26/10/2024
SPECULARE SULLO
STRAORDINARIO
… da fastidio e suscita reazioni allergiche da parte di chi abbia fondato la propria sicurezza partecipando alla ortodossia nemica della innovazione.
La scoperta che sconvolge il vissuto e la conoscenza, non può essere gradita ad un più tranquillo oscuramento della verità. Il ritrovamento di una opera d’arte straordinaria che sia indiziariamente attribuibile al genio di Leonardo da Vinci non può quindi che suscitare inizialmente reazioni di dubbio e di scherno, fintanto dal prenderne le distanze a difesa della propria competenza professionale : non conviene metterci la faccia finché non sia raggiunta la condivisione della maggioranza su un tema inaudito e sconvolgente. Per godere di tale cautela si é tentati di occultare le prove, fosse anche un capello biondo o nero o un pelo ritrovato in materia. Mentre gli esperti biologi dell’Arma dei Carabinieri intervengono anche non chiamati, ma per atto dovuto, per estrarre il DNA dal pelo ritrovato sulla scena del delitto, al fine di poterlo comparare con una ciocca di capelli strappati di forza al presunto assassino, nella storia dell’arte ciò non accade e si preferisce presumere, come nella nota canzone d’altri tempi, che non si tratti di un capello ma di un crine di cavallo, o di un baffo di gatto Silvestro, affinché si sappia che il ritrovato sia proprio una invenzione fumettistica. In un caso risalente al 2010, relativo al ritrovamento di un dipinto riconducibile alla “Pochade de Bordel” (=scherzo di bo****lo) preannunciato da van Gogh nelle sue lettere, ricevetti una lettera di diffida dall’allora direttore del Museo di Van Gogh ad Amsterdam a non procedere nella estrazione del DNAda delle tracce di sprema ritrovate in materia. Non aver ottemperato alla diffida e per aver fatto estrarre il DNA dal materiale genetico messo in cultura da un centro biologico, e soprattutto per aver riscontrato l’esistenza del DNA di cinque donne lavoratrici nel bo****lo, ciò mi costò il rifiuto del Direttore di procedere alla autenticazione dell’opera, portando a prova la scoperta dove van Gogh avrebbe intinto il pennello. Non volle neppure ricevermi, nè esaminare l’opera nè le lettere di Van Gogh. Neppure uno struzzo avrebbe nascosto nella sabbia la propria testa per non vedere e per contrastare la mia imbarazzante e cocciuta ricerca. Nel caso odierno del 2024, in merito ad un dipinto ritrovato attribuibile al genio di Leonardo, la contesa non sarà solo sui punzoni impressi sull’opera, fotografati e poi non più ritrovabili, ma anche sulle immagini spettrali evidenziate da una appropriata radiografia. Chi potrebbe aver falsificato il dipinto se non un ignoto ragazzo, apprendista di bottega di Leonardo da Vinci?
Il diritto alla difesa : le fotografie effettuate al punzone di Isabella d’Este sono qui pubblicate.