06/02/2024
Vi dice qualcosa il nome Giangi Franz? È il marito dell'ex-assessore all'urbanistica e consigliere comunale d’opposizione Roberta Fusari. A livello nazionale, è più noto come il professore universitario dell'Università di che ha scritto che i veneti, durante una calamità naturale, "non meritavano nessuna compassione e nessunissima solidarietà". Anche in presenza di morti.
Sono certo che molti di voi lo ricordino ancora, e non so se considerarlo un bene o un male. In ogni caso, preferisco sorvolare, anche quando vengo offeso, ma dopo il suo ultimo post di oggi, che in molti mi avete girato, ho deciso di rispondere, consapevole che ciò porterà al solito e patetico 'girotondo' di solidarietà per i commenti negativi che riceverà.
Ma è giusto che sia così. Non si tratta di ‘sh*tstorming’, come qualcuno erroneamente sostiene, ma solo di assumersi le responsabilità di quanto scritto pubblicamente sulla propria pagina, con l’aggravante di svolgere un ruolo presumibilmente educativo per i nostri giovani, cioè quello di professore universitario.
A questo punto già parte la prima e spontanea domanda: quando trova il tempo per fare il professore se passa tutto il tempo a disseminare il web di commenti?
I miei ricordi dei professori universitari sono decisamente diversi.
Oggi, in poche semplici mosse, riesce ad offendere gli abitanti delle frazioni, in particolare quelli di Burana di , da lui considerati 'Il nulla' (lo scrive in un commento), e a criticare un ristoratore per la sua legittima distesa in piazzetta Sant'Anna, descrivendo tutto ciò come “buzzurro e dozzinale”, frutto di una “egemonia di una subcultura bottegaia di corto respiro”.
In primo luogo questa distesa è presente da anni e mi sorprende che il professore se ne sia accorto solo ora. Durante il periodo Covid i dehor hanno dato sollievo a molte attività, non solo nel centro storico, e continuano ad essere importanti in un periodo economico difficile. Poi i termini sono stati prorogati a livello nazionale fino al 31 dicembre 2024, con la legge di bilancio del 2023.
Le parole 'subcultura bottegaia' le ritengo gravi, come se commercianti, esercenti, baristi, ristoratori e tutti coloro si occupano di questo tipo di accoglienza, fossero comunemente noti per promuovere iniziative di basso valore culturale.
Magari ce ne fossero di più di botteghe! Le considero un patrimonio culturale, identitario e valoriale, specialmente nelle nostre zone.
In secondo luogo, mi chiedo cosa possa insegnare ai suoi studenti con questo post: essere originari di piccole frazioni è uno svantaggio per la propria vita professionale? Qualcosa di cui vergognarsi, addirittura?
Non so da quale 'nobile' quartiere italiano provenga il dottor Giangi Franz, ma rimango esterrefatto di come una persona con questi valori possa insegnare nel nostro Ateneo.
Che il Partito Democratico si sia sempre espresso contro le distese non è una novità, come dimostrano numerosi commenti sui social e articoli sui quotidiani.
Preoccupante che a questo post di Giangi Franz segua l'apprezzamento del consigliere comunale del PD, Iaria Baraldi, che evidentemente con il suo “like” condivide il pensiero del professore, anche per quanto riguarda la 'sofisticata' riflessione sulla provenienza di una persona.
Anzi no, perdonatemi, devo correggermi: se si proviene da altri luoghi, si è considerati 'cittadini del mondo', esportatori di cultura e risorse per la città, con pieni diritti, ad esempio quello di ottenere anche una casa popolare. Se invece si proviene da un territorio vicino come Burana, si è automaticamente etichettati come 'buzzurri', promotori di eventi che alimentano “la subcultura” e "indegni" di amministrare una città, e forse anche di respirare la stessa aria.
Questa presunta superiorità morale, culturale e valoriale che tentano di imporre con finalità educative nei nostri confronti- nient’altro che plebaglia informe- non è qualcosa ci appartiene e che intendiamo seguire.
Ebbene sì, sono di Burana, in provincia di Ferrara. Lì ho la mia casa, la mia terra, la mia famiglia e i miei amici. Non l’ho mai nascosto perchè ne vado orgoglioso.
Un consiglio da veterano: non parlate sempre di me e di ciò che non vi piace. Raccontate alla città cosa vi piacerebbe fare, perché da anni i ferraresi attendono le vostre idee e le proposte concrete, ma a pochi mesi dal voto, c’è ancora “il nulla”.
Non vedo l'ora di dimostrare, per la seconda volta, che essere di una piccola frazione 'nel nulla', come dice il professore, non può essere considerato uno svantaggio.