I Siciliani

I Siciliani Rivista di politica, attualità e cultura
A che serve vivere, se non c'è il coraggio di lottare? ww Terzo, non si sentono autosufficienti.

I Siciliani giovani è un progetto di rete
Non potrebbe esistere senza il contributo di Stampo Antimafioso (Milano), Libera Informazione, Napoli Monitor, Mamma!, Ucuntu, i Cordai, La Periferica, daSud, Antimafia2000, Telejato, Generazione Zero, Marsala.it, DiECieVENTiCiNQUE e altre ancora. Tutte queste testate, diversissime fra loro (si va dal giornale di città o di quartiere al portale internet) h

anno in comune alcune cose. Primo, sono fatte prevalentemente da giovani e sono un’altra cosa rispetto all’informazione ufficiale. Secondo, hanno una forte caratterizzazione civile (e in particolare antimafiosa). L’idea è di una rete informale di piccoli e grandi giornali di base e siti, ciascuno di per sé autonomo ma tutti col buonsenso di completarsi a vicenda. Così sempre più storie, esperienze, idee verranno messe a disposizione di un pubblico – e di una società – sempre più appassionato e sempre più vasto. http://www.isiciliani.it/facciamo-rete/ #.UP1t1iccRUY

Approvata al Senato l’abolizione dei test di Medicina e Chirurgia, Odontoiatria e Veterinaria. Un “primo semestre-filtro...
29/11/2024

Approvata al Senato l’abolizione dei test di Medicina e Chirurgia, Odontoiatria e Veterinaria. Un “primo semestre-filtro” regolerà l’accesso ai corsi di laurea

Approvata al Senato l’abolizione dei test di Medicina e Chirurgia, Odontoiatria e Veterinaria. Un “primo semestre-filtro” regolerà l’accesso ai corsi di laurea 87 voti favorevoli, 40 contrari e 18 astensioni: la riforma viaggia con il vento in poppa, la Ministra al timone, i politici della ...

05/11/2024

Ogni tanto si vota, negli imperi. E noi votiamo pure, ma coi semplici fatti della nostra vita quotidiana Si vota a Milazzo, Sicily, come a Springfield, Illinois. I secondi metteranno qualcosa dentro un’urna, i primi si limiteranno ad ascoltare la tv (entrambi fan parte dello stesso mondo), In alt

Dopo il raddoppio delle tariffe per le mense scolastiche, il Sindaco Enrico Trantino taglia i servizi per bambini e raga...
30/10/2024

Dopo il raddoppio delle tariffe per le mense scolastiche, il Sindaco Enrico Trantino taglia i servizi per bambini e ragazzi con disabilità: la cura verso la famiglia di Fratelli d'Italia.

Dopo il raddoppio delle tariffe per le mense scolastiche, il Sindaco Trantino taglia i servizi per bambini e ragazzi con disabilità: la cura verso la famiglia di Fratelli d'Italia.

2014Il Brics è fragile: una protesta, non un'alternativa. L'America si suicida (fifty-fifty). L'Europa non esiste. Il mo...
26/10/2024

2014
Il Brics è fragile: una protesta, non un'alternativa. L'America si suicida (fifty-fifty). L'Europa non esiste. Il mondo non ha un padrone, e neanche due padroni che se lo dividono. E fa caldo, fa molto caldo.

Da 90 centesimi a pasto a 2 euro. Nel frattempo Sindaco e Giunta si aumentano lo stipendio.
24/10/2024

Da 90 centesimi a pasto a 2 euro. Nel frattempo Sindaco e Giunta si aumentano lo stipendio.

Da 90 centesimi a pasto a 2 euro. Nel frattempo Sindaco e Giunta si aumentano lo stipendio. Il 28 ottobre con quasi due mesi di ritardo dall'inizio dell'anno scolastico sarà avviato il servizio mensa per gli alunni delle scuole del Comune di Catania. Le famiglie troveranno una triste sorpresa. Co

A Catania, è evidente a tutti, non ci sono urgenze istituzionali. Il giovedì mattina le massime autorità civili e milita...
12/10/2024

A Catania, è evidente a tutti, non ci sono urgenze istituzionali. Il giovedì mattina le massime autorità civili e militari, possono seranamente andare tutte insieme ad inaugurare un nuovo supermercato.

Ci sono il Questore di Catania e il Comandante Provinciale dei Carabinieri, il Vicecomandante Provinciale della Guardia di Finanza, il Sindaco di Catania, l’amministratore delegato dell’aeroporto di Catania e in prima fila, davanti a tutti, c’è la Prefetta di Catania. Sul palco d’ordinanza ...

21/09/2024

Una storia italiana
Un ragazzo si fa ammazzare per difendere una donna. Un giovane come tanti, uno del centro sociale. Generali e ministri idrofobi “difendono l’Italia”. Ma i veri difensori sono quelli come Giacomo, coraggiosi e “compagni”

Venezia. “Ucciso mentre cercava di difendere una donna. Giacomo Gabbato, 26 anni, attivista di un centro sociale, è morto in ospedale per una coltellata, un altro ragazzo è rimasto gravemente ferito. Fermato con l’accusa di omicidio un uomo di origini moldave. I due avevano sentito gridare ed erano accorsi in aiuto alla donna aggredita”.
* * *
“Questa notte due nostri compagni – comunica il Centro sociale Rivolta di Mestre - sono stati accoltellati mentre difendevano una donna che stava subendo una rapina. Uno ha riportato gravi ferite ed uno ha perso la vita. Questo per noi è il tempo del dolore. Troppo dolore, un dolore che toglie le parole. Quello che pensiamo, tutto quello che proviamo, troveremo il modo di dirlo.. Ora diciamo solo che esigiamo di non essere usat3 da chi semina odio. C’è un colpevole. È una persona, una singola. Non importa dove sia nato o di che colore abbia la pelle. E tutto questo succede in una città abbandonata da anni a sè stessa. Non accettiamo strumentalizzazioni. E non le accettiamo per Giacomo che sarà sempre con tutt3 noi e per Sebastiano che è con il cuore a pezzi. A Giacomo, che nella sua giovane vita ha sempre lottato per una società inclusiva, multiculturale, antirazzista lo dobbiamo. Ciao Giacomo sarai sempre con noi”.
* * *
Questa è una storia italiana, sul coraggio e la generosità di un giovane cittadino, e sulla civiltà e la ragione, pur nel dolore, dei suoi compagni. L’Italia di una volta, umana e fiera, ribelle alle prepotenze e pronta a correre in aiuto, è tutta qua: ed è un’Italia giovane, non di palazzo ma di strada. L’Italia ufficiale, che crede di esistere e di essere italiana perché “difende i confini”, è tutta un’altra cosa.
Ministri capitribù, politici truffaldini, generali da film comico, razzistelli da facebook, in realtà non esistono: sono solo fantasmi che strepitano, fanno danno, ammazzano talvolta, ma svaniranno. Nessuno ricorderà i loro nomi.
Giacomo e i suoi compagni invece sono il mondo reale, in carne e ossa. L’Italia vera. Un paese un po’ buffo ma simpatico, che si sfotte a vicenda ma che quando occorre si “stringe a coorte”; vanitoso, irritante, ma di cuore. Un paese che perde le guerre grazie ai suoi buffi generali, ma che sa scacciare a fucilate gli invasori – gli invasori veri, non i poveracci che arrivano disperati sul suo mare. Noi, i Siciliani, stiamo con i compagni di Venezia. Una parola seria, un po’ “politica” se volete, ma molto – a modo suo – molto più profonda.

21/09/2024

Non sono gli archi della marina a separare il porto dalla città ma le scelte di chi ha gestito l'autorità portuale fino ad oggi, gli interessi mafiosi, le logiche predatorie di imprenditori senza scrupoli, i silenzi di amministratori collusi e compiacenti che non hanno mai fatto valere gli interes...

“Quanto, infine, ai cosiddetti grandi affari dal Ciancio Sanfilippo portati avanti nel settore dell'edilizia e della imp...
19/09/2024

“Quanto, infine, ai cosiddetti grandi affari dal Ciancio Sanfilippo portati avanti nel settore dell'edilizia e della imprenditoria”[…] “l'istruttoria ha invece permesso di dimostrare l'indebita ingerenza nei confronti della Pubblica Amministrazione da parte dell'odierno imputato, il quale, in virtù del suo potere economico, finanziario e sull'informazione, è stato spesso in grado di condizionare le scelte da parte degli organi preposti all'amministrazione comunale e regionale, indipendentemente dai soggetti che vi fossero in un dato momento preposti, per la sua spregiudicata capacità di condizionare le scelte politico-amministrative per le quali aveva interesse (anche se per tali fatti-reato non risulta al Tribunale sia mai stata neppure esercitata l'azione penale)”.

Pubbliche le motivazioni della sentenza di assoluzione di Mario Ciancio Sanfilippo

Il Governo e l'Agenzia Nazionale per i beni confiscati, imbarazzati per la malagestione dei beni confiscati, hanno un'id...
18/09/2024

Il Governo e l'Agenzia Nazionale per i beni confiscati, imbarazzati per la malagestione dei beni confiscati, hanno un'idea straordinaria: impedire che si sappia dove si trovano e quanti sono i beni confiscati.

Problema risolto. I mafiosi ringraziano.

Cancellati i dati su numero e collocazione. “Così si impedisce il monitoraggio, si ferma la denuncia e si coprono i mafiosi”. Mentre si crocifigge la magistratura.

Anche quest’anno, come ogni estate, ho acceso il vecchio i-Mac – il primissimo tipo, quello a caramella che mi regalò En...
26/08/2024

Anche quest’anno, come ogni estate, ho acceso il vecchio i-Mac – il primissimo tipo, quello a caramella che mi regalò Enzo Baldoni prima di partire per Baghdad – ci ho riletto un paio di vecchie robe e l’ho rispento un’ora dopo. Di solito, ogni estate in quel giorno, scrivo pure qualcosa, ma stavolta non me la sono sentita. Scrivere dall’Italia, da *questa* Italia, su Baldoni? E se poi, da dove sta, dovesse leggermi e quindi – vedendo il mio paese di ora – ridermi amaramente? Perciò non parlerò di lui, di quel che fece in Iraq, ma di giornalismo. E anche di ciò con un pezzo vecchissimo. Che però, a voi che “voglio fare il giornalista” oggi, potrebbe ancora servire, nonostante tutto.

Di Riccardo Orioles

(Anche quest'anno, come ogni estate, ho acceso il vecchio i-Mac - il primissimo tipo, quello a caramella che mi regalò Enzo Baldoni prima di partire per Baghdad - ci ho riletto un paio di vecchie robe e l'ho rispento un'ora dopo. Di solito, ogni estate in quel giorno, scrivo pure qualcosa, ma stavo...

Riccardo OriolesGiornalismo. La scuola di Enzo Baldoni.(Anche quest’anno, come ogni estate, ho acceso il vecchio i-Mac -...
26/08/2024

Riccardo Orioles
Giornalismo. La scuola di Enzo Baldoni.
(Anche quest’anno, come ogni estate, ho acceso il vecchio i-Mac - il primissimo tipo, quello a caramella che mi regalò Enzo Baldoni prima di partire per Baghdad - ci ho riletto un paio di vecchie robe e l’ho rispento un’ora dopo. Di solito, ogni estate in quel giorno, scrivo pure qualcosa, ma stavolta non me la sono sentita. Scrivere dall’Italia, da *questa* Italia, su Baldoni? E se poi, da dove sta, dovesse leggermi e quindi – vedendo il mio paese di ora – ridermi amaramente? Perciò non parlerò di lui, di quel che fece in Iraq, ma di giornalismo. E anche di ciò con un pezzo vecchissimo. Che però, a voi che “voglio fare il giornalista” oggi, potrebbe ancora servire, nonostante tutto).
* * *
Giornalismo. Che differenza c'è fra il giornalismo - per esempio - di Feltri e quello - per esempio - di Baldoni? Non parlo di differenze "politiche". Da un punto di vista tecnico, voglio dire.
La differenza è che Feltri grida, mentre Baldoni parla a bassa voce. Non è una novità: anche Appelius gridava ("Il generale Badoglio è entrato ieri ad Addis Abeba") e anche Hemingway ("Vecchio al ponte") parlava a bassa voce. Destra e sinistra dunque, attraverso le generazioni? Non solo. C'è qualcosa di più, che attiene proprio alle radici profonde del mestiere.
Il giornalismo di Feltri nasce in un mondo sostanzialmente povero di notizie. Un mondo in cui ciò che succede accade lontano, arriva tardi, e incide relativamente poco sulla vita quotidiana. Quest'ultima, a sua volta, è una vita "normale". Di una normalità che nessuno mette in discussione. "Il generale è entrato ad Addis Abeba"? E che ce ne frega. Non ha importanza, poi, sapere che cosa ne pensa il barbiere di Addis Abeba. Tanto non lo incontreremo mai - il mondo in cui viviamo non ha nulla a che vedere col suo.
Da questo discendono subito due cose. La prima è che la notizia coincide con lo scoop, deve avere un "effetto" traumatico immediato e dev'essere gridata. La seconda è che il gestore di questa notizia, essendo uno dei pochissimi autorizzati a gestirla, è una persona importante. Poiché non mette assolutamente in discussione (e perché dovrebbe?) la "normalità" del sistema, e poiché questo sistema è basato su una gerarchia - ristretta e distinguibile - di piccole e grandi Autorità locali, di notabili insomma, ecco che il giornalista diventa un notabile anche lui. Feltri, e Appelius, in fondo non sono dei giornalisti "fascisti". Sono semplicemente dei gerarchi, dei notabili, esattamente come il sottosegretario dei trasporti o il podestà di Ravanusa. In più, hanno il bisogno fisiologico di "alzare" emotivamente le "notizie" che danno ("il Negus è semianalfabeta", "Baldoni è d'accordo coi terroristi") perché il valore delle loro notizie dipende principalmente dall'emotività che veicolano qui e ora.
Nel caso di Baldoni - del giornalismo di Baldoni - il background è ben diverso. Non siamo più in un mondo in cui si aggirano pochi e stenti segnali. Siamo in un mondo pieno di informazioni, piccole e grandi, per lo più immediatamente visibili nella nostra vita quotidiana. Il somalo, per me, non è un oggetto esotico che trovo sul giornale: è semplicemente il tizio che sta sull'autobus accanto a me. Siamo nello stesso mondo. Da lui, e dal suo mondo, mi giungono continuamente delle informazioni. Il mondo non è nemmeno più un mondo notabilare, retto da pochi. E' un mondo ramificato e complesso, in cui il potere è dato dal consenso. Se al mio nipotino non piacciono le patatine McDonald, e questo finisce nei sondaggi, il presidente Mc Donald - un uomo potente - è nei guai. Questa è una novità, una novità che pesa.
Così lo scoop, l'effetto, perdono di valore. Gridare è quasi inutile, perché qua parlano tutti. Una vociata occasionale può turbare il lettore d'oggi, ma non persuaderlo. Bisogna convincerlo a poco a poco, sommessamente. Ragionare. Parlare. Portare le cose "piccole", ma fondamentali, su cui la nostra vita si basa, dappertutto. Perciò, se il giornalismo vecchio era quello dell'"effetto", il giornalismo moderno è quello della "storia di vita".
La storia si può raccontare con molti trucchi tecnici, per lo più molto antichi (presente Erodoto?). Ma i suoi strumenti fondamentali appartengono all'intellettuale umanistico, alla persona; non al "giornalista" nel senso - specialistico - feltriano. Io per esempio sono un giornalista perché so usare XPress, calcolare un battutaggio, passare un pezzo, mettere in piedi un cartaceo e così via. Non sono un giornalista per quel che scrivo. Questo può farlo "chiunque", con una determinata formazione, e lo farà tanto meglio quanto più sarà vivo. Lo strumento culturale di base non è più cioè l'appartenenza a un notabilato specialistico, ma la partecipazione colta e cosciente alla vita quotidiana delle persone. Questo significa subito che, se faccio il giornalista, non sono necessariamente un notabile: sono semplicemente un tecnico specializzato (in XPress). Per il resto, valgo quanto vale la mia sensibilità e la mia cultura: come tutti.
* * *
Il giornalismo antico aveva dei mezzi di distribuzione assai limitati. Marco Polo è riuscito a raccontare quel che aveva visto solo grazie a una serie di colpi di c**o (finire in cella con un intellettuale) del tutto imprevedibili. Kipling aveva bisogno di un editore. E tutti abbiamo avuto bisogno di rotative, di distributori, di macchine, in ultima analisi (salvo eccezioni: I Siciliani, Avvenimenti e altri pochi) di un padrone. Il giornalismo antico è, per sua tecnologia, coartabile e centralizzato.
Il giornale di Baldoni invece si chiama Bloghdad.splinder.com. Se vai su Splinder, puoi farti il tuo giornale - non dico i contenuti - nel giro d'un paio di ore. Difatti, ce ne sono migliaia. Puoi farlo benissimo anche tu. O puoi fare una mail, un sito, una e-zine come questa. Puoi *comunicare*.
Il giornalismo moderno ha dei mezzi di distribuzione illimitati. Non è centralizzato, e non è coartabile da nessuno. L'unica cosa che gli manca è l'antico status notabilare. Questo è un guaio per il giornalista. Ma non per il lettore.
* * *
Questa trasformazione è avvenuta ormai da diversi anni, il suo strumento tecnico è l'internet, la sua ideologia l'umanesimo e il suo background storico la globalizzazione. Baldoni c'era dentro fino al collo. Adesso, naturalmente, è un "giornalista" anche lui, ora che è morto. Come la Cutuli (promossa inviata dopo), come Ciriello, come Alfano ucciso dai mafiosi in Sicilia e pagato tremila lire a pezzo, come quel collega di Catania che in questo momento, per sopravvivere, sta scaricando casse e imballaggi all'aeroporto. "Giornalisti" tutti. Ma forse è arrivato il momento di separare le razze. Se Feltri è giornalista, evidentemente Baldoni non lo è. E viceversa. Non è un discorso moralistico, come si dice. E' semplicemente un fatto tecnico, di mestiere. Fra vent'anni, vedremo chi dei due sarà considerato storicamente un giornalista e chi no.
* * *
Sarebbe bene che anche coloro che - notabilarmente - tengono i registri del "giornalismo" comincino a riflettere un po' su queste cose. Mi riferisco all'Ordine dei giornalisti e alla Federazione della stampa. Sono dei club simpatici, che hanno avuto una loro funzione ai tempi del giornalismo antico. Adesso però debbono decidere se vogliono continuare a occuparsi di giornalismo o no.
Che fine fanno - tanto per dirne una - tutte le polemiche di salotto su Farini? Roberto Farini, braccio destro di Feltri, è quello che ha affermato che Enzo Baldoni era amico dei terroristi iracheni. L'ha scritto nero su bianco, avendone dunque (visto che è un giornalista) le prove. Non l'ha scritto perché ce l'avesse in particolare con Baldoni - che gliene frega - ma così tanto per fare lo scoop, per l'"effetto". Bene: questo Farini è un "giornalista" o no? In questo momento, nel sistema dei notabili, c'è un'autorità precisa che può stabilirlo, ed è l'Ordine dei giornalisti. Mi aspetto che esso risponda a questa domanda, visto che tocca a lui rispondere. Se no, bisognerà pur trarne qualche conseguenza.

(26 agosto 2004-26 agosto 2024)

Noi scoutMi è appena arrivata la nomina, non so quanto regolare, firmata da Mauro Biani. Fra i miei compagni, in questi ...
26/07/2024

Noi scout

Mi è appena arrivata la nomina, non so quanto regolare, firmata da Mauro Biani. Fra i miei compagni, in questi trenta-quarant'anni, almeno unadozzina erano stati negli scout e ne erano orgogliosissimi. Il gruppo dei Siciliani giovani di Librino, col loro giornale di quartiere ("La Periferica"), erano quasi tutti scout, col loro bravissimo capo Massimiliano Nicosia. Beh, ogni tanto mi posso vantare un poco anch' io?
😊

Giovanni CarusoRICORDIAMO BORSELLINO CAMMINANDOAncora una volta ci siamo allacciati le scarpe, e via. “I beni dei mafios...
18/07/2024

Giovanni Caruso
RICORDIAMO BORSELLINO CAMMINANDO
Ancora una volta ci siamo allacciati le scarpe, e via. “I beni dei mafiosi a chi lavora! E i soldi pure”

Dal quel 19 luglio del ‘92 a questo 19 luglio 2024.
Il pomeriggio caldo quel 19 luglio del 1992. Il terrazzo della scuola Andrea Doria bruciato dal sole, solo un angolino d'ombra, due ragazzi che sonnecchiano e ogni tanto una parola.
La domenica è sempre così: ragazzine e ragazzi al mare coi genitori, "abbiati” sulla spiaggia della Plaja, con le mamme che urlano: “Nesci dall'acqua, adiventi comu un baccalà".
Suona il telefono nella segreteria trasformata in ufficio stampa da quando il 24 giugno ragazzi e ragazze hanno deciso di abitare la scuola dopo la strage di Capaci. Per capire e conoscere il quartiere, per capire e conoscere, come la mafia eriesce a opprimere comandare a San Cristoforo. Lo fanno giocando e imparando dai bambini del quartiere,.
Ma oggi no, è domenica.
"Pronto! ciao come va?"
Dall'altro lato del cavo telefonico la voce di una volontaria, una voce rotta: "Accendete la tivvù, è successo un'altra volta, Borsellino e la scorta, è terribile, teribbile!"
Il piccolo televisore in bianco e nero mostra le immagini e i suoni e le urla concitate dei poliziotti accorsi
"È vero, è tutto vero l’hanno fatto di nuovo, bastardi!"
"Dài, mettiti al telefono, chiamiamo gli altri, bisogna fare assemblea, decidere cosa fare".
Si decide in fretta, dopo uno scambio veloce, si scende in piazza sotto il tribunale come facemmo il 23 maggio.
Il giorno dopo:
Una assemblea fra ragazzini e ragazzine, e genitori, e noi compagni e compagne.
"Oggi non si gioca ma si parla e si riflette. Dobbiamo reagire alla violenza, al terrorismo mafioso".
"Appendiamo un lenzuolo nel balcone della scuola!"
"Che scriviamo?"
Istanti di silenzio. Ognuno dice la sua.
"OGNI UCCISIONE UCCIDE IL FUTURO DEI NOSTRI FIGLI"
Questo fu scritto sul quel lenzuolo che sembrava un sudario.
* * *
19 luglio 2024:
"Per favore vi date una mossa? Si sta facendo tardi e la strada fino a Trapani è lunga!"
"Chi guida la Panda?"
“Avete caricato l'attrezzatura nelle auto?"
"Ci fermiamo per fare benzina e poi niente più fermate neanche per pi****re!"
Ed ecco che i Siciliani Giovani e l'Srci si muovono con "le scarpe dell'antimafia"
Caldo, tanto caldo, la strada brucia ma siamo contenti. Un viaggio che ci porterà da Salemi a Castelvetrano.e poi a Trapani.
Andremo nelle aziende confiscate alla mafia e nelle case dove si nascondeva da latitante Matteo Messina Denaro.
Dormiremo a Catalafimi, e ci sentiremo come i garibaldini dopo la battaglia.
Mentre a Palermo a Catania l' “antimafia" ipocrita poserà corone di fiori e declamerà tanti bla, bla, bla su via D’Amelio, noi per niente eroi, ricorderemo Paolo Borsellino camminando sulle strade dell'antimafia sociale.
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“LE SCARPE DELL’ANTIMAFIA”
Tre giorni con Borsellino
nelle terre di Messina Denaro

19 LUGLIO
Ore 17,00 incontro museo antimafia a Salemi
Ore 18,00 iniziativa al circolo Arci di Salemi su Le Scarpe dell'antimafia
ore 20,00 cena al Circolo Arci di Salemi
Ore 20,30 collegamento da Salemi trasmissione I Siciliani giovani
ore 21,00 film Circolo Arci Salemi UCCA
20 LUGLIO con Marco Bova
Ore 10,30 appuntamento CALCESTRUZZI ERICINA confiscata a Trapani
Ore 14,30 appuntamento VILLAGGIO CARTIBUBBU confiscato a Campobello di Mazara
Ore 17,00 sui luoghi di Matteo Messina Denaro a Campobello di Mazara e Castelvetrano
Ore 20,00 Parco archeologico Segesta-Selinunte
21 LUGLIO con Marco Bova
Ore 9,30 appuntamento BELICITTA' centro commerciale confiscato a Castelvetrano
Ore 12,30 pranzo e poi rientro

18/07/2024

RICORDIAMO BORSELLINO CAMMINANDOAncora una volta ci siamo allacciati le scarpe, e via. “I beni dei mafiosi a chi lavora! E isoldi pure” Dal quel 19 luglio del ‘92 a questo 19 luglio 2024.Il pomeriggio caldo quel 19 luglio del 1992. Il terrazzo della scuola Andrea Doria bruciatodal sole, solo u...

Via il numero chiuso a medicina? No, stiamo solo scimmiottando i francesi
16/07/2024

Via il numero chiuso a medicina? No, stiamo solo scimmiottando i francesi

No, stiamo solo scimmiottando i francesi Quello del 30 luglio potrebbe essere l’ultimo test di ammissione ai corsi laurea magistrale a ciclo unico in medicina e chirurgia. La proposta di legge arrivata in commissione Istruzione viene raccontata come la fine del famigerato numero chiuso per gli asp

La Marsellaise/ Les Siciliens/ Allez les copains... ;-)Parigi e  Londra oggi non sono solo le capitali della politica. S...
12/07/2024

La Marsellaise/ Les Siciliens/
Allez les copains... ;-)
Parigi e Londra oggi non sono solo le capitali della politica. Sono i segnali precisi di una società che ribolle. In Inghilterra i grandi scioperi dell'altr'anno. In Francia i giovani 18-35 che votano massicciamente per la gauche. Le ragazze delle banlieu che fondano prima di tutti il "front populaire dei giovani" a Parigi.
Qualcosa si sta muovendo. Fra poco, anche qui da, arriva l'onda e la controonda.
I grandi media e i palazzi girano attorno a tutto ciò, cercano di parlare d'altro.
Ma noi siamo i Siciliani.
"allons, anfàn..."

"Londra, Parigi e noi brancaleoni. Che alla fine arriviamo"
06/07/2024

"Londra, Parigi e noi brancaleoni. Che alla fine arriviamo"

Londra, Parigi e noi brancaleoni. Che alla fine arriviamo Oggi qua vengono, o dovrebbero ve**re, i ragazzi di Ultima generazione, organizzati da Sonny e da Patrick (cioè in sostanza da Sonny, che ieri era "in missione" a Palermo ma prima di partire all'alba si è premurato di farmi trovare i piatti

Indirizzo

Via Randazzo 27
Catania
95125

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