Geaart periodico di cultura e arti visive

Geaart periodico di cultura e arti visive GeaArt, periodico di cultura, arti visive, spettacolo e nuove tecnologie creative. Direttore Massimo Direttore Responsabile Massimo Bignardi

Diretta da Massimo Bignardi la rivista è nata nel 2012, respirando l’aria nuova di cambiamenti all’ombra di una crisi economica e di valori. GeaArt vuole aprire uno spiraglio dal quale guardare, ascoltare e parlare, nella consapevolezza che il confronto attivi una nuova coscienza nel dialogo con la città. È un periodico che concentra le sue temporanee focali unicamente sul dibattito delle arti, da

l teatro alle arti visive, dall’architettura al cinema ed oltre, quanto una proposta volta ad intrecciare i fili che provengono da un dibattito culturale più ampio, coinvolgendo aspetti e problematiche che cifrano i nostri giorni. La sua distribuzione è gratuita ed è presente in oltre cento punti: librerie, centri di cultura, biblioteche pubbliche, università ed accademie di belle arti.

18/03/2024

Venerdì 15 marzo, alle ore 18.30, sarà inaugurata la mostra "Gianni Zanni, Lo spazio del Sacro", primo appuntamento della rassegna FOTOGRAFIA24, curata da Massimo Bignardi e da Carlo Pecoraro, articolata in quattro mostre allestite nella Galleria dei Frati del Museo-FRaC Baronissi da marzo a giugno. La rassegna, promossa in collaborazione con la Fondazione Rossi di Milano e il Museo ARCOS di Benevento, propone quattro mostre monografiche di fotografi italiani: con la personale di Zanni, le monografiche di Antonio Caporaso, di Alfo Fiorillo e di Chiara Fossati.
L’ esposizione dedicata a Gianni Zanni propone trenta opere che l’artista pugliese ha realizzato sulle ritualità popolari della Settimana Santa in Puglia e sulla rivisitazione dell’Ultima cena di Leonardo attraverso l’uso dello still life. La mostra sarà visitabile fino a mercoledì 3 aprile.
Il programma della rassegna prosegue con altri appuntamenti: dal 5 aprile al 5 maggio la mostra Aldo Fiorillo LIMEN. Da sabato 11 maggio a domenica 2 giugno la mostra delle opere di Antonio Duck Caporaso VESEVO sui luoghi del Vesuvio.
Infine dal 6 al 26 giugno la mostra Chiara Fossati COMETE.

23/09/2023

L’ ATTUALITÀ TRA MEMORA E PRESENTE.
INTERVISTA ALLO STORICO E CRITICO D’ARTE MASSIMO BIGNARDI*

di CORRADINO PELLECCHIA

Ogni anno le nostre università sfornano oltre cinquemila aspiranti “storici dell’arte” o “critici d’arte”, un record mondiale. Per approfondire il senso di questa professione, incontro Massimo Bignardi, storico e critico d’arte contemporanea, già professore di Storia dell’arte contemporanea presso l’Università di Siena ove per diversi anni ha diretto la Scuola di Specializzazione in Beni storico artistici. Dal 2003 è direttore del Museo-FRaC Baronissi (Fondo Regionale d’Arte Contemporanea) e di geaArt, periodico di cultura, arti visive, spettacolo e nuove tecnologie creative, curatore di numerose e pregevoli mostre. Bignardi, da qualche anno in pensione, mi accoglie nel ‘buen retiro’ di Sieti, dove trascorre i fine settimana a catalogare gli oltre quindicimila tra cataloghi, schede e volumi, che affollano due piani dell’abitazione. Iniziamo la nostra chiacchierata sullo stato dell’arte e della critica, in giardino, dove siamo scesi per cercare un po’ di refrigerio dal caldo opprimente di questo torrido agosto.

Quando e come è nato il tuo interesse per l’arte.
“Non ho una data precisa. Quella che ricordo con un gran sorriso è la premiazione, a Palazzo di Città, a Salerno, nel Salone dei Marmi, di un mio dipinto. Avevo undici o dodici anni, il premio era ‘Per la Giornata dell’Anziano’ e a consegnarmelo fu il sindaco Alfonso Menna: un cavalletto semi-professionale e una grande scatola di colori ad olio. Così mi trovai pittore a mia insaputa. La passione e poi l’amore per la storia dell’arte e, in generale, per la storia e la filosofia, la devo a mia sorella Annamaria. È stata lei a guidarmi e a sollecitarmi, con la complicità di mio padre che, ci portava (sono l’ultimo di sei figli) in giro per l’Italia a visitare musei. Mi sento molto fortunato a pensare che avevo solo sette anni, quando visitai gli Uffizi, le Stanze Vaticane e il Museo Archeologico di Napoli”.

Quando hai capito che l’arte da passione sarebbe diventata professione.

“L’ho compreso, quando ho osservato gli errori presenti nei miei primissimi articoli, inviati, al tempo, a La Gazzetta di Salerno. I numerosi attacchi da parte di giornalisti o pseudo tali, che scrivevano sui quotidiani salernitani degli anni Settanta, mi hanno insegnato l’umiltà di sapersi rileggere e correggere e mi spinsero ad andare fuori, in città dove l’acidità e gli applausi familiari non avessero più presa su di me”.

Come scegli i progetti e gli artisti da seguire.

“L’empatia fa da guida ad ogni mia scelta. Poi il metodo, quello è qualcosa che si modella alle domande che le opere mi pongono o che io pongo loro. È un discorso tra muti”.

Quale artista del passato vorresti incontrare.

“Non saprei. In fondo, lavorando principalmente sulla storia dell’arte del XX secolo, li incontro quasi tutti, chi con maggiore frequenza, chi un poco meno. La bellezza della storia dell’arte, in modo particolare, è che le opere parlano al presente, così come lo fanno i rispettivi autori. La storia ci permette di conoscere i tempi della narrazione e questo è un gran vantaggio per parlare con le opere”.

Di un artista vieni colpito dall’opera o dalla sua personalità e chi ti ha dato di più dal punto di vista umano.

“È l’impatto con l’opera che assume il ruolo di primo ed essenziale documento dell’incontro con l’artista. È difficile stendere una classifica. Certamente, ho due punti fermi: Enrico Crispolti, grande storico e critico dell’arte contemporanea, mio maestro, e il pittore Mario Carotenuto, al quale mi ha legato un sodalizio intenso. Due figure chiavi per comprendere ciò che sono state le mie scelte di vita. A Mario devo la capacità di leggere la sintassi che tiene insieme le parti, i gesti, le pennellate, i colori, le forme di una composizione pittorica; ad Enrico, l’analisi di me stesso nel mio tempo, vale a dire comprendere ogni istante del quotidiano ed interrogarsi sulla propria identità esistenziale”.

Ti sei mai ricreduto su un artista?

“Si! In alcune occasioni. Più che ricredermi, ho rivisto il mio punto di osservazione, sfrondando l’aneddotica che avvolgeva il suo vissuto o cercando di separare, razionalmente, ciò che osservavo, cioè le opere, dalla descrizione fatta dall’artista che, molte volte, era fuorviante”.

Recentemente hai curato i due volumi che raccolgono gli scritti di Enrico Crispolti. La sua figura quanto ha segnato il tuo percorso di curatore e critico d’arte.

“Enrico è stato fondamentale per la mia formazione; a lui devo molto, al di là di dell’esperienza della Scuola di Specializzazione in Beni storico artistici dell’Università di Siena, della quale, dopo i due decenni della sua direzione, ne sono stato il direttore. Il dato fondamentale del suo insegnamento è stato l’attenzione rivolta a immaginare un ‘futuro’ che, nel corso del primo decennio del nuovo millennio, è stato utile, perché poneva una riflessione su quanto era accaduto negli anni Ottanta e Novanta. Non una verifica del nostro lavoro, ossia controllare le oscillazioni teoriche che hanno poi trovato, in molti casi, la loro vuotezza, tanto meno per tentare di accreditare traiettorie di coerenza, quanto per comprendere il processo di livellamento globalizzato (di dismissione dell’identità), degenerazione del protagonismo di una critica che ha consacrato la decadenza di un secolo oramai giunto al capolinea. Abbiamo lavorato con gli studenti, nell’intento di mostrare loro quelle esperienze che hanno disperso, nelle maree di opportunità solo spettacolari, l’identità che è propria dell’arte, che si salda alle prospettive dell’uomo. All’impero dell’ideologia che, anche dopo il Sessantotto, scandiva i toni del dibattito, ha fatto seguito una critica comparsa con irruenza sulla scena più celebrata dei media, la televisione, luogo ascensionale della necessità di una continua autocelebrazione, ai fini dell’accreditamento nelle sfere alte del sistema dell’arte e per esso il punto terminale rappresentato dal mercato”.

Hai alle spalle una vita dedicata all’insegnamento nelle accademie e nell’università. Come ti sembrano le nuove generazioni di studenti.

“Ho avuto la fortuna di lavorare sia nelle Accademie di Belle Arti, da Catanzaro a Reggio Calabria, a Urbino, per poi quasi dieci anni a Brera e, infine, a Napoli, tutto dall’alba degli anni Ottanta fino al 2005, quando ho iniziato la mia docenza presso l’Università di Siena, dove ho insegnato per vent’anni. Lo scenario della contemporaneità si palesava ai miei occhi, dapprima nelle vesti di docente di storia dell’arte di studenti i cui sogni erano quelli di ascendere alla fama internazionale, come pittori, scultori, scenografi, eccetera: diversi di loro, quest’obiettivo l’hanno raggiunto o sfiorato. Con gli studenti che hanno frequentato i miei corsi triennali, magistrali e, infine, la specializzazione, il confronto è stato diverso. Avevo di fronte futuri storici o critici d’arte contemporanea e quindi avevo l’obbligo di porre insieme riflessioni sul destino della storia e della critica, di osservare paesaggi mutevoli e molteplici, dai quali guardare la contemporaneità, anche se la scena di fondo restava e resta la metropoli, con i suoi ritmi accelerati, i suoi conflitti, come li aveva inquadrati Mitscherlich, che si annidano nelle laiche ritualità, oggi ancora più estese all’etere. Entrare in questa sfera, malgrado tutti i vantaggi che essa comporta, significa piegarsi al dominio delle idee (oggi la stratosfera creativa) e delle conoscenze assunte, però, come avverte Rifkin, unicamente quali ‘principali generatori di ricchezza’ ”.

A Salerno hai organizzato le mostre “Mediterraneo Mirò” e “Pablo Picasso. I ‘luoghi’ e i ‘riti’ del mito”. Poteva essere l’inizio di un discorso alto per la città, invece…

“Invece niente! È solo un bel ricordo, un’esperienza che spinge a meditare su cosa sono gli intellettuali, cos’è la politica, chi sono i nostri amministratori. Partirei dagli intellettuali, da una particolare specie di intellettuali, i radical chic, quelli che in nome della democrazia fanno i peggiori danni alla comunità. Ricordo, nel caso della citata mostra dedicata a Picasso, di un professore universitario di filosofia che, senza vedere la mostra, ma solo per sentito dire, dichiarò ad un giornale che la mostra non meritava. Pensai lungamente a quella espressione e compresi la vuotezza di quegli insegnamenti che proclamava nelle sue lezioni. Il racconto di quella stagione lo conoscono oramai in pochi; i giovani, quelli che oggi sono ventenni, ne sanno ben poco, solo lontani echi”.

Picasso è stato il più grande o il più celebre artista del XX secolo?

“Non direi. Picasso ha espresso molto, soprattutto ha avuto la capacità di porre l’eclettismo come riflessione etica sul proprio tempo. L’Olimpo dell’arte plastica del XX secolo è gremito di personaggi che hanno contribuito ad aprire grandi, immensi varchi all’immaginazione dell’uomo, che ha vissuto il tempo lungo del ‘secolo breve’ ”.

L’arte e la bellezza possono modificare o influenzare il modo di vivere.

“È dall’età della caverna, dal toro di Altamira, dai 6500 figure della grotta di Lascaux, che l’uomo produce immagini del suo tempo per trasmettere il senso dell’avvenire. Millenni che l’arte parla all’uomo, ed eccoci qua ancora a parlare di bombe, di missili, di possibilità che l’atomica scenda in campo. Questo non vuol dire che dobbiamo abbandonare gli artisti, sperare di vedere e rivedere sempre le loro opere. Evito, però, di usare in modo strumentale l’arte”.

Quanto è importante la scrittura nella critica d’arte.

“Molto, però la bella scrittura non deve essere il pretesto per scrivere testi, recensioni, articoli, dai quali traspare la disinformazione. La critica e la storiografia dell’arte hanno principi inderogabili”.

Cosa non tolleri della critica d’arte o pseudo tale dei nostri giorni?

“Detesto il saccheggio, ossia il far proprio il lavoro che è stato fatto da altri. Così mi è capitato di vedere riproduzioni di opere, in parte fotografie da me realizzate, di disegni o di dipinti appartenenti alla mia collezione, indicate in archivi inventati al momento. Oppure interi brani di saggi scritti oltre trent’anni fa, appena rivisti e ripubblicati come propri. Il dato peggiore è quello che, non per negligenza o per vanagloria, l’omessa citazione o l’intera dimenticanza è voluta, come è capitato qualche anno fa parlando del lavoro di Ugo Marano, al quale il MuseoFRaC Baronissi, in collaborazione con la Scuola di Specializzazione dell’Università di Siena e con la mia curatela scientifica, ha dedicato la più grande mostra antologica. In quell’occasione, è stata pubblicata una importante monografia, contenente saggi di alto rilievo scientifico, che hanno fatto piazza pulita dell’aneddotica che avvolgeva la figura di Ugo. L’antologica era allestita in tre sedi: al Museo-FRaC, la scultura e il design, alla Torre di Cetara-Museo Civico, la pittura e la collezione del MuseoVivo, a Villa Guariglia, la sezione dedicata alla ceramica. Non mi sembra un evento da poter dimenticare. Un improvvido professore che un tempo insegnava nell’Ateneo salernitano, forse con una punta di acido - anche gli intellettuali nei panni delle ‘vedove’ dell’artista scomparso e, soprattutto se esclusi, sono presi da tali regressioni, avrebbe detto Freud - cinque anni dopo ha condiviso l’idea che Marano fosse stato dimenticato e parla di un ‘ritardo della critica corrente’. Beh, è quanto dire sulle sue pretese conoscenze!”.

Qual è un possibile nuovo orizzonte verso il quale proietteresti l’attività dello storico e del critico d’arte?

“Quello dello storico e del critico d’arte sono approcci inscindibili tra loro: lo storico con il suo lavoro svolge le funzioni di critico, in quanto fa una scelta dei documenti, li organizza dando loro un valore, quindi un giudizio. Il critico esprime un giudizio in un preciso momento, segnando una pagina di storia piccola o grande che sia. Oggi, che il tempo di contatto con gli studenti si è esaurito, perché è sopraggiunta la pensione, con alcuni giovani artisti, mi sono posto la domanda: “Cosa può o potrà la critica in uno scenario addivenire?”. Ciò, sia rispetto alla perdita della sua identità nel dialogo del pressante affermarsi dei nuovi media, sia riguardo alla scompaginata prospettiva che si propone nell’attualità, nell’odierno scenario, ove si segnala l’urgenza di una effettiva azione che richiami in sé una partecipazione non verticistica, calata dall’alto e quasi sempre auto celebrativa, bensì pronta a porsi come compartecipe di un processo di comprensione, che non significa di traduzione o d’interpretazione ‘estetologica’, quanto di un’affermata identità esistenziale nel proprio presente. V’è la necessità di una critica che, come ha richiamato in più occasioni Jean Clair e, tempo addietro, nel suo Inverno dell’arte, si sganci dall’orizzonte dell’economia che ha piegato la storia, come avvertiva François Furet in chiusura di secolo scorso, all’oscillazione quotidiana della borsa, riportando l’arte al suo valore d’uso, di testimonianza. L’identità di un critico d’arte, così come quella dell’artista, dovrà rispondere ad un’effettiva e partecipata necessità esistenziale, interrogandosi sul futuro e sul destino che la propria esperienza testimonierà”.

E per il futuro? La curatela a Milano, per il triennio 2023-25, delle mostre e dei cataloghi del prestigioso Premio Bice Bugatti-Segantini, la realizzazione del Museo della ceramica contemporanea mediterranea (MCCM) a Cava de’ Tirreni progetto condiviso con François Burkhardt e, poi, altri libri da scrivere, altri incontri con pittori, altre mostre da allestire, altre conferenze in giro per l’Italia e tante telefonate con ex alunni che gli chiedono consigli. Un futuro, senza ansia, anzi con il sorriso, dove ci sarà tempo per godersi i nipotini, coltivare il suo piccolo orto di Sieti e veleggiare sulle onde del mare verso le mete del cuore.

*Brani tratti dall’intervista pubblicata in “Eventi”, del 8 settembre 2023.

Presentata sabato 9 settembre, la mostra "𝐑𝐨𝐩𝐚 𝐕𝐢𝐞𝐣𝐚, 𝐚𝐬𝐩𝐞𝐭𝐭𝐢 𝐝𝐞𝐥𝐥'𝐚𝐫𝐭𝐞 𝐜𝐨𝐧𝐭𝐞𝐦𝐩𝐨𝐫𝐚𝐧𝐞𝐚 𝐜𝐮𝐛𝐚𝐧𝐚", opere della 𝐅𝐨𝐧𝐝𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐑𝐨...
12/09/2023

Presentata sabato 9 settembre, la mostra "𝐑𝐨𝐩𝐚 𝐕𝐢𝐞𝐣𝐚, 𝐚𝐬𝐩𝐞𝐭𝐭𝐢 𝐝𝐞𝐥𝐥'𝐚𝐫𝐭𝐞 𝐜𝐨𝐧𝐭𝐞𝐦𝐩𝐨𝐫𝐚𝐧𝐞𝐚 𝐜𝐮𝐛𝐚𝐧𝐚", opere della 𝐅𝐨𝐧𝐝𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐑𝐨𝐬𝐬𝐢, che si collocano all'interno dei progetti internazionali legati al Premio Bugatti Segantini. "É il risultato di una raccolta di progetti, dal 2009 fino ad oggi che hanno coinvolto, artisti, poeti, fotografi." - ha commentato 𝐋𝐮𝐢𝐠𝐢 𝐑𝐨𝐬𝐬𝐢 - "All'interno della mostra si trovano disegni, testi, filmati di performance ma soprattutto la storia e i video degli autori, una ricchezza culturale e una profondità di pensiero che merita la nostra attenzione" . Una mostra curata una dal professore 𝐌𝐚𝐬𝐬𝐢𝐦𝐨 𝐁𝐢𝐠𝐧𝐚𝐫𝐝𝐢 visitabile dal 9 settembre al 14 ottobre.

Nova Milanese, Centro Culturale Villa Brivio, Piazzetta Prinetti, 4

19/02/2023
27/09/2021
30/08/2021

L’associazione Amici dei Musei di Corato APS, impegnata nello studio del patrimonio culturale cittadino e non e nella sua promozione, nell’ambito del programma dell’Estate Coratina 2021 organizza l’evento "Paesaggi. Luoghi di esistenze" che si terrà nei giorni 3 e 4 settembre presso San Magno, Masseria Loiodice. L'evento, patrocinato dal Comune di Corato e dall’Ente Parco Nazionale dell’Alta Murgia, intende offrire uno spazio di riflessione sul paesaggio quale elemento mediatore tra uomo e natura: interrogarsi sul paesaggio significa interrogarsi sul mondo, le vite, il passato e il futuro degli uomini.

Di seguito il programma dell’iniziativa:
Venerdì 3 settembre 2021 alle ore 18:00 presso San Magno, Masseria Loiodice, Corato/S.P. 19 km 9700 sarà presentato il libro "Terrazze al sole. Il paesaggio e la vita italiana nella pittura dei viaggiatori del XX secolo" (Liguori Editore, 2019) dello storico e critico d’arte Massimo Bignardi, il quale si occupa da anni di Arte ambientale e del tema del viaggio contemporaneo in Italia, in particolare al Sud. Ripercorrendo i soggiorni di artisti stranieri nell’Italia del XX secolo, è possibile scoprire “la molteplicità della visione che è propria del viaggio”, piegare l’attenzione verso “realtà introspettive”, fare “esperienza del riconoscersi”.
L’incontro con l’autore sarà arricchito dall’installazione "Spazi oggettivi dello sguardo" dell’artista Paolo De Santoli, docente di Discipline Pittoriche nelle scuole secondarie di secondo grado, operatore e coordinatore dello Spazio d’Arte RA presso Terlizzi. Si tratta di una selezione di opere sul paesaggio, già in mostra al Museo FRaC - Baronissi (16-30 maggio 2021) per la rassegna "Luoghi del Paesaggio", che saranno esposte presso la stessa masseria il 3 e il 4 settembre.
Sabato 4 settembre 2021 alle ore 17:00, con raduno presso San Magno, Masseria Loiodice, Corato/S.P. 19 km 9700, si terrà un percorso naturalistico con guida abilitata dell’Ente Parco Nazionale dell’Alta Murgia.
Gli appuntamenti prevedono ingressi contingentati e numericamente limitati, nel rispetto delle norme anticovid. In occasione dell’appuntamento del 3 settembre, è prevista la degustazione di un aperitivo sfizioso a cura di Castiglia Bar - Corato con ticket.

Per info e prenotazione: [email protected]

AMICI DEI MUSEI - Corato
FIDAM - Federazione Italiana Amici dei Musei
Massimo Bignardi
Paolo Desantoli
Comune di Corato
Parco Nazionale Alta Murgia
Castiglia Bar

23/08/2021

Il paesaggio è ciò che l'occhio può abbracciare, ciò che è percettibile con tutti i sensi, anche con l’animo.
Il paesaggio è luogo di memorie locali, di testimonianze passate.
Il paesaggio è rappresentazione linguistica, letteraria, pittorica.
Il paesaggio è tramite tra uomo e ambiente.
Il paesaggio è territorio espressivo di identità, prodotto sociale, bene dinamico.
Il paesaggio è valore fondante della Repubblica, bene comune, patrimonio collettivo.
Interrogarsi sul paesaggio è interrogarsi sul mondo, le vite, il passato e il futuro degli uomini.

Per approfondire questo interessante tema, AMICI DEI MUSEI CORATO APS vi invita a seguire la sua pagina Facebook e partecipare all’evento “PAESAGGI. LUOGHI DI ESISTENZE” che si terrà nei giorni 3 e 4 settembre 2021 presso San Magno, Masseria Loiodice, Corato/S.P. 19 km 9700 secondo il seguente calendario:

Venerdì 3 settembre ore 18,00
Presentazione del libro “Terrazze al sole. Il paesaggio e la vita italiana nella pittura dei viaggiatori del XX secolo”, Liguori Editore, di Massimo Bignardi

“Spazi oggettivi dello sguardo”, installazioni di Paolo De Santoli. Opere pittoriche sul paesaggio già in mostra al Museo FRaC di Baronissi (2021)

Sabato 4 settembre ore 17,00
Percorso naturalistico con guida abilitata dell’ Ente Parco Nazionale dell’Alta Murgia
Per info [email protected]

AMICI DEI MUSEI - Corato
FIDAM - Federazione Italiana Amici dei Musei
Massimo Bignardi
Paolo Desantoli
Comune di Corato
Parco Nazionale Alta Murgia
Castiglia Bar

Piero della Francesca, Battesimo di Cristo, 1445 circa, tempera su tavola, Londra, National Gallery (particolare).

https://www.facebook.com/141179374454458/posts/287939609778433/?d=n
23/08/2021

https://www.facebook.com/141179374454458/posts/287939609778433/?d=n

Il paesaggio è ciò che l'occhio può abbracciare, ciò che è percettibile con tutti i sensi, anche con l’animo.
Il paesaggio è luogo di memorie locali, di testimonianze passate.
Il paesaggio è rappresentazione linguistica, letteraria, pittorica.
Il paesaggio è tramite tra uomo e ambiente.
Il paesaggio è territorio espressivo di identità, prodotto sociale, bene dinamico.
Il paesaggio è valore fondante della Repubblica, bene comune, patrimonio collettivo.
Interrogarsi sul paesaggio è interrogarsi sul mondo, le vite, il passato e il futuro degli uomini.

Per approfondire questo interessante tema, AMICI DEI MUSEI CORATO APS vi invita a seguire la sua pagina Facebook e partecipare all’evento “PAESAGGI. LUOGHI DI ESISTENZE” che si terrà nei giorni 3 e 4 settembre 2021 presso San Magno, Masseria Loiodice, Corato/S.P. 19 km 9700 secondo il seguente calendario:

Venerdì 3 settembre ore 18,00
Presentazione del libro “Terrazze al sole. Il paesaggio e la vita italiana nella pittura dei viaggiatori del XX secolo”, Liguori Editore, di Massimo Bignardi

“Spazi oggettivi dello sguardo”, installazioni di Paolo De Santoli. Opere pittoriche sul paesaggio già in mostra al Museo FRaC di Baronissi (2021)

Sabato 4 settembre ore 17,00
Percorso naturalistico con guida abilitata dell’ Ente Parco Nazionale dell’Alta Murgia
Per info [email protected]

AMICI DEI MUSEI - Corato
FIDAM - Federazione Italiana Amici dei Musei
Massimo Bignardi
Paolo Desantoli
Comune di Corato
Parco Nazionale Alta Murgia
Castiglia Bar

Piero della Francesca, Battesimo di Cristo, 1445 circa, tempera su tavola, Londra, National Gallery (particolare).

23/08/2021

dati.beniculturali.itè la piattaforma in cui il MIBACT pubblica il proprio patrimonio informativo secondo la logica dei LOD GitHubcatalogo generale Vai E’ un’interfaccia machine-to-machine che offre LOD interrogabili direttamente da qualsiasi applicazione, rispondendo in tal modo all’esigenza...

23/08/2021

Artsy is the world’s largest online art marketplace. Browse over 1 million artworks by iconic and emerging artists from 4000+ galleries and top auction houses.

Indirizzo

Fisciano
84084

Notifiche

Lasciando la tua email puoi essere il primo a sapere quando Geaart periodico di cultura e arti visive pubblica notizie e promozioni. Il tuo indirizzo email non verrà utilizzato per nessun altro scopo e potrai annullare l'iscrizione in qualsiasi momento.

Contatta L'azienda

Invia un messaggio a Geaart periodico di cultura e arti visive:

Video

Condividi


Altro Fisciano società di media

Vedi Tutte

Potrebbe piacerti anche