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Legalità di razza. Cos’è?
“Legalità di razza” è un grande progetto etico per la valorizzazione di migliaia di ettari di boschi situati nel cuore dei Nebrodi e sottratti alla criminalità organizzata.
Una storia iniziata nove secoli fa, quando il Gran Conte Ruggero fece di Troina la prima capitale normanna di Sicilia. Accolti dalla popolazione cristiana, i Normanni decisero di donare ai troinesi migliaia di ettari di boschi che per secoli hanno costituito una risorsa vitale per la comunità. Il carbone scaldava i rigidi inverni, la legna serviva a costruire gli arnesi da lavoro, l’abbondante selvaggina sfamava le bocche nei momenti di scarso raccolto, le acque pure delle sorgenti dissetavano nelle calde estati, i ricchi pascoli rifocillavano gli armenti. Un legame plurisecolare tra la comunità e il bosco che nei decenni passati è stato rescisso pensando di costruire un modello di sviluppo alternativo all’agricoltura.
Lasciato al proprio destino, questo ingente patrimonio naturalistico è andato a finire nelle mani della criminalità. Attraverso la gestione illegale dei boschi e grazie ai cospicui incentivi che la Comunità europea eroga all’agricoltura la mafia ha lucrato ingenti risorse finanziarie senza creare sviluppo e occupazione nel territorio. Per fortuna negli ultimi anni l’azione di legalità portata avanti dal Comune di Troina ha permesso di sottrarre alla criminalità organizzata migliaia di ettari di bosco e la comunità ha compreso che quel prezioso dono dei Normanni può rappresentare davvero una straordinaria leva di sviluppo per il territorio dando la possibilità ai giovani di trovare qui le opportunità per costruire il proprio futuro senza scegliere la triste via dell’emigrazione. Ma per farlo c’è bisogno di uno sforzo corale e soprattutto di una mobilitazione civica che coinvolga le tantissime forze sane della nostra società che non si sono rassegnate all’oppressione mafiosa ma che invece vogliono partecipare attivamente al riscatto di questa terra riportando sui Nebrodi “quel fresco profumo di libertà” di cui parlava Paolo Borsellino.