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«Oggi che il pensiero moderno è travagliato da così profonde crisi in ordine alle basi stesse del conoscere, oggi che la...
17/12/2024

«Oggi che il pensiero moderno è travagliato da così profonde crisi in ordine alle basi stesse del conoscere, oggi che la scienza va sempre più persuadendosi della impossibilità di pur affrontare i problemi dell’al di là, oggi, dico, è semplicemente ridicolo opporre la scienza alla fede»
Mons. G. Ballerini, “La crisi del pensiero moderno e le basi della Fede”

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🌿«E nessuno che non sia invaso dall’odio anti-teologico, il più feroce ed accanito, si sentirà oggi di ripetere il banal...
16/12/2024

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«E nessuno che non sia invaso dall’odio anti-teologico, il più feroce ed accanito, si sentirà oggi di ripetere il banale ragionamento di Haeckel: "Se non ammettete la generazione spontanea, dovete ricorrere al miracolo (per spiegare l’origine della vita); ma il miracolo è assurdo; dunque dovete ammettere la generazione spontanea" . Appunto perché non si dà generazione spontanea, io rispondo, il miracolo, o meglio l’intervento divino nella genesi della vita, non solo non è assurdo, ma deve considerarsi come un postulato scientifico».
Mons. G. Ballerini, “La crisi del pensiero moderno e le basi della Fede” 👉 https://bit.ly/3rXoknQ 👈

«È inutile: quando si vuol risalire all’origine prima delle cose, non si può non incontrarsi con Dio. Ecco perché un emi...
16/12/2024

«È inutile: quando si vuol risalire all’origine prima delle cose, non si può non incontrarsi con Dio. Ecco perché un eminente scienziato contemporaneo, l’Hirn, fa parlare alla scienza questo linguaggio: "Tutto l’insieme dell’universo non può spiegarsi se non per l’intervento di una volontà libera, anteriore ad ogni fenomeno, e capace non semplicemente di comandare agli elementi, ma di dar l’essere a questi elementi con tutte le loro proprietà e con tutte le loro qualità. La realtà di tale intervento ci appare come una verità matematica. La sua affermazione può riguardarsi come l’ultima parola della scienza moderna per qualsiasi spirito retto e indipendente"»

Mons. G. Ballerini, “La crisi del pensiero moderno e le basi della Fede” 👉 https://bit.ly/3rXoknQ

Il 16 dicembre 1913 muore S.E.R. il Cardinale Mariano Rampolla del Tindaro, già segretario di Stato di Papa Leone XIII d...
16/12/2024

Il 16 dicembre 1913 muore S.E.R. il Cardinale Mariano Rampolla del Tindaro, già segretario di Stato di Papa Leone XIII dal 1887 al 1903, intrepido difensore dei diritti della Santa Sede. Nunzio Apostolico in Spagna dal 1882 al 1887, in questo stesso anno Leone XIII lo creò Cardinale Prete di Santa Cecilia e suo Segretario di Stato. San Pio X nel 1908 lo nominò Segretario del Sant'Uffizio, carica che tenne fino alla morte, assieme a quelle di Arciprete della Basilica di San Pietro in Vaticano, Archivista di Santa Romana Chiesa e Bibliotecario di Santa Romana Chiesa.

16 DICEMBRE 2024: SANT'EUSEBIO,VESCOVO DI VERCELLI E MARTIREAi gloriosi nomi dei difensori della divinità del Verbo dei ...
16/12/2024

16 DICEMBRE 2024: SANT'EUSEBIO,
VESCOVO DI VERCELLI E MARTIRE

Ai gloriosi nomi dei difensori della divinità del Verbo dei quali la Chiesa onora la memoria nel tempo dell'Avvento, viene ad associarsi da sé il nome dell'intrepido Eusebio di Vercelli. La fede cattolica, scossa nelle sue fondamenta nel IV secolo dall'eresia ariana, si mantenne in piedi per opera di quattro insigni Pontefici: Silvestro, che confermò il Concilio di Nicea; Giulio, che costituì l'appoggio di sant'Atanasio; Liberio la cui fede non venne meno e che, reso alla libertà, confuse gli Ariani; e Damaso, che finì di distruggere le loro speranze. Uno di questi quattro Papi è festeggiato dalla Chiesa nel tempo dell'Avvento: è Damaso, del quale abbiamo celebrato già la memoria. A fianco dei Pontefici romani, combattono per la divinità del Verbo quattro grandi Vescovi, dei quali si può affermare che la loro causa personale era nello stesso tempo quella del Figlio di Dio, di modo che lanciare l'anatema ad essi significava lanciarlo a Cristo stesso; tutti e quattro potenti in opere e in parole, fiaccola della Chiesa, amore del popolo fedele, invitti testimoni di Cristo. Il primo e il più grande dei quattro è il Vescovo della seconda Sede della Chiesa, sant'Atanasio, Patriarca di Alessandria; il secondo è sant'Ambrogio di Milano, che abbiamo festeggiato pochi giorni fa; il terzo è la gloria delle Gallie, sant'Ilario, Vescovo di Poitiers; e il quarto è sant'Eusebio, Vescovo di Vercelli, che dobbiamo onorare oggi. Ilario aspetta il suo turno e confesserà presto il Verbo eterno presso la sua stessa culla; quanto ad Atanasio, apparirà anch'egli a suo tempo, e celebrerà nella sua Trionfante Risurrezione Colui che egli proclamò con magnanimo coraggio in quei giorni di tenebre, in cui la sapienza umana avrebbe voluto volentieri che il regno di Cristo, dopo aver superato tre secoli di persecuzioni, non sopravvivesse a cinquanta anni di pace. Sant'Eusebio è stato dunque eletto dalla somma Provvidenza di Dio per guidare il popolo fedele alla mangiatoia, e rivelargli il Verbo divino sotto le sembianze della nostra fragile mortalità. Le sofferenze che ha subite per la divinità di Cristo sono state tali, che la Chiesa gli ha attribuito gli onori del Martirio, benché egli non abbia sparso il proprio sangue nei supplizi.



VITA. - Nacque in Sardegna, fu lettore della Chiesa Romana e quindi nominato vescovo di Vercelli. Fu il primo tra i vescovi d'Occidente a introdurre nella sua Chiesa i monaci per compiervi le funzioni dei chierici. Combatté l'arianesimo e andò a chiedere all'imperatore, in nome del papa Liberio, la celebrazione d'un concilio. Questo ebbe luogo a Milano. Eusebio vi si recò, ma rifiutò di unirsi ai vescovi ariani che lo fecero condannare all'esilio. Mandato a Scitopoli e deportato in seguito in Cappadocia e infine nella Tebaide, ebbe a soffrirvi molto per la fede. Alla morte dell'imperatore Costanzo poté tornare in patria, dopo essersi fermato al Concilio di Alessandria. Pubblicò allora i commenti di Origene e di Eusebio di Cesarea sui Salmi che aveva tradotti dal greco in latino. Morì il 1° agosto del 371.



Invitto atleta del Cristo che aspettiamo, o Eusebio, Martire e Pontefice, come sono state grandi le tue fatiche e le tue sofferenze per la causa del divino Messia! Esse ti sono parse tuttavia lievi in confronto di quanto si deve a quel Verbo eterno del Padre che l'amore ha portato a diventare, mediante l'Incarnazione, il servo della sua creatura. Noi abbiamo, verso il divin Salvatore, gli stessi obblighi tuoi. È per noi che egli nascerà da una Vergine, come per te. Prega dunque affinché il nostro cuore gli sia sempre fedele nella guerra come nella pace, di fronte alle nostre tentazioni e alle nostre inclinazioni, come se si trattasse di confessarlo davanti alle potenze del mondo. Fortifica i Pontefici della santa Chiesa, affinché nessun errore possa intaccare la loro vigilanza e nessuna persecuzione indebolire il loro coraggio. Siano essi fedeli imitatori del buon Pastore che dà la sua vita per le pecorelle, e pascolino sempre il gregge nell'unità e nella ca**tà di Gesù Cristo.



da: dom Prosper Guéranger, L'anno liturgico. - I. Avvento - Natale - Quaresima - Passione, trad. it. P. Graziani, Alba, 1959, p. 306-307

🔥 27 Massime Morali ricavabili dalla Sacra Scrittura secondo San Giovanni Bosco => https://bit.ly/2OkakFT
15/12/2024

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15 DICEMBRE 2024: TERZA DOMENICA DI AVVENTO (Gaudete)Il gaudio della Chiesa aumenta vieppiù in questa Domenica. Ella sos...
15/12/2024

15 DICEMBRE 2024: TERZA DOMENICA DI AVVENTO (Gaudete)

Il gaudio della Chiesa aumenta vieppiù in questa Domenica. Ella sospira sempre verso il Signore; ma sente che ormai è vicino, e crede di poter temperare l'austerità di questo periodo di penitenza con l'innocente letizia delle pompe religiose. Innanzi tutto, questa Domenica ha ricevuto il nome di Gaudete, dalla prima parola del suo Introito; ma, inoltre, vi si osservano le commoventi usanze che sono proprie della quarta Domenica di Quaresima chiamata Laetare. Alla Messa si suona l'organo; gli ornamenti sono di color rosa; il Diacono riprende la dalmatica, e il Suddiacono la tunicella; nelle Cattedrali, il Vescovo assiste, ornato della mitra preziosa. O mirabile condiscendenza della Chiesa, che sa unire così bene la severità delle credenze alla graziosa poesia delle forme liturgiche! Entriamo nel suo spirito, e rallegriamoci in questo giorno per l'avvicinarsi del Signore. Domani, i nostri sospiri riprenderanno il loro corso; poiché, per quanto egli non debba tardare, non sarà ancora venuto.

La Stazione ha luogo nella Basilica di S. Pietro in Vaticano. Questo tempio augusto che ricopre la tomba del Principe degli Apostoli, è l'asilo universale del popolo cristiano; è quindi giusto che sia testimone delle gioie come delle tristezze della Chiesa.

L'Ufficio della notte comincia con un nuovo Invitatorio, che è un grido di letizia per la Chiesa; tutti i giorni, fino alla Vigilia di Natale, essa apre i Notturni con queste belle parole:

Il Signore è ormai vicino: venite, adoriamolo.

Prendiamo ora il libro del Profeta, e leggiamo con la santa Chiesa:

Lettura del Profeta Isaia

Fiducia in Dio, Egli umilia i superbi.

Allora si canterà questo cantico nella terra di Giuda:

Città forte è la nostra;
la salvezza vi ha messo mura e baluardo.

Aprite le porte, che vi entri il popolo giusto, mantenitore della fede.

Gente di saldo cuore, conserverai la pace,
pace, perché in te è fiducia.

Abbiate fiducia nel Signore sempre, in perpetuo,
perché il Signore è rocca per secoli;

perché ha avvallati gli abitatori delle altezze,
la città sì elevata l'ha gettata giù,

l'ha gettata giù sino a terra,
l'ha rasa al suolo.

Ora la calpestano i piedi dei miseri
i passi dei tapini.

Il giusto aspetta il regno della giustizia e rimane fedele a Dio.

Piano è il cammino per il giusto,
il sentiero del giusto Tu livelli o Signore.

Sì, per la via dei tuoi giudizi noi Ti attendiamo,
al tuo Nome, al tuo ricordo va l'anelito dell'anima.

L'anima nostra a Te aspira di notte;
ancora al mattino il nostro cuore Ti ricerca.

(Is 26,1-9)

O santa Chiesa Romana, nostra roccaforte, eccoci raccolti entro le tue mura, attorno alla tomba di quel pescatore le cui ceneri ti proteggono sulla terra, mentre la sua immutabile dottrina ti illumina dall'alto del cielo. Ma se tu sei forte, è per il Signore che sta per ve**re. Egli è il tuo baluardo, poiché è lui che abbraccia tutti i tuoi figli nella sua misericordia; egli è la tua fortezza invincibile poiché per lui le potenze dell'inferno non prevarranno contro di te. Apri le tue porte, affinché tutti i popoli facciano ressa nella tua cinta: poiché tu sei la maestra della santità, la custode della verità. Possa l'antico errore che si oppone alla fede cessare presto, e la pace stendersi su tutto il gregge! O santa Chiesa Romana, tu hai riposto per sempre la tua speranza nel Signore; ed egli a sua volta, fedele alla promessa, ha umiliato davanti a te le alture superbe, le roccaforti dell'orgoglio. Dove sono i Cesari, che credettero di averti annegata nel tuo stesso sangue? Dove sono gli IMperatori che vollero attentare all'inviolabile verginità della tua fede? Dove i settari che ogni secolo, per così dire, ha visto accanirsi l'uno dopo l'altro intorno agli articoli della tua dottrina? Dove sono i prìncipi ingrati che tentarono di asservirti dopo che tu stessa li avevi innalzati? Dov'è l'Impero della Mezzaluna che tante volte ruggì contro di te, allorché, disarmata, ricacciavi lontano l'orgoglio delle sue conquiste? Dove sono i Riformatori che pretesero di costituire un Cristianesimo senza di te? Dove sono quei sofisti moderni, ai cui occhi non eri più che un fantasma impotente e tarlato? Dove saranno, fra un secolo, quei re tiranni della Chiesa, quei popoli che cercano la libertà fuori della verità?

Saranno passati con il rumore del torrente; e tu invece sarai sempre calma, sempre giovane, sempre senza rughe, o santa Chiesa Romana, assisa sulla pietra inamovibile. Il tuo cammino attraverso tanti secoli, sotto il sole che fuori di te illumina sole le variazioni dell'umanità. Donde ti viene questa solidità, se non da colui che è la Verità e la Giustizia? Gloria a lui in te! Ogni anno, egli ti visita; ogni anno, ti reca nuovi doni, per aiutarti a compiere il pellegrinaggio, e sino alla fine dei secoli, verrà sempre a visitarti, a rinnovarti, non solo mediante la potenza di quello sguardo con il quale rinnova Pietro, ma riempiendoti di se stesso, come riempì la Vergine gloriosa; l'oggetto del tuo più tenero amore, dopo quello che porti allo Sposo. Noi preghiamo con te, o Madre nostra, e diciamo: Vieni, Signore Gesù! Il tuo nome e il tuo ricordo sono il desiderio delle anime nostre; esse ti desiderano durante la notte, e i nostri intimi sospiri ti cercano.

MESSA

EPISTOLA (Fil 4,4-7). - Fratelli, state sempre allegri nel Signore, lo ripeto, state allegri. La vostra modestia sia nota a tutti gli uomini: il Signore è vicino. Non vi affannate per niente, ma in ogni cosa siano le vostre petizioni presentate a Dio con preghiere e suppliche unite a rendimento di grazie. E la pace di Dio, che sorpassa ogni intelligenza, custodisca i vostri cuori e le vostre menti in Cristo Gesù Signor nostro.
Dobbiamo dunque rallegrarci nel Signore, poiché il Profeta e l'Apostolo concordano nell'incoraggiare i nostri desideri verso il Signore: l'uno e l'altro ci annunciano la pace. Stiamo dunque tranquilli: Il Signore è vicino; è vicino alla sua Chiesa; è vicino a ciascuna delle nostre anime. Possiamo forse restare presso un fuoco così ardente, e rimanere freddi? Non le sentiamo forse ve**re, attraverso tutti gli ostacoli che la sua suprema elevazione, la nostra profonda bassezza e i nostri numerosi peccati gli suscitano? Egli supera tutto. Ancora un passo, e sarà in noi. Andiamogli incontro con le preghiere, le suppliche, i rendimenti di grazie di cui parla l'Apostolo. Raddoppiamo il fervore e lo zelo per unirci alla santa Chiesa, i cui sospiri verso colui che è la sua luce e il suo amore diventano ogni giorno più ardenti.

VaNGELO (Gv 1,19-28). - In quel tempo, i Giudei di Gerusalemme mandarono a Giovanni dei sacerdoti e dei leviti per domandargli: Tu chi sei? Ed egli confessò e non negò; e confessò: Non sono io il Cristo. Ed essi gli domandarono: Chi sei dunque? Sei Elia? Ed egli: No. Sei tu il profeta? No, rispose. Allora gli dissero: E chi sei, affinché possiamo rendere conto a chi ci ha mandati: che dici mai di te stesso? Rispose: Io sono la voce di colui che grida nel deserto: Raddrizzate la via del Signore, come ha detto il profeta Isaia. Or quelli che erano stati inviati a lui erano dei Farisei; e l'interrogarono dicendo: Come dunque tu battezzi, se non sei il Cristo, né Elia, né il profeta? Giovanni rispose loro: Io battezzo coll'acqua, ma in mezzo a voi sta uno che voi non conoscete. Questi è colui che verrà dopo di me, ed a cui non son degno di sciogliere il legaccio dei calzari. Questo accadeva in Betania oltre il Giordano, dove Giovanni stava battezzando.V

In mezzo a voi sta uno che voi non conoscete, dice san Giovanni Battista ai messi dei Giudei. Il Signore può dunque essere vicino; può anche essere venuto, e tuttavia rimanere ancora sconosciuto a molti. Questo divino Agnello è la consolazione del santo Precursore, il quale ritiene un grande onore l'essere la mera voce che grida agli uomini di preparare le vie del Redentore. San Giovanni è in questo il tipo della Chiesa e di tutte le anime che cercano Gesù Cristo. La sua gioia è completa per l'arrivo dello Sposo; ma è circondato da uomini per i quali il Divino Salvatore è come se non ci fosse. Ora, eccoci giunti alla terza domenica del sacro tempo dell'Avvento: sono scossi tutti i cuori alla voce del grande annunzio dell'arrivo del Messia? Quelli che non vogliono amarlo come Salvatore, pensano almeno a temerlo come Giudice? Le vie storte si raddrizzano? Le colline pensano ad abbassarsi? La cupidigia e la sensualità sono state seriamente attaccate nel cuore dei cristiani? Il tempo stringe: Il Signore è vicino! Se queste righe cadessero sotto gli occhi di qualcuno di quelli che dormono invece di vegliare nell'attesa del divino Bambino, lo scongiureremmo di aprire gli occhi e di non aspettare oltre a rendersi degno d'una visita che sarà per lui, nel tempo, l'oggetto d'una grande consolazione, e che lo rassicurerà contro tutti i terrori dell'ultimo giorno. O Gesù, manda la tua grazia con maggiore abbondanza; costringili ad entrare, affinché non sia detto del popolo cristiano quello che san Giovanni diceva della Sinagoga: In mezzo a voi sta uno che voi non conoscete.

PREGHIAMO

Deh, Signore, volgi il tuo orecchio alle nostre preghiere e con la grazia della sua venuta rischiara le tenebre della nostra mente.

da: dom Prosper Guéranger, L'anno liturgico. - I. Avvento - Natale - Quaresima - Passione, trad. it. P. Graziani, Alba, 1959, p. 62-66

15 DICEMBRE 2024: OTTAVA DELL'IMMACOLATA CONCEZIONE Questo giorno, l'ottavo a partire da quello in cui abbiamo celebrato...
15/12/2024

15 DICEMBRE 2024: OTTAVA DELL'IMMACOLATA CONCEZIONE

Questo giorno, l'ottavo a partire da quello in cui abbiamo celebrato l'Immacolata Concezione di Maria, si chiama propriamente l'Ottava; mentre i giorni precedenti erano designati semplicemente con il nome di giorni fra l'Ottava. L'usanza di celebrare per un'intera settimana le Feste principali appartiene al numero di quelle che sono passate dalla Sinagoga nella Chiesa cristiana. Il Signore aveva detto nel Levitico: "Il primo giorno della festa sarà il più solenne e il più santo; non farete in esso alcuna opera servile. L'ottavo giorno sarà anch'esso solennissimo e santissimo; offrirete in esso un olocausto al Signore; sarà un giorno di adunanza, e non farete nemmeno allora alcuna opera servile". Parimenti leggiamo nel Libro dei Re che Salomone, avendo convocato tutto Israele a Gerusalemme per la Dedicazione del Tempio, rimandò il popolo solo all'ottavo giorno.

I libri del Nuovo Testamento ci insegnano che questa usanza era ancora osservata al tempo di nostro Signore, il quale autorizzò con il suo esempio quel genere di solennità. Leggiamo infatti in san Giovanni che Gesù venne una volta a partecipare a qualcuna delle Feste della Legge, solo nel mezzo dell'Ottava; e lo stesso Evangelista nota, in un altro punto, che quando si sentì il Salvatore, nella Festa di Pasqua, esclamare al popolo: Chi ha sete venga a me e sarà dissetato, quel giorno era l'ultimo giorno della festa, il giorno dell'Ottava.

* * *
Inchiniamoci ancora una volta davanti al sublime Mistero di Maria concepita senza peccato; il nostro Emmanuele si compiace di veder glorificata la Madre sua. Non è stato forse per essa che egli è stato creato e che il radioso sorgere di quel purissimo astro è stato preparato da tutta l'eternità? Quando esaltiamo l'Immacolata Concezione di Maria, rendiamo onore alla divina Incarnazione. Gesù e Maria sono inseparabili. Isaia ce l'ha detto: essa è il ramo, e lui il fiore.

Ti siano rese dunque grazie, o Emmanuele, che ti sei degnato di chiamarci all'esistenza in tempi che seguono la proclamazione, sulla terra, del privilegio di cui hai abbellito il primo istante di vita di colei dalla quale dovevi attingere la natura umana! La tua santità infinita brilla d'un nuovo splendore ai nostri sguardi, e comprendiamo meglio l'armonia dei tuoi misteri. Nello stesso tempo sentiamo che, chiamati noi stessi a contrarre con te i più intimi legami in questa vita e a contemplarti faccia a faccia nell'altra, dobbiamo tendere a purificarci sempre più delle nostre più piccole macchie. Tu hai detto: "Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio". L'Immacolata Concezione della Madre tua ci rivela a sua volta le esigenze della tua somma santità. Degnati, o Emmanuele, per l'amore che le hai portato, preservandola dall'alito del nemico, di soccorrere quelli dei quali pure è la madre. Ecco che tu vieni; fra pochi giorni essi ardiranno ve**re presso la tua culla. Le conseguenze del peccato originale sono ancora visibili in loro, e per colmo di sventura hanno aggiunto le proprie mancanze alla prevaricazione del progenitore. Purifica, o Gesù, i loro cuori e i loro sensi, affinché possano comparire davanti a te. Essi sanno che nessuna creatura raggiungerà mai la santità della Madre tua; ma ti chiedono il perdono e il ritorno della tua grazia, l'avversione per il mondo e per le sue massime, e la perseveranza nel tuo amore.

Tu che sei lo Specchio creato della Giustizia divina, più pura dei Cherubini e dei Serafini, in cambio degli omaggi che ti furono offerti nel giorno in cui fu proclamata per acclamazione di tutta la terra la gloria della tua immacolata Concezione, degnati di effondere su di noi il tuo tesoro di tenerezza e di protezione. Il mondo scosso fino alle fondamenta chiede, per ristabilirsi, l'aiuto della tua mano materna. L'inferno ha scatenato sul genere umano i più terribili spiriti di malizia i quali respirano solo bestemmia e distruzione; ma nello stesso tempo la Chiesa del tuo Figlio sente in sé una gioia nuova, e il seme della divina parola si spande e germoglia in tutti i luoghi. Si è scatenata una lotta formidabile, e spesso siamo tentati di chiederci chi la vincerà, ovvero se stia ormai per spuntare l'ultimo giorno del mondo!

O Regina degli uomini! L'astro della tua immacolata Concezione brillerebbe forse nel cielo per illuminare delle rovine? Il segno annunciato da Giovanni il Prediletto, la Donna che appare in cielo rivestita di sole, con la fronte cinta d'un diadema di dodici stelle e nell'atto di calpestare la mezzaluna, quel segno non ha forse maggior splendore e potenza dell'arco che apparve nel cielo per annunciare la pacificazione dell'ira divina nei giorni del diluvio? È una Madre che risplende su di noi, che scende verso di noi per consolare e guarire. È il sorriso del cielo misericordioso alla terra infelice e colpevole. Abbiamo meritato il castigo; la divina giustizia ci ha provati e ha il diritto di esigere ancora altre espiazioni; ma si lascerà piegare. La nuova effusione di grazie che il Signore ha sparso sul mondo, nel grande giorno di cui celebriamo la memoria, non rimarrà sterile; da allora il mondo è entrato in un altro periodo. Maria, che l'eresia bestemmiava da più di tre secoli, scende verso di noi per regnare; viene a dare il colpo di grazia agli errori da cui le genti sono state troppo a lungo sedotte; farà sentire il suo piede vittorioso al drago che si agita con tanta rabbia, e il divin Sole di giustizia di cui è rivestita verserà sul mondo rinnovato i fiotti d'una luce più splendente e più pura che mai. I nostri occhi non vedranno ancora quel giorno, ma possiamo già salutarne l'aurora.

Nel XVII secolo, un servo di Dio che la Chiesa ha poi innalzato alla gloria degli altari, il tuo devoto servo Leonardo da Porto Maurizio, o Maria, sembrava aver indicato l'epoca del tuo futuro trionfo come quella in cui il mondo doveva riconquistare la pace. Le agitazioni in mezzo alle quali scorre la nostra esistenza sono, vorremmo credere, il preludio di quella beata pace in seno alla quale la divina parola potrà percorrere il mondo senza ostacoli, e la Chiesa terrena cogliere i suoi frutti per la Chiesa celeste. O Madre di Dio, il mondo fu agitato anche nei tempi che precedettero il tuo divino parto; ma regnava la pace in tutta la terra quando, in Betlemme, tu gli desti il Salvatore. Aspettando l'ora in cui spiegherai la forza del tuo braccio, assistici negli anniversari che stanno per ricorrere; rendici puri e senza macchia, in quella notte gloriosa nella quale uscirà da te Gesù Cristo, Figlio di Dio, Luce eterna.

da: dom Prosper Guéranger, L'anno liturgico. - I. Avvento - Natale - Quaresima - Passione, trad. it. P. Graziani, Alba, 1959, p. 303-306

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