Adesso

Adesso Direttore: Arnaldo Casali
Redazione: Fabrizio Donatelli, Beata Golenska, Silvia Crisostomi, Luna Bassi Libera, aperta, indipendente e senza una lira
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ADESSO è stampa, web, radio, televisone, cinema ed eventi dal vivo.

Oggi alle 17.30 a Orte, nel chiostro del complesso residenziale in piazza Senatore  Manni terrò una conferena sul tema: ...
03/09/2024

Oggi alle 17.30 a Orte, nel chiostro del complesso residenziale in piazza Senatore Manni terrò una conferena sul tema: "C'era una volta.... il Medioevo secondo Walt Disney"!

Ottava de Santo Egidio a Orte

30/08/2024

Al giorno d'oggi c'è più libertà di pensiero che pensiero.
Francesco Carlesi

30/08/2024

Quando ero adolescente c'era la psicosi dell'Aids.

Ricordo che la parola d'ordine, a quei tempi, era "mettete il pr********vo". Nessuno sosteneva che dire una cosa del genere significasse colpevolizzare le vittime di quella terribile malattia, o limitare la libertà individuale. Nessuno cercava di convincere gli infetti a non contagiare gli altri. Si invitava a proteggersi, ad essere prudenti.

Se vai a un safari ti raccomandano di non scendere mai dalla macchina, non ti dicono: "Fai pure tutto quello che vuoi: sono i leoni che si devono comportare bene e non sbranarti!".

Il problema è che nella idiotocrazia in cui siamo precipitati, di fronte a uno stupro è diventato politicamente scorretto invitare le potenziali vittime alla prudenza. Siccome siamo l'era delle chiacchiere sui social, l'atteggiamento giusto è invitare i potenziali stupratori a rispettare le donne.

Perché nell'idiotocrazia del politicamente corretto è importante quello che dici, non quello che fai. E' fondamentale stare dalla parte giusta, non fare cose sensate.

Ma in un mondo sano, dire a una donna che se evita di ubriacarsi e flirtare con sconosciuti riduce il rischio di essere violentata non significa colpevolizzare la vittima: significa responsabilizzare i giovani.

Ma noi viviamo in un'epoca in cui il concetto di responsabilità è stato sostituito dal vittimismo. Abbiamo sempre tante vittime e nessun responsabile: anche gli stupratori, di fatto, vengono descritti come vittime del patriarcato, e non come animali incivili.

Se dico che quando si attraversa un incrocio non bisogna guardare il telefonino, sto colpevolizzando le vittime della strada? Se dico che fumare fa male sto colpevolizzando le persone malate?

Di fatto ci si indigna per gli stupri e si sostiene il diritto ad essere stuprate. Questo perché siamo nell'era dei diritti senza più doveri. Siamo nell'era in cui tu devi poter fare tutto quello che ti pare senza assumerti mai la responsabilità delle tue azioni.

Tu hai il diritto di ubriacarti, di stordirti, di violentare e farti violentare. Poi hai il diritto di denunciare e il diritto di andare in galera.

Non hai il dovere di comportarti responsabilmente.

La verità è che chi si indigna per gli stupri delle ragazze violentate non frega proprio nulla. Gli interessa solo mettersi dalla parte dei "giusti" accodandosi ai moralizzatori.

Come se per comba***re il fenomeno delle violenze e delle molestie, si potesse davvero farsi largo in un'orgia di alcool e droghe e dire al gruppetto di adolescenti che si sta divertendo: "Oh, mi raccomando, rispettate le donne eh".

Ma è il principio che conta, mica la vita delle persone, no?

Il punto è che viviamo in una società che incoraggia i giovani a strafarsi, ubriacarsi e a perdere il controllo. Però poi pretende che un ragazzino privato di qualsiasi valore etico, nel momento in cui ha perso completamente il controllo della sue azioni, si comporti come un gentiluomo.

E' tempo che qualcuno lo dica: pensare di fermare gli stupri combattendo la cultura del patriarcato è una st*****ta immane. E' come pensare di comba***re gli incidenti stradali con le macchine elettriche.

Lo stupro non è figlio del patriarcato. Lo stupro è un crimine: ed è il prodotto di un imbarbarimento umano che con le quote rosa, con lo schwa, gli asterischi, le sindache e le assessore non c'entra nulla.

Un adolescente progressista e politicamente corretto, quando sta fatto e ubriaco, violenta, investe pedoni e picchia gli altri esattamente come un adolescente maschilista e conservatore.

Non mi sembra proprio il modo migliore di proteggere le donne dagli abusi quello di dire a una ragazzina che fa bene a ubriacarsi e fare sesso col primo che capita, perché poi tanto se all'ultimo momento cambia idea e quello non ci sta e vuole andare fino in fondo, la colpa è della società patriarcale sessista e fassista in cui viviamo.

Così come mettere sullo stesso piano una ragazza che il giorno dopo si è pentita di quello che ha fatto con gli amici, e una aggredita per strada da uno sconosciuto mentre andava per i fatti suoi, non mi sembra un modo onesto di parlare di stupro.

Ma pensate davvero che un potenziale stupratore leggendo il vostro post con scritto "Le donne non si toccano" verrà improvvisamente illuminato di saggezza e non toccherà più una donna?

Dopo l’Umbria, il viaggio di La Stella di Greccio proseguirà in Armenia, dove sarà presentato al Fresco Film Festival. Q...
23/08/2024

Dopo l’Umbria, il viaggio di La Stella di Greccio proseguirà in Armenia, dove sarà presentato al Fresco Film Festival. Qui, verrà proiettato il 24 agosto a Vanadzor e il 27 agosto nella capitale Erevan, continuando così a portare la storia di San Francesco e della nascita del Presepio a un pubblico sempre più ampio.

Il film La Stella di Greccio, diretto da Arnaldo Casali, sarà proiettato a Calvi dell’Umbria durante il Calvi Festival, per poi proseguire in Armenia al Fresco Film Festival.

Auguri Chiara!
11/08/2024

Auguri Chiara!

Luisa Borini interpreta Santa Chiara nel film "La Stella di Greccio"

“La Stella di Greccio” arriva a Todi per il festival “Liberare la bellezza”. Giovedì 1° agosto, alle 22.30, il film sull...
01/08/2024

“La Stella di Greccio” arriva a Todi per il festival “Liberare la bellezza”. Giovedì 1° agosto, alle 22.30, il film sulla nascita del presepio sarà proiettato ai Giardini “Amici dell’orto” in via Tremoli, a chiusura della prima giornata del festival diretto da Alberto Di Giglio. Giornata che sarà aperta – alle 20.30 – da uno dei più grandi classici del cinema sulla religione: “La via lattea” di Luis Bunuel.

“Il festival nasce dall’idea che viviamo dentro una bellezza inibita dalle contraddizioni della modernità – spiega Di Giglio – ma che pure è presente come aspirazione universale e quale realtà di fatto nei segni paesaggistici, artistici e culturali del nostro paese. Si tratta solo di liberarla permettendole di fiorire. Todi da questo punto di vista, con la sua armonia che è un unicum anche in una regione tutta straordinaria come l’Umbria, è lo scenario ideale di una simile manifestazione; e lo è anche il magnifico Giardino degli Amici dell’Orto che da più di un secolo vive come parte nascosta ed essenziale delle bellezze di Todi. Ma cos’è la bellezza? È certamente un fatto esteriore, ce lo dice Todi stessa coi suoi monumenti magnifici; ma è soprattutto un fatto interiore senza il quale quei monumenti resterebbero scheletri senza vita”.

Il festival prosegue fino al 18 agosto con un programma che prevede, tra l’altro, un recital con Riccardo Leonelli e Claudia Koll, una mostra dedicata a Fellini e il sacro, uno spettacolo su Giovanna d’Arco, un incontro con Davide Rondoni e film come “Brigitte Bardot Forever” di L**h Majewski, “Così lontano, così vicino” di Wim Wenders, “Chiara” di Susanna Nicchiarelli, “La leggenda del santo bevitore” di Ermanno Olmi, “Francesco di Assisi” di Liliana Cavani.

“La Stella di Greccio” arriva a Todi per il festival “Liberare la bellezza”. Giovedì 1° agosto, alle 22.30, il film sulla nascita del presepio sarà proiettato ai Giardini “Amici dell’orto” in via Tremoli, a chiusura della prima giornata del festival diretto da Alberto Di Giglio. Gio...

Il cinema italiano perde un altro gigante.  nel 2015 vinse il premio come Migliore attore protagonista al Terni Film Fes...
31/07/2024

Il cinema italiano perde un altro gigante.

nel 2015 vinse il premio come Migliore attore protagonista al Terni Film Festival per un'interpretazione di grandissima intensità: quella di un "povero Cristo" crocifisso, nel corto "Nell'ora che non immaginate"

Giovedì 1° agosto alle 22.30 "La Stella di Greccio", film sulla nascita del Presepio, sarà proiettato ai Giardini "Amici...
31/07/2024

Giovedì 1° agosto alle 22.30 "La Stella di Greccio", film sulla nascita del Presepio, sarà proiettato ai Giardini "Amici dell'Orto" in Via Tremoli, a chiusura della prima giornata del Festival "Liberare la Bellezza" di Todi diretto da Alberto Di Giglio. Giornata che sarà aperta alle 20.30 da uno dei più grandi classici del cinema sulla religione: "La Via Lattea" di Luis Bunuel.

"La Stella di Greccio" è il primo film della storia del cinema a narrare la nascita del Presepio e a scegliere il registro della commedia per raccontare la figura di Francesco d’Assisi. Scritto e diretto da Arnaldo Casali e interpretato da Friar Alessandro, il film è stato prodotto da Confraterni in collaborazione con Istess Cinema. Interamente girato in Umbria, si basa rigorosamente a fonti francescane ben note agli studiosi ma finora mai utilizzate da cinema, teatro e televisione e propone la figura di Francesco d’Assisi in una chiave totalmente nuova, che recupera l’umorismo del santo che emerge fortemente dai ricordi dei compagni ma è rimasto “nascosto” fino ad oggi e mostrare Francesco – finalmente – nella sua autentica dimensione di “Giullare di Dio” ovvero attore, regista, comico. Lo scorso gennaio è stato proiettato alla Filmoteca Vaticana e consegnato a papa Francesco, ricevendo l'apprezzamento anche di Liliana Cavani, alla quale è dedicato.

Quanto al festival proseguirà fino a domenica 18 agosto con un programma intenso che prevede, tra l’altro, un recital con Riccardo Leonelli e Claudia Koll, una mostra dedicata a Fellini e il sacro, uno spettacolo su Giovanna d’Arco, un incontro con Davide Rondoni e film come "Brigitte Bardot Forever" di L**h Majewski, "Così lontano, così vicino" di Wim Wenders, "Chiara" di Susanna Nicchiarelli, "La leggenda del santo bevitore" di Ermanno Olmi, "Francesco di Assisi" di Liliana Cavani.

Giovedì 1° agosto alle 22.30

Una canzone dedicata a
31/07/2024

Una canzone dedicata a

Provided to YouTube by AD MusicL'Impunito (feat. Francesco Bianconi) · Valerio Lundini · Vazzanikki · Francesco BianconiInnamorati della Vita℗ 2024 SHABAL SR...

Tra i commenti al mio post sui complottisti lunari, c'era quello di Orietta Bonifazi che mi invitava a vedere il (lunghi...
30/07/2024

Tra i commenti al mio post sui complottisti lunari, c'era quello di Orietta Bonifazi che mi invitava a vedere il (lunghissimo) film di Massimo Mazzucco "American Moon", in cui si sostiene, appunto, che tutte le missioni Apollo siano state una grande messa in scena.

Il documentario è indubbbiamente molto interessante e conferma sostanzialmente il fatto che il problema del complottismo non è nel merito ma nel metodo. Una vera indagine mira a scoprire la verità, non a dimostrare una teoria.

1. Il complottista si nutre di complottismi

Mazzucco non è un giornalista e non è uno scienziato: è un complottista professionista. Oltre al complotto sulla Luna, si occupa di altri complotti: Covid, 11 settembre, guerre, cure anticancro, omicidio Kennedy.

Quello che rende il complottismo ridicolo è proprio l'essere auto-referenziale. Chi vede complotti ovunque non è la figura più credibile a svelare un complotto. Esattamente come un fanatico religioso non è la figura più autorevole per indagare sulla Sindone, o un sensitivo non è la persona a cui rivolgersi per indagare su un omicidio.

2. Il problema è chi gli risponde

"American Moon" cita tutte le risposte alle teorie del complotto dei "debunker", a cominciare da Paolo Attivissimo, le cui spiegazioni vengono spesso ridicolizzate.

Dicevo, nel mio post, che trovavo grottesco che si possa scrivere un libro per dimostrare che siamo andati sulla Luna. In effetti Attivissimo esce malissimo da questo documentario. Perché prendere sul serio i complottisti, e rispondergli con teorie del tutto speculari alle loro, non fa che legittimarli e dargli credito.

Insomma il dibattito tra complottisti e anti-complottisti lascia pensare che anche i viaggi sulla Luna siano un'opinione e non scienza, e che ha ragione chi riesce a essere più convincente, come fosse una tribuna politica. Rispondere ai complottisti nel merito delle loro teorie significa legittimare l'idea che un cretino qualsiasi possa dissertare di questioni di cui nessun comune cittadino capisce nulla.

Per questo non posso che dare ragione ad Aldrin, che ai complottisti che lo assediavano dandogli del bugiardo ha risposto semplicemente con un cazzotto.

3. Incoerenza

La coerenza è ciò che manca completamente ad "American Moon": Mazzucco sostiene che la Nasa avesse una tecnologia così avanzata da poter riprodurre alla perfezione e fin nei minimi dettagli l'allunaggio, ma poi si sarebbe fatta sgamare con errori grossolani (la polvere lunare, i cavi che sostengono gli astronauti, e altre amenità del genere).

4. "Tanto ho ragione io"

Alcune argomentazioni sono tanto puerili da avermi fatto pensare a quel capitolo del Barone Rampante di Calvino, in cui il barone, dopo aver discusso a lungo con il padre sul perché della sua scelta esistenziale, chiude la discussione dicendo "da qui pi**io più in alto". "Ho ragione io, e anche se avessi ragione tu avrei comunque ragione io" è sostanzialmente la posizione di Mazzucco, su questioni come le rocce lunari. Che potrebbero essere state create chimicamente, ma anche se fossero naturali, probabilmente sono meteoriti prelevati in Antartide, ma anche se venissero proprio dalla Luna, potrebbero essere state prese con sonde. In altre parole: "non potete provare che siete stati sulla Luna. Gne gne gne gne gne gne!"

5. Mix di questioni serie e ridicole

Non nego che ci siano molte questioni sollevate dal documentario che fanno pensare: i nastri con i dati del volo che sono andati perduti, le famigerate fasce di Van Halen, le tempistiche che non tornano nelle conversazioni con Huston, il fatto che non esistano di fatto immagini dei luoghi di allunnaggio fotografati dalle sonde.

Altre andrebbero approfondite meglio con esperti, come le ombre "anomale".

Altre sono molto più ridicole: i lampi nei filmati "che non possono che essere riflessi dei cavi che sostengono gli astronauti" i movimenti "sospetti" degli stessi astronauti, le macchine fotografiche e le pellicole che non si ghiacciano con il freddo, la polvere dei rover che non segue la "giusta" traiettoria.

Altre ancora sono semplicemente puerili e degne di un bimbominkia: il modulo lunare fatto con "cartapesta" e appiccicato con lo scotch (la Nasa era in grado di riprodurre alla perfezione la morfologia della Luna, ma non di costruire un astronave credibile?); ma il capolavoro è la risposta all'osservazione più banale: come è possibile che delle 400000 persone coinvolte nel progetto lunare, nessuno abbia mai parlato, e che l'Unione Sovietica non sia stata in grado di svelare l'inganno?

La risposta di Mazzucco è che le 4000000 persone coinvolte nel progetto erano tutte ignare del complotto, conosciuto solo dai vertici (un po' come in massoneria). Quanto alla Russia: conosceva la verità, ma non l'ha rivelata perché tanto "nessuno ci avrebbe creduto" e avrebbe rovinato i rapporti con gli Stati Uniti (!!!!!)

Come "fonti" del complotto, poi, vengono citati film di fantascienza come "Capricorn One" e "007 Una cascata di diamanti".

Come se per dimostrare l'esistenza degli alieni, si citassero come fonti "E.T.", "Mars Attacks!" e "La guerra dei mondi".

Ma il più grande interrogativo resta: se la conquista della Luna era così urgente e così impossibile da giustificare una finta, a che cosa sarebbero servite le cinque missioni seguenti?

Perché continuare la farsa così a lungo?

A questa domanda i complottisti non cercano nemmeno di rispondere.

Quarantamila morti per vendicarne 1200. Ma per gli Stati Uniti Israele ha "il diritto di difendersi".Netanyahu va a Wash...
26/07/2024

Quarantamila morti per vendicarne 1200. Ma per gli Stati Uniti Israele ha "il diritto di difendersi".

Netanyahu va a Washington e parla non di pace ma di vittoria. E il governo gli assicura il proprio sostegno.

Se il complottismo sui social fosse indice di civiltà, allora non è strano che 55 anni fa fossimo in grado di andare sul...
24/07/2024

Se il complottismo sui social fosse indice di civiltà, allora non è strano che 55 anni fa fossimo in grado di andare sulla Luna e oggi no.

Perché se quello che scrivete sui social fa testo, allora 50 anni fa eravamo molto più intelligenti.

La prima volta che ho sentito parlare delle teorie del complotto sulla Luna, è sato una ventina di anni fa, quando ho scoperto che Paolo Attivissimo gli aveva dedicato un libro.

L'idea che si possa scrivere un libro per dimostrare che siamo stati davvero sulla Luna mi sembrava già allora grottesca. Proprio perchè non mi risultava che esistesse al mondo nessuna persona sana di mente che pensi davvero che fosse tutta una messa in scena.

Sarebbe come scrivere un libro per dimostrare che Paul McCartney è vivo e che Elvis Presley è morto.

Come il terrapiattismo, le scie chimiche e i rettiliani, ho sempre pensato che il complottismo lunare fosse una roba folkoristica, esagerata dalla stampa per avere qualcosa da scrivere, o per "dimostrare" quanta gente stupida esista.

E in effetti, negli ultimi vent'anni, non ho mai sentito prendere troppo sul serio questa storia del set cinematografico e del grande inganno che avrebbe coinvolto migliaia di persone e nel quale sarebbero caduti persino i sovietici.

Negli ultimi mesi, invece, non c'è foto di Armstrong o di una navicella della missione Apollo, che non siano accompagnati da gente che seriamente sostiene che sia tutta una messainscena, anche tra i miei contatti (sì, Silvano Castelletti, ce l'ho con te).

Questa cosa mi fa molta impressione e un po' di spaventa, perché se la gente è disposta a credere davvero a qualsiasi idiozia venga diffusa sui social network, il mondo può diventare davvero un posto estremamente pericoloso.

Non starò più a dissertare sulle ragioni sociologiche e psicologiche delle Teorie del complotto: già in un'epoca meno social Umberto Eco le aveva analizzate in modo molto efficace.

Non sono un sociologo ma un giornalista, quindi mi interessa sopratutto come un assurdo si possa costruire.

Un'indagine - di qualunque genere - si basa su dati concreti, che vengono sviluppati ed elaborati.

Una teoria complottistica, invece, generalmente si basa su percezioni molto personali, su teorie senza alcun tipo di riscontro, spesso addirittura senza nemmeno un indizio. In altre parole, sull'ignoranza e sulla stupidità.

Per dire, non c'è un solo funzionario NASA che abbia "confessato" il falso, in 55 anni.

I complottisti basano le loro teorie su affermazioni distorte (come Samantha Cristoforetti che ha detto che "non abbiamo mai superato l'orbita terrestre", ovviamente riferendosi alle sue missioni - e non certo alla storia dell'umanità) o addirittura all'osservazione delle foto (la "carta stagnola") da una prospettiva totalmente demenziale (cioè percezione personale non appoggiata a conoscenze tecniche).

La teoria principale è quella che oggi non siamo in grado di andare sulla Luna. Come è possibile che lo fossimo 50 anni fa con una tencologia molto arretrata?

Che è come dire: oggi non siamo in grado di accendere il fuoco senza un accendino. Quindi il fuoco non è mai stato scoperto dall'uomo.

Oppure: oggi andare in barca a vela in America è un'impresa difficilissima. Come è possibile che ce l'abbia fatta Colombo 500 anni fa con una tecnologia molto più arretrata?

Di base, le teorie del complotto anziché partire da un indizio per arrivare alla conclusione, partono dalla conclusione e costruiscono gli indizi, senza preoccuparsi di quanto ridicoli essi possano risultare.

Si tratta quindi di teorie totalmente IRRAZIONALI. Ed è questo che mi fa paura. Dire che l'Apollo fatto di carta stagnola non poteva atterrare sulla Luna, è come dire che un aereo - un bestione di ferro pesantissimo - non può volare.

I seguaci delle teorie del complotto rinunciano a logica, conoscenza, razionalità. E se lo fai parlando della Luna, puoi farlo anche parlando della guerra, dell'immigrazione, della pandemia.

Il problema è che finché parli di Stanley Kubrick che ha girato il falso allunaggio, non fai danni. Quando usi gli stessi stupidi strumenti per parlare di cose serie, puoi creare morte e caos.

A sorpresa, il mio dossier sui matrimonio laici pubblicato da Avve**re, che voleva essere soprattutto un articolo di cos...
19/07/2024

A sorpresa, il mio dossier sui matrimonio laici pubblicato da Avve**re, che voleva essere soprattutto un articolo di costume, ha aperto un dibattito teologico.

Oggi Andrea Grillo risponde su Munera.

In un articolo, che sta a metà tra un pezzo da "rotocalco" e una riflessione pensosa sulla tradizione matrimoniale, uscito oggi su "Avve**re" (e che si può leggere qui), si trovano alcuni buoni spunti per una comprensione di ciò che sta accadendo alla tradizione culturale e a

Alessandro D’Alatri raccontava che l’idea del film Casomai gli era venuta perché un suo amico si era sposato a luglio e ...
18/07/2024

Alessandro D’Alatri raccontava che l’idea del film Casomai gli era venuta perché un suo amico si era sposato a luglio e separato a settembre: “C’è una gran quantità di divorzi di gente che non è sposata nemmeno da sei mesi. Il problema è che si tratta di un rito di passaggio riportato però alla banalità del consumo. Come può durare, allora, una cosa del genere?”. “Gli amici – continuava il regista – ti dicono che sei ingrassato, che devi volerti più bene, e ti chiedono se sei felice, minando le tue sicurezze. Ho intervistato 150 coppie che si erano separate, e nel 99% dei casi i due si dividevano per cause futili: lei voleva andare in vacanza al mare e lui in montagna, lui amava lo sci e lei la mountain bike. Erano gli hobby a dividere”.

Né in Chiesa né in Comune. L'ultima frontiera sono le nozze simboliche che non contano nulla ma sono molte scenografiche. Il teologo Marengo: scelta incompatibile con l'antropologia cristiana

"Non posso non far notare l’asimmetria di approccio tra UE e Russia: mentre nei Paesi europei si cerca di impedire la di...
17/07/2024

"Non posso non far notare l’asimmetria di approccio tra UE e Russia: mentre nei Paesi europei si cerca di impedire la diffusione della propaganda russa, la Russia vuol rendere impossibile l’accesso alla libera informazione europea, che, tra l’altro, si pone in toni variegati rispetto alla Russia".

Non fa una piega. La nostra è "libera informazione", la loro è propaganda. Quindi la nostra censura è giusta, la loro è sbagliata.

La Russia ha deciso di negare ai propri cittadini l'accesso a 81 media europei, tra cui 4 italiani: RAI, La7, La Repubblica e La Stampa

Orban, scandalizza l'Europa perché va a parlare con Putin, "rompendo l'isolamento diplomatico". Ci si potrebbe chiedere ...
17/07/2024

Orban, scandalizza l'Europa perché va a parlare con Putin, "rompendo l'isolamento diplomatico".

Ci si potrebbe chiedere come si fa a fare una trattativa di pace senza diplomazia?

Ma infatti l'Europa non vuole la pace: vuole la vittoria. Tutti i grandi imbecilli del mondo non parlano di pace, ma di "ba***re Putin".

Quando Biden ha fatto la celebre gaffe di chiamare "Putin" il presidente dell'Ucraina, la cosa peggiore non l'ha detta dopo, quando ha cercato di riprendersi: "Ho sbagliato perché sono molto impegnato a ba***re Putin". E poi ha aggiunto che Zelensky "batterà Putin". E il comico ucraino ha prontamente aggiunto: "Perché io sono meglio".

Ba***re Putin. Questi parlano di una guerra che fa migliaia di morti ogni giorno come fosse una partita di calcio o una campagna elettorale. E si scandalizzano se il presidente di turno dell'Unione Europea si permette di riaprire i canali diplomatici.

P.S.

Se non fosse chiara la presa in giro, con Netanyhau - e anche con Hamas - la diplomazia si muove eccome, senza porre come condizione l'integrità territoriale di Gaza né tantomeno il riconoscimento dello stato palestinese.

La migliore spalla che   abbia avuto nei suoi spettacoli di cabaret.
12/07/2024

La migliore spalla che abbia avuto nei suoi spettacoli di cabaret.

President Biden accidentally introduced Ukrainian President Volodymyr Zelensky by calling him “President Putin” during a NATO summit event on Thursday evenin...

A suo agio tanto nei ruoli drammatici quanto in quelli comici,   oltre che di pietre miliari della settima arte, è il pr...
11/07/2024

A suo agio tanto nei ruoli drammatici quanto in quelli comici, oltre che di pietre miliari della settima arte, è il protagonista di alcuni dei più grandi successi commerciali del cinema polacco degli ultimi quarant’anni e viene scelto anche per dare voce al ciuchino di Shrek.

Nel 1991, in Vita per vita di Zanussi (inchiesta sulla morte di san Massimiliano Kolbe) interpretava un cardinale apertamente ispirato a Joseph Ratzinger, vent’anni dopo torna in un Vaticano cinematografico nei panni, stavolta, del portavoce del pontefice in Habemus papam di Nanni Moretti, che lo vuole anche nel Caimano e in Il Sol dell’avve**re.

Nel 1994 debutta come regista iniziando una nuova carriera che lo porterà a dirigere 7 film, tra cui Duze swierze (“Grossa bestia” - tratto da un soggetto inedito di Kieslowski), Pogoda na jutro “Che tempo fa” – storia di un dissidente che durante gli anni del comunismo si rifugia in un convento e decide di restarci anche dopo la caduta del Muro) e Koròwod (“Il girotondo”), presentati in anteprima italiana al Terni Film Festival.

Attore di teatro e di cinema, attivista di Solidarnosc, regista, comico, doppiatore, scrittore, amico ed erede di Kieslowski, Stuhr era amatissimo anche da Nanni Moretti

Non basta un articolo per raccontare diciotto anni da fan e da amico di  . Ce ne servono almeno tre: così, dopo quello s...
10/07/2024

Non basta un articolo per raccontare diciotto anni da fan e da amico di . Ce ne servono almeno tre: così, dopo quello su Avve**re e quello su TerniToday ne ho scritto uno anche per il sito dell'Istess, che raccoglie (più o meno) quello che non sono riuscito a mettere negli altri due, scritti di getto subito dopo aver saputo della sua morte.

Jerzy era un gigante: del teatro, del cinema, del doppiaggio. E anche dell'umanità.

Averlo conosciuto di persona l'ho vissuto come un grande privilegio. Esserci diventato amico e averlo frequentato per tanti anni, un dono immenso.

Il suo volto e la sua mimica erano qualcosa di indelebile. Ogni polacco che sentivo parlare in italiano mi faceva pensare a lui, ma l’unica volta in cui l’avevo visto dal vivo era stato al funerale di Giovanni Paolo II, al quale aveva partecipato come docente dell’Università di Cracovia, indo...

Questa è una notizia che non avrei voluto leggere.   era il più grande attore polacco, ed era anche un carissimo amico. ...
09/07/2024

Questa è una notizia che non avrei voluto leggere.

era il più grande attore polacco, ed era anche un carissimo amico.

Vincitore di tre Angeli al Terni Film Festival (alla carriera nel 2012, migliore attore protagonista nel 2017, migliore attore non protagonista nel 2022), è stato anche presidente della giuria nel 2018 e ha recitato per il mio "Accadde a Natale" nel 2011.

In Italia era conosciuto soprattutto come attore feticcio di Krzysztof Kieslowski, anche se sin dal 1979 ha recitato in teatro in Italia e in italiano. In Polonia era semplicemente tutto: cabarettista, attore teatrale, comico, drammatico, regista.

Ha fatto 4 film con Zanussi, girato quasi tutti quelli di Kieslowski, ne ha raccolto l'eredità dirigendo il suo progetto incompiuto "Grossa Bestia", ha lavorato a teatro con Andrzej Wajda.

Io sono diventato un suo fan quando ho iniziato a frequentare la Polonia. Nel 2006, alla mia edizione del Terni Film Festival da organizzatore, è uno dei primi personaggi che ho chiamato. Da noi ha presentato in anteprima italiana ben due suoi lavori: "Pogoda na jutro" (Che tempo fa) e "Koròw" (Il girotondo).

Negli anni abbiamo costruito un'amicizia che ci ha portato a vederci spesso, sia in Italia che in Polonia.

Da quando lo conosco almeno tre volte ha rischiato la vita: quindici anni fa guarì da un tumore molto grave e mi disse di sentirsi un miracolato. Più recentemente ha avuto un ictus, da quale si è ripreso completamente (tornando anche a recitare in teatro). Due anni fa un infarto, che gli impedì di ve**re a Terni per presentare "Non morirò di fame" di Umberto Spinazzola, la sua ultima grande interpretazione, che lui stesso mi aveva segnalato.

Da allora i contatti si sono diradati e il suo stato di salute appariva molto peggiorato, anche in "Il sol dell'avve**re", terzo film girato con Nanni Moretti.

Jerzy aveva una voce e una mimica unica, e un calore umano rarissimo. E' un grande dolore e al tempo stesso un grande privilegio averlo avuto come amico.

09/07/2024

"Rilanciare, sostenere e moltiplicare gli sforzi per una formazione sociale e politica che parta dai giovani. Perché abbiamo qualcosa da dire, non per difendere privilegi bensì per essere voce che denuncia e che propone in una società spesso afona e dove troppi non hanno voce. Perché come il credente guarda in cielo, così si impegna sulla terra".
Papa Francesco

"I pezzenti. È così che le élite considerano il popolo, in particolare quello rurale: come dei pezzenti. Con qualche var...
08/07/2024

"I pezzenti. È così che le élite considerano il popolo, in particolare quello rurale: come dei pezzenti. Con qualche variante interessante. Gli «sdentati» (François Hollande), i «miserabili» (Hillary Clinton). Insomma, il voto è, più che mai, un voto di classe.

L’arroganza auto-soddisfatta delle élite francesi, che siano economiche o culturali, raggiunge livelli inauditi; ma questa divisione dei cittadini in due blocchi antagonisti si ritrova in termini comparabili in tutti i Paesi europei, e anche negli Stati Uniti, l’opposizione geografica e sociologica è davvero la stessa".

L’intervento dell'autore di«Annientare»:«Questo voto è più che mai un voto di classe»

Con la puntata 790 di "Adesso in onda" si chiude la diciannovesima edizione del Terni Film Festival, la più clamorosa di...
08/07/2024

Con la puntata 790 di "Adesso in onda" si chiude la diciannovesima edizione del Terni Film Festival, la più clamorosa di tutta la sua storia.

il festival si chiude aprendo un nuovo percorso: quello di "La Stella di Greccio", il film dedicato alla nascita dal presepe diretto da Arnaldo Casali, prodotto da Frate Angelo Gatto e interpretato da Friar Alessandro, Cecilia Di Giuli, Mauro Cardinali, che salgono sul palco del Cinema Politeama Lucioli Terni per confrontarsi con il pubblico.

Il film è nato proprio come evento del Focus Francescano da presentare al Terni Film Festival, ma in quel giorno di novembre ha iniziato un tour che lo ha portato a Greccio, in Vaticano, in varie sale di Roma, di Terni e di Rieti e che proprio in queste settimane ha ripreso il suo tour di proiezioni, sul quale di terremo aggiornati.

Quel che è certo è che ne vedremo delle belle!

Intanto, chiuso il ciclo dedicato al Terni Film Festival, "Adesso in onda" si prende una settimana di vacanza e torna lunedì prossimo!

La seconda anteprima del film La Stella di Greccio di Arnaldo Casali, prodotto dal cappuccino Angelo Gatto e interpretato da Alessandro Brustenghi con un cas...

LA NOTTE DEGLI ANGELI La puntata 789 di "Adesso in onda" restituisce il gran finale del Terni Film Festival 2023."Con la...
05/07/2024

LA NOTTE DEGLI ANGELI

La puntata 789 di "Adesso in onda" restituisce il gran finale del Terni Film Festival 2023.

"Con la pochezza che gira, oggi ci vorrebbe un partito chiamato "Il Cantico" guidato da Francesco d'Assisi. Se per tre minuti studiassimo i suoi valori forse qualcosa per migliorare il mondo riusciremmo a farla", come ha detto Massimo Wertmuller, premiato come migliore attore non protagonista.

La serata si apre e si chiude nel segno di Francesco d'Assisi, con "Chiara" di Susanna Nicchiarelli e l'incontro con Carlotta Natoli (migliore attrice non protagonista) e si chiude con la proiezione di "La Stella di Greccio" introdotta da Cecilia Di Giuli, Roberta Giansanti, Federico Mastroprimiano, padre Angelo Gatto e Mauro Cardinali.

Una serata dedicata a Gaza, che vede vincere - nelle rispettive categorie - il regista palestinese Mohammed Almughanni e la regista israeliana Iris Zaki; vittoria commentata, con un intervento memorabile, dal direttore artistico Moni Ovadia (Pagina Ufficiale).

Sul palco del Cinema Politeama Lucioli Terni salgono anche Milena Domizi, Edgar Rubio (giuria Signis), Michela Bordoni (assessore alla cultura del Comune di Terni), Valentina Formisano (migliore ambientazione), la sceneggiatrice Barbara Petronio (Premio Ubaldi Moschin), Maria Barlozzo e Luca Cresta (giuria popolare), Sandra Sylvana Mazzachiodi (segretaria generale dell'Istess), Andrea Sbarretti (miglior produzione), Krzysztof Zanussi (presidente onorario del festival), Riccardo Leonelli (migliore attore protagonista), Mariavittoria Cozzella (migliore attrice protagonista), Alessia Minicucci, Veronica Manzini, il vescovo Francesco Soddu. Bruno Di Marcello (miglior montaggio), Daniele Catini, Fabio Melelli e Eleonora Lausdei (giuria ufficiale) e Federico Russotto (Gran premio della giuria).

Ad aprire la nona ed ultima giornata di quest’anno l'incontro con il cast del film "Chiara", in sala l'attrice Carlotta Natoli.A seguire le premiazioni, con ...

Indirizzo

Terni
05100

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