30/07/2024
Tra i commenti al mio post sui complottisti lunari, c'era quello di Orietta Bonifazi che mi invitava a vedere il (lunghissimo) film di Massimo Mazzucco "American Moon", in cui si sostiene, appunto, che tutte le missioni Apollo siano state una grande messa in scena.
Il documentario è indubbbiamente molto interessante e conferma sostanzialmente il fatto che il problema del complottismo non è nel merito ma nel metodo. Una vera indagine mira a scoprire la verità, non a dimostrare una teoria.
1. Il complottista si nutre di complottismi
Mazzucco non è un giornalista e non è uno scienziato: è un complottista professionista. Oltre al complotto sulla Luna, si occupa di altri complotti: Covid, 11 settembre, guerre, cure anticancro, omicidio Kennedy.
Quello che rende il complottismo ridicolo è proprio l'essere auto-referenziale. Chi vede complotti ovunque non è la figura più credibile a svelare un complotto. Esattamente come un fanatico religioso non è la figura più autorevole per indagare sulla Sindone, o un sensitivo non è la persona a cui rivolgersi per indagare su un omicidio.
2. Il problema è chi gli risponde
"American Moon" cita tutte le risposte alle teorie del complotto dei "debunker", a cominciare da Paolo Attivissimo, le cui spiegazioni vengono spesso ridicolizzate.
Dicevo, nel mio post, che trovavo grottesco che si possa scrivere un libro per dimostrare che siamo andati sulla Luna. In effetti Attivissimo esce malissimo da questo documentario. Perché prendere sul serio i complottisti, e rispondergli con teorie del tutto speculari alle loro, non fa che legittimarli e dargli credito.
Insomma il dibattito tra complottisti e anti-complottisti lascia pensare che anche i viaggi sulla Luna siano un'opinione e non scienza, e che ha ragione chi riesce a essere più convincente, come fosse una tribuna politica. Rispondere ai complottisti nel merito delle loro teorie significa legittimare l'idea che un cretino qualsiasi possa dissertare di questioni di cui nessun comune cittadino capisce nulla.
Per questo non posso che dare ragione ad Aldrin, che ai complottisti che lo assediavano dandogli del bugiardo ha risposto semplicemente con un cazzotto.
3. Incoerenza
La coerenza è ciò che manca completamente ad "American Moon": Mazzucco sostiene che la Nasa avesse una tecnologia così avanzata da poter riprodurre alla perfezione e fin nei minimi dettagli l'allunaggio, ma poi si sarebbe fatta sgamare con errori grossolani (la polvere lunare, i cavi che sostengono gli astronauti, e altre amenità del genere).
4. "Tanto ho ragione io"
Alcune argomentazioni sono tanto puerili da avermi fatto pensare a quel capitolo del Barone Rampante di Calvino, in cui il barone, dopo aver discusso a lungo con il padre sul perché della sua scelta esistenziale, chiude la discussione dicendo "da qui pi**io più in alto". "Ho ragione io, e anche se avessi ragione tu avrei comunque ragione io" è sostanzialmente la posizione di Mazzucco, su questioni come le rocce lunari. Che potrebbero essere state create chimicamente, ma anche se fossero naturali, probabilmente sono meteoriti prelevati in Antartide, ma anche se venissero proprio dalla Luna, potrebbero essere state prese con sonde. In altre parole: "non potete provare che siete stati sulla Luna. Gne gne gne gne gne gne!"
5. Mix di questioni serie e ridicole
Non nego che ci siano molte questioni sollevate dal documentario che fanno pensare: i nastri con i dati del volo che sono andati perduti, le famigerate fasce di Van Halen, le tempistiche che non tornano nelle conversazioni con Huston, il fatto che non esistano di fatto immagini dei luoghi di allunnaggio fotografati dalle sonde.
Altre andrebbero approfondite meglio con esperti, come le ombre "anomale".
Altre sono molto più ridicole: i lampi nei filmati "che non possono che essere riflessi dei cavi che sostengono gli astronauti" i movimenti "sospetti" degli stessi astronauti, le macchine fotografiche e le pellicole che non si ghiacciano con il freddo, la polvere dei rover che non segue la "giusta" traiettoria.
Altre ancora sono semplicemente puerili e degne di un bimbominkia: il modulo lunare fatto con "cartapesta" e appiccicato con lo scotch (la Nasa era in grado di riprodurre alla perfezione la morfologia della Luna, ma non di costruire un astronave credibile?); ma il capolavoro è la risposta all'osservazione più banale: come è possibile che delle 400000 persone coinvolte nel progetto lunare, nessuno abbia mai parlato, e che l'Unione Sovietica non sia stata in grado di svelare l'inganno?
La risposta di Mazzucco è che le 4000000 persone coinvolte nel progetto erano tutte ignare del complotto, conosciuto solo dai vertici (un po' come in massoneria). Quanto alla Russia: conosceva la verità, ma non l'ha rivelata perché tanto "nessuno ci avrebbe creduto" e avrebbe rovinato i rapporti con gli Stati Uniti (!!!!!)
Come "fonti" del complotto, poi, vengono citati film di fantascienza come "Capricorn One" e "007 Una cascata di diamanti".
Come se per dimostrare l'esistenza degli alieni, si citassero come fonti "E.T.", "Mars Attacks!" e "La guerra dei mondi".
Ma il più grande interrogativo resta: se la conquista della Luna era così urgente e così impossibile da giustificare una finta, a che cosa sarebbero servite le cinque missioni seguenti?
Perché continuare la farsa così a lungo?
A questa domanda i complottisti non cercano nemmeno di rispondere.