinile, il suono è ancora vintage come quello che usciva dai piatti Lenco della vecchia sede sotto i Salesiani.
A Erreti si possono ancora ascoltare i Led Zeppelin dopo un brano della Pausini.
A Erreti sono più di trenta anni che “diamo la linea al Carlo Angelo Luzi”.
A Erreti si può ammirare una collezione di vinile tra le più ricche d’Italia.
A Erreti è passata la storia della nostra città.
Radio Tadino è stato il bar, la piazza, la discoteca e il pub di tanti ragazzi uniti da una passione sfrenata. Mitiche le serate passate a condurre il Notturno fino a mezzanotte e poi ad ascoltare, fino all’alba, quelli che consideravamo i nostri maestri, gli irraggiungibili “mostri” di Rai Stereo Notte. Se i muri della Radio potessero parlare, racconterebbero storie di vita vera, amicizie e amori nati tra i 45 giri, ma alla velocità dei 78.
La radio sei tu e il microfono.
Siamo noi e quel microfono anche oggi, nella sede di Piazza San Francesco, in pieno centro storico, dopo oltre quarant’anni. Dopo essere passati per la rimessa attrezzi in lamiera del 1975, per la ex lavanderia dei Salesiani del 1976 e per la sede di Via Biancospino del 1985.
Libera tra le pochissime radio libere.
La voglia di fare radio è ancora quella della rimessa attrezzi, dell’ex lavanderia e dello studio del Biancospino.
Con lo stesso microfono e la stessa voglia di parlarci sopra, la stessa libertà di appoggiare la puntina sui dischi che vogliamo e non su quelli che vorrebbero, la stessa voglia di chiudere gli occhi e iniziare a parlare.
Liberi.
E’ la nostra radio.
E’ la nostra storia.