Il Centro Veneto di Psicoanalisi legge il nostro Guarire
“Questo stato è molto vicino al concetto bioniano di capacità negativa (termine che egli riprende da Keats, 1817) intesa come capacità di vivere nell'incertezza, nel mistero, nel dubbio senza l'impazienza di correre dietro ai fatti e alla ragione rimanendo nel dubbio e nel non sapere (Bion, 1967). Ma la storia della filosofia, dagli scettici greci a Decartes e Husserl, ha spesso sottolineato il ruolo della sospensione dell'assenso o epochè. Nella sospensione dell'assenso si può anche lasciare che la mente si scateni dietro pensieri apparentemente senza senso e vedere se emerge qualcosa. Lasciare libera una parte della propria mente è indispensabile per vedere cosa succede dentro di sé mentre si ascolta.
Che la si chiami dunque capacità negativa, epochè o sospensione dell'assenso questi stati mentali permettono di tracciare una differenza tra magia e conoscenza creando quel bordo sottile che, senza rifiutare le idee più balzane, impedisce di decidere subito se esse siano magiche segnature o ipotesi scientifiche. Chi assume questa attitudine non è motivato dalla ignavia e dal non voler prendere posizione ma dalla capacità di attendere che altre informazioni, provenienti da dati empirici o idee, appaiano all'orizzonte in modo da escludere una correlazione come illusoria o al contrario corroborarla in modo più solido con ulteriori prove.
Ma queste capacità sono, come tutte le altre competenze, qualcosa che si sviluppa nel corso della vita. Ecco perché le storie nel loro fascino e nell'essere strumenti indispensabili alla sopravvivenza ci inducono anche a riflettere su una questione essenziale: come tutti gli strumenti, non è sufficiente possederli, ma è necessario imparare ad usarli ed è anche su questo che, a mio avviso, dovrebbe essere indirizzata l'educazione umana”.
Andrea Smorti (2023), Le narrazioni come processi trasformativi, in Rivista Psiche , Vol. 1/2023, Il Mulino, pag. 255
Rivista Psiche
14/10/2024
The Italian Psychoanalytic Annual rilegge il numero dedicato a Rischio.
Compra Fascicolo digitale The Italian Psychoanalytic Annual 2023/17 di autori-vari edito da Raffaello Cortina Editore nella collana su Società Psicoanalitica Italiana
05/10/2024
Alessandra Lemma con Anna Cordioli su Genere. La lettura del Centro Veneto di Psicoanalisi.
“La psicoanalisi ha una storia infausta in relazione alla posizione pregiudiziale assunta nei confronti dell'omosessualità. Dobbiamo fare attenzione a non ripetere gli errori del passato quando ci avviciniamo ai transgender. La psicoanalisi non dovrebbe mai essere usata come strumento di coercizione o di conversione - per quanto sottile - quando si tratta di scelte individuali su come vivere la propria vita. Questo non è il ruolo di nessun terapeuta. La psicoanalisi ha molto da offrire agli studi e alla pratica dei transgender. Come ogni teoria, la psicoanalisi ha i suoi punti deboli. Gran parte della teorizzazione psicoanalitica si basa principalmente sui meriti della rinuncia (cioè sull'accettazione dei limiti e della perdita). Questo orienta il terapeuta in modo molto particolare alle richieste di modifica del cosiddetto corpo dato. Da questo punto di vista, la modifica del corpo, in qualsiasi forma, può essere vista solo con sospetto. Se è vero che un paziente può essersi illuso o essere in preda a un'organizzazione onnipotente quando cerca di modificare il corpo, dobbiamo rimanere aperti alla possibilità che non sia invariabilmente così. Anche quando possiamo identificare una storia di trauma, questo non deve indurci a considerare il trauma con sospetto come una controindicazione certa, e dobbiamo invece essere aperti al modo in cui il trauma gioca un ruolo nel genere acquisito (Saketopoulou e Pellegrini, 2023). E’ un inganno della mente fin troppo facile partire dalla presunzione implicita che agire sul corpo sia sempre un'azione non utile e che lo scopo del lavoro terapeutico (anche se non esplicitamente articolato come tale dall'analista) sia al servizio del salvataggio del paziente dal perseguire una transizione medica”.
Alessandra Lemma intervistata da
Anna Cordioli, in Rivista Psiche , Genere, vol. 1/2024, pag. 218-219
La nostra Società Psicoanalitica Italiana legge Rivista Psiche e presenta Genere.
"Sappiamo che i cammini di libertà sono i più difficili da percorrere"
Rivista Psiche 1/2024 è GENERE.
"Fra le tante possibilità hanno assunto particolare risalto quelle relative all'identità sessuale e di genere dove l'accento è posto non tanto sulla scelta dell'oggetto - chi ti piace - quanto sulla definizione del soggetto - in quale sesso ti riconosci - a quale genere senti di appartenere e in che gradazione, secondo quali sfumature.
In questo scenario di indubbio interesse, in continua espansione, teatro di aspre polemiche, Psiche ha provato ad affacciarsi dedicando un numero al Genere. Anche senza la pretesa di essere esaustivo, il numero è lievitato al di là di ogni previsione nel triplice intento di mettere il lettore in condizione di orientarsi nel complicato e controverso argomento; di collocare le questioni all'interno di una cornice storico critica che dia loro maggior respiro; di rendere conto di una polifonia di posizioni e voci all'interno della psicoanalisi italiana e non solo."
Dall’Editoriale di Stefania Nicasi https://www.spiweb.it/wp-content/uploads/2024/09/psiche-1-2024-ed.pdf
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Le nostre Rubriche
Psiche ora e allora: Davide D’Alessandro intervista Lorena Preta.
La parola, le voci: Paola Camassa e Nadia Fusini introducono la parola Genere.
Storie della psicoanalisi: Rita Corsa ospita e discute “Freud e la circoncisione femminile” di Carlo Bonomi.
Gli Autori di questo numero
Brian D. Earp, Alessandro Minelli, Alfredo Lombardozzi, Fabio Dei, Chiara Matteini, Alberto Bonchino, Guido Vitiello, Marco Posadas, Marzio Barbagli, Jasmine Abdulcadir, Franco D’Alberton e Massimo Di Grazia, Laura Porzio Giusto e Nicola Carone, Alessandra Lemma intervistata da Anna Cordioli, Sarantis Thanopulos, Amalia Giuffrida, Anna Maria Nicolò e Laura Accetti, Riccardo Galiani intervistato da Alessia Fusilli De Camillis, Tiziana Bastianini, Irene Ruggiero, Paola Marion, Vittorio Lingiardi, Luca Bruno, Malde Vigneri, Ivana Bodrožić.
Il Centro Veneto di Psicoanalisi legge il lavoro di Alfredo Lombardozzi per il nostro numero su GENERE.
“Il secondo aspetto che Alessandra Lemma mette in luce è l’aver rilevato in molti pazienti transgender nel corso della transizione un mancato rispecchiamento da parte della coppia dei genitori. Si pone per molti giovani che soffrono di «disforia di genere» il problema di non essere stati visti dalla coppia dei genitori al punto che non ci sono le condizioni psichiche per poter pensare una propria esistenza nella mente della coppia di genitori come progetto di vita. Quello che non viene percepito come visto è proprio l'incongruenza della rappresentazione di sé stesso in relazione alla propria appartenenza di genere. È mancata una mente che potesse accogliere «l'esperienza di ambiguità, confusione e incertezza sperimentata a livello corporeo». Questo comporta una disturbante discontinuità nell'esperienza del sé con sentimenti di frammentazione e un costante riprodursi di un vissuto di mancato rispecchiamento in relazione ad una percezione del corpo che mette in crisi il senso di identità in termini più generali. È importante, nel far fronte al paziente transgender o che soffre di incongruenza di genere, tenere conto di come si siano declinate le identificazioni nell'esperienza infantile e le interazioni delle identificazioni proiettive. Queste dinamiche, in concomitanza con la mancanza di rispecchiamento, producono distorsioni dello sviluppo che prendono forma, in un caso descritto nel contributo della Lemma, nella costruzione di un corpo che, nella transizione MtF, produce aspetti caricaturali nella rappresentazione del femminile, che sembra corrispondere a quella condizione di maschera invasiva che descriveva bene Anna Nicolò. È evidente che dietro questa maschera c'è un vissuto di grande sofferenza e l'aspirazione ad un diritto ad esprimerla ed a vedersi riconosciuto in questa dimensione”.
Alfredo Lombardozzi, Antropo-poiesi dell’identità di genere. Temute catastrofi e possibili riparazioni, in Rivista Psiche, Genere, vol. 1/2024, pag. 73-74
Il Centro Veneto di Psicoanalisi legge il nostro ultimo numero (1/2024) dedicato a Genere.
“Quando ho confutato la diffusa convinzione che l'esperienza della transessualità sia di per sé una struttura psicotica e quando ho invitato i colleghi ad accorgersi dei pregiudizi che hanno portato alla creazione di tale diagnosi ad hoc, la risposta del pubblico è stata una crescente ansia, direi palpabile.
La si sentiva nel tono urgente delle domande, nei mormorii e nei rumori di chi si trovava di colpo a disagio sulle sedie. Riuscire a pensare una posizione non patologizzante nei confronti della creatività di genere nella clinica (Ehrensaft, 2012, 2014; Robles et al., 2016; Saketopoulou, 2011, 2014) è invece utile proprio per aiutare a contenere parte di questa ansia, che taluni esperiscono quando sono a cospetto di persone trans e che tende a fissarsi in un tema di alienazione.
Quando l'ansia sale nel pubblico, emergono due preoccupazioni sotto forma di domande. Queste domande, cariche di ansia negata, segnano di solito un crollo dello spazio di pensiero e spingono lo spettatore a una messa in scena inconscia o preconscia. Le domande assumono un'urgenza simile a quella che si avverte quando il contenuto latente del sogno si intreccia con quello manifesto e si verificano enactment in cui le parole usate non riescono più a mantenere un significato simbolico, ma si reificano. La funzione di mentalizzazione si interrompe (Bateman e Fonagy, 2010). Questo accade soprattutto nel momento in cui cade l'impalcatura fornita da una comprensione binaria del genere: nel disagio di non essere in grado di afferrare ciò che vediamo, lo leggiamo improvvisamente come ambiguo".
Marco Posadas (Traduzione di Anna Cordioli), Tiresia e il suo problema con le ambiguità di genere, in Rivista Psiche , Genere, vol. 1/2024, pag. 135
La Società Psicoanalitica Italiana rilegge il nostro numero dedicato a Rischio (2/2022) e ripropone l’intervista di Andrea Giorgianni a Stefano Bolognini.
PARLIAMO DI… RISCHIO
PSICHE INCONTRA STEFANO BOLOGNINI
Intervista a Stefano Bolognini, di Andrea Giorgianni.
In Rischio, numero 2/2022 di Psiche. Rivista di Cultura Psicoanalitica
Rischio – uno dei temi cruciali che permeano il nostro tempo e la nostra cultura – è il focus dell’ultimo numero della Rivista di Psicoanalisi (3/2022) e di Psiche. Rivista di Cultura Psicoanalitica (2/2022). Il tema sarà più ampiamente affrontato e dibattuto il 4 Febbraio a Roma in occasione della Giornata Orizzonti del Rischio dedicata alle Riviste della Società Psicoanalitica Italiana.
Andrea Giorgianni incontra per Psiche Stefano Bolognini, presidente della Società Psicoanalitica Italiana negli anni dal 2009 al 2013 e Presidente della International Psychoanalytical Association dal 2013 al 2017: «Nel linguaggio comune la parola rischio si riferisce all’eventualità di subire un danno più tenue, meno certa di pericolo. L’occasione di poter affrontare il tema del rischio con Stefano Bolognini ci è sembrata particolarmente favorevole, innanzitutto per l’ampiezza e la profondità della sua visione, che ci porta – diciamo così, per procura – a essere più consapevoli della complessità di realtà anche molto distanti dalla nostra, e secondariamente per la fiducia, di cui egli è testimone, nella solidità delle basi scientifiche della disciplina psicoanalitica e nelle sue potenzialità in termini di sviluppi futuri».
Sappiamo che i cammini di libertà sono i più difficili da percorrere: Psiche 1/2024 è GENERE.
Fra le tante possibilità hanno assunto particolare risalto quelle relative all'identità sessuale e di genere dove l'accento è posto non tanto sulla scelta dell'oggetto - chi ti piace - quanto sulla definizione del soggetto - in quale sesso ti riconosci - a quale genere senti di appartenere e in che gradazione, secondo quali sfumature.
In questo scenario di indubbio interesse, in continua espansione, teatro di aspre polemiche, Psiche ha provato ad affacciarsi dedicando un numero al Genere. Anche senza la pretesa di essere esaustivo, il numero è lievitato al di là di ogni previsione nel triplice intento di mettere il lettore in condizione di orientarsi nel complicato e controverso argomento; di collocare le questioni all'interno di una cornice storico critica che dia loro maggior respiro; di rendere conto di una polifonia di posizioni e voci all'interno della psicoanalisi italiana e non solo.
Dall’Editoriale di Stefania Nicasi
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Le nostre Rubriche
Psiche ora e allora: Davide D’Alessandro intervista Lorena Preta.
La parola, le voci: Paola Camassa e Nadia Fusini introducono la parola Genere.
Storie della psicoanalisi: Rita Corsa ospita e discute “Freud e la circoncisione femminile” di Carlo Bonomi.
Gli Autori di questo numero
Brian D. Earp, Alessandro Minelli, Alfredo Lombardozzi, Fabio Dei, Chiara Matteini, Alberto Bonchino, Guido Vitiello, Marco Posadas, Marzio Barbagli, Jasmine Abdulcadir, Franco D’Alberton e Massimo Di Grazia, Laura Porzio Giusto e Nicola Carone, Alessandra Lemma intervistata da Anna Cordioli, Sarantis Thanopulos, Amalia Giuffrida, Anna Maria Nicolò e Laura Accetti, Riccardo Galiani intervistato da Alessia Fusilli De Camillis, Tiziana Bastianini, Irene Ruggiero, Paola Marion, Vittorio Lingiardi, Luca Bruno, Malde Vigneri, Ivana Bodrožić.
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La Direzione e la Redazione di Rivista Psiche ringraziano Voi lettori, gli Autori, il Comitato Scientifico, Le edizioni del Mulino e le nostre compagne di letteratura della Società Psicoanalitica Italiana, la Rivista di Psicoanalisi, The Italian Psychoanalytic Annual e L’ Annata Psicoanalitica Internazionale - Int. Journal of Psychoanalysis.
Al via da oggi PSICHE e POLIS, il XXI Congresso Nazionale della Società Psicoanalitica Italiana.
Una psicoanalisi che vuole abitare lo spazio pubblico, che vuole intercettare il dibattito sulla salute mentale per uscire dalla logica di un trattamento impersonale, che mira solo alla sedazione del dolore, mettendo da parte la soggettività della persona sofferente e espropriandola del suo diritto di cittadinanza.
Le Redazioni di Rivista Psiche e della Rivista di Psicoanalisi saranno presenti: sabato 25 maggio con «Lo spazio della Polis nella scrittura psicoanalitica» e domenica 26 maggio con la Tavola rotonda su «I diritti individuali: una prospettiva femminile».
24/05/2024
La Rivista di Psicoanalisi invita al XXI Congresso Nazionale della Società Psicoanalitica Italiana Psiche e Polis.
La Rivista di Psicoanalisi vi invita alla presentazione dell'approfondimento ‘La funzione di Polis nella Rivista di Psicoanalisi dalla sua fondazione ad oggi’ a cura di Alfredo Lombardozzi, Stefania Romano, Angela Iannitelli, Maria Pierri e Riccardo Galiani, che si terrà sabato 25 maggio alle 18,30 a Roma al XXI Congresso della Società Psicoanalitica Italiana. Verrà inoltre creata una installazione fissa presso la sede del Congresso fino a domenica per accedere all'interessante documentazione.
̀
Raffaello Cortina Editore Rivista Psiche L’ Annata Psicoanalitica Internazionale - Int. Journal of Psychoanalysis
24/05/2024
24/05/2024
Il nuovo numero de L’Annata Psicoanalitica Internazionale è dedicato al pensiero di due grandi maestri della psicoanalisi che nel secolo scorso hanno posto le basi per lo sviluppo della ricerca psicoanalitica contemporanea.
Dieci articoli pubblicati sull’ International Journal of Psychoanalysis di analisti che illustrano gli sviluppi del pensiero post-winnicottiano e post-bioniano vengono qui accostati e messi in dialogo tra loro. Si tratta di un confronto teorico che nell’Attualità si presenta fertile e generoso di idee, ma che non sembra essere stato così tra i due autori del 900, quantomeno non a un livello manifesto (dall'introduzione al N.13 dell'Annata Psicoanalitca Internazionale).
02/05/2024
La Società Psicoanalitica Italiana legge Le interviste di Psiche
Rivista Psiche
“Cosa c’è di interessante nella cancel culture dal punto di vista socio antropologico?” Anatolia Salone intervista Fabio Dei
Cosa si intende quando parliamo di cancel culture e di politiche della memoria?
Grazie, intanto si può dire che il recente dibattito sulla cancel culture articola in modi parzialmente nuovi problemi e questioni che nuove non sono affatto ed hanno a che fare con le più generali politiche della memoria. È scontato precisare che la memoria non è mai neutrale o “oggettiva”: quello che gli individui, i gruppi sociali e le istituzioni ricordano del passato risponde sempre a esigenze pragmatiche del presente. Produrre e rendere pubbliche certe rappresentazioni del passato, oppure condannarne altri aspetti all’oblio, è una scelta che in modo più o meno consapevole rimanda al nostro contesto attuale di relazioni, valori, progetti. Negli ultimi decenni le scienze sociali e la storia hanno studiato a fondo questi aspetti della “memoria culturale”, come si manifestano su tre fondamentali piani o aspetti:primo, il racconto (detto o scritto); secondo, i luoghi e gli oggetti della memoria (ad esempio i monumenti, la toponomastica, ma anche i più apparentemente banali oggetti d’affezione che stanno nelle nostre case); terzo, le celebrazioni (riti, commemorazioni, messe in scena performative del passato).
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Psiche Rivista di cultura psicoanalitica
Psiche è una rivista della Società Psicoanalitica Italiana (www.spiweb.it) che si inserisce nel dibattito culturale contemporaneo attraverso la voce di psicoanalisti e studiosi di varie discipline. Fondata da Nicola Perrotti nel 1948, si è caratterizzata fin dai primi anni per la sensibilità agli aspetti psicologici della vita sociale affermandosi quale strumento prezioso per l’analisi del tempo presente e delle sue trasformazioni. Rivolta a un pubblico ampio di lettori colti, attenta agli studenti universitari, agli psicologi e ai clinici in formazione, aperta al dialogo interdisciplinare, si avvale di un Comitato Scientifico e di una Redazione misti – psicoanalisti, scienziati, antropologi, filosofi, storici, letterati. Pubblica due numeri monografici all’anno.
Direttore Stefania Nicasi
Segretaria di redazione Alessandra D’Agostino
Comitato scientifico Maurizio Balsamo, Fethi Benslama, Maurizio Bettini, Raffaele Bianchetti, Nicoletta Bonanome, Giovanni Bottiroli, Fulvio Carmagnola, Bernard Chervet, Simona Costa, Sophie de Mijolla, Anna Ferruta, Serge Frisch, Murielle Gagnebin, Tebaldo Galli, Patrizia Guarnieri, Patrick Guyomard, Marcel Henaff, Louis Kancyper, Laurence Khan, François Jullien, Antonello La Vergata, Gaetano Lettieri, Giovanni Levi, Michela Marzano, Francesco Napolitano, Thomas Ogden, Paolo Francesco Pieri, Carmine Pisano, Georges Pragier, Jacques Press, Lorena Preta, Mario Rossi Monti, Dominique Scarfone, Roberto Secchi, Giulia Sissa, Sergio Vitale, Eli Zaretsky
Comitato di redazione e consulenza Vanna Berlincioni, Chiara Cattelan, Fabio Dei, Alessia Fusilli, Benedetto Genovesi, Andrea Giorgianni, Maria Grazia Portera, Anatolia Salone, Cristina Saottini, Massimiliano Sommantico, Rossella Vaccaro
Direzione: SPI – Società Psicoanalitica Italiana: via Panama, 48, 00198 Roma, tel. 06.85.46.716 e via Corridoni, 38, 20122 Milano, tel. 02.37.90.1999
Breve storia di Psiche. Nel 1991, su iniziativa dell'allora Presidente della Società Psicoanalitica Italiana Roberto Tagliacozzo si avviò il nuovo progetto di una rivista di cultura psicoanalitica che affiancasse la rivista ufficiale, grazie al dono della testata Psiche da parte degli eredi Perrotti alla SPI. Edita da Borla e finanziata dalla SPI e dagli abbonamenti, Psiche riprese le pubblicazioni nel 1993 sotto la direzione di Paolo Perrotti e del caporedattore Alberto Traverso, prematuramente scomparso. La rivista, suddivisa in settori tematici, nasceva con lo scopo di essere un laboratorio psicoanalitico per pensare su, pensare con altri studiosi e pensare insieme. Nel 1995, l'esecutivo della SPI affidò la direzione di Psiche al dott. Roberto Tagliacozzo, il quale modificò la struttura editoriale, diminuendo il numero dei redattori, chiamando la dott.ssa N. Bonanome e la dott.ssa A. Ferruta a svolgere le funzioni di caporedattori, e promosse l'attuale struttura monografica della rivista. Avere l'orecchio fuori dalla stanza d'analisi era l'indicazione che portò alla pubblicazione, fra gli altri, di "Integralismo e razzismo", "Le parole che curano. Nuovi orientamenti della psicoanalisi per la terapia dei pazienti gravi" o anche "Dialoghi tra psicoanalisi, scienze e neuroscienze”.
Alla sua morte, l'Esecutivo della SPI chiese a Tebaldo Galli di raccogliere il testimone caduto. Il nuovo Direttore ottenne che i soci della SPI diventassero automaticamente abbonati della rivista. T. Galli con G. Fiorentini caporedattore ha promosso temi culturali di ampio respiro quali: “Il Secolo della Psicoanalisi”, “Il Potere”, “La Felicità”, “La Paura” e “Memoria e Memorie”. Nel 2001 il nuovo Esecutivo della SPI sotto la Presidenza di Domenico Chianese ha chiamato alla Direzione di Psiche Lorena Preta. Hanno fatto seguito le Direzioni Di Mario Rossi Monti e Maurizio Balsamo.