Oil Meridian

Oil Meridian Il magazine online punto di riferimento per chi si muove nel mondo dell'olio
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L’accordo di libero scambio tra Unione Europea e Mercosur, firmato il 6 dicembre 2024 a Montevideo, apre nuove prospetti...
11/12/2024

L’accordo di libero scambio tra Unione Europea e Mercosur, firmato il 6 dicembre 2024 a Montevideo, apre nuove prospettive per il settore dell’olio d’oliva europeo, soprattutto per i produttori italiani e spagnoli. L’eliminazione dei dazi, attualmente al 10%, renderà accessibile un mercato di oltre 260 milioni di consumatori, riducendo i costi e aumentando la competitività. Tuttavia, il trattato suscita preoccupazioni tra le organizzazioni agricole come Coldiretti e Confagricoltura, che temono squilibri e danni per il settore agroalimentare europeo.

Le critiche si concentrano sulla mancanza di reciprocità delle regole. Nei Paesi del Mercosur vengono spesso utilizzati pesticidi e antibiotici vietati in Europa, e i diritti dei lavoratori non sempre sono garantiti. Inoltre, l’accordo potrebbe incentivare le contraffazioni alimentari, minando l’immagine di eccellenza dell’olio d’oliva europeo.

Nonostante ciò, Bruxelles celebra l’intesa come una vittoria strategica, con 350 indicazioni geografiche protette e un risparmio stimato di 4 miliardi di euro all’anno per le aziende europee. Per il presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, l’accordo è il più grande della storia in termini di tutela dei prodotti agroalimentari.

Il dibattito resta aperto: da un lato, l’eliminazione dei dazi rappresenta un’opportunità per rafforzare la presenza europea in mercati come il Brasile; dall’altro, senza regole chiare e misure di tutela, si rischia di penalizzare i produttori locali. L’accordo UE-Mercosur è un’occasione, ma anche una sfida, che richiede equilibrio tra vantaggi economici e salvaguardia della qualità.

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L'Italia si conferma un centro di innovazione scientifica nel settore agricolo, grazie a due studi internazionali coordi...
05/12/2024

L'Italia si conferma un centro di innovazione scientifica nel settore agricolo, grazie a due studi internazionali coordinati dall'Università La Sapienza di Roma. Pubblicati su Plant Stress e Plant Physiology and Biochemistry, gli studi hanno trasformato i residui della produzione di olio d'oliva, come la sansa, da problema ambientale in una risorsa preziosa per la protezione delle colture. L'obiettivo è sviluppare fitovaccini e biopesticidi ecologici per contrastare patogeni dannosi come la Xylella fastidiosa, che ha devastato gli uliveti pugliesi.

I ricercatori hanno dimostrato che gli estratti ottenuti dai residui di frantoi attivano il sistema immunitario delle piante, migliorando la loro resistenza a infezioni e riducendo la necessità di pesticidi chimici. Questo approccio innovativo di "chimica verde" non solo affronta la questione dello smaltimento degli scarti agricoli, ma promuove anche l'economia circolare, trasformando i sottoprodotti in strumenti efficaci per la protezione ambientale e agricola.

Il progetto, che coinvolge diverse istituzioni e aziende, ha già mostrato risultati positivi, con i nuovi biopesticidi che si sono rivelati efficaci contro patogeni come Pseudomonas syringae e Botrytis cinerea, oltre alla Xylella. Questi composti bioattivi offrono un’alternativa ecologica ai pesticidi tradizionali, riducendo l’impatto ambientale e migliorando la qualità delle colture.

Oltre ai benefici ambientali, l'iniziativa offre anche vantaggi economici, trasformando i residui in un'opportunità di valorizzazione per i frantoi, che possono ridurre i costi di smaltimento e generare valore aggiunto. Il progetto si inserisce in una strategia di sostenibilità più ampia, supportata dall’ecosistema Rome Technopole e finanziata da MUR e MEF, con l’obiettivo di promuovere un’agricoltura più sostenibile e rispettosa della natura.

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L’annata 2024 si conferma una delle più difficili per i produttori italiani di olio d’oliva, con rese drasticamente infe...
02/12/2024

L’annata 2024 si conferma una delle più difficili per i produttori italiani di olio d’oliva, con rese drasticamente inferiori alla media ma una qualità del prodotto finale eccellente. Le condizioni climatiche avverse, tra siccità, piogge intense e inondazioni, hanno colpito duramente molte regioni, dal Nord al Sud Italia, riducendo la quantità di olio prodotto e facendo lievitare i costi.

In Calabria, aziende come Tre Olive registrano volumi al 10% delle aspettative, mentre in Puglia, leader del settore, la produzione si attesta a meno della metà della media abituale. Al Centro, le piogge di settembre e ottobre hanno gonfiato le olive, compromettendo le rese. Nel Lazio, ad esempio, si producono solo 9 litri d’olio per ogni 100 chilogrammi di olive, rispetto ai consueti 15 litri, mentre in Toscana le percentuali scendono fino al 6%. Anche al Nord la situazione è critica: nel Veronese e in Trentino le rese oscillano tra il 6% e l’8%, contro medie storiche superiori al 10%.

Nonostante le difficoltà, emergono esempi di resilienza grazie a tecnologie innovative e agricoltura di precisione, che hanno aiutato alcuni produttori a mantenere la qualità del prodotto. Tuttavia, i prezzi più alti potrebbero mettere alla prova i consumatori e il mercato. Questa annata rappresenta un campanello d’allarme per il settore oleario, evidenziando l’urgenza di strategie sostenibili per affrontare i cambiamenti climatici e garantire la competitività del comparto.

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Il settore oleario europeo, e in particolare italiano, teme una nuova fase di protezionismo dopo la rielezione di Donald...
11/11/2024

Il settore oleario europeo, e in particolare italiano, teme una nuova fase di protezionismo dopo la rielezione di Donald Trump alla presidenza USA.

Con il possibile ritorno del “Reciprocal Trade Act,” Trump potrebbe imporre un dazio del 10% sulle importazioni europee, minacciando l’export di prodotti Made in Italy, incluso l’olio d’oliva, che vede negli Stati Uniti il suo principale mercato estero.

Durante il primo mandato, diversi prodotti italiani furono colpiti dai dazi americani nel contesto della disputa Airbus-Boeing, ma l’olio d’oliva italiano riuscì a evitare l’aumento dei costi doganali, a differenza di formaggi e salumi.

Ora, con la tregua commerciale che scadrà nel 2025, il rischio di nuove tariffe torna a incombere su tutto il comparto agroalimentare. Il Presidente di CIA-Agricoltori Italiani, Cristiano Fini, ha ribadito l’importanza di una risposta europea, sottolineando la necessità di strategie per proteggere il Made in Italy, rendendo il settore competitivo e sostenibile. Per Fini, Bruxelles dovrà agire con tempestività, considerando i settori più esposti alle future politiche protezioniste.

Anche la Spagna, principale concorrente dell’Italia, teme le conseguenze: le olive da tavola spagnole hanno già subito gravi danni dai dazi precedenti, con una perdita del 70% nelle esportazioni verso gli USA, e il ritorno di Trump rappresenta un’ulteriore minaccia.

Secondo Manuel Parras, presidente della IGP Aceite de Jaén, il protezionismo danneggia anche i consumatori americani, costretti a pagare di più per un prodotto essenziale di cui il Paese è largamente importatore.

Il Presidente di UNAPOL, Tommaso Loiodice, esprime profonda preoccupazione in merito alle recenti frodi nel settore dell...
06/11/2024

Il Presidente di UNAPOL, Tommaso Loiodice, esprime profonda preoccupazione in merito alle recenti frodi nel settore dell'olio d'oliva, che stanno seriamente compromettendo la reputazione della filiera e la fiducia dei consumatori.

L’intervento di Loiodice arriva a seguito di operazioni fraudolente emerse recentemente, come la truffa scoperta nel porto di Bari, dove il prezzo dell’olio di oliva italiano ha subito un drastico calo a causa di attività illecite che minano l’intero settore.

«Mi auguro che gli organi preposti ai controlli intervengano tempestivamente e blocchino queste meschine azioni fraudolente che danneggiano irrimediabilmente l'intera filiera», afferma Loiodice, ribadendo la necessità di rafforzare le misure di contrasto contro l'agropirateria. «Occorre adottare misure ancora più restrittive, fino a prevedere l'interdizione dall'esercizio dell’attività per frantoiani e imbottigliatori che tradiscono l'etica del settore».

La posizione di UNAPOL è chiara: la filiera deve agire unita e con orgoglio per isolare coloro che minano la qualità e l'integrità dell’olio d’oliva italiano. «Ciò che più fa male è che siano proprio alcuni attori della filiera a minare quel patto etico che punta a valorizzare e ridare dignità al prodotto principe della dieta mediterranea», continua Loiodice.

Conclude: «Noi di UNAPOL vogliamo misurarci con il mercato giocando ad armi pari, nel rispetto di regole condivise che tutelino i consumatori e tutti gli attori onesti del settore».

L’Italia rafforza i controlli sull’autenticità dell’olio d’oliva con un nuovo Decreto del Ministero dell'Agricoltura, fi...
30/10/2024

L’Italia rafforza i controlli sull’autenticità dell’olio d’oliva con un nuovo Decreto del Ministero dell'Agricoltura, firmato il 18 settembre 2024, che impone una registrazione puntuale per le consegne di olive ai frantoi.

Con l’obbligo di registrare ogni transazione entro sei ore dall’acquisto, questa misura mira a contrastare le frodi alimentari, aumentate in risposta alla scarsità del prodotto. Il Decreto, accolto con entusiasmo da Unaprol e dal suo presidente David Granieri, punta a tutelare la qualità e l'origine dell'olio italiano, salvaguardando al contempo i consumatori attraverso una tracciabilità rigorosa.

Ogni consegna tra olivicoltori, commercianti e frantoi dovrà essere inserita nel Sistema Informativo Agricolo Nazionale (SIAN), che diventa così uno strumento essenziale per la gestione della filiera olivicola. La precisione nella registrazione di data e ora delle transazioni è fondamentale per seguire il percorso delle olive dalla raccolta alla trasformazione, evitando rischi di frodi e garantendo un controllo stringente. A tal fine, il Decreto include anche specifiche sull’indicazione dell’orario, stabilendo che sia arrotondato all’ora successiva.

Granieri sottolinea l’importanza di istituire una “cabina di regia” per organizzare i controlli e sanzionare eventuali violazioni, preservando la reputazione dell’olio d’oliva italiano come prodotto di eccellenza. Inoltre, Unaprol auspica che questo sistema di registrazione possa essere esteso a livello europeo, creando uno standard di tracciabilità continentale che tuteli non solo i produttori italiani, ma l’intero mercato dell’olio d’oliva in Europa.

Questa normativa rappresenta un modello per proteggere uno dei simboli della tradizione agroalimentare italiana, in un momento in cui il settore affronta difficoltà causate da cambiamenti climatici e carenze produttive.

Veronafiere ha deciso di dare il via a una nuova fase per il mondo dell’olio di oliva, lanciando Sol2 Expo come evento i...
16/10/2024

Veronafiere ha deciso di dare il via a una nuova fase per il mondo dell’olio di oliva, lanciando Sol2 Expo come evento indipendente rispetto a Vinitaly.

Dopo 28 anni di edizioni congiunte, la fiera dedicata all’olio d’oliva diventerà autonoma e si terrà dal 2 al 5 marzo 2025, anticipando di circa un mese il Vinitaly stesso (6-9 aprile 2025). Sol2 Expo non sarà solo una vetrina per l’olio extravergine, ma un’esperienza completa che abbraccerà anche il settore tecnologico, cosmetico e nutrizionale, puntando a consolidare la sua rilevanza a livello internazionale.

Con Sol2 Expo, l’olio avrà il suo evento indipendente, che offrirà spazi più ampi e un focus specifico sulla filiera.

Sol2 Expo mira a diventare il punto di riferimento per il settore oleario, con una proposta espositiva che abbraccia non solo l’olio extravergine, ma anche le tecnologie e le attrezzature legate alla filiera produttiva. Sarà un evento sia per il pubblico B2B che B2C, con una giornata inaugurale aperta al grande pubblico e due giornate dedicate agli operatori del settore.

Tra le principali novità di Sol2 Expo ci sarà l’attenzione ai sottoprodotti della filiera dell’olio.

Il nuovo format di Sol2 Expo non si limiterà a mettere in mostra i prodotti, ma proporrà anche quattro percorsi tematici che riflettono le principali tendenze del settore:
- oleoturismo che vedrà la collaborazione con ENIT e BTO (Be Travel Onlife);
- innovazione, con uno spazio dedicato alle tecnologie più avanzate per la - produzione, la trasformazione e il confezionamento;
- formazione, grazie a un ricco programma di eventi culturali e formativi;
- prodotto, che sarà valorizzato anche per le sue proprietà benefiche sulla salute.

Con Sol2 Expo, l’olio di oliva esce finalmente dall’ombra del vino e si prende la sua scena.

La campagna oleicola 2024/25 si prospetta complessa e sfidante, soprattutto a causa dei cambiamenti climatici che stanno...
09/10/2024

La campagna oleicola 2024/25 si prospetta complessa e sfidante, soprattutto a causa dei cambiamenti climatici che stanno influenzando in maniera significativa le rese dei principali Paesi produttori di olio d'oliva. Tuttavia ci sono segnali incoraggianti dal punto di vista della qualità. Ecco un’analisi delle previsioni nei Paesi dell'Unione Europea ed extra-UE.

🇮🇹 Italia: -50% al Sud, +70% al Centro-Nord�La produzione cala drasticamente al Sud a causa della siccità, con rese dimezzate in Puglia e Sicilia. Tuttavia, al Centro-Nord si registra un aumento del 70% rispetto al 2023 grazie a condizioni climatiche più favorevoli. Qualità eccellente, ma quantità ridotta.

🇪🇸 Spagna: incognita piogge�La produzione sp****la, stimata tra 1,2 e 1,4 milioni di tonnellate, dipende dalle piogge autunnali. Le regioni come l'Andalusia, principale produttrice, soffrono la mancanza di precipitazioni, compromettendo la qualità.

🇬🇷 Grecia: annata promettente�Previsione di 250.000 tonnellate con ottime rese, grazie a condizioni climatiche favorevoli e l'assenza di parassiti. La raccolta anticipata potrebbe migliorare ulteriormente i risultati.

🇵🇹 Portogallo: variabilità delle produzioni�Prevista una produzione tra 170.000 e 200.000 tonnellate, condizionata dalla giovane età degli oliveti e dalle piogge autunnali, essenziali per evitare patologie come l'antracnosi.

🇹🇳 Tunisia: incremento produttivo�La Tunisia stima una produzione tra 280.000 e 320.000 tonnellate, favorita dalle piogge estive che hanno salvato molte colture. Il settore si prepara per una buona qualità.

🇹🇷 Turchia: produzione stabile�Si prevedono 350.000-360.000 tonnellate, con una crescente domanda interna e condizioni climatiche difficili in alcune regioni.

🇲🇦 Marocco: drastico calo�La produzione potrebbe scendere tra 40.000 e 60.000 tonnellate a causa di condizioni climatiche estreme e stress idrico.

Recenti studi pubblicati dall'American Chemical Society stanno rivelando sorprendenti nuovi utilizzi dell'olio d'oliva, ...
19/09/2024

Recenti studi pubblicati dall'American Chemical Society stanno rivelando sorprendenti nuovi utilizzi dell'olio d'oliva, ampliandone il potenziale ben oltre la cucina. Quattro ricerche innovative mostrano applicazioni inedite di questo prezioso prodotto.

𝟭 - 𝗢𝗹𝗶𝗼 𝗱'𝗼𝗹𝗶𝘃𝗮 𝗻𝗲𝗹𝗹'𝗶𝗻𝗱𝘂𝘀𝘁𝗿𝗶𝗮 𝗽𝗲𝘁𝗿𝗼𝗹𝗶𝗳𝗲𝗿𝗮
La prima scoperta riguarda l’industria petrolifera: gli scarti dell'estrazione dell'olio d'oliva sono stati utilizzati per migliorare il cemento impiegato nei pozzi petroliferi, rendendolo più resistente e sostenibile. Questo approccio riduce l'uso di additivi chimici, offrendo una soluzione più ecologica per il settore.

𝟮 - 𝗠𝗼𝗹𝗲𝗰𝗼𝗹𝗲 𝗮𝗻𝘁𝗶-𝗶𝗻𝘃𝗲𝗰𝗰𝗵𝗶𝗮𝗺𝗲𝗻𝘁𝗼 𝗻𝗲𝗹𝗹𝗲 𝗼𝗹𝗶𝘃𝗲
Un’altra scoperta ha identificato un composto presente nelle foglie dell’olivo e nelle olive che potrebbe rallentare l'invecchiamento della pelle. Questo lipofenolo si è dimostrato efficace nel ridurre lo stress ossidativo nelle cellule della pelle umana, aprendo così la strada a potenziali applicazioni nel settore della cosmetica anti-invecchiamento.

𝟯 - 𝗨𝗻𝗮 𝗻𝘂𝗼𝘃𝗮 𝗮𝗿𝗺𝗮 𝗰𝗼𝗻𝘁𝗿𝗼 𝗹𝗲 𝗮𝗱𝘂𝗹𝘁𝗲𝗿𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗶
Per contrastare le adulterazioni dell'olio d'oliva, spesso miscelato con oli di minor qualità, è stato sviluppato un sensore a base di DNA capace di rilevare visivamente le frodi. Questo strumento potrebbe migliorare la tracciabilità e la qualità del prodotto sul mercato.

𝟰 - 𝗣𝗿𝗲𝘃𝗲𝗻𝗶𝗿𝗲 𝗶 𝗱𝗮𝗻𝗻𝗶 𝗱𝗲𝗹𝗹𝗮 𝗰𝗶𝗺𝗶𝗰𝗲 𝗮𝘀𝗶𝗮𝘁𝗶𝗰𝗮
Un recente studio ha evidenziato e dimostrato che la cimice asiatica può compromettere seriamente la qualità dell'olio prodotto. E' stata rilevata una riduzione significativa dei composti aromatici positivi e un aumento delle percezioni sensoriali negative, come il sapore di muffa. Questo evidenzia l'importanza di gestire le infestazioni per garantire l’eccellenza del prodotto.

Questi studi dimostrano come l’olio d’oliva possa essere protagonista di innovazioni sostenibili e salutistiche, confermando la sua versatilità in vari settori.

Il mercato statunitense dell'olio d'oliva ha assistito a una vera e propria rivoluzione nel 2024: per la prima volta, gl...
12/09/2024

Il mercato statunitense dell'olio d'oliva ha assistito a una vera e propria rivoluzione nel 2024: per la prima volta, gli americani hanno pagato di più per l'olio d'oliva spagnolo rispetto a quello italiano.

🤯 Questo cambio di rotta ha suscitato scalpore in un mercato storicamente dominato dall'Italia, che, fino a pochi anni fa, manteneva un forte primato sia in termini di prestigio che di prezzo.

Questi risultati hanno un significato ed un rilievo centrali dato che gli esperti del settore stimano che gli Stati Uniti potrebbero diventare il primo mercato mondiale per il consumo di olio d'oliva, superando perfino Italia e Spagna.

La fine di un'epoca?

🇮🇹 L'influenza della comunità italoamericana, che dalla fine del XIX secolo ha introdotto l'olio d'oliva negli Stati Uniti, è stata determinante per consolidare la leadership dell'Italia.

Tuttavia, con la crescente produzione sp****la e il conseguente aumento delle esportazioni, la Spagna ha lentamente guadagnato terreno.

Un decennio fa, l'olio spagnolo veniva venduto sul mercato americano con un prezzo inferiore di circa il 25% rispetto a quello italiano.
Nel 2023 la differenza si era ridotta al 7% e quest'anno il rapporto si è invertito.

🇪🇸 Il dato più allarmante per il comparto italiano è la continua crescita delle esportazioni spagnole. Nei primi sei mesi del 2024, la Spagna ha esportato negli Stati Uniti il 20,50% in più di olio d'oliva rispetto all'anno precedente.

La Spagna sta progressivamente rosicchiando quote di mercato, non solo in termini di volume, ma anche di valore, con un posizionamento premium sempre più evidente. Le campagne di promozione spagnole sembrano infatti avere successo.

🚰 La Puglia, regione leader nella produzione di olio d’oliva, è al centro di una delle più gravi crisi idriche degli ult...
22/08/2024

🚰 La Puglia, regione leader nella produzione di olio d’oliva, è al centro di una delle più gravi crisi idriche degli ultimi decenni.

Il perdurare della siccità e le temperature elevate, ben al di sopra delle medie stagionali, stanno infliggendo danni devastanti all’intero settore agroalimentare della regione, mettendo a rischio la sopravvivenza di intere filiere produttive, tra cui quella olivicola-olearia.

🫒 Le stime indicano un calo della produzione fino al 50% rispetto all'anno precedente.

💧 L'irrigazione di soccorso, dove disponibile, non è sufficiente per garantire il normale sviluppo delle olive. Le buone aspettative della fioritura sono state tradite da un progressivo ab**to dei fiori dovuto all’eccessivo e duraturo caldo.

🫗 La scarsità d'acqua è tale che anche le risorse idriche della diga di Occhito, al confine tra Molise e Puglia, non saranno più utilizzabili per l'irrigazione, ma destinate esclusivamente al consumo potabile.

La situazione è particolarmente drammatica anche per l'olivicoltura nella vicina Basilicata, che condivide molte delle problematiche della Puglia, qui si prevede un crollo addirittura del 95% della produzione di olio extra vergine di oliva.

Di fronte a una situazione così grave, le richieste di intervento da parte delle istituzioni si fanno sempre più pressanti. Coldiretti Puglia ha già chiesto la dichiarazione dello stato di calamità naturale (come già richiesto da Oprol), sottolineando la necessità di misure straordinarie per fronteggiare l’emergenza. Tra le proposte vi è la gestione più efficiente delle risorse idriche.

Senza interventi immediati e strutturali, il rischio è di assistere a un progressivo declino della produzione olivicola, con ripercussioni devastanti non solo per l’economia locale, ma per l’intero sistema italiano.

Secondo un recente rapporto dell'Ismea, l'Italia ha registrato un significativo aumento della superficie dedicata all'ol...
07/08/2024

Secondo un recente rapporto dell'Ismea, l'Italia ha registrato un significativo aumento della superficie dedicata all'olivicoltura biologica nel 2023, con una crescita del 2,2% equivalente a 6.142 ettari.

Questo incremento porta il totale delle superfici olivicole biologiche italiane a 279.766 ettari, con ulteriori 64.000 ettari in fase di conversione.

𝗖𝗿𝗲𝘀𝗰𝗶𝘁𝗮 𝗲 𝗱𝗶𝘀𝘁𝗿𝗶𝗯𝘂𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲 𝗴𝗲𝗼𝗴𝗿𝗮𝗳𝗶𝗰𝗮

Negli ultimi dieci anni, la superficie degli oliveti biologici in Italia è cresciuta del 65%, passando da 170.067 ettari a quasi 280.000. Questa crescita è il risultato di un impegno costante nel seguire le direttive dell'Unione Europea per l'agricoltura biologica, che richiedono un periodo di conversione di almeno tre anni.

Storicamente, la maggior parte della produzione di olio biologico si è concentrata nel sud Italia. Tuttavia, il 2023 ha visto un aumento significativo anche nelle regioni del centro e nord del nostro Paese.

𝗘𝘀𝗽𝗮𝗻𝘀𝗶𝗼𝗻𝗲 𝗼𝗽𝗲𝗿𝗮𝘁𝗼𝗿𝗶 𝗲 𝘃𝗲𝗻𝗱𝗶𝘁𝗲

Il numero di aziende alimentari che operano secondo protocolli biologici in Italia è aumentato dell'1,8% nel 2023 e le vendite in valore di alimenti biologici sono cresciute del 5,2%, raggiungendo un fatturato totale di 3,8 miliardi di euro. Questo incremento è dovuto principalmente all'aumento dei prezzi piuttosto che ai volumi di vendita. Il rapporto "Bio in Cifre" di Ismea evidenzia come il settore sia orientato principalmente verso seminativi, prati e pascoli, con una crescita significativa delle superfici destinate a colture industriali e foraggiere.

L'agricoltura biologica in Italia continua a mostrare segni di robusta crescita e resilienza, nonostante le sfide climatiche ed economiche. Con il supporto delle politiche europee e nazionali, l'Italia si conferma leader nel settore, proiettandosi verso un futuro sempre più sostenibile e innovativo.

Il settore oleicolo italiano si trova a fronteggiare una situazione critica con scorte ai minimi storici, secondo i dati...
01/08/2024

Il settore oleicolo italiano si trova a fronteggiare una situazione critica con scorte ai minimi storici, secondo i dati forniti dall'ICQRF (Ispettorato centrale della tutela della qualità e repressione frodi dei prodotti agro-alimentari) le giacenze totali di oli d’oliva al 30 giugno 2024 sono in calo del 23% rispetto allo stesso periodo del 2023.

Questa diminuzione è dovuta alla riduzione degli stock di tutte le categorie di olio, EVO (-21,5%), olio di oliva e raffinato (-35,6%), olio di sansa di oliva (- 28,2%) e olio di oliva lampante (-22,5%).

L'intero settore è sotto pressione per garantire che la produzione futura possa compensare questa significativa riduzione delle giacenze.

𝗟𝗮 𝘀𝗶𝘁𝘂𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲 𝗱𝗲𝗹𝗹𝗲 𝘀𝗰𝗼𝗿𝘁𝗲

Le riserve di EVO di origine italiana mostrano un aumento dell’8,2% rispetto all’anno precedente, ma questo incremento non è sufficiente a bilanciare la drastica riduzione delle giacenze di EVO provenienti dalla UE, che sono diminuite del 50,1%. Questa carenza è dovuta principalmente alle condizioni climatiche avverse che hanno colpito i principali Paesi produttori, riducendo drasticamente la produzione.

Le prime quattro regioni (Puglia, Toscana, Umbria e Calabria) detengono complessivamente il 75% delle scorte italiane di olio d’oliva.

𝗜𝗺𝗽𝗮𝘁𝘁𝗼 𝗱𝗲𝗹𝗹𝗮 𝗰𝗿𝗶𝘀𝗶 𝘀𝘂𝗹𝗹𝗲 𝗶𝗺𝗽𝗼𝗿𝘁𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗶

Per garantire un livello minimo di scorte fino al 31 ottobre, l’Italia dovrà importare oltre 150.000 tonnellate di olio extra vergine d’oliva e circa 25.000 tonnellate di olio lampante. Questo significa che il 70% di questo fabbisogno dovrà essere coperto dall’import di olio spagnolo.

Si tratta di una delle peggiori crisi degli ultimi anni. La situazione è particolarmente preoccupante per i piccoli produttori che non hanno la capacità di stoccare grandi quantità di olio e dipendono dalle forniture regolari.

🏆 Partecipa all'entusiasmante seconda edizione del contest "EVO&FRIENDS", il progetto di Oil Meridian in collaborazione ...
30/07/2024

🏆 Partecipa all'entusiasmante seconda edizione del contest "EVO&FRIENDS", il progetto di Oil Meridian in collaborazione con l'ICIF, l'Italian Culinary Institute for Foreigners.

Sei categorie, un unico obiettivo: premiare l'eccellenza degli oli extravergine

Oil Meridian presenta una nuova sfida al tuo olio extravergine d'oliva: sarà in grado di esaltare queste categorie di piatti?
• Carne cruda
• Carne alla brace (o cotta)
• Pesce crudo
• Pesce alla brace (o cotto)
• Pizza
• Zuppe o verdure

❓ 𝗖𝗼𝗺𝗲 𝗰𝗮𝗻𝗱𝗶𝗱𝗮𝗿𝗲 𝗶𝗹 𝘁𝘂𝗼 𝗼𝗹𝗶𝗼 𝗲𝘅𝘁𝗿𝗮𝘃𝗲𝗿𝗴𝗶𝗻𝗲 𝗮𝗹 𝗰𝗼𝗻𝗰𝗼𝗿𝘀𝗼

🔍 Per partecipare, visita la sezione dedicata al link sottostante e prendi visione del Regolamento. Scegli la categoria di concorso che meglio si adatta al tuo olio o lascia che la nostra commissione di giudici lo faccia per te.

📦 Infine, invia due bottiglie del tuo olio corredate da una scheda tecnica seguendo le indicazioni del Regolamento.

🎟️ La partecipazione richiede un contributo alle spese di €50,00 + IVA per ogni olio che vorrai far partecipare al contest.

𝗗𝗲𝗴𝘂𝘀𝘁𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲 𝗲 𝗽𝗿𝗲𝗺𝗶𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲: 𝗶𝗹 𝗺𝗼𝗺𝗲𝗻𝘁𝗼 𝗰𝗹𝗼𝘂 𝗽𝗲𝗿 𝗹𝗮 𝘁𝘂𝗮 𝘃𝗶𝘀𝗶𝗯𝗶𝗹𝗶𝘁𝗮̀

🧑🏻‍🍳 ICIF, attraverso una degustazione attenta da parte di un team di esperti, valuterà gli oli candidati. L'Italian Culinary Institute for Foreigners è da sempre impegnata nella promozione e divulgazione della tradizione culinaria italiana nel mondo ed è attiva nell’arte della degustazione dell’olio extravergine d’oliva.

📣 La premiazione sarà celebrata nei nostri principali canali: social media, testata giornalistica e newsletter, offrendo così visibilità e riconoscimento ai vincitori di ciascuna categoria.

Candida il tuo olio extravergine a diventare il miglior testimonial della cucina italiana!

Iscriviti subito: https://www.absitdaily.it/prodotto/concorso-evofriends/

L'Italia ha sempre giocato un ruolo di primo piano nel mercato globale dell'olio d’oliva, tuttavia, la produzione intern...
24/07/2024

L'Italia ha sempre giocato un ruolo di primo piano nel mercato globale dell'olio d’oliva, tuttavia, la produzione interna italiana storicamente non riesce a soddisfare né la domanda interna né tantomeno quella globale.

Questa situazione ha costretto l'industria italiana a rivolgersi alla Spagna che domina il mercato globale dell'olio d’oliva. La Spagna ha capitalizzato questa opportunità, diventando il maggior fornitore di olio d'oliva del Bel Paese.

L'Italia compra, imbottiglia con i propri marchi e rivende grandi quantità di olio spagnolo a prezzi più alti: l'oro verde dell'Andalusia inonda i mercati internazionali con nomi di brand italiani come Pompeian, Carapelli o Bertolli.

La produzione italiana di olio d’oliva è stagnante dagli anni '90 e ultimamente non copre neppure la domanda interna. Pertanto, l'Italia ha dovuto rivolgersi ai paesi del bacino del Mediterraneo per sostenere la sua industria di esportazione: la Spagna rappresenta fino al 90% delle importazioni italiane.

L’olio d’oliva spagnolo sta guadagnando terreno, grazie a una combinazione di innovazione agronomica e strategie di marketing per valorizzare il “Made in Spain”.

Marchi spagnoli stanno emergendo sui mercati internazionali ma, nonostante i progressi, la battaglia per la qualità non è ancora vinta dalla Spagna.

Italia vs Spagna: la sfida del presente e del futuro

L'industria sp****la continua a evolversi, ma una parte significativa del suo territorio è a rischio desertificazione.

D'altra parte, l'Italia deve spingere sull’innovazione per rendere più efficiente la produzione, implementando nuove metodologie per migliorare la resa degli uliveti e ridurre al contempo l'impatto ambientale. Il futuro del mercato dell'olio d'oliva sarà determinato dalla capacità di entrambi i Paesi di adattarsi alle nuove condizioni e sfruttare al meglio le proprie risorse.

📣 Non perdere l'occasione di promuovere gratuitamente il tuo olio extravergine d'oliva sulle pagine del portale Oil Meri...
23/07/2024

📣 Non perdere l'occasione di promuovere gratuitamente il tuo olio extravergine d'oliva sulle pagine del portale Oil Meridian, una vetrina dedicata alle eccellenze italiane che meritano di essere conosciute e apprezzate a livello globale.

Come dare visibilità al tuo olio con Oil Meridian:
1️⃣ Compila il seguente FORM: https://shorturl.at/upp3P
2️⃣ Spedisci il tuo campione: dopo aver inviato il form, riceverai tutte le informazioni per spedirci un campione del tuo olio.
3️⃣ Attendi la pubblicazione: Una volta ricevuto e valutato il tuo olio, verrà pubblicato sul portale. Verrai informato non appena sarà online e pronto per essere scoperto da migliaia di appassionati.

Ogni bottiglia di olio porta con sé una storia unica, un legame con la terra e una passione per l'arte dell'olivicoltura. Se credi che il tuo olio abbia caratteristiche uniche, sappiamo quanto sia importante farlo scoprire ad un pubblico più ampio.

Per maggiori informazioni sul progetto, contattaci a [email protected]

🇪🇸 Il governo spagnolo ha recentemente annunciato una misura storica: l'azzeramento temporaneo dell'IVA sull'olio di oli...
17/07/2024

🇪🇸 Il governo spagnolo ha recentemente annunciato una misura storica: l'azzeramento temporaneo dell'IVA sull'olio di oliva, con l’obiettivo di contrastare i forti rincari che hanno colpito il settore. Questa decisione, già operativa dal 1° luglio, rappresenta un passo decisivo per sostenere il comparto oleario, fortemente danneggiato dalla siccità, dalle rese produttive in picchiata e dai conseguenti aumenti dei prezzi.

Infatti nell’ultimo anno il prezzo dell’olio extravergine di oliva in Spagna è aumentato del 62,6%.

La Spagna ha già registrato un impatto positivo immediato: "La riduzione dell'IVA ha permesso di alleggerire i costi per i consumatori e di incentivare gli acquisti," afferma il Ministro dell'agricoltura spagnolo Luis Planas.

In Italia, l'IVA sull’olio di oliva è al 4% da molti anni, ma gli attuali scenari di mercato potrebbero giustificare misure più radicali.

🇮🇹 Una proposta valida per l’Italia?

La crisi strutturale dell’olivicoltura italiana richiede soluzioni innovative e interventi straordinari.
In Italia, come già specificato, l'IVA sull'olio di oliva è già al 4% ma azzerarla temporaneamente potrebbe offrire una boccata d’ossigeno al settore, aiutando a incentivare i consumi e a facilitare i flussi di mercato.

In Spagna, l'operazione è stata fruttuosa grazie alla collaborazione tra governo, industria e produzione, un modello che potrebbe essere replicato in Italia. La misura sp****la non solo ha contenuto i costi per i consumatori, ma ha anche protetto l’intero comparto oleario, una strategia che l'Italia farebbe bene a considerare, attraverso l’implementazione di politiche che proteggano i consumatori e sostengano i produttori in questi tempi di crisi.

📈📉 Secondo il report 2024 di Ismea, dal 2010 al 2020 si è registrato un aumento significativo del numero di aziende oliv...
11/07/2024

📈📉 Secondo il report 2024 di Ismea, dal 2010 al 2020 si è registrato un aumento significativo del numero di aziende olivicole nel Nord Italia, mentre il Sud ha subito una contrazione, pur rimanendo dominante sotto il profilo produttivo.

Resta il fatto che in dieci anni il numero totale delle aziende olivicole in Italia è sceso del 31% a fronte di una superficie sostanzialmente stabile.

🫒 Dal 2010 al 2020, il Piemonte ha visto il maggiore incremento con un sorprendente 202%, passando da 641 a 1.939 aziende. Questa tendenza evidenzia come le regioni settentrionali stiano diventando sempre più rilevanti nel panorama dell'olivicoltura italiana, pur in una situazione generale negativa.

❌ Parallelamente alla crescita del Nord Italia, il numero di aziende olivicole nel Centro e Sud Italia è diminuito rispettivamente del 30% e del 34%, in particolare Campania, Lazio, Basilicata, Abruzzo e Sardegna hanno subito riduzioni tra il 35% e il 40%.

Nelle regioni olivicole per eccellenza, Puglia, Calabria e Sicilia, dove sono ubicate il 55% delle aziende olivicole italiane, il numero di aziende si è ridotto quasi di un terzo.

🌍 Uno dei fattori chiave dietro questa crescita nel Nord è rappresentato dai cambiamenti climatici, i quali stanno creando condizioni favorevoli per la coltivazione degli ulivi anche in aree dove tradizionalmente non era possibile.

Nonostante il Sud rimanga il principale produttore, queste dinamiche indicano un potenziale sviluppo dell'olivicoltura anche al Nord, aprendo nuove opportunità per le aziende del settore.

💪 La sfida per il futuro sarà quella di continuare a sviluppare questa crescita nelle regioni settentrionali e stimolare una ristrutturazione del comparto al Sud con l’obiettivo di aumentare la produzione nazionale e non disperdere la tradizione e l'esperienza consolidata nelle regioni meridionali, garantendo al contempo un prodotto di alta qualità che possa competere sui mercati internazionali.

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