19/11/2024
Domenica mattina il Signore ha chiamato a sè fra Filippo Floreanutti, Servo di Maria originario di Cergneu. Per tanti anni ha fatto parte della comunità di Udine, sino a quando per ragioni di età si è reso necessario il trasferimento nella struttura assistenziale di Vicenza.
Di seguito riportiamo l'articolo apparso sul bollettino della Madonna delle Grazie nel luglio 2019 in cui si festeggiavano i suoi 91 anni:
Il 16 agosto ultimo scorso [2019], fra Filippo ha raggiunto la bella età di 91 anni. Fra Filippo Floreanutti è nato a Cergneu di Nimis nel 1928, in una famiglia di origini contadine, in cui viveva con due fratelli. Il padre iniziò a lavorare a dodici anni in Germania, presso le fornaci di mattoni, spingendo i carrelli di materiale dentro le fornaci.
Filippo visse sempre a Nimis e ogni tanto, di rado, veniva a Udine per vendere della crusca o prodotti simili. Un giorno andò alla Madonna delle Grazie e assistendo ad una celebrazione cantata, rimase affascinato dalla liturgia e dall'abito dei frati che in processione scendevano dal coro verso la navata. Decise quindi di farsi frate Servo di Maria. Si presentò alle Grazie di Udine e fu ricevuto da p. Comacchio, ma essendo qui al completo lo inviarono a Monte Berico, a Vicenza. Dovette andarci da solo e non essendosi mai mosso da Nimis, fu una vera impresa.
Qui fu accettato il 24 maggio 1948, ma subito trasferito ad Isola Vicentina. Dopo un periodo ritornò a Monte Berico dove svolse la mansione di cuoco. Nuovamente inviato a Isola Vicentina fu addetto alla questua. Per il suo carattere timido fu un compito faticoso. Aveva poi come mezzo di trasporto un carretto trainato da Nino, un cavallo da corsa donato al convento: "Un giorno il cavallo prese a correre al galoppo con me sopra e non c'era verso di fermarlo. Superava persino le macchine...". Frattanto Filippo fece la sua professione solenne il 27 dicembre 1953.
Di seguito fu destinato a Follina e poi alla Misericordia di Venezia. Questo era un convento assai povero e quindi toccava a lui andare al mercato di Rialto con una bisaccia, per farsi dare qualche cosa, e poi al mercato del pesce con una gavetta militare, per farsela riempire con quel che avanzava. Inoltre, per raccimolare qualche elemosina i frati partecipavano alle cerimonie funebri dove cantavano o concelebravano a fronte di 500 lire.
La sua successiva destinazione fu Sant'Elena, sempre a Venezia. Anche qui fu incaricato della questua. Una funzione non adatta alla sua timidezza: "Alle sei di mattina prendevo il vaporetto che mi portava sulla terra ferma e da lì la corriera che mi portava ad Eraclea dove c'era un carretto con un cavallo con cui giravo le campagne sino alla sera quando facevo tutto il percorso inverso, per riprendere poi la mattina dopo lo stesso giro. Il mio carattere timido non mi permetteva di chiedere ospitalità per la notte come facevano altri frati. Inoltre in quegli anni del dopoguerra non era per niente facile il mio ufficio, essendo la maggior parte delle famiglie assai povere con solo quel poco che bastava a se stesse."
Fu poi destinato a Monte Berico, dove venne dislocato ad Asiago, in cui, vicino all'ospedale, c'era una casa per i frati malati. Lì si trovò molto bene e nella casa c'era anche un cane San Bernardo. Dopo un anno e mezzo circa fu destinato al convento di Tirano (Sondrio). Dopo poco dovette andare a S. Carlo a Milano a sostituire il cuoco malato. Qui rimase definitivamente per dodici anni. In seguito fu destinato al convento di Mestre, sempre come cuoco, dove restò per sedici anni. I cinque anni seguenti li trascorse nuovamente a Monte Berico, sino a quando fu destinato a Udine, dove risiede tuttora.
Una vita ricca di eventi, di persone e di ricordi che oggi si svolge serena, con quotidiana presenza nella Comunità e nel Santuario, donando un sorriso a chiunque. Ad multos annos, fra Filippo!