10/10/2023
𝟏𝟎 𝐎𝐭𝐭𝐨𝐛𝐫𝐞 𝟐𝟎𝟐𝟑 ● 𝐆𝐢𝐨𝐫𝐧𝐚𝐭𝐚 𝐌𝐨𝐧𝐝𝐢𝐚𝐥𝐞 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐒𝐚𝐥𝐮𝐭𝐞 𝐌𝐞𝐧𝐭𝐚𝐥𝐞
Il 7 aprile 2001 la Giornata Mondiale della Salute è stata dedicata alla Salute Mentale. Nel messaggio della Dott.ssa Gro Harlem Brundtland, Direttore Generale dell'Organizzazione Mondiale della Sanità, si parlava di una strada lunga e "ingombra di miti, segreti e vergogne", per giungere, come è stato fatto per altri campi della medicina negli ultimi cinquant'anni, a far sì che una buona salute significhi anche una buona salute mentale.
"La semplice verità è che noi abbiamo i mezzi per trattare molti disturbi. Noi abbiamo i mezzi e le conoscenze scientifiche per aiutare le persone nella loro sofferenza. I governi sono stati negligenti in quanto non hanno fornito strumenti adeguati di trattamento alla loro gente. E la gente ha continuato a discriminare coloro che soffrono di questi disturbi. Le violazioni dei diritti umani negli ospedali psichiatrici, l'insufficiente disponibilità di servizi di salute mentale nella comunità, gli schemi di assicurazione iniqui e le pratiche di impiego discriminatorie sono soltanto alcuni esempi […]. Le soluzioni per i problemi di salute mentale non sono difficili da trovare, molte di esse sono già con noi".
Il messaggio si concludeva con le parole: "In questa giornata, il nostro impegno è: 𝒔𝒂𝒍𝒖𝒕𝒆 𝒎𝒆𝒏𝒕𝒂𝒍𝒆: 𝒄𝒐𝒏𝒕𝒓𝒐 𝒊𝒍 𝒑𝒓𝒆𝒈𝒊𝒖𝒅𝒊𝒛𝒊𝒐, 𝒊𝒍 𝒄𝒐𝒓𝒂𝒈𝒈𝒊𝒐 𝒅𝒆𝒍𝒍𝒆 𝒄𝒖𝒓𝒆"
Sono passati 22 anni e sempre più appare attuale!
Nel 2003 nasce il 𝗙𝗼𝗿𝘂𝗺 𝗦𝗮𝗹𝘂𝘁𝗲 𝗠𝗲𝗻𝘁𝗮𝗹𝗲, fatto da persone che condividevano il motivo fondante nel “ridurre la dissociazione che molti da tempo avvertono tra enunciati e pratiche nel campo delle politiche della salute mentale”.
Dopo il lungo impegno civile del Comitato Nazionale 𝗦𝘁𝗼𝗽 𝗢𝗣𝗚, nel 2014, con la Legge 81, vengono chiusi definitivamente gli Ospedali Psichiatrici Giudiziari, definiti dal Presidente Giorgio Napolitano “una vergogna per un Paese appena civile”. La disposizione di Legge non elimina l’internamento per i malati psichiatrici autori di reato, ma lo prevede come ultima ratio in piccole strutture sanitarie come le REMS (Residenze per l’Esecuzione delle Misure di Sicurezza, max 1 per Regione), strutture terapeutico-riabilitative con permanenza limitata e orientata al proseguimento della cura territoriale dopo le dimissioni e con l’indicazione che il tempo di ricovero/internamento non deve comunque superare il limite massimo di pena previsto dal Codice per il reato commesso. I malati mentali autori di reato in base al 𝐶𝑜𝑑𝑖𝑐𝑒 𝑅𝑜𝑐𝑐𝑜 ancora oggi non vengono sottoposti a giudizio, non beneficiando del diritto a difendersi davanti al Giudice in quanto incapaci di intendere e volere. Molti cittadini prosciolti trovano la possibilità di cura con progetti terapeutici personalizzati a responsabilità dei Centri di Salute Mentale, quindi con applicazione delle Misure di Sicurezza alternative all’inserimento in REMS. Per altri ancora questi progetti sono mal strutturati o assenti e non consentono alla Magistratura di Sorveglianza di applicare la norma della misura alternativa.
Oggi rileviamo troppi 𝗦𝗲𝗿𝘃𝗶𝘇𝗶 𝗧𝗲𝗿𝗿𝗶𝘁𝗼𝗿𝗶𝗮𝗹𝗶 in sofferenza per carenze di personale, per pratiche troppo spesso centrate sugli interventi di emergenza-urgenza, per pochi strumenti di inserimento e inclusione lavorativa, troppo spesso orientati ad affidare i pazienti più problematici a Strutture Residenziali, più che impegnati a costruire insieme a loro esperienze di coabitazione con la possibilità di cura nella vita reale.
I 𝗧𝗿𝗮𝘁𝘁𝗮𝗺𝗲𝗻𝘁𝗶 𝗦𝗮𝗻𝗶𝘁𝗮𝗿𝗶 𝗢𝗯𝗯𝗹𝗶𝗴𝗮𝘁𝗼𝗿𝗶 in Abruzzo continuano ad essere tanti nei rapporti con la media nazionale. I Servizi Psichiatrici Diagnosi e Cura hanno le porte chiuse e applicano la contenzione meccanica e il recente monitoraggio previsto in un Progetto Nazionale di riduzione e superamento di tale pratica coercitiva ha evidenziato servizi ospedalieri che superano le 120 contenzioni nell’anno.
Alcuni 𝗖𝗲𝗻𝘁𝗿𝗶 𝗱𝗶 𝗦𝗮𝗹𝘂𝘁𝗲 𝗠𝗲𝗻𝘁𝗮𝗹𝗲 sono di fatto ambulatori aperti poche ore al giorno, troppo spesso limitati a cure psicofarmacologiche, somministrate anche per l’intero arco di vita. Quelli che riescono a tenere aperti 12 ore, sono comunque chiusi nei giorni festivi e 6 ore nei prefestivi.
𝐂𝐢 𝐭𝐫𝐨𝐯𝐢𝐚𝐦𝐨 𝐝𝐢 𝐧𝐮𝐨𝐯𝐨 𝐢𝐦𝐩𝐞𝐠𝐧𝐚𝐭𝐢 𝐧𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐝𝐢𝐟𝐞𝐬𝐚 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐋𝐞𝐠𝐠𝐞 𝐞 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐬𝐮𝐚 𝐩𝐢𝐞𝐧𝐚 𝐚𝐩𝐩𝐥𝐢𝐜𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞, 𝐜𝐨𝐦𝐞 𝐩𝐞𝐫 𝐥𝐚 𝐋𝐞𝐠𝐠𝐞 𝟏𝟖𝟎 𝐞 𝐢𝐥 𝐏𝐫𝐨𝐠𝐞𝐭𝐭𝐨 𝐎𝐛𝐢𝐞𝐭𝐭𝐢𝐯𝐨 𝐍𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐚𝐥𝐞 𝟗𝟖/𝟐𝟎𝟎𝟎.
Necessita una vera collaborazione con le Associazioni di familiari e utenti, nel riconoscerne il valore aggiunto nell’elaborazione e attuazione di veri progetti di ripresa finalizzati alla 𝘳𝘦𝘤𝘰𝘷𝘦𝘳𝘺 e uscita dal circuito psichiatrico. La rete integrata con queste componenti del Terzo settore permette sia di intercettare le sofferenze all’esordio che di avviare concreti progetti di prevenzione. A dimostrazione evidenziamo le testimonianze di donne ed uomini usciti da gravi malattie mentali, divenuti promotori di iniziative per aiutare altre persone, anche ponendosi al di fuori del 'sistema psichiatrico' o in posizione critica verso di esso.
In Italia la 𝗶𝗹𝗹𝘂𝗺𝗶𝗻𝗮𝘁𝗮 𝗟𝗲𝗴𝗴𝗲 𝟭𝟴𝟬/𝟳𝟴 (per usare la definizione datane dal Premio Nobel R. Levi Montalcini), più conosciuta come Legge Basaglia, ha dato origine più di 45 anni fa ad un modello di assistenza psichiatrica considerato all'avanguardia nel mondo, ma nell'applicazione di questa legge molte sono le cose ancora da fare!
● vera integrazione fra assistenza sociale e sanitaria, che deve diventare il cuore della revisione dei Livelli Essenziali di Assistenza sanitari e per definire i Livelli essenziali delle prestazioni Sociali
● potenziare i servizi nel territorio (con la riconversione e la riqualificazione della rete ospedaliera e dei ricoveri): assistenza distrettuale, domiciliare, cure primarie, case della salute, servizi di comunità e di iniziativa
● bassa soglia di accesso ai servizi
Che quella di oggi sia una giornata non solo di celebrazione, ma anche di riflessione: buon lavoro a tuttǝ lǝ operatorǝ della Salute Mentale!