12/22/2024
Analizziamo con un po' di ironia le recenti dichiarazioni di , che risultano ancora più curiose se consideriamo un dettaglio non da poco: sta criticando un presidente che appena l'anno prima, con in panchina, ha conquistato uno scudetto storico dominando il campionato in modo spettacolare. Non male per uno che, secondo , "non capisce di calcio", vero?
E qui entra in gioco la profetica testimonianza di che, conoscendo bene Garcia dai tempi del , lo aveva descritto come una "persona cattiva" con "un ego enorme" che "non sopporta quando i giocatori sono più importanti di lui" e che "uccide psicologicamente i calciatori". Parole che, alla luce di quanto accaduto a , suonano tremendamente azzeccate: la gestione complicata del gruppo, i rapporti tesi con i giocatori chiave, la perdita di quell'alchimia magica che aveva reso il Napoli una macchina perfetta.
È quasi ironico come Garcia ora punti il dito verso le competenze calcistiche di , quando quest'ultimo aveva dimostrato grande lungimiranza con la scelta di Spalletti, portando il Napoli a vincere uno scudetto che resterà nella storia del calcio italiano. Le parole di Juninho si sono rivelate profetiche: quell'ego sovradimensionato sembra aver offuscato la capacità di Garcia di fare un'analisi obiettiva della situazione.
Il tempismo di queste dichiarazioni, rilasciate proprio mentre il Napoli è tornato in lotta per le prime posizioni, aggiunge un ulteriore elemento di bassezza alla vicenda. Come si suol dire: i risultati parlano più forte delle parole, e in questo caso gridano abbastanza chiaro chi avesse ragione.
La verità è che tra chi ha vinto uno scudetto storico e chi ha rischiato di compromettere un progetto vincente, la storia ha già emesso il suo verdetto. E non serve essere grandi esperti di calcio per capire da che parte stia la ragione.