Radio Spoleto International

Radio Spoleto International Radio Spoleto International e' nata nel lontano 19..

14/09/2021
24/05/2021

L'evento - incontro "masterclass" con Pericle Odierna che era stato fissato per lo scorso anno e poi a causa delle restrizione imposte dall'emergenza "anti Covid-19" annullato, viene adesso ri-programmato così come anche di seguito presentato.
Per partecipare: events.tocket.org/le-chiavi-invisibili
E per tutti coloro che vorranno partecipare, prima dell’inizio dell’evento, nel momento in cui si presenteranno per accedere ai propri posti numerati, sarà consegnato in OMAGGIO, una copia del CD “The best soundtracks of Pericle Odierna”.
Grazie, Vi aspettiamo.

05/05/2021

Per quelli che hanno voluto e potuto, oggi, a "NON SI INTERROMPE UN'EMOZIONE", abbiamo avuto la possibilità di ritrovarci nell'ascolto di quel disco stupendo che è "DEDICATO A MILVA DA ENNIO MORRICONE" (ho ancora i brividi).
Si trattava della replica che va in onda ogni mercoledì dalle 19,00 alle 20,00.
Venerdì 7 maggio (dopodomani), alla stessa ora un nuovo album e così a seguire per tutti gli altri venerdì. Vi anticipo nei prossimi 2 appuntamenti chi e cosa ascolteremo:
- venerdì 7 maggio: Franco Battiato con il suo disco "L'era del cinghiale bianco";
- venerdì 14 maggio Gabriella Ferri con il suo disco "Gabriella" (tra l'altro richiesto da un ascoltatore).
Vi anticipo anche che poi faremo una interessantissima e sempre "emozionante"... puntatina all'estero.
Tutto sempre poi replicato ogni mercoledì dalle 19,00 alle 20,00.
Scrivetemi... scriveteci... a [email protected] oppure SMS o WA al n. 377 1017839.
Grazie. Pietrodue.

24/04/2021

CAMBIO DI PROGRAMMA!!!
Contrariamente a quanto appena precedentemente annunciato e scritto, l'ascolto dell'album di Franco Battiato "L'era del conghiale bianco" è stato spostato dal 30 aprile al 7 maggio. Purtroppo, (sigh!) la improvvisa scomparsa di Milva, che di fatto era già quasi in programma per le prossime settimane, ci ha indotto ad anticipare a venerdì prossimo l'ascolto di uno dei suoi album più emblematici e significativi. Ascolteremo, senza interruzioni, nello spIrito di NON SI INTERROMPE UN'EMOZIONE, il suo spettacolare microsolco del 1972 insieme ad Ennio Morricone. Sarà un momento veramente e realmente molto emozionante. Ve lo assicuro! A venerdì 30 aprile. Grazie. Pietrodue.

23/04/2021

Spero che sia una "ri-scoperta" gradita il riascoltare l'album di oggi a NON SI INTERROMPE UN'EMOZIONE che è quello intitolato "Per chi vuol capire..." di Filipponio (completamente dimenticato) e che sta andando in onda proprio in questo momento e... in replica mercoledì' prossimo 28 aprile alla stessa ora. Con l'occasione Vi informo che la prossima settimana (venerdì prossimo) invece, ri-ascolteremo l'album intitolato "L'era del cinghiale bianco" di Franco Battiato. A presto. Pietrodue.

10/04/2021

Il prossimo appuntamento con "NON SI INTERROMPE UN'EMOZIONE" in onda venerdì 16 aprile dalle 19,00 alle 20,00 circa (e in replica il mercoledì successivo 21 aprile alla stessa ora), con il quale si può ascoltare un album nella sua interezza e senza interruzioni... è l'album di un artista italiano che risponde al nome di FRANCO CALIFANO e che ci è stato richiesto... diciamo segnalato, forse è meglio, da Letizia di Foligno. Non dico quale album è stato scelto ma per certi versi, e anche per Letizia, sarà una sorpresa. Scriveteci, come ha fatto Letizia, a:
[email protected].
E buon ascolto!

26/03/2021

Pink Floyd - Wish you were here: CHE MAGIA!!!!

Mentre ascolto insieme a Voi l'album di Mia Martini "Per amarti" (lei sempre troppo brava e interessante, assolutamente ...
19/03/2021

Mentre ascolto insieme a Voi l'album di Mia Martini "Per amarti" (lei sempre troppo brava e interessante, assolutamente meravigliosa), Vi informo sui miei 3 prossimi appuntamenti con "Non si interrompe un'emozione - Don't stop emotion": nelle prossime 3 settimane, il venerdì dalle 19,00 alle 20,00 circa e poi in replica il mercoledì alla stessa ora, ri-ascolteremo gli album, "senza interruzioni", dei seguenti artisti:
PINK FLOYD;
BRUNO LAUZI;
ORNELLA VANONI (con altri...).
Grazie, alla prossima e... scrivetemi se volete (mail a: [email protected] - SMS o Whatsapp al numero 377-1017839.
Buon ascolto!
Pietrodue.

14/03/2021

SAPER BALLARE.

1) La situazione.
Ho avuto la “fortuna” (forse l’ardire), di fare per molti anni la radio negli anni del boom italiano delle “radio private” cominciando a Spoleto (Radio Spoleto International), poi anche il circuito nazionale delle Radio In, ma lavorando poi anche a Radio Conero (Ancona) fino a qualche programma con RadioTre di Radio Rai… insomma, quelle radio lì, in quegli anni lì… che oramai è forse meglio non citare platealmente.
Quella generazione di conduttori in voce era formata tutta da gente che, come me, era cresciuta con l’influenza ed il riferimento di Radio Montecarlo, di Radio Capo d’Istria, di programmi come “Alto gradimento” o “Supersonic” ma anche un cult della musica notturna che era “Il notturno dall’Italia” della (grande) Rai in onde medie.
L’amaro è, che quello che si sente oggi, purtroppo rispetto a quei tempi, è un insipido niente.
Così, quando agli inizi degli anni ’70 esplose il fenomeno del “liscio romagnolo” di Roul Casadei, noi che aravamo venuti su al prog della PFM, delle Orme e della Formula 3 ma anche al rock psichedelico dei Pink Floyd o a quello dei Rolling Stones (per non parlare dei Beatles etc. etc.), ma anche al country dei Doobie Brothers o degli Eagles (di allora), sentire esplodere nella “hit parade” italiana brani come “Ciao mare” o “La mazurca di periferia”, era come una pugnalata al cuore. Immaginate la mia sofferenza, che era veramente fuori misura, nel dover inevitabilmente “sottostare” (a volte e per fortuna non sempre), a richieste che non era possibile rifiutare di brani con piroette di clarinetto e chitarra ritmica in terzinato unite a testi che non avevano assolutamente nulla di impegnativo se non per l’ammiccare, seppur contenuto, ma popolaresco e tipico di chi nella “balera” ha sempre condito la musica con l’approccio fisico tra i sessi.

2) Il fatto.
All’epoca, per una radio privata e/o locale come quella di una cittadina di provincia (seppur tra le prime), tra le tante cose si facevano “carte false” pur di intercettare qualche grosso nome della musica italiana che magari si esibiva dal vivo in qualche “piazza” o locale del proprio territorio.
Spesso, e qualcuno del luogo non mancherà di ricordarlo, non c’era settimana che a circa 15 chilometri da Spoleto, in un locale chiamato “Nuovo Mondo” in quel di Montefalco non si esibissero nomi importanti e di “grido” della musica leggera, pop e non solo.
C’erano serate di tipo diverso ma, se magari il giovedì o il venerdì o anche la domenica ci si poteva ascoltare Marcella Bella o gli Homo Sapiens… (per fare un esempio), di sabato non c’era storia, era il “liscio” a farla da padrone.
Io mi ero un po’ specializzato nelle interviste che immancabilmente si facevano, già d’accordo per tempo con gli artisti, appena dopo l’esibizione, magari dopo aver mangiato qualcosa insieme riuscendo così a parlare con un po’ più di rilassatezza.
Figuratevi, io ero uno che se per caso mi capitava di dover mettere un disco di liscio in un mio programma non mancavo di precisare che se “mi avessero dato il porto d’armi il liscio in Italia non si sarebbe più sentito” e quindi, mai e poi mai e per tutto l’oro del mondo avrei potuto essere disponibile a fare un’intervista a Roul Casadei in una di quelle date a lui “riservate” al Nuovo Mondo di Montefalco.
Lo ricordo molto bene ancora, agli amici Saba e Nicola non gli sembrò vero di potermi incastrare e organizzarono tutto in maniera tale che quasi mi ci trovai senza neanche sapere chi avrei dovuto incontrare e chi avrei dovuto, mio malgrado, intervistare.
Lui, Roul Casadei, era pur sempre un personaggio, anche molto in voga in quel momento e andava in televisione un giorno sì e pure quell’altro… ci presentammo e fu gentile e sorridente e veramente molto disponibile… non se la “tirava”, ma ci accordammo rimandando tutto alla fine del “concerto”. Ebbene sì, gli feci l’intervista… breve, ma gliela feci… dal punto mio tanto più per dire che era stata fatta, poi qualcosa era stato registrato dal vivo… il materiale per un programma che avrebbe sicuramente condotto un altro, c’era.
Ma lui , da quell’autentico Signore che era, fu gentile e anche molto, tanto che sia a Saba che a me ci invitò a cenare con lui e con il resto della sua orchestra. Mi aveva voluto seduto proprio di fronte a lui e comunque continuavamo a parlare di varie cose abbastanza normalmente ma poi, arrivando al nocciolo delle “questioni musicali” io mi comportai nel modo in cui si comporta un giovane maleducato, arrogante e saccente e con quanto più spocchia avevo in corpo gli dissi in faccia e davanti a tutti la mia “mitica frase” su quello che pensavo rispetto al genere del “liscio”: – Se mi danno il porto d’armi, il liscio in Italia non si sente più! -
Ci fu un momento di gelo.
Lui mi guardò e con quegli occhi che stringendoli gli diventavano sottili, inarcando da orecchio a orecchio un sorriso che mostrava una dentatura perfetta e con la mano sinistra alzando un bicchiere di vino rosso mi rispose serafico e accondiscendente in quel classico suo tipico accento tutto romagnolo:
- Mo’ tu perché non lo sai ballare!!! –

3) Epiologo.
Molti anni dopo, mi capitò di dover sostituire l’amico Marcello Mignatti, nel mettere i dischi (quasi da DJ), per diverse serate in un locale alle porte di Perugia. Badate bene che non erano serate in discoteca ma serate nella parte del locale riservata alle orchestre da ballo. Non proprio liscio ma quasi, musica di genere “ballabile”. Era un posto gigantesco con una grande capienza e con, al piano di sotto, la discoteca per i ragazzi più giovani e quel martellante “bum bum bum” che io stesso spesso non sono riuscito a comprendere. Insomma, nell’altra parte del locale, nella “balera” al piano di sopra, dovevo iniziare io con i dischi di genere ballabile… per un pubblico prevalentemente “maturo” (anche se poi dei giovani c’erano comunque), diciamo per scaldare l’ambiente prima che si esibisse l’orchestra dal vivo, poi, per una o due volte durante i quarti d’ora di intervallo… quelli di riposo da parte dell’orchestra e dovevo poi re-intervenire io per “chiudere”, nuovamente e sempre con i dischi, la serata a notte alta, una volta che l’orchestra avesse concluso la propria esibizione.
Ricordo che durante gli interventi dell’orchestra dal vivo, oltre ad andare a bere qualcosa, sovente mi facevo un giro nella discoteca che stava al piano sottostante per curiosare un po’ e “non sentire” (almeno per un po’) l’orchestra dei ballabili. E notai, con il tempo e con mio grande stupore che, proprio nella parte riservata alla discoteca per i più giovani e parlo di ragazzi che erano adolescenti, molto ma molto più giovani di me, di quelle generazioni che vanno in discoteca non prima delle 23,00 - 24,00 e tirano a fare l’alba alla grande… ebbene, notai che, fondamentalmente, non erano “felici”, il più delle volte avevano il muso, erano quasi “incazzati”, quasi non stessero passando una serata in discoteca per divertirsi… un clima che non riuscivo a comprendere e a giustificare.
Quando poi, doverosamente, rientravo al piano di sopra, là nella parte riservata alla cosiddetta “balera” dove c’era l’orchestra dal vivo per il genere ballabile-classico, e guardate che si ballava di tutto: dal lento smielato, ai tanghi, ai valzer, alle mazurke, alle polche… financo il rock’n roll e il boogie-woogie, era tutto un altro clima! Gente attempata sì, ma sorridente… che magari ordinava anche qualche bottiglia di champagne o frizzantino… insomma, lì ci si divertiva, si faceva festa!
E fu in una di quelle notti quando ormai l’orchestra aveva già finito di sbaraccare con gli strumenti anche l’amplificazione che, in quell’ultimo intervento a chiudere che a me spettava fare con i dischi che a un certo momento, erano quasi le 03,00 del mattino, qualcuno mi busso sul vetro della porta della cabina riservata al cosiddetto DJ… ed io aprì… mi affacciai e vidi colui che mi cercava...
Era un signore certamente settantino… con le maniche della camicia tutte arrotolate fino agli avambracci e la camicia stessa sbottonata sul davanti fino alla bocca dello stomaco che si asciugava dal sudore il collo con un grosso fazzoletto e che tutto pimpante e sorridente mi fa:
- Che me metti un “merengue”!!! –
D’improvviso, mi tornò prepotentemente alla mente.
Mi ricordai di quel volto sorridente di Roul Casadei e di come io, avessi completamente torto e lui assolutamente ragione, quando, da saggio, mi disse:
- Mo’ tu perché non lo sai ballare!! –

da Pietro Paluello In ricordo di un vero Signore e di un musicista vero di nome Roul Casadei.

OGGI E' IL COMPLEANNO DI "RADIO SPOLETO INTERNATIONAL"AUGURI A TUTTI NOI ED AI NOSTRI ASCOLTATORI,IN PARTICOLARE A COLOR...
14/03/2021

OGGI E' IL COMPLEANNO DI "RADIO SPOLETO INTERNATIONAL"
AUGURI A TUTTI NOI ED AI NOSTRI ASCOLTATORI,
IN PARTICOLARE A COLORO CHE CI SEGUONO FIN DA ALLORA!!!

28/02/2021

NON SI INTERROMPE UN’EMOZIONE:

nella velocità dei tempi attuali dove nell’ascolto e nelle scelte musicali non è più “l’insieme” di un lavoro definibile ampio e di respiro, ma appunto l’essenzialità di un singolo forse due… recuperare, anche solo nel tempo che gli si dedica, dall’inizio alla fine, l’ascolto in sequenza ad un disco completo, è un po’ come sfogliare le pagine di un libro.
Vero è che si può parlare e si può anche paragonarli, senza tema di smentita, alcuni di quei grandi dischi nel tempo prodotti, alla stessa importanza di certi libri.
Sarà forse stato per quel riuscire a metterli uno dietro l’altro negli scaffali come appunto dei libri; sarà perché le buste che li contenevano a volte erano completamente apribili ed erano realizzate con grafiche o immagini anche di pregio o comunque con fotografie o disegni molto eloquenti e descrittivi ed in alcuni casi realizzati, per il confezionamento da grandi fotografi e /o grafici e/o disegnatori da tutti riconosciuti come autentici artisti.
Si’, quando i dischi erano di vinile e per uno strano scherzo del destino, spesso, proprio per come erano fatti, erano delle opere dentro altre opere.
Ma tutto cambia e forse è anche giusto.
Possono cambiare le modalità, con le mode e la tecnologia che incalza possono cambiare anche gli approcci ma i contenuti, quelli non si possono cambiare. Si può usufruire diversamente, non più magari in rilegature e fogli di carta anche patinata, della “Divina commedia” o de “L’uomo e il mare” o di “Paesi tuoi” financo alle poesie di Luzi o di Pasolini, ma le parole, i testi, i contenuti appunto, restano assolutamente quelli.
Così è per la musica, per i dischi. Al di la del tempo trascorso ci sono dischi che sono proprio come libri o come raccolte di poesie. E non necessariamente debbono essere per forza, per essere “belli” da ri-ascoltarsi, quelli che hanno conquistato la classifica o che sono riferibili al nome altisonante.
Mi è capitato di rileggere lo stesso libro in età diverse ed in momenti diversi della mia vita e devo ammettere che è stato così anche per certi dischi… ebbene, gli stessi contenuti mi hanno regalato sensazioni diverse, angolazioni di osservazione o di riflessione che magari precedentemente non avevo colto. E certe cose che magari prima non avevo apprezzato le ho invece meglio comprese a distanza di tempo.
Ecco perché la cosa più semplice che cerco di fare e che sto cercando di fare insieme a quanti e per chi ha il “piacere” e la “possibilità” e anche la “pazienza” di ascoltarmi, è quella di avvicinarmi allo scaffale ed estrarre un disco da rimettere su un piatto per ascoltarlo di nuovo dall’inizio alla fine, senza interrompere o ricercando ancora una volta uno stato d’animo… un’emozione.
Purtroppo, non che non ci siano anche oggi come oggi eccezioni interessanti e anche importanti rispetto ai contenuti di qualità sia musicali che letterali, ma nella maggior parte dei casi prevale un modo di avvicinarsi e di realizzare e di produrre musica che insegue spudoratamente solo l’apparire e non l’essere o l’avere qualcosa da dire. E non esiste più il concetto di creatività vera e soprattutto di “bellezza” che solo l’essere realmente Artisti può far riuscire (anche dopo magari molti tentativi), a focalizzare.
In fondo c’è sempre l’aspetto dell’emotività.
L’esempio più lampante è quello che è successo con il nefasto avvento dei “talent” televisivi: è da più di 20 anni che, per esempio, Maria De Filippi ci sciorina ragazzotte e ragazzotti senza essere mai riuscita veramente a “tirare fuori” un fenomeno artistico di valenza non dico internazionale ma almeno nazionale. Tutta gente che poi, nel giro di poco sparisce o magari finisce con il doversi “inventare” furti ai grandi magazzini per poter di nuovo apparire sulle rivista di gossip e spuntare il “gettone” per l’intervista da concedere.
In buona parte la responsabilità e della tecnologia che ha così fortemente contribuito a modificare l’approccio verso la musica e che ne ha modificato tutta una serie di abitudini. La tecnologia ha modificato i canoni del mercato ed oggi non c’è più. Di fatto, “una palestra qualificata” che consente a chi ha veramente qualcosa da dire di mettersi in discussione, di confrontarsi, di “crescere in esperienza” (le vecchie e tanto bistrattate etichette discografiche, non ci sono più. Se oggi Lucio Dalla si affacciasse nel mondo musicale, così come si affacciò all’epoca, non avrebbe ne modo e maniera di poter fare una seconda incisione quale eventuale nuovo tentativo. Pensate solo al fatto che, sempre Lucio Dalla, per oltre 10 anni, prima che arrivasse a “vendere” veramente, ha potuto contare su una RCA che gli ha permesso di pagarsi (e neanche sempre) tutte le bollette.
E’ ovvio che poi, nel bailamme del web e dell’immagine “trash” del gossip televisivo attuale i famigerati click non riescono a far distinguere se Elettra Lamborghini (per far un esempio tra i più lampanti), raccoglie i favori del pubblico (e di quale pubblico), per le sue esibizioni canore o per l’abbagliante decoltè o “fondo schiena” che non esita a mettere in bella mostra.
Certo, è importantissimo e merita giusto spazio anche la musica per lo “svago”, “per il ballo”, “per il divertimento”… ci mancherebbe altro… ma di certo non è arrivare a cantare all’Olympia di Parigi con Charles Aznavour come fece Mia Martini!
Concludo con l’elencare i titoli degli album ed i riferimenti a quegli artisti di cui in queste settimane, per una ragione o per l’altra, abbiamo avuto modo di ri-ascoltare insieme alcuni loro lavori. S’ è vero, fino ad ora non c’è stata mai “l’occasione” di musica realizzata in questi ultimissimi anni e forse a qualcuno, tutto questo, potrà sembrare un po’ demodè, un pò superato, ma se vi capiterà di ri-ascoltare questi dischi che vi ho trasmesso e anche quelli che nelle prossime settimane seguiranno, vi accorgerete che, proprio per i contenuti, non è affatto così… anzi!
NON SI INTERROMPE UN’EMOZIONE (don’t stop emotion), va in onda su RADIOSPOLETOINTERNATIONAL (web) ogni venerdì dalle 19,00 alle 20,00 circa e, in replica il mercoledì successivo sempre dalle 19,00 alle 20,00 circa.

Gli album (fino ad ora già presentati):

I semafori rossi non sono Dio – Gino Paoli (1974)
Primavera – Caterina Caselli (1974)
Sergio Endrigo – Sergio Endrigo (1962)
E tu – Claudio Baglioni (1974)
Foto ricordo – Enzo Jannacci (1977)
Per un pugno di Samba – Chico Buarque de Hollanda / Ennio Morricone (1970)
Sarah Vaughan – Song of the Beatles (1981)
Ho scoperto che esisto anch’io (brani di Piero Ciampi) – Nada (1973)
La via dei misteri – Rossana Casale (1986)
Dalla – Lucio Dalla (1980)

e nelle prossime settimane seguiranno gli album di:
Lucio Battisti
Patty Pravo
Mia Martini

E potete inviare a tale riguardo messaggi a:
[email protected]
ma anche whatsapp e/o SMS a:
377-1017839

GRAZIE
PIETRODUE

17/10/2020
11/10/2020
“CANTO E RICANTO E LU MI’ AMOR NUN ZENTE” (così si intitola), è praticamente l’unico primo vero documento storico della ...
26/09/2020

“CANTO E RICANTO E LU MI’ AMOR NUN ZENTE” (così si intitola), è praticamente l’unico primo vero documento storico della canzone tradizionale spoletina (oltre che ad essere stato inciso su un supporto sonoro), anche se, alcuni di questi canti, furono raccolti pure nelle zone di Giano e della Valnerina. Il vecchio disco di vinile uscì per la Fonit-Cetra nel lontano 1976 (registrato a Roma nel giugno del 1975). Resta il fatto che i dischi di vinile sono ormai merce rara e in prevalenza ad uso solo dei collezionisti e che pertanto, averlo attualizzato tecnologicamente, significa proprio consentire una maggior fruizione dello stesso, e dare “nuova vita” ad una così importante testimonianza storica, soprattutto per le nuove generazioni. La digitalizzazione e la conseguente ristampa in versione CD di questo disco , a distanza di oltre 35 anni da quando uscì la prima volta, si deve grazie ad un accordo di licenza tra Warner Music Italia ed Heristal Entertainment di Roma (con l’etichetta “Pesi&Misure”), che nel 2012 lo ripubblica e lo distribuisce.
Il gruppo etnico-musicale de “L’ALTRA SPOLETO” era composto da Giampero Cuzzini, Pierluigi Felici, Pietro Rindinella, Giancarlo Serafini, tutti spoletini e tutti molto attivi e presenti in città.
Il disco CD si compone, inoltre, di un corposo libretto nel quale sono riportati tutti i testi delle canzoni con le indicazioni di traduzione per i termini più difficili da comprendere. Vi è anche lo scritto che fu appositamente redatto per il disco del 1976 dal compianto Prof. Tullio Seppilli (antropologo dell’Università di Perugia di fama internazionale), e che egli stesso volle nuovamente visionare per questa nuova edizione. Anche la copertina è la stessa del vecchio disco di vinile e cioè la riproduzione di un bellissimo quadro del pittore naif spoletino Marino Ceccarelli intitolato “Mietitura umbra” e che per l’occasione fu fotografato dal grande fotografo Giorgio Lucarini, anch’egli culturalmente sempre molto attivo e presente in città.
Brani celebri nel comune sentire di questa parte d’Umbria come “Arrizzete compà”, “Cannajola”, “Sant’Antolin de legnu”, “Stornelli spoletini”, “Le olivare”, e altre ben 13 canzoni, rivivono e risuonano a fotografia emozionale di un tempo che fu… certamente lontano, ma che ci riporta a quello che eravamo e che senza di quello, oggi, comunque non saremo.

Canto e ricanto e lu mi’ amor nun zente*

E me so’ fattu lu core turchinu
vedè l’amore mia fra tante mano
E pe’ coje l’ulia ce vo’ ‘n canestru
pe’ fa’ l’amore un giovinettu onestu
e pe’ coje l’ulia ce vo’ ‘n anginu (1)
pe’ fa’ l’amore un giovine billinu

Bella che sete nata pe’ ‘rrubbane
che li rubbate li razzi a lu sole
e lu paone j’hai rubbate l’ale
e l’arburu lo fruttu e a me lu core.
Canto e ricanto e lu’ mi amor nun zente
chi la ripara la vocetta mia
me la ripara ‘na fronna sturmente
coccia (2) de fiuri o ‘na rama d’ulia.

(1) Uncino
(2) Vaso
*Raccolta a Protte di Spoleto nel dicembre del 1972.
Informatrice una ex contadina di 80 anni.

Per saperne di piu’ sul disco de “L’altra Spoleto” (e/o per acquisto):
http://www.heristal.eu/laltraspoleto.htm

Guarda e ascolta “L’altra Spoleto” su YouTube:
https://www.youtube.com/watch?v=Y8yPlPh7P7Q&t=73s

visita il sito: www.heristal.eu

In meno di 48 ore quasi 300 visualizzazioni su YouTube per questo video di Enzo Amazio con il brano dedicato al compiant...
13/09/2020

In meno di 48 ore quasi 300 visualizzazioni su YouTube per questo video di Enzo Amazio con il brano dedicato al compianto Lyle Mays
In less than 48 hours almost 300 views on YouTube for this video by Enzo Amazio with the song dedicated to the late Lyle Mays
https://www.youtube.com/watch?v=crwBOmxlBcM

Visita il sito: www.heristal.eu

04/09/2020
30/08/2020

PICCIRIDDA - Serata d'onore per il maestro PERICLE ODIERNA

L'Assessorato alle Politiche culturali del Comune di Rignano Flaminio, in collaborazione con l'Associazione Bottega d'Arte di Morlupo e l'Associazione Pro Loco di Rignano Flaminio, rende omaggio con una serata d'onore al maestro Pericle Odierna, vincitore del Globo d'Oro 2020 per la colonna sonora del film "Picciridda", tratto dall'omonimo libro di Catena Fiorello.

Il film segue le vicende di Lucia (Marta Castiglia), una bimba di 11 anni affidata dai genitori a nonna Maria, una donna severa e apparentemente incapace di manifestare i propri sentimenti. Maria non parla con la sorella da anni e impedisce alla piccola Lucia di frequentare la famiglia di quest’ultima senza però svelarle mai il motivo. Lucia, però, deciderà di scoprirlo da sola, e a caro prezzo. Nel cast ci sono anche Lucia Sardo, Tania Bambaci, Katia Greco, Ileana Rigano e Federica Sarno. La pellicola è prodotta da Alba Produzioni, Panoramic Film, Moonlight Pictures, con il sostegno di Sicilia Film Commission. Paolo Licata ha scritto la sceneggiatura con Catena Fiorello, premiata al Taormina Film Fest 2019, invece Lorenzo Adorisio si è occupato della fotografia. Il montaggio è stato curato da Maurizio Baglivo mentre scenografie e costumi sono opera, rispettivamente, da Paolo Previti e Paola Nazzaro. Le musiche originali sono state realizzate, appunto, da Pericle Odierna.

Il film è stato premiato con il Globo d'Oro 2020, un premio cinematografico italiano assegnato con cadenza annuale dai giornalisti della stampa estera accreditata in Italia, per la miglior opera prima e la colonna sonora. Ad oggi è considerato fra i tre più importanti premi italiani, insieme ai David di Donatello e ai Nastri d'Argento.

Il premio alla miglior musica esiste da trent’anni. Hanno vinto nomi che compongono regolarmente nel mondo italiano della musica per film, tra cui Ennio Morricone (due volte) e Riz Ortolani. La maggior parte dei ‘globi’ alla miglior musica ha portato via Luis Bacalov (tre volte). Quest'anno è toccato al nostro concittadino, Pericle Odierna.

La colonna sonora del film "Picciridda" è indubbiamente tra i protagonisti del film, perché ha arricchito in modo perfetto le bellissime immagini della pellicola. La musica è romantica, coinvolgente, a volte struggente, a volte drammatica o tragica, sempre avvincente, anche grazie alla bellissima voce di Loredana Marino, che canta nel dialetto della sua terra. Per questo motivo la giuria ha ritenuto che Pericle Odierna abbia strameritato il premio della migliore colonna sonora del Globo d’Oro 2020.

"Per questo Rignano - dice l'assessore alle Politiche culturali, Vincenzo Marcorelli - vuole rendere omaggio ad un grande maestro che ha portato, oltre alla musica, anche il vanto della nostra cittadina nel mondo".

Venerdì 4 settembre alle ore 21 in piazza Cavour, nel rispetto di tutte le normative anti Covid-19, si terrà quindi una serata d'onore con la proiezione del film ed altri interventi, tra cui quello del maestro Pericle Odierna al pianoforte.

22/08/2020

QUARANTINE REFLECTIONS

Qual è la cosa che preferiscono i jazzisti… nel e del jazz?
Ve lo dico io. E’ l’improvvisazione.
Poi divengono dei “fenomeni” nel fermare sul pentagramma musicale composizioni uniche e ineguagliabili… ma se un uomo di jazz non improvvisa o non predilige “l’arte” dell’improvvisazione… allora non è un jazzista. E’ altro (senza per questo essere meno).
Ora, prendete un jazzista vero e per di più napoletano come ENZO AMAZIO che, all’improvviso, si ritrova “bloccato” dentro la propria casa a causa del “lockdown” conseguente alla “pandemia da Covid-19” e come unica “distrazione” ha quella della sua chitarra, che sì, certo, suona sempre ogni giorno ma… prima, nei giorni e nelle settimane precedenti… ora sono giorni “diversi”, è diverso il rapporto tra il mondo “fuori” e la propria casa “dentro”… in cosiddetta “quarantena”.
La chitarra, quella sua, quella di ENZO AMAZIO che “prima” gli consentiva di interpretare ma anche di improvvisare, su un brano di Pat Metheny o di Wes Montgomery e di farlo soprattutto per il pubblico e con il pubblico, dal vivo, adesso è lì… accordata… pronta per i suoi soli soliloqui, a volte interminabili…
ENZO AMAZIO ha continuato a fare quello che di meglio può e sa fare e preferisce fare un jazzista: improvvisare. Salvo cercare, una volta tanto, di fermare queste improvvisazioni e di registrarle anche.
Così nasce un intero album che alla fine si intitolerà proprio QUARANTINE REFLECTIONS (riflessioni sotto quarantena). Un album composto da 7 tracce di cui solo una, l’ultima, la settima, effettivamente prima pensata e scritta, poi registrata ed elaborata in cosiddetta post-produzione, e che non a caso non ha alcuna improvvisazione proprio perché ci parla del ricordo di una persona precisa, prematuramente scomparsa proprio appena giorni prima che iniziasse il “lockdown”: Lyle Miles, tastierista storico ed eclettico della band di Pat Metheny e che per questo, il brano, si intitola “Forever Lyle”.
Ma tutte le altre 6 tracce, sono il frutto di un dialogo con se stesso “stando sotto quarantena”. Le mani di ENZO AMAZIO sono andate seguendo i pensieri di chi, in una solitudine forse ancor di più riflessa, cavalcavano emozioni, sensazioni, timori, speranze, visioni.
E i titoli dei brani stessi sono l’esatta fotografia di quel che succedeva proprio in quel momento, e lui, ENZO AMAZIO, le ha composte improvvisando, dando libero sfogo ai suoi pensieri sulla chitarra… solo che le ha registrate.
E’ una autentica fotografia sonora di improvvisazioni jazzistiche in stile molto libero.
Si comincia con Pandemic constrait, poi Mutation e ancora On a rainy day, fino a Le mani pulite (l’unica con il titolo in italiano), seguita dalla stessa Quarantine, fino ad un nome di donna… che è pur sempre una speranza con Song for Rosaria.
Un’esperimento, un altro modo di ritrovarsi nella colonna sonora del periodo del “lockdown”.
Ma qui le immagini non sono quelle degli innumerevoli filmati dei tanti musicisti che da YouTube o con Whatsapp, o dalle terrazze, hanno voluto comunque stare insieme e cercare di portare la musica agli altri. Questa è certamente una colonna sonora di più intima e descrittiva improvvisazione. E’ un foto-ritratto musicale. Ascoltare questi brani è concepire di riscattarsi, ritrovarcisi, percorrere un viaggio verso noi stessi, consapevoli che una nota o un accordo, FORSE potevano essere diversi anche di poco, ma che per questo sono più interessanti e condivisibili perché frutto dell’istintività di un uomo-musicista… costretto a riflettere stando sotto quarantena, QUARANTINE REFLECTIONS.
https://tuneefy.com/s/album/pqeykil

What do jazzmen prefer… in and about jazz?
I'll tell you. It is improvisation.
Then they become "phenomena" in freezing unique and unparalleled compositions on the musical staff ... but if a jazz man does not improvise or do not prefer the "art" of improvisation ... then he is not a jazz player. He is something else (without being less).
Now, take a real jazz player and moreover from Napoles like ENZO AMAZIO who, suddenly, finds himself "stuck" inside his home due to the "lockdown" following the "Covid-19 pandemic" and as the only "distraction" "Has that of his guitar, which yes, of course, he always plays every day but ... before, in the previous days and weeks ... now they are" different "days, the relationship between the" outside "world and his own home" inside "... in so-called" quarantine ".
The guitar, his own, that of ENZO AMAZIO that "before" allowed him to interpret but also to improvise, on a piece by Pat Metheny or Wes Montgomery and to do it especially for the public and with the public, live, is now there ... tuned ... ready for his soliloquies alone, sometimes interminable ...
ENZO AMAZIO continued to do the best he can and knows how to do and prefers to do a jazz player: improvise. Except trying, for once, to stop these improvisations and also record them.
Thus was born an entire album which in the end will be entitled QUARANTINE REFLECTIONS (reflections under quarantine). An album composed of 7 tracks of which only one, the last, the seventh, actually first thought and written, then recorded and processed in so-called post-production, and which not surprisingly has no improvisation precisely because it speaks to the memory of a specific person, who died prematurely just days before the “lockdown” began: Lyle Miles, historical and eclectic keyboardist of Pat Metheny's band and that for this reason, the song is called “Forever Lyle”.
But all the other 6 tracks are the result of a dialogue with himself "being under quarantine". The hands of ENZO AMAZIO went following the thoughts of those who, in a solitude perhaps even more reflected, rode emotions, sensations, fears, hopes, visions.
And the titles of the songs themselves are the exact photograph of what was happening right at that moment, and he, ENZO AMAZIO, composed them improvising, giving free rein to his thoughts on the guitar ... only he recorded them.
It is an authentic sound photography of jazz improvisations in a very free style.
We start with Pandemic constrait, then Mutation and again On a rainy day, up to Le mani pulite (the only one with the title in Italian), followed by Quarantine itself, up to a woman's name ... which is still a hope with Song for Rosaria.
An experiment, another way of finding yourself in the soundtrack of the "lockdown" period.
But here the images are not those of the countless videos of the many musicians who, from YouTube or Whatsapp, or from the terraces, still wanted to be together and try to bring music to others. This is certainly a more intimate and descriptive soundtrack of improvisation. It is a musical photo-portrait. Listening to these songs is to conceive of redeeming oneself, finding oneself there, taking a journey towards ourselves, aware that a note or a chord, MAYBE could be even slightly different, but that for this reason they are more interesting and shareable because they are the result of a man's instinct. -musician ... forced to reflect under quarantine, QUARANTINE REFLECTIONS.
https://tuneefy.com/s/album/pqeykil

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Spoleto
06049

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