10/01/2025
𝐈𝐋 𝐂𝐀𝐒𝐎 𝐌𝐀𝐒𝐈𝐍𝐈: 𝐋𝐀 𝐏𝐎𝐋𝐈𝐓𝐈𝐂𝐀 𝐄 𝐋'𝐀𝐒𝐒𝐔𝐑𝐃𝐎 𝐏𝐀𝐑𝐀𝐃𝐎𝐒𝐒𝐎
𝐃𝐄𝐋𝐋𝐀 𝐌𝐀𝐆𝐈𝐒𝐓𝐑𝐀𝐓𝐔𝐑𝐀 𝐍𝐄𝐈 𝐂𝐀𝐒𝐈 𝐃𝐈 𝐋𝐄𝐆𝐈𝐓𝐓𝐈𝐌𝐀 𝐃𝐈𝐅𝐄𝐒𝐀.
𝘭'𝘦𝘥𝘪𝘵𝘰𝘳𝘪𝘢𝘭𝘦 𝘥𝘪 𝘔𝘪𝘳𝘤𝘰 𝘔𝘢𝘨𝘨𝘪
Il ministro della Difesa, Guido Crosetto, ha dato indicazione al comandante generale dei Carabinieri, in accordo con quanto auspicato dalla premier Giorgia Meloni, «di concedere un encomio solenne - quale prima attestazione di merito - al luogotenente carica speciale dei Carabinieri Luciano Masini, comandante della stazione di Villa Verucchio». Lo annuncia lo stesso ministro su X, spiegando che «il luogotenente Masini si è distinto la sera del 31 dicembre scorso intervenendo con coraggio e professionalità nella piazza del paese, a rischio della propria incolumità, per fermare un pericoloso individuo che aveva già tentato di accoltellare a morte quattro persone. Il suo esempio virtuoso si unisce a quello di tanti altri operatori di polizia che ogni giorno dimostrano saggezza, coraggio e dedizione nel loro servizio».
Il 31 dicembre scorso, nella piazza di Villa Verucchio, un 23enne egiziano ha accoltellato quattro persone e minacciato di continuare la sua aggressione brandendo un coltello. Il carabiniere Masini, dopo aver sparato colpi di avvertimento, è stato costretto a uccidere l’aggressore con cinque colpi, evitando ulteriori tragedie. Un’azione immediata e decisa, ma che gli è valsa l’accusa di eccesso colposo di legittima difesa da parte della magistratura.
Nonostante ciò, la premier Giorgia Meloni e il ministro Crosetto hanno elogiato pubblicamente l’operato di Masini, arrivando a conferirgli un encomio solenne. Un gesto che ha suscitato apprezzamenti, ma anche preoccupazioni sulla sovrapposizione di ruoli tra politica e giustizia.
Il caso pone al centro il tema della legittima difesa, regolato dall’articolo 52 del Codice Penale. Questo principio sancisce che la reazione a un’aggressione deve essere proporzionata e necessaria per respingere il pericolo. È importante ricordare, però, che anche la Costituzione Italiana riconosce a ogni cittadino il diritto di difendere sé stesso e gli altri in situazioni di pericolo imminente. Questo diritto, radicato nel principio di tutela della persona e della collettività, rappresenta una base imprescindibile per interpretare l’operato delle forze dell’ordine e di chiunque si trovi in una situazione estrema. Nel contesto degli interventi delle forze dell’ordine, il margine di giudizio sulla proporzionalità può essere estremamente ridotto. Il codice prevede che l'uso delle armi sia giustificato quando non esistono alternative ragionevoli per proteggere sé stessi o altri da un pericolo immediato. In questo caso, i colpi di avvertimento sparati da Masini testimoniano il tentativo di evitare l’uso letale della forza, reso inevitabile dall’avanzata dell’aggressore armato.
Ciò che più colpisce in questa vicenda è il gesto del Governo di premiare il carabiniere indagato, prima che la magistratura abbia concluso le sue indagini. La separazione dei poteri è un principio cardine della nostra democrazia, e azioni di questo tipo rischiano di inviare messaggi ambigui. Da un lato, sembrano delegittimare il ruolo della magistratura che, di fronte a ogni caso di legittima difesa, anche palese e senza il minimo dubbio, pare essere sempre più sorda e sempre più cieca nei confronti di chi difende e si difende; dall’altro, suggeriscono che il sostegno politico possa sovrastare il giudizio legale.
Il conferimento di un encomio solenne è un messaggio forte, che ovviamente non deve essere confuso con l’accertamento della verità giuridica. Non dovrebbe essere solo la politica a dover sostenere le forze dell’ordine, perché in una società democratica la politica non deve interferire con il percorso della giustizia, né utilizzare simili episodi per finalità propagandistiche. Ma in questo caso è stato un gesto necessario e indispensabile, oltre che coraggioso, proprio nei confronti dell’ottusa visione della magistratura rispetto alla legittima difesa e all’operato doveroso delle nostre Forze di Polizia.
La magistratura, dal canto suo, è chiamata a mantenere un approccio imparziale e basato sui fatti. Qualsiasi decisione che possa essere percepita come politicizzata rischia di minare la fiducia nelle istituzioni. Nel caso di Masini, l’indagine per eccesso colposo di legittima difesa dovrebbe valutare esclusivamente le circostanze oggettive dell’episodio, senza cedere a pressioni esterne.
Questo caso evidenzia la necessità di un equilibrio più solido tra politica, magistratura e diritto. Non possiamo permetterci un sistema in cui gli operatori delle forze dell’ordine temano di agire per timore di essere perseguiti, né uno in cui la politica sembri strumentalizzare gesti di coraggio per guadagni di consenso.
Il dibattito su come tutelare meglio chi opera in prima linea deve rimanere aperto, ma senza scavalcare i limiti imposti dal diritto e dal buon senso. L’obiettivo deve essere un sistema giusto, dove chi si sacrifica per la sicurezza collettiva trovi supporto, ma dove nessuno sia al di sopra della legge.
_____________________________________________________
( qui l'articolo precedente su questo argomento:
https://www.facebook.com/share/p/1EAUnbt9tH/ )
_____________________________________