Edizioni Cattoliche La Casa di Miriam

Edizioni Cattoliche La Casa di Miriam Casa editrice e libreria cattolica a Torino:
pubblicazione e distribuzione nazionale libri cattolici

Pubblichiamo riviste e periodici ad argomentazione religiosa, testi e opere d'ingegno letterario, organizziamo incontri di preghiera e convegni su tematiche attinenti le Sacre Scritture, la preghiera e la comunione ecclesiale, redigiamo libri, pubblicazioni e articoli giornalistici, saggi ad argomentazione cristiana con particolare riferimento alla teologia mariana

Il Magnificat - A lode di Dio con la Mamma celeste:L'anima mia magnifica il Signoree il mio spirito esulta in Dio,mio sa...
23/01/2025

Il Magnificat - A lode di Dio con la Mamma celeste:

L'anima mia magnifica il Signore
e il mio spirito esulta in Dio,
mio salvatore,
perché ha guardato l'umiltà
della sua serva.
D'ora in poi tutte le generazioni
mi chiameranno beata.
Grandi cose ha fatto in me
l'Onnipotente e santo è il suo nome:
di generazione in generazione
la sua misericordia
si stende su quelli che lo temono.
Ha spiegato la potenza del suo braccio,
ha disperso i superbi nei pensieri
del loro cuore;
ha rovesciato i potenti dai troni,
ha innalzato gli umili;
ha ricolmato di beni gli affamati,
ha rimandato i ricchi a mani vuote.
Ha soccorso Israele, suo servo,
ricordandosi della sua
misericordia, come aveva promesso ai nostri padri,
ad Abramo e alla sua discendenza,
per sempre.
Gloria al Padre e al Figlio
e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, e ora e sempre
nei secoli dei secoli.

Amen.
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Piazza del Monastero, 3 – Torino
Tel. 3405892741

Von Balthasar, dal libro Cordula, il caso serio“La croce è l’autoglorificazione dell’amore di Dio nel mondo. Lo si può c...
23/01/2025

Von Balthasar, dal libro Cordula, il caso serio

“La croce è l’autoglorificazione dell’amore di Dio nel mondo. Lo si può comprendere soltanto se si riflette con fede sull’avvenimento nascosto della croce: portando tutti i peccati – e ciò lo precipita nella più oscura delle notti – l’amore eterno si pone nelle tenebre estreme dell’abbandono di Dio, per dimostrare, nella estrema debolezza, di essere più forte di tutta la colpa del mondo. Non soltanto la morte corporale, ma anche l’esperienza di ciò a cui porta il peccato viene subita come una manifestazione dell’amore eterno e quindi della vita eterna; l’estrema involontarietà nell’esperienza della sofferenza (all’inchiodamento fisico corrisponde l’incatenamento spirituale, molto più terribile) rimane funzione di una estrema volontarietà: “Per questo il Padre mi ama, perché io do la mia vita, per riprenderla di nuovo. Nessuno me la toglie: la do da me. Ho il potere di darla e il potere di riprenderla” (Gv 10,17-18). Il potere di dare implica il potere di riprendere. Non c’è alcuna incertezza che il Figlio risorgerà; morte e risurrezione non sono che due facce di uno stesso avvenimento d’amore; la gloria, che diviene visibile a Pasqua, è già presente nella gloria velata del venerdì santo, così come la colonna di Dio nel deserto poteva apparire ora oscura ed ora luminosa, poiché la gloria è appunto l’amore di Dio che si glorifica dinanzi a tutto il mondo. L’amore ha in se stesso la propria ricompensa […]”
(H.U. von Balthasar, Cordula, ovvero il caso serio)

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Piazza del Monastero, 3 – Torino

Breve preghiera per la liberazione - Per domandare protezione a GesùEsistono molte preghiere di liberazione. Qui ne pro-...
23/01/2025

Breve preghiera per la liberazione - Per domandare protezione a Gesù

Esistono molte preghiere di liberazione. Qui ne pro-poniamo una breve, ma assolutamente efficace e che scalda il cuore per il modo in cui interpella direttamente il Signore Gesù in proprio favore contro le insidie del male.

O Cuore Eucaristico di Gesù,
per quella fiamma d’amore
di cui ardesti nel momento solenne
nel quale tutto a noi ti donavi
nella Santissima Eucaristia,
umilmente ti supplichiamo a degnarti
di liberarci potentemente
e di custodirci incolumi da ogni potestà,
laccio, inganno e malvagità
degli spiriti infernali.
Amen.

“[...] La croce di Cristo, sulla quale il Figlio conso-stanziale al Padre rende piena giustizia a Dio, è anche una rivelazione radicale della misericordia, ovverosia dell’amore che va contro a ciò che costituisce la radice stessa del male nella storia dell’uomo: contro al peccato e alla morte. La croce è il più profondo chinarsi della Divinità sull’uomo e su ciò che l’uomo - specialmente nei momenti difficili e dolorosi - chiama il suo infelice destino. La croce è come un tocco dell’eterno amore sulle feri-te più dolorose dell’esistenza terrena dell’uomo, è il compimento sino alla fine del programma messianico che Cristo formulò una volta nella sinagoga di Na-zareth e che ripeté poi dinanzi agli inviati di Giovanni Battista”.
(S. GIOVANNI PAOLO II, Lett. enc. Dives in miseri-cordia, V, 8).

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L’amore di Dio, non le nostre forze personali, ci difendono dal male, dalla disgrazia e dalla peggiore malattia possibil...
23/01/2025

L’amore di Dio, non le nostre forze personali, ci difendono dal male, dalla disgrazia e dalla peggiore malattia possibile, che è quella del peccato. Il sacrificio di Cristo, il dono di sé, la sua potenza di Salvatore, ci difendono dai mali di questo mondo, allontanando da noi iniquità e perdizione. Da noi stessi, chiusi nei nostri umani ragionamenti, non abbiamo difese possibili: invochiamo l’amore di Dio su di noi continuamente e consegniamo a lui – e a lui solo, con una ferma e indissolubile speranza – ogni nostra esigenza esistenziale. L’amore di Dio vince sempre il Maligno e tutti i maligni di questo mondo. Amen

Al sangue getsemanico di Gesù – Preghiera***:Sangue getsemanico di Gesù, versato pensando a quanto vana sarebbe stata la...
23/01/2025

Al sangue getsemanico di Gesù – Preghiera***:

Sangue getsemanico di Gesù, versato pensando a quanto vana sarebbe stata la tua passione per tante anime, difendi l’anima nostra da ogni contaminazione o legame con il Maligno, che tu hai vinto in quell’orto benedetto.
Padre nostro…

Sangue getsemanico di Gesù, che hai purificato l’idea stessa della morte, inculcata dal diavolo nella storia umana per offendere Dio nei suoi figli che lo avrebbero seguito, difendi l’anima nostra da ogni consenso alle proposte del Maligno e purificaci da lui.
Ave Maria…

Sangue getsemanico di Gesù, che sei costato indicibili tormenti spirituali al Salvatore del mondo, tu che fluendo risani le ferite più profonde e doni purificazione alle più intense impurità, compassionevole copri tutte le nostre miserie e, lavandoci completamente, dona ristoro alla nostra vita.
Gloria…

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“Hai per dèi il commercio, il denaro, la vita… Ma è ancora Dio che ti permette di averle, queste cose” (M. Valtorta, L’E...
23/01/2025

“Hai per dèi il commercio, il denaro, la vita… Ma è ancora Dio che ti permette di averle, queste cose” (M. Valtorta, L’Evangelo come mi è stato rivelato, Vol. 4, Cap. 286, n. 3)

Queste parole Gesù le rivolge a un mercante sconosciuto ai quattro Vangeli, di nome Alessandro Misace, in un dialogo con lui presso Ramot. Di origine israelita, l’uomo si è perduto nella sua fede in Dio, vivendo ora intento unicamente ai commerci, agli affari e alla vita di mondo. Gesù gli espone la contraddizione intrinseca al suo vivere, tanto più che negli antenati egli è israelita di origine. Anche se pieno di attività e di possibilità commerciali, egli è comunque debitore a Dio di tutto ciò, sebbene non ne sia consapevole. L’uomo stesso fa intendere di avere appreso – a motivo dei suoi viaggi per commercio - delle cose da varie religioni, finendo per non riconoscersi più in nessuna di esse. Gesù gli fa notare come, mentre nel suo lavoro quell’uomo non sia affatto facile al farsi compromettere da alcunché, e mantenga forti le sue convinzioni per non perdere denaro, nella fede egli non sia così, ma sia vittima di tanti assorbimenti fuorvianti. Ciò diviene tanto più eloquente se riferibile a un israelita, come di fatto quell’uomo è. E tuttavia, gli fa notare Gesù, se quell’uomo ha tanti possedimenti e possibilità di commercio, ciò gli deriva da Dio e da Dio dipende, nel senso che non è tanto la sua umana capacità, quanto il divino volere, a disporgli quei beni fisici e morali. L’uomo rimane interdetto, tuttavia molto disponibile all’insegnamento di Gesù. Ha dodici figli, egli dice, e vive per la loro sussistenza. La Madonna, ivi presente, lo definisce come “un uomo buono ed infelice”. Così è. Ed è così, tuttavia, anche per molti di noi oggi, tanto assorti, soprattutto i più giovani, nelle idee e nelle vanità del mondo, nelle possibilità lavorative, nei commerci e nei guadagni, da dimenticarci facilmente che tutto dipende e deriva da Dio, che tutto può esserci in un momento tolto dalle mani o cambiare il suo ordine di fecondità nella nostra vita. Alcuni giovanissimi talvolta dicono apertamente: “Io sto benissimo senza Dio…”. Questo perché magari sono pieni di cose del mondo che paiono appagarli in tutto. Non sanno, tuttavia, che in realtà non sono “senza Dio”, sebbene non si curino di lui, poiché l’esperienza vera dell’essere “senza Dio” implicherebbe per loro la scomparsa di tutto ciò che in questa vita dà loro conforto economico e sociale e tutto un altro – infelicissimo – ordine di esistenza. La pazienza di Dio, tuttavia, è infinita… Amen.
*** CIPREL – Centro Internazionale di Preghiera Laicale – Ispirato agli scritti di Scritti di Valtorta

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Santo Vangelo di oggi:Mc 3,7-12In quel tempo, Gesù, con i suoi discepoli si ritirò presso il mare e lo seguì molta folla...
23/01/2025

Santo Vangelo di oggi:
Mc 3,7-12

In quel tempo, Gesù, con i suoi discepoli si ritirò presso il mare e lo seguì molta folla dalla Galilea. Dalla Giudea e da Gerusalemme, dall’Idumea e da oltre il Giordano e dalle parti di Tiro e Sidòne, una grande folla, sentendo quanto faceva, andò da lui.
Allora egli disse ai suoi discepoli di tenergli pronta una barca, a causa della folla, perché non lo schiacciassero. Infatti aveva guarito molti, cosicché quanti avevano qualche male si gettavano su di lui per toccarlo.
Gli spiriti impuri, quando lo vedevano, cadevano ai suoi piedi e gridavano: «Tu sei il Figlio di Dio!». Ma egli imponeva loro severamente di non svelare chi egli fosse.
Amen

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“Togli da te l’unico peso che hai: il gusto di essere uomo. Diventa spirituale, Mannaen” – (M. Valtorta)Queste parole, n...
22/01/2025

“Togli da te l’unico peso che hai: il gusto di essere uomo. Diventa spirituale, Mannaen” – (M. Valtorta)
Queste parole, nell’opera principale della Valtorta, cioè l’Evangelo come mi è stato rivelato, Gesù le rivolge a Mannaen, quando ancora questi non è suo discepolo ma solo un vivo simpatizzante per lui. Della corte di Erode, suo fratellastro e compagno di infanzia secondo il libro degli Atti degli Apostoli (dove in una sola circostanza viene citato), Mannaen è progressivamente sedotto dalla parola e dall’insegnamento di Gesù, tanto che diventerà poi uno dei suoi discepoli più significativi tra quelli della prima ora. Tuttavia, nel corso della sua conversione, Mannaen riceve spesso da Gesù – con tutta dolcezza e amore – un’indicazione relativamente alla necessità di divenire più spirituale per seguirlo. Ciò che già la Valtorta riferisce come detto da Gesù ai suoi Dodici ai primi tempi della loro chiamata apostolica, ossia “Vi voglio spirituali”, viene evocato da Gesù anche alla coscienza di Mannaen: “Togli da te l’unico peso che hai: il gusto di essere uomo. Diventa spirituale, Mannaen”. Ciò vale non solo per gli Apostoli o per Mannaen ma, con modalità distinte, per ognuno di noi. Gesù vorrebbe che fossimo più spirituali, che l’Io carnale cedesse il posto all’Io spirituale e che alla carne venisse resa molta meno attenzione rispetto allo spirito. Così non è, in molti di noi: tuttavia la preghiera va posta in questa direzione. Amen
*** CIPREL – Centro Internazionale di Preghiera Laicale – Ispirato agli scritti di Scritti di Valtorta

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Purezza santissima dell’umanità di Cristo, purezza illibata della Vergine Maria, purezza castissima dell’uomo Giuseppe, ...
22/01/2025

Purezza santissima dell’umanità di Cristo, purezza illibata della Vergine Maria, purezza castissima dell’uomo Giuseppe, scendete su di noi, per liberare ogni pensiero e ogni azione dal legame impuro con la concupiscenza. Lo Spirito Santo ci ottenga la piena vittoria su noi stessi, in tutto ciò che di impuro avversa il senso del Vangelo. Amen

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Disponibile il testo: “Corso di Mariologia dell’intuizione. Vol. 1: La maternità intuitiva” – di Francesco G. Silletta**...
22/01/2025

Disponibile il testo: “Corso di Mariologia dell’intuizione. Vol. 1: La maternità intuitiva” – di Francesco G. Silletta***

Se è vero che Gesù crocifisso ha donato sua madre al discepolo amato, è vero anche che la madre storica di quest’ultimo era presente anch’ella a quella consegna materna. Dobbiamo quindi intendere la maternità di Maria su di noi come un qualcosa di molto più eloquente di una pura “maternità spirituale”: un’acquisizione della maternità storica che coinvolge la nostra esistenza umana è infatti intrinseca a quella consegna materna che Gesù istituisce per ognuno di noi.

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Tu che sei stata non solo amara testimone, ma anche attiva compartecipe della morte di tuo Figlio, dona a noi, Vergine M...
22/01/2025

Tu che sei stata non solo amara testimone, ma anche attiva compartecipe della morte di tuo Figlio, dona a noi, Vergine Maria, di beneficiare dei frutti inestimabili di quella morte: il sangue della purificazione e del perdono, l’acqua della rinascita, il cuore della misericordia, il grido della riconciliazione, la morte del peccato. Prega per noi, santa Madre, affinché mai siano vani per noi il dolore di Gesù e la tua partecipazione materna ad esso. Amen

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L’esistenza dell’inferno alla luce della bestemmia contro lo Spirito SantoCredere nello Spirito Santo, come si professa ...
21/01/2025

L’esistenza dell’inferno alla luce della bestemmia contro lo Spirito Santo

Credere nello Spirito Santo, come si professa almeno settimanalmente nel “Credo” durante la Messa domenicale, implica – se si ha un’idea quantomeno vaga di chi sia quello Spirito Santo in cui si dice di credere – che esista la possibilità della sua negazione, del suo ripudio o della sua “bestemmia”, come insegna Gesù stesso (Cf. Mt 12,32). Infatti, colui che è “Signore e dà la vita”, che “procede dal Padre e dal Figlio”, che “ha parlato per mezzo dei profeti”, può liberamente e in piena coscienza essere umanamente “bestemmiato”, nel senso di ripudiato e offeso nella sua stessa ontologia personale divina. Ciò tuttavia implica che non sia più Gesù Cristo, l’Uomo-Dio, con la sua veste carnale - che in un certo senso “copre” l’entità della sua potenza di Figlio di Dio - ad essere rinnegato dall’uomo, cosa in sé “perdonabile”, secondo l’insegnamento di Gesù, a motivo di quella carne che rende a suo modo “giustificabile” il fraintendimento umano. Piuttosto, negare e quindi “bestemmiare” lo Spirito Santo implica opporsi a Colui che non si manifesta in una carne – con conseguente possibilità umana di mal intendimento – né è mediante la sensibilità carnale che può essere accolto: Egli è Spirito, e la Verità in lui si manifesta in modo spirituale, infallibile nell’essere accolta, e mira alle facoltà spirituali dell’uomo. Verità e Amore vengono manifestate all’uomo, dallo Spirito Santo, nella loro autentica ontologia e non vi è parametro di mediazione (la carne) al quale ci si possa appellare nel caso di un possibile diniego. Negare la Verità che lo Spirito insegna e l’Amore che lo Spirito comunica, significa “apertamente”, cioè senza giunture di mediazione, negare la Salvezza che Dio stesso acquista per l’uomo nel suo Figlio, e quindi perdersi in eterno, essendo eterna la Vita che viene ripudiata. In tal senso, è lo stesso Gesù a veicolare la conoscenza teologica degli uomini alla comprensione dell’inferno come realtà non solo “possibile”, ma reale: la negazione della Verità, infatti, che impedisce volontariamente la conoscenza del Salvatore, unitamente a quella dell’Amore, che svincola l’uomo dal perdono di Dio, implicano per l’uomo stesso quella che l’Evangelista Giovanni definisce come una risurrezione di condanna, ossia la dannazione infernale. “Né in questo secolo, né in quello successivo”, dice Gesù, potrà essere perdonato a chi bestemmia lo Spirito Santo: questo “non potrà”, non implica un difetto nell’onnipotenza divina relativamente al perdono, ma la perfezione della divina giustizia, che dopo la manifestazione misericordiosa di Dio prima nella carne e nel sangue del Figlio e poi nella testimonianza netta, infallibile e tutta spirituale dello Spirito Santo, non “può” rovesciare l’ordine di senso della vita eterna: nella beatitudine o nella dannazione. Amen.

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Dio conosce la nostra preghiera ancor prima che la recitiamoSe la preghiera non diviene colloquio, e se questo colloquio...
21/01/2025

Dio conosce la nostra preghiera ancor prima che la recitiamo

Se la preghiera non diviene colloquio, e se questo colloquio non è fonte di reciproca comunicazione, allora la preghiera stessa non è che un vano ripetersi di parole, indirizzate in certi casi unicamente al vento. Gesù ci ha insegnato a pregare, ma in un ordine di consapevolezza piena – e per questo pienamente coinvolgente lo spirito – l’uditorio divino. Nel porsi in preghiera è fondamentale la coscienza perfetta che Dio è in ascolto, per parlare a sua volta e a modo suo al nostro cuore. Talvolta preghiamo senza questa coscienza, e poi ci lamentiamo che Dio non ha ascoltato la nostra preghiera. Dimentichiamo, in questo caso, che Dio conosce la nostra preghiera ancor prima che la recitiamo, e tuttavia, nel voler sentirsela rivolgere da noi, tiene che il nostro cuore lo chiami realmente in causa – e come causa decisiva – e che non ci limitiamo a un flusso di parole emesse con la bocca. Quanto ci tenga Dio ad essere invocato con viva partecipazione dai suoi figli, è un’esperienza che tutti possiamo fare, sempre, in qualsiasi momento del giorno e della notte, senza attendere il momento in cui ci pare che – a motivo di un problema – possa occorrerci l’aiuto divino. La nostra giornata potrebbe e dovrebbe essere un continuo colloquio con Dio, mentale, verbale, gestuale o di altra natura, e molte cose della nostra vita potremmo d’un tratto intenderle diversamente, scoprendo in noi un tale bisogno di Dio da non voler più interrompere la preghiera, ossia la relazione viva con lui. Amen.

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Oggi Sant’Agnese – Preghiera di liberazione dagli spiriti lussuriosi ***Lo Spirito Santo illumini il nostro cuore e puri...
21/01/2025

Oggi Sant’Agnese – Preghiera di liberazione dagli spiriti lussuriosi ***

Lo Spirito Santo illumini il nostro cuore e purifichi la nostra mente, affinché, per le virtù ed il martirio di Sant’Agnese, ogni spirito lussurioso che si agita ribelle nella nostra coscienza sia espulso da noi e questa preghiera sia efficace per ogni anima desiderosa di purificazione e di rinnovamento spirituale:
Eterno Padre, ti invochiamo come figli, invocando la tua paterna benedizione, che instancabilmente elargisci ad ogni anima che ti riconosce nel tuo Figlio, il Salvatore Gesù Cristo, che ha testimoniato il tuo amore nel mondo, mediante le opere che tu stesso hai voluto che compisse (cf. Gv 11,37). Anche quando i torrenti del nostro peccato e i flutti dell’angoscia sono passati su di noi (cf. Gn 2,4), tu non ci hai abbandonati a noi stessi, giudicandoci secondo le nostre colpe (cf. Sal 102,10), ma ci hai usato misericordia, inviando per noi il tuo Unigenito Figlio, affinché l’Uomo venisse redento e la fede in lui potesse salvarci (cf. Mc 5,34). La tua bontà non ha limiti, né la tua misericordia conosce confini, poiché tu sei benedetto in eterno (cf. Sal 88,53). Lungo i secoli non hai mai dimenticato i tuoi figli, né mai li hai abbandonati a se stessi, anche quando stavano alla tua presenza senza sincerità e rettitudine (cf. Is 48,1). Nel cuore trafitto di tuo Figlio ci hai manifestato sin dove giunge il tuo amore, affinché potessimo in lui pentirci e cambiare vita (cf. At 3,17): da quel cuore ogni bene e ogni consolazione si estendono su noi, così immeritevoli di tanta grazia, e per suo mezzo siamo salvati. Nel tuo Figlio, infatti, siamo liberi davvero (cf. Gv 8,32), poiché in lui è la Verità, nella quale dimora la salvezza. Ora guarda, Padre santo, il peso che portiamo nel cuore, il carico di oppressione che ci deriva da tanti peccati e da tanti sciagurati consensi un tempo da noi dati alle offerte del Maligno, menzognero e omicida da principio (cf. Gv. 8,42b); nel tuo Figlio, i cui occhi scrutano e conoscono ognuno di noi, ti chiediamo di rifulgere come luce invincibile nei nostri cuori (cf. 2Cor 4,6), affinché siano divelte tutte le radici di peccato e ogni sedimentazione del male in noi. Purificaci mediante il prezioso sangue di Gesù, nella potenza dello Spirito Santo, dagli attacchi e dalle insinuazioni del Maligno, sempre in cerca di chi divorare (cf. 1Pt 5,8): tienici saldamente uniti a te, nella fede in tuo Figlio, che non ha esitato a consegnarsi alla morte affinché per suo mezzo ottenessimo la Vita. Umilmente e con spirito di supplica, ci poniamo ora alla tua presenza invocando per noi l’intercessione della tua serva Agnese, giovane giglio della terra e gloriosa martire nei Cieli, che per custodire lealmente l’integrità santa del suo corpo verginale, a te consacrato, ha preferito la spada al peccato, la morte al tuo diniego. Per la sua fermezza e per la sua fedeltà al tuo desiderio di purezza su ogni creatura, ti chiediamo in modo speciale, Padre Santo, di espellere da noi, con la tua Parola di comando che è lo stesso tuo Figlio, tutti gli spiriti immondi e le decadute entità lussuriose che molestano con le loro ossessioni, provocazioni e possessioni la libertà santa di noi tuoi figli, destinati all’eredità del tuo Regno. La potenza della purezza della tua serva Agnese ottenga per noi la vittoria psichica e corporale su tutto l’infernale mondo della lussuria e del peccato e ogni dipendenza o legame con esso. Ti supplichiamo di chiamare a te la santa Agnese nel momento stesso di questa nostra invocazione, esortandola ad ascoltarci, a porgere l’orecchio in nostro favore (cf. Sal 45,11), affinché, ciò che della nostra preghiera da noi stessi non possiamo ottenere, lo possiamo sperare a motivo della sua intercessione presso te. Difendici, santa sorella Agnese, dall’insidia del Maligno e ottieni per noi, presso l’altare santo di Dio, liberazione e purificazione dai domīni lussuriosi e del peccato.
Amen.

***FG. Silletta – “Liberaci dal male” – 4 Volumi - © Edizioni Cattoliche La Casa di Miriam - Piazza del Monastero, 3 – Torino
Tel. 3405892741

Le lacrime di Maria, innocentissime e raccolte da Dio, e la nostra miserabile indifferenza umana:Quando si pensa alle la...
20/01/2025

Le lacrime di Maria, innocentissime e raccolte da Dio, e la nostra miserabile indifferenza umana:

Quando si pensa alle lacrime di Maria – ed è una forma di “beatitudine” il pensarle, poiché eleva l’anima oltre le cose di questo mondo – spesso si viaggia con la mente “unicamente” alle lacrime versate da lei sotto la croce. Non che questo sia un investimento mistico e contemplativo da poco, dal momento che almeno per tre ore la Madonna ha pianto sotto la croce di suo Figlio e, di conseguenza, il “pensare” a quelle lacrime non può che coinvolgere il cuore in un singolare e prezioso momento di partecipazione spirituale. Alle volte siamo così abituati, infatti, a pensare a Gesù Crocifisso che quasi sorvoliamo, con lo spirito, l’autenticità del dramma vissuto storicamente da Gesù e da sua madre. E tuttavia – lo dice la ragione teologica, oltre che evidentemente la tradizione cristiana – Maria non ha pianto solo in occasione della crocifissione e morte di suo Figlio – ma in molte altre circostanze che, sebbene Maria fosse una donna tutt’altro che “piagnona”, hanno caratterizzato di lacrime e di quell’interiore struggimento che le genera tutta la sua esistenza. Alla fine dei conti, tuttavia, tutte queste lacrime sono state versate per noi e per la nostra causa, anche in quelle situazioni apparentemente non immediatamente riferibili a noi. Così, ad esempio, è il caso della piccola Maria che, consegnata alle vergini del Tempio, dovette separarsi dagli anziani genitori fra molte lacrime, per custodire quella verginità tanto necessaria al disegno di Dio su di noi. Pensiamo poi alle lacrime di Maria al tempo della fuga in Egitto, o a quelle, ancor più intense, versate nel sapersi accusata (sebbene per poco tempo) dal suo sposo in relazione alla sua attesa di Gesù. Pensiamo alle lacrime di Maria quando Giuseppe morì, o a quelle encomiabili quando Gesù, lasciando Nazaret, si separò da lei per iniziare la sua missione pubblica. E quante lacrime nel sapere o vedere fisicamente il disprezzo e l’odio di tanti uomini verso suo Figlio, culminato poi nel modo che conosciamo. Qui, il dramma umano della croce di Gesù, costituisce un crocevia, un “climax”, rispetto ad una esternazione del pianto che in Maria continuerà anche dopo la risurrezione di Gesù, fin oltre la sua ascensione, considerato che al di là della gioia intrinseca al compimento dell’opera di salvezza, essa costituisce pur sempre un definitivo e terreno “addio” di Gesù a sua madre. Il pianto di Maria è un mistico strazio per chi lo contempla: esso evoca alla coscienza cristiana quanto immeritate siano state tutte quelle lacrime così sante e innocenti versate dalla Madre per noi. E ciò nonostante, esse possono e devono servirci come veicolo di purificazione e liberazione dal peccato, dall’offesa a Dio e dal mondo stesso, che non si cura affatto del dolore materno, ma si concentra unicamente su miserie che contraddicono tanto il pianto di Maria, quanto lo stesso sacrificio di Cristo per noi. Amen.
FG. Silletta

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Un estratto ***: “[…] Gesù non si è risparmiato nel dichiarare se stesso come la luce vera, ciò che illumina in ogni sua...
20/01/2025

Un estratto ***:

“[…] Gesù non si è risparmiato nel dichiarare se stesso come la luce vera, ciò che illumina in ogni sua proprietà creaturale l’essere stesso dell’uomo. Pur tuttavia, la sua pubblica predicazione ha incontrato l’opposizione umana, infatti “la luce è venuta nel mondo, ma gli uomini hanno preferito le tenebre alla luce, perché le loro opere erano malvagie” (Gv 3,19): “È il dramma della notte sul mondo delle anime che s’intreccia nello svolgimento della storia della salvezza” – spiega il santo pontefice Paolo VI – “e che dalla liturgia sensibilmente simboleggiato risveglia negli spiriti vigilanti il desiderio della luce” (PAOLO VI (Santo), Udienza generale, 15 marzo 1967). Proprio questa opposizione alla luce comunicata da Gesù nella sua storica espressione, introduce nuovamente – e la contemplazione dei misteri della luce ha un proprio incontro con questa realtà – quel carattere dialettico che, già nel secondo volume, avevamo individuato parlando dei misteri della gioia . Infatti, la predicazione di Gesù, il suo essere luce si fa incontro alle tenebre del mondo e questo percorso, questo inabissamento in ciò che è una realtà di segno opposto alla propria, presenta anche nei misteri in oggetto una cinetica dialettica, il cui superamento, ma al contempo anche la sua più esplicita individuazione, si ha a nostro avviso proprio nel grande ed ultimo mistero - dei cinque contemplati - della istituzione eucaristica. La soluzione alla dialettica introdotta dalle tenebre è data infatti dal corpo di Gesù, dato come cibo di salvezza. Egli istituisce l’Eucaristia non come sintesi fra la luce e le tenebre, ma come superamento di queste ultime nel suo corpo e nel suo sangue: il percorso che nel Rosario si contempla in precedenza, rispetto a questo mistero, è in un certo senso propedeutico a questo punto di arrivo. […]

*** Testo Disponibile - € 10,00 - Edizioni Cattoliche La Casa di Miriam - Piazza del Monastero, 3 – Torino
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Ontologia e grazia, i due volti dell’onnipotenzaSe  è vero che Dio è onnipotente, e che lo è a livello ontologico, cioè ...
20/01/2025

Ontologia e grazia, i due volti dell’onnipotenza

Se è vero che Dio è onnipotente, e che lo è a livello ontologico, cioè nel suo stesso essere Dio, è vero anche che l’onnipotenza interpella anche la Vergine Maria, non a livello ontologico come Dio, ma per la grazia di Dio di cui è ricolma. In tal senso, questa onnipotenza si espande, sebbene in un modo distinto, all’uomo stesso che a Dio e alla Vergine Maria si appella con totale umiltà, fiducia e spirito di abbandono. Già san Paolo ammoniva che tutto si può in chi dona la forza, ossia Dio stesso. E tuttavia anche l’appello alla Vergine, se coerente con la grazia di Dio, ha il medesimo esito “onnipotente”: l’esperienza di Cana è solo uno dei momenti nei quali si evince questa possibilità mai inevasa di ottenere un dono di grazia per Maria. In definitiva, sebbene con tanta fatica e dolore inevitabili, la vita cristiana è sostanzializzata da due reciproche “onnipotenze”, quella ontologica di Dio che crea l’uomo perché lo glorifichi nell’amore, e quella di Maria che per grazia si rende maternamente sollecita alle esigenze di ogni uomo in questa prospettiva. Tutto davvero ci è possibile, di quanto concerne la santità e l’acquisto delle virtù, pregando Dio e invocando per noi la Vergine Maria. Amen

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Rinunciare all’idea di peccato, per abbracciare l’idea di CristoNella vita di ogni giorno dobbiamo impegnarci nell’abban...
20/01/2025

Rinunciare all’idea di peccato, per abbracciare l’idea di Cristo

Nella vita di ogni giorno dobbiamo impegnarci nell’abbandono presenziale, nella nostra mente, di tutto ciò che conduce e si muove dinamicamente verso il peccato, avendolo come fine intenzionale. Con la preghiera continua allo Spirito Creatore, che conosce i misteri del nostro cuore, e con qualche piccola penitenza, possiamo debellare l’idea stessa di peccato, evitando con essa qualsiasi genere di relazione. Eliminando questa, viene potente in noi l’idea di Cristo, non come istanza platonica e per questo soggettiva, ma come potenza concettuale di chi è Sapienza incarnata, che viene a vivere in noi. Così, con l’idea di Cristo in noi, possiamo pensare secondo Cristo, vivendo di conseguenza con lui ogni attimo di questa vita. Lo sforzo è costante, ma del resto Gesù ci ha chiesto di sforzarci a varcare la porta stretta, evitando quella larga della perdizione eterna. Amen

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