09/12/2024
Vent’anni fa, due scienziati dell’Università di Manchester scoprirono il grafene, un foglio di carbonio dello spessore di un atomo, un materiale che ha rivoluzionato la scienza dei materiali. Ora, un nuovo studio pubblicato su National Science Review riapre il dibattito sull'origine della Luna, grazie alla scoperta di grafene sulla sua superficie. Questo ritrovamento obbliga a riconsiderare le teorie tradizionali sulla formazione lunare, in particolare la teoria dell'"impatto gigante", che sostiene che la Luna si sia formata circa 4,4 miliardi di anni fa a seguito di una collisione tra la Terra e un pianeta delle dimensioni di Marte, chiamato Theia.
L’ipotesi dell’impatto è supportata dalle analisi delle rocce lunari riportate dalle missioni Apollo, che mostrano una scarsità di carbonio dovuta all'intenso calore generato dalla collisione. Tuttavia, la presenza di grafene in un campione lunare raccolto durante la missione cinese Chang'e 5 del 2020 mette in dubbio queste certezze. Gli scienziati hanno trovato fiocchi di grafene spessi tra i due e i sette strati in zone ricche di carbonio, suggerendo che condizioni ambientali di alta pressione e temperatura, forse dovute ad antiche attività vulcaniche o a impatti con meteoriti, abbiano favorito la formazione del grafene.
Questa scoperta non solo solleva nuove domande sull'origine della Luna, ma apre anche la strada a possibili nuove tecniche per la produzione di grafene sulla Terra. Comprendere come si forma il grafene in natura potrebbe infatti portare a sviluppare metodi di sintesi scalabili e a basso costo per ottenere grafene di alta qualità, un materiale dalle potenzialità immense in numerosi campi tecnologici.