29/01/2023
A trieste è stata posata la prima pietra di inciampo dedicata ad un cittadino italiano di origine romanì.
La pietre si trova in Piazza Libertà proprio davanti alla stazione centrale dei treni
Romano Held, nato a San Pier d’Isonzo in provincia di Gorizia, aveva 17 anni quando, il 1 maggio 1944, venne arrestato mentre si stava muovendo con la sua carovana nella zona di Palmanova. La sua famiglia, da sempre vissuta nella zona di Trieste, si era riparata sui monti sopra Udine (Fagagna) dopo che, con l’armistizio del 1943, quell’area di confine era passata sotto il controllo diretto del Terzo Reich. La sorella raccontò che l’arresto si doveva alla “soffiata” di un collaboratore fascista italiano ai soldati tedeschi.
Così il diciasettenne fu portato al carcere di Udine, nei cui registri (oggi all’Archivio di Stato) è riportata la sua colpa accanto al nome: “girovago”. Sì, perché Romano era il figlio di un sinto italiano e di una donna rom istriana, una famiglia di musicisti che fu vittima del genocidio nazifascista dei rom e sinti. Il 31 maggio 1944 i documenti attestano che a Udine Romano sale sul convoglio n. 48 partito da Trieste con destinazione Dachau, dove giunge il 2 giugno. Qui, mettendo in pratica la deumanizzazione tipica del sistema concentrazionario nazista, viene trasformato in un numero: matricola 69525. Alla liberazione del campo da parte dell’armata statunitense, Romano è ancora vivo: torna in Italia dalla famiglia, dove riprende a svolgere l’attività di musicista. Non per molto: anche a causa delle pessime condizioni di salute patite nel lager, muore a Trieste nel 1948, a soli 21 anni.