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Ieri il Presidente della Repubblica francese Emmanuel   ha parlato della crisi di governo in atto nel suo paese dopo la ...
06/12/2024

Ieri il Presidente della Repubblica francese Emmanuel ha parlato della crisi di governo in atto nel suo paese dopo la sfiducia votata dalle formazioni di destra e sinistra contro .

Il Presidente ha annunciato che rimarrà in carica fino a fine mandato e che nominerà un nuovo primo ministro, ma nel descrivere la situazione politica del suo Paese ha utilizzato diverse strategie.

Ha ripetuto più volte di prendersi le proprie responsabilità, salvo poi distribuirle ai rivali e al contesto.

Ha contrapposto le sue motivazioni a quelle dei rivali, sottolineando che lui, a differenza loro, non si ricandiderà, e quindi sottintendendo che le proprie motivazioni sono più pure. Il Rassemblement National e il Nouveau Front Populaire invece, sostiene il Presidente, cercano solo il disordine, senza pensare alle difficoltà che attraversano i francesi.

Infine ha spinto sul lato emotivo. Prima ricordando che la crisi è arrivata proprio mentre le famiglie si preparano alle feste natalizie, e poi ricordando i successi recenti della Francia "unita", come la riuscita delle Olimpiadi e l'imminente riapertura di Notre-Dame, contrapposti al caos creato da chi vuole dividere il Paese.

In ogni competizione elettorale, il posizionamento del candidato è fondamentale. Per Michele De Pascale, la strategia è ...
19/11/2024

In ogni competizione elettorale, il posizionamento del candidato è fondamentale. Per Michele De Pascale, la strategia è stata chiara fin dall’inizio: interpretare la campagna elettorale come se fosse già Presidente, dimostrando di essere all’altezza delle sfide che l’Emilia-Romagna ha superato e continuerà ad affrontare in futuro. Questo approccio non è stato solo il frutto di un’analisi strategica, ma un elemento distintivo della personalità del candidato: De Pascale ha condotto la campagna elettorale con pragmatismo e concretezza, riflettendo lo stile di chi ha ricoperto per oltre otto anni il ruolo di sindaco.

Nel corso della campagna elettorale, De Pascale non si è limitato a rivendicare la continuità con il suo predecessore Bonaccini, un Presidente che continua a godere di un ampio consenso tra gli emiliano-romagnoli. La sua leadership, infatti, ha saputo partire dall’eredità di Bonaccini per costruire una propria visione del futuro della regione, ponendo l’orgoglio emiliano-romagnolo al centro della sua narrazione politica. Questa sintesi tra continuità e innovazione ha avuto l’obiettivo di riconoscere e valorizzare il passato, ma anche di offrire un orizzonte nuovo, affinché i cittadini vedessero in Michele una figura capace di portare alla regione qualcosa di nuovo e di diverso. Perché Stefano è Stefano, e Michele è Michele.

Ogni decisione strategica della campagna, infine, è stata sempre sostenuta dai numeri. I sondaggi hanno evidenziato fin da subito un forte apprezzamento per la figura di De Pascale, con risultati in netto miglioramento nel corso delle rilevazioni, e un giudizio sempre estremamente positivo dell’operato della giunta uscente. Il monitoraggio costante di questi indicatori ci ha permesso di affinare la strategia anche nel corso della campagna elettorale, riadattandola sulle base delle analisi effettuate.

Grazie a questi elementi, e a una della migliori squadre con cui abbiamo avuto la fortuna di lavorare negli ultimi anni, Michele De Pascale è stato eletto Presidente con il 56,8% dei voti, registrando il miglior risultato ottenuto dal centrosinistra nella regione dal 2005 a oggi.

🇺🇸 Sono bastati un paio di punti persi negli stati chiave per trasformare una campagna elettorale all'ultimo voto in una...
11/11/2024

🇺🇸 Sono bastati un paio di punti persi negli stati chiave per trasformare una campagna elettorale all'ultimo voto in una debacle. Quali sono i fattori che hanno portato Kamala Harris a perdere le presidenziali?

In primis il tempo: il ritiro tardivo di Joe Biden, a 100 giorni dall’election day, ha costretto Harris a condurre una campagna costruita in fretta, a cui è mancato l’elemento di familiarità dell’elettorato, che conosceva poco le idee, il carattere e il programma della candidata. Per lei è stato molto difficile recuperare.

Quel che di Harris si conosceva senza ombra di dubbio era l’associazione alla figura di Biden. Una presidenza impopolare, conclusasi con lo scossone del ritiro quasi forzato dalla corsa per la rielezione, e considerata responsabile dell’aumento del costo della vita come di una cattiva gestione della questione migratoria. Probabilmente ai Democratici sarebbe stato più utile fare una campagna che prendesse maggiormente le distanze dall'amministrazione in carica, ma quella campagna evidentemente non poteva farla la Vicepresidente in carica.

La difficile presa di distanza dall'amministrazione Biden ha impoverito anche il messaggio di Harris. Da "A new way forward" a “Let’s win this”, la sua campagna non ha trovato le parole giuste sui temi che contavano: ha mancato di incisività rispetto a questioni prioritarie come lavoro, costo della vita, immigrazione, sicurezza. La chiave scelta dalla candidata è stata piuttosto quella della lotta per la democrazia e della battaglia per i diritti, temi sentiti dagli elettori, ma non quelli centrali della campagna elettorale.

C’è poi la questione delle minoranze: quello del razzismo, al contrario di quanto successo nel 2020, non è stato un tema rilevante nel dibattito. Anzi, le fasce più economicamente svantaggiate della popolazione hanno trovato del terreno comune guardando alla propria difficile situazione economica, e facendosi guidare più da temi economici che identitari.

Poco tempo a disposizione, la pesante eredità di Biden, un messaggio poco incisivo e l’incapacità di fare presa sulle minoranze etniche: questi sono i fattori che hanno portato Kamala Harris a perdere le elezioni americane.

🇺🇸 Nella notte, un’onda rossa ha colorato la mappa degli Stati Uniti d'America. Ma quali sono i fattori che hanno portat...
07/11/2024

🇺🇸 Nella notte, un’onda rossa ha colorato la mappa degli Stati Uniti d'America. Ma quali sono i fattori che hanno portato Donald Trump alla vittoria?

Anzitutto, il messaggio: "Make America Great Again." MAGA diventa nel 2016 la parola d’ordine più iconica nella storia delle campagne elettorali americane. La solidità del messaggio si conferma nelle tornate successive: Trump utilizza lo stesso claim nel 2020 e di nuovo nel 2024, arricchendolo con payoff rafforzativi come “Take America Back” e “Trump Will Fix It”. Queste poche parole racchiudono un mondo di significati a cui molti scelgono di appartenere: il richiamo a un’America perduta, fatta di benessere, di opportunità, di ricchezza e di valori tradizionali.

I target sono individuati in linea con questo posizionamento: Trump consolida il suo seguito tra bianchi tradizionalisti, libertari, cristiani e pro-life, ma incrementa anche il consenso tra latinos e asiatici, superando nettamente le percentuali del 2020 e conquistando tutti e sette gli swing states.

Nonostante abbia già ricoperto il ruolo di Presidente, Trump continua a incarnare l’immagine del politico anti-sistema: il suo linguaggio diretto e senza filtri rappresenta per molti americani un leader che non si lascia manipolare dall’apparato, ma anzi sfida i media tradizionali, la politica internazionale e l’intero establishment. Uno stile che contrasta nettamente con la retorica sognatrice e ottimista di Kamala Harris.

Ma stavolta Trump non è più da solo. A sostenerlo c’è una rete di miliardari, influencer e media alternativi – guidata dal Vice J.D. Vance e da Elon Musk – e il suo messaggio si diffonde ben oltre le piattaforme tradizionali, come testimoniato dal seguito record dei podcast di Joe Rogan e Logan Paul, considerati fra le chiavi per intercettare il voto dei giovani maschi americani.

Messaggio, target, stile e squadra: questi gli elementi che hanno trasformato la rabbia in mobilitazione, e consacrato Donald Trump come 47° Presidente degli Stati Uniti d’America.

📣 Più di 500.000 firme in pochi giorni: la strategia dietro il  Un successo non casuale, ma frutto di una strategia di c...
26/09/2024

📣 Più di 500.000 firme in pochi giorni: la strategia dietro il

Un successo non casuale, ma frutto di una strategia di comunicazione mirata e organizzata.
Ecco gli elementi chiave di questa operazione vincente:

1️⃣ Azzeccare il momentum
I dati ci dicevano da tempo che rivedere i meccanismi sulla cittadinanza non era più un tabù: anche gli elettori di centrodestra aderivano a questi valori, e grazie ad un messaggio ampio e inclusivo, la campagna è stata trasversale e non divisiva.

2️⃣ Un messaggio semplice come un hashtag
Riunire tutti i sostenitori intorno ad un hashtag ha permesso di catalizzare l’attenzione su un messaggio semplice e ben comprensibile. Spingere chi fermava online a condividere un contenuto per pubblicizzare il proprio sostegno ha reso l’hashtag di campagna notiziabile, al punto da entrare in trending topic.

3️⃣ La mobilitazione online (e il ruolo di influencer e figure pubbliche)
Il coinvolgimento digitale è stato fondamentali per catalizzare l’attenzione online, amplificando il messaggio e mobilitando una platea vasta, arrivando anche ai media più tradizionali. L’utilizzo della firma digitale ha sicuramente semplificato l’intero processo, rendendo l’adesione immediata e accessibile a tutti, ma la crescita dell’attenzione mediatica è figlia di una strategia di coinvolgimento che non poteva essere ignorata.

L’esperienza del è un ottimo esempio di come una campagna ben strutturata, con obiettivi chiari, contesto favorevole e messaggio inclusivo possano trasformarsi in un movimento popolare in grado di raggiungere risultati straordinari in pochissimo tempo.

Le Europee sono campagne “eccezionali” caratterizzate da collegi enormi. Ignazio Marino si candidava in due circoscrizio...
25/07/2024

Le Europee sono campagne “eccezionali” caratterizzate da collegi enormi. Ignazio Marino si candidava in due circoscrizioni (Centro e Nord-Ovest) nelle quali erano chiamati alle urne quasi 23 milioni di elettori. Per questo è stato fondamentale individuare i territori dove concentrare iniziative ed eventi. Abbiamo condotto uno studio elettorale approfondito su tutte le province delle due circoscrizioni, grazie al quale sono state individuate le zone target. Questo studio ha utilizzato un indice sintetico basato sulla popolosità e sull’orientamento politico (in particolare il voto ad AVS). Le aree principali così individuate sono state, oltre a Roma, le province del "triangolo industriale" del Nord-Ovest, Torino-Milano-Genova, e quelle toscane di Pisa e Livorno.

A differenza di altri candidati, Marino partiva da un buon livello di notorietà, dovuto alle sue precedenti esperienze politiche. Il punto di partenza della strategia è stato quello di puntare a valorizzare la sua esperienza come ex sindaco di Roma, una città complessa che richiede grandi capacità di gestione e di leadership politica. Un elemento fondamentale per attrarre il voto urbano, colto e di opinione, soprattutto nella stessa Roma e nei comuni di grandi dimensioni.

Fin dall’inizio Marino si focalizza su tre temi prioritari: difesa della sanità pubblica, tutela dell'ambiente e promozione della pace. Sono i pilastri intorno ai quali costruisce la sua campagna, con prese di posizione forti e senza compromessi, per coinvolgere e mobilitare l'elettorato progressista. Per parlare di sanità viene condotto un vero e proprio tour delle strutture, da cui poi si svilupperà un podcast sulle loro condizioni e le proposte di Marino per migliorare la sanità pubblica.

Nel corso di una campagna elettorale per le elezioni europee, capita spesso che messaggi, claim e creatività di candidat...
17/07/2024

Nel corso di una campagna elettorale per le elezioni europee, capita spesso che messaggi, claim e creatività di candidati progressisti siano tra loro molto simili: i riferimenti a un'Europa in cui tornare ad avere fiducia, la bandiera europea protagonista di ogni manifesto, e i grandi temi (ambiente, diritti, politica estera) al centro dell'agenda di ogni candidato.

Pina Picierno, tuttavia, aveva una carta diversa da giocare: presentarsi in campagna elettorale come Vicepresidente del Parlamento Europeo le avrebbe permesso, infatti, di elevarsi rispetto agli altri candidati, mostrandosi più credibile e autorevole. L'Europa che gli altri, infatti, provavano a raccontare, era quella che lei stessa aveva incarnato in prima persona per cinque anni, rappresentando l’istituzione del Parlamento Europeo.

È soprattutto per questa ragione che su tutti i materiali di campagna – dai 70x100 ai flyer, passando per i cosiddetti santini – il nome di Pina Picierno è sempre accompagnato dalla dicitura “Vicepresidente del Parlamento Europeo”, rendendo chiara e immediata l'associazione tra il suo volto e l'istituzione.
Il posizionamento adottato è quindi sempre stato in forte continuità con quanto fatto negli ultimi anni, rafforzando il concetto con un claim chiaro e riconoscibile, coerente con la sua storia: "libera e forte". Un claim che parla della storia e dei valori di Pina, dell’Europa e anche dell’Italia, citando un celebre appello di oltre un secolo fa.

Il numero di preferenze raccolte, circa 43mila in più rispetto al 2019, trova inoltre spiegazione nelle analisi svolte fin da inizio anno. Lo studio territoriale – costruito sullo storico elettorale e sui dati sociodemografici – ha permesso di classificare ogni comune in base all'approccio da adottare in campagna, e l'elaborazione di indici ad hoc ha permesso di valutare la priorità da assegnare a ciascuna microarea identificata. I sondaggi, integrando quanto indicato dallo studio, hanno infine permesso di affinare target e messaggi, focalizzandosi sulla percezione della figura di Pina nel panorama della circoscrizione.

Il 16 luglio 2024, con 405 voti, Pina Picierno viene riconfermata Vicepresidente del Parlamento Europeo.

Un viaggio lungo più di un anno, durante il quale abbiamo accompagnato Sara Funaro, assessora della Giunta Nardella, pri...
05/07/2024

Un viaggio lungo più di un anno, durante il quale abbiamo accompagnato Sara Funaro, assessora della Giunta Nardella, prima nella definizione del posizionamento, poi nel corso di tutta la campagna elettorale.

Sara si è infatti affermata in uno scenario molto frammentato, in cui il centrosinistra, già a gennaio, contava tre aspiranti sindache (a cui si aggiungeranno in primavera Palagi e Masi): la stessa Funaro, Cecilia Del Re (uscita dal PD dopo il sostegno dell’assemblea cittadina a Funaro) e Stefania Saccardi (vice-Presidente della Regione, IV).
Serviva, anzitutto, far emergere Sara come la candidata più forte del campo progressista: in anticipo rispetto ai competitor, il 19 gennaio, Funaro lancia quindi la sua candidatura in un Palacongressi gremito. Il messaggio di quel bagno di folla era chiaro: è lei la donna da ba***re. È lei la leader dei progressisti fiorentini.

La sfida, dopo il lancio, era raccontare Sara: la sua storia, i suoi valori, il suo operato. Da qui nasce il primo claim “Insieme. Non è uno slogan, è la mia storia”, così come la sua naturale empatia si rivela in “Sara is in”, un banchetto di ascolto che è anche un omaggio alla Lucy dei Peanuts.
Il centrodestra, intanto, schiera l’ex direttore degli Uffizi Eike Schmidt, e da subito si cerca una polarizzazione diretta tra i due che ha favorito, nella fase finale, il dialogo con gli elettori delle altre forze di centrosinistra.

Il primo turno si conclude con Funaro in testa con il 43%, seguita da Schmidt a più di dieci punti di distanza. Un dato previsto dalle ricerche svolte nei mesi precedenti: disporre di una serie storica di sondaggi è servito ad affrontare con lucidità le fasi critiche della campagna, avendo consapevolezza degli orientamenti dei fiorentini e definendo al meglio target e messaggi.

Al ballottaggio, il claim si aggiorna: Sara si propone come la prima "prima cittadina" della storia di Firenze, accettando lo scontro con Schmidt e non sottraendosi ai confronti, nonostante il vantaggio lo sconsigliasse: un’occasione in più per mostrare maggiore competenza e conoscenza della città.
Con il 60,6% dei voti, Sara Funaro diventa la prima sindaca di Firenze. O meglio, la sua prima cittadina.

La scorsa settimana a Roma, dagli amici di Binario F, abbiamo organizzato una piccola Festa del dopo voto per celebrare ...
21/06/2024

La scorsa settimana a Roma, dagli amici di Binario F, abbiamo organizzato una piccola Festa del dopo voto per celebrare insieme ad alcuni amici il nuovo volto di YouTrend e youtrend strategies.

Un'altra stagione elettorale si è conclusa, e noi l'abbiamo festeggiata così!

21/06/2024
19/06/2024
16/11/2022

Neanche noi riusciamo a comunicarvi a parole tutto ciò che è Election Days.

Un corso di formazione, una sfida, un gioco, l'incontro fra i professionisti della comunicazione politica di oggi e quelli di domani. Ma anche molto altro.

Fortunatamente arrivano in nostro soccorso le immagini di .

Grazie a tutti, ci vediamo a !

La tornata di elezioni amministrative che si è appena conclusa ha regalato una serie di grandi soddisfazioni per il team...
27/06/2022

La tornata di elezioni amministrative che si è appena conclusa ha regalato una serie di grandi soddisfazioni per il team di Quorum/YouTrend.

Dalla campagna di Damiano Tommasi a Verona a quella di Michele Guerra a Parma, passando per la riconferma di Sergio Giordani a Padova: le amministrative 2022 sono state per noi un appuntamento indimenticabile.

Anche questa tornata elettorale è stata ricca di grandi soddisfazioni per il team di Quorum/YouTrend. A cominciare da Verona, dove Damiano Tommasi ha vinto una sfida difficilissima, in una città ritenuta praticamente inavvicinabile per il centrosinistra, e contro il sindaco uscente. Una sfida a cu...

26/09/2021
🗳 Una buona strategia e un messaggio convincente sono la chiave di ogni campagna elettorale vincente.Ma come si fa a non...
08/10/2020

🗳 Una buona strategia e un messaggio convincente sono la chiave di ogni campagna elettorale vincente.

Ma come si fa a non sbagliare? Election Days quest'anno si apre con la lezione dei nostri Lorenzo Pregliasco e Giovanni Diamanti, ricca di esempi tratti dalle campagne italiane e americane.

📊 Nel pomeriggio, Davide Policastro ha parlato di sondaggi. Come si ricavano, si leggono e si usano i numeri su cui si costruisce la campagna elettorale?

Questo e molto altro a .

In questa strana tornata elettorale non sono mancate le soddisfazioni per il team di Quorum/YouTrend:Per Vincenzo De Luc...
22/09/2020

In questa strana tornata elettorale non sono mancate le soddisfazioni per il team di Quorum/YouTrend:

Per Vincenzo De Luca, abbiamo curato linee creative, copy strategy e ricerca, in una campagna coordinata da Comin&Partners.
Insieme a Jump Comunicazione e Marco Agnoletti abbiamo lavorato a strategia e ricerca per il Partito Democratico della Toscana.

Abbiamo curato strategia e comunicazione per Cristina Giachi, neoeletta consigliera regionale in Toscana e ideato strategia, creatività e gestito la presenza social di una storica amica e cliente, Manuela Bora, assessora uscente rieletta nella provincia di Ancona.

Per Giacomo Possamai, il secondo candidato più votato di tutta la regione Veneto, abbiamo prodotto invece uno studio elettorale e la copystrategy

Complimenti e congratulazione a tutti loro!

Quorum torna sul luogo del delitto: anche quest’anno sulla campagna di Vincenzo De Luca c’è la nostra firma. Abbiamo curato infatti le linee creative, la copy strategy e la ricerca per la trionfale campagna elettorale di Vincenzo De Luca, coordinata dagli amici di Comin & Partners, insieme ai q...

Indirizzo

Via Accademia Albertina, 3/bis
Turin
10123

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