Le Bellezze e i Misteri di Napoli e della Campania

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Melanoma, arriva l'Avatar per mappare i nei sospetti Ascierto: è una rivoluzioneLO STUDIOUn nuovo farmaco immunoterapico...
19/07/2024

Melanoma, arriva l'Avatar per mappare i nei sospetti Ascierto: è una rivoluzione

LO STUDIO

Un nuovo farmaco immunoterapico, iniettabile direttamente nella sede del tumore e un Avatar computerizzato, capace di mappare i nei sospetti da tenere sotto controllo con un software di intelligenza artificiale.

Sono queste le innovazioni capaci di disegnare una nuova era nella cura e nella lotta al melanoma presentate da Paolo Ascierto, direttore dell'Unità di Oncologia, Melanoma, Immunoterapia oncologica e Terapie innovative dell'Istituto Pascale all'ultimo congresso che si è svolto a Napoli sull'immunoterapia dei tumori e anticipato una settimana fa al meeting annuale dell'American Society of Clinical Oncology (Asco) di Chicago, l'appuntamento più importante dell'anno per gli oncologi nella sessione sul melanoma.
«Contro il melanoma possiamo effettivamente contare su nuovo farmaco - spiega Ascierto - si chiama Daromun e può essere utilizzato in terapia per i pazienti con melanoma e lesioni potenzialmente resecatili chirurgicamente.

Negli studi di fase 3, e dunque ormai sull'uomo per verificare l'efficacia e la sicurezza, ha mostrato di ridurre il rischio di recidiva e di metastasi a distanza del 41%».

Il farmaco viene utilizzato attraverso un'iniezione locale direttamente nel tumore.

È formato da due anticorpi bispecifici nel senso che hanno due siti di legame.

Su un versante legano la fibronectina, una proteina presente all'interno del microambiente tumorale, specifica, che guida la replicazione e la crescita cellulare incontrollata.

Dall'altro una citochina infiammatoria che media la risposta immunitaria (Interleuchina 2) o il fattore di necrosi tumorale che ha un ruolo nella distruzione del tumore».

ARTEMISIA GENTILESCHI. UN GRANDE RITORNO A NAPOLI DOPO 400 ANNIArtemisia Gentileschi, Maria MaddalenaDal 19 Luglio 2024 ...
16/07/2024

ARTEMISIA GENTILESCHI. UN GRANDE RITORNO A NAPOLI DOPO 400 ANNI

Artemisia Gentileschi, Maria Maddalena

Dal 19 Luglio 2024 al 19 Gennaio 2025 a NAPOLI

LUOGO: Complesso Monumentale di Santa Chiara

INDIRIZZO: Via Santa Chiara 49/c

CURATORI: Costantino D'Orazio

Un grande evento per la città di Napoli: la Maddalena, capolavoro di Artemisia Gentileschi dipinto nella città partenopea nel 1630, torna ad essere visibile a tutti dopo 400 anni.

L’opera sarà esposta in uno dei luoghi più belli della città: il magnifico e celebre Complesso Monumentale di S. Chiara.

Dal prossimo 19 luglio, nei meravigliosi spazi del Complesso Monumentale di Santa Chiara, per la prima volta nel capoluogo campano sarà esposto il capolavoro di Artemisia Gentileschi che, dopo un lungo restauro, torna al suo antico splendore.

La mostra è il primo appuntamento di un ricco programma espositivo che vedrà il Complesso Monumentale di Santa Chiara sede di grandi mostre: da aprile 2025, in occasione dell’ottocentesimo anniversario della creazione del Cantico delle Creature, per la prima volta sarà presentata una mostra dedicata a San Francesco e Santa Chiara.

15/07/2024
15/07/2024

Si chiamano sponsorizzazioni e il Comune guidato dal sindaco Gaetano Manfredi si è dotato di un regolamento ad hoc per consentire ai privati di aiutare il Municipio napoletano laddove non ce...

Napoli, da Scampia a Pianura: l'archeologia dimenticata
15/07/2024

Napoli, da Scampia a Pianura: l'archeologia dimenticata

Quanti napoletani sanno che al centro di uno spartitraffico di Scampia sono conservati i resti di una villa rustica romana? E quanti sono a conoscenza del fatto che a Pianura, nei pressi...

15/07/2024
CHIOSTRO SANTA CHIARA - NAPOLIArtemisia GentileschiUn grande evento per la città di Napoli: la Maddalena, capolavoro di ...
13/07/2024

CHIOSTRO SANTA CHIARA - NAPOLI

Artemisia Gentileschi
Un grande evento per la città di Napoli: la Maddalena, capolavoro di Artemisia Gentileschi.

LA MADDALENA

L’opera sarà esposta in uno dei luoghi più belli della città: il magnifico e celebre Complesso Monumentale di S. Chiara.

Il capolavoro torna visibile a Napoli, città in cui fu dipinta tra il 1630 e il 1635.

Conservata gelosamente per secoli in collezioni private, negli ultimi cento anni la Maddalena si trovava nella prestigiosa collezione Sursock, a Beirut, dove fu gravemente danneggiata nella nota esplosione del 4 agosto 2020.

Sapientemente restaurata grazie all’intervento di Arthemisia, l’opera è tornata oggi agli antichi splendori, mostrando tutti i caratteri di stile e di narrazione visiva propri del lungo periodo trascorso da Artemisia a Napoli dove visse dal 1630 fino alla morte nel 1654.

“La datazione al 1630-1635 coincide con l’arrivo a Napoli di Artemisia, periodo durante il quale nei suoi dipinti abbondano i toni del giallo e del blu.

La santa è raffigurata in un momento di dialogo con il divino, i suoi occhi non sono “pieni di lacrime”: assistiamo a una diversa risposta emotiva, non dovuta a una plateale “visione angelica in cielo” ma a un travaglio interiore che la porta coscientemente al gesto di rinuncia alla vanità, rappresentata dalla collana di perle.

Il gesto, altro tema peculiare dell’arte barocca, è potente, ma allo stesso tempo cortese: la collana viene delicatamente staccata dalla mano destra portata verso il petto, non è strappata in preda a una artificiosa folgorazione, e dunque assistiamo all’attimo in cui questo simbolo sta già delicatamente abbandonando il collo della donna.

Accanto alla Maddalena sono il vaso degli unguenti sul tavolo alle sue spalle, i gioielli e quello che sembra uno specchio in una cesta, dettaglio iconografico già presente nella Maddalena di Artemisia a Palazzo Pitti (1617-1620).

La figura è vista da un punto leggermente ribassato, seduta, ed emerge con veemenza dallo sfondo scuro. Artemisia fa appello a un registro caro all’arte barocca, enunciato da Rudolf Wittkower nel 1958: il sottile dramma dato da questa torsione verso la sua sinistra, l’espressione che rivela uno stato di trance dovuto al dialogo interiore con il Divino, che non sconvolge ma conforta la santa.

La luce, dalla forte valenza spirituale, investe l’imponente figura accentuando l’effetto di movimento del panneggio.” (Francesco Trasacco, 2023)

Gli inconfondibili toni di giallo oro cupo e blu oltremarino su cui spicca il candore della camicia sono enfatizzati dalla potenza del chiaroscuro, che non preclude alle parti in luce uno splendore netto.

La santa, il cui sguardo estatico trasmette la gratificazione per il passaggio a una nuova vita sorretta dalla fede, sembra dialogare mentalmente con il divino, mentre alle sue spalle i gioielli e il vaso degli unguenti sono posti a sottolineare l’abbandono della precedente esistenza.

Col patrocinio della Regione Campania, l’esposizione è realizzata grazie alla collaborazione tra la Provincia Napoletana del Ss. Cuore di Gesù dell’Ordine dei Frati Minori, il FEC (Fondo Edifici di Culto), Agape e Arthemisia.

La curatela scientifica è di Costantino d’Orazio e il catalogo è edito da Moebius.

ARTEMISIA A NAPOLI

Dopo aver vissuto circa dieci anni a Roma, nel 1630 Artemisia si trasferisce a Napoli – città dalla straordinaria vivacità artistica.

Il suo stile, così vicino a quello di Caravaggio, affascina i collezionisti napoletani.

Da Napoli, dove arriva con il fratello Francesco e la figlia Prudenzia, Artemisia intrattiene una f***a corrispondenza con Cassiano dal Pozzo, celebre erudito e suo appassionato committente, con il Duca di Modena Francesco I d’Este e con Ferdinando II de’ Medici, che ottengono suoi quadri, mentre Galileo Galilei e il nobile messinese don Antonio Ruffo diventano suoi consiglieri e mediatori.

Se si esclude la parentesi inglese, quando nel 1638-39 si reca a Londra per lavorare con suo padre Orazio alla corte di re Carlo I – forse partecipa alla decorazione del Casino delle Delizie della regina

Henrietta – Artemisia non si sposterà mai da Napoli, dove produrrà una grande quantità di tele con l’aiuto del fratello Francesco, che ha sostituito il marito Pierantonio nella gestione della bottega.

P***e le tracce di Pierantonio, Artemisia riuscirà a maritare sua figlia Prudenzia nel 1636, sostenuta dai numerosi clienti che acquistano i suoi dipinti.

Diventata la pittrice più celebre d’Europa, si circonda di allievi e collaboratori, dipingendo anche le uniche opere pubbliche della sua carriera per la Cattedrale di Pozzuoli.

Muore intorno al 1653, in una data ancora non confermata: la sua tomba nella Chiesa di San Giovanni Battista dei Fiorentini è andata perduta negli anni ’50 del Novecento, quando l’edificio è stato abbattuto per fare spazio ad un moderno condominio.

Con la Maddalena di Artemisia Gentileschi prende il via un progetto di grande respiro che vedrà arricchire i meravigliosi spazi di uno dei più celebri edifici napoletani con capolavori della storia dell’arte e mostre inedite.

Ad aprile 2025, nell’anno del Giubileo e dell’ottocentesimo anniversario della creazione del Cantico delle Creature, verrà inaugurata, per la prima volta, una grande mostra dedicata a Santa Chiara e a San Francesco.

ORARI DI APERTURA
LUN-SAB 9:30–17:00
DOM 10:00 – 14:00

DOVE SIAMO
Via Santa Chiara 49c 80134, Napoli

Un grande ringraziamento ai miei nuovi follower! Sono felice di avervi tra noi!Matilde Agosti, Anna Martone, Hanna Clair...
13/07/2024

Un grande ringraziamento ai miei nuovi follower! Sono felice di avervi tra noi!

Matilde Agosti, Anna Martone, Hanna Clairière, Elisabetta Pelliccia, De Gennaro Rosa

Santa Teresa a Chiaia Sos per salvare le tele di Giordano e Vaccaro I tesori d'arte in rovina.Frenato anche l'utilizzo d...
10/07/2024

Santa Teresa a Chiaia Sos per salvare le tele di Giordano e Vaccaro I tesori d'arte in rovina.

Frenato anche l'utilizzo dei fondi del culto per mettere mano alle opere di restauro.

Nel 2014 l'allarme del rettore e dei fedeli «Da allora nessun intervento consentito»

I BENI CULTURALI

Tre tesori del Seicento napoletano dimenticati sulle pareti della chiesa di Santa Teresa a Chiaia. Opere di Luca Giordano e di Andrea Vaccaro poco conosciute alla città necessitano di urgenti interventi di restauro.

Il primo allarme dieci anni fa: i cittadini scrivono al ministro e alle autorità ma dal 2014 non si è fatto ancora vivo nessuno.
«La significativa presenza del pittore Luca Giordano raccontata con la maestrìa delle imponenti composizioni inscenate a taglio orizzontale per omaggiare la costruzione della prima chiesa al mondo dedicata a Santa Teresa di Gesù nel 1625, oggi mostrano squarci e segni di ammaloramento», spiegano i fedeli e i cittadini che hanno richiamato le istituzioni alla giusta attenzione intorno a questo paradossale vuoto di memoria storica.

«Il Riposo nella Fuga in Egitto e l'Infanzia di Maria posti sui due altari del transetto, il San Pietro d'Alcantara che appare a Santa Teresa situato sull'altare della ca****la a sinistra dell'altare maggiore, e il San Pietro d'Alcantara che confessa Santa Teresa attualmente collocato sopra l'ingresso dice padre Daniele il rettore economo della Chiesa di via Chiaia andrebbero restaurati prima della definitiva rovina».

IL PATRIMONIO

«Nei locali della sacrestia aggiunge il rettore - e nelle navate in ombra vi sono altre importanti opere della scuola meridionale di Giordano", alcune attribuite a Giacomo Farelli.

Nella ca****la a sinistra dell'altare maggiore vi è il Crocifisso di Andrea Vaccaro, uno dei maggiori interpreti della tradizione del Caravaggio e Giordano».

Nel 2014 i frati Carmelitani Scalzi chiesero di autorizzare e sostenere importanti interventi di restauro nonché opere di ristrutturazione straordinaria proponendo al FEC, il fondo edifici di culto gestito dal ministero dell'interno da cui dipende l'edificio di Santa Teresa a Chiaia, e alla prefettura, l'autorizzazione a effettuare i lavori senza oneri a carico dell'amministrazione proprietaria, usufruendo del fondo otto per mille.

«Sembrava ci fosse stato un "nulla osta" da parte del Fec, previa acquisizione della relazione dettagliata al progetto e debitamente autorizzata dalla Soprintendenza competente, ma poi non è stato fatto alcun intervento. E sono passati dieci anni».

Nel 2021 l'associazione del Coro Franco di Napoli, composta da 40 musicisti e cittadini che frequentano la chiesa di Santa Teresa a Chiaia, interpellano il Fec e poi la Sovrintendenza Archeologica e dei Beni culturali, informando in tempi successivi anche il ministro della cultura Gennaro Sangiuliano.

«Abbiamo provveduto ad inoltrare segnalazioni a tutte le autorità scrivono al ministro nell'aprile del 2022 - anche agli uffici della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per il Comune di Napoli per denunciare l'ammaloramento della tela di Luca Giordano «San Gioacchino e Sant'Anna che istruiscono Maria, che mostra un taglio e un buco al centro».

Il ministero rispose allora con sollecitudine inviando un esperto che poté inventariare le opere presenti nella chiesa, «facendo ben sperare nell'arrivo di fondi per un restauro», informa l'attuale rettore ed economo».

LA STORIA

«Ma ciò accadeva nel 2023 e da allora si è di nuovo tutto fermato», conclude padre Daniele.

Nel Seicento i marinai avvistavano dal mare la chiesa di Santa Teresa che oggi sovrasta lo storico quartiere di Chiaia.

Il complesso è una grande Rettoria ubicata al confluire di via Dei Mille, in via Vittoria Colonna, fatta erigere dalla comunità religiosa sp****la sul terrapieno del giardino del palazzo del Duca di Nocera.

Compatrona di Napoli da 350 anni, Santa Teresa di Gesù vive nell'immaginario collettivo dei napoletani come luogo di "provvidenza e pace" richiamando tanti fedeli e turisti che pur di ammirare le bellezze di affreschi e dipinti ascendono i quaranta gradini nelle due scalinate laterali, per entrare nella splendida chiesa barocca.

04/07/2024

𝐌𝐚𝐧𝐚𝐥𝐥𝐚𝐫𝐭 ti propone un nuovo tour alla scoperta del pittore più ribelle di tutti i tempi: Michelangelo Merisi, detto il Caravaggio.

È uscito, per Liguori Editore, "Visioni a Sud. La narrazione audiovisiva della Campania:sguardi turistici e idee di sost...
04/07/2024

È uscito, per Liguori Editore, "Visioni a Sud.

La narrazione audiovisiva della Campania:sguardi turistici e idee di sostenibilità".
Autrice: Lucia Di Girolamo

Ricercatrice in cinema, fotografia, televisione e nuovi media presso il Dipartimento di Lettere e beni culturali dell'università della Campania Luigi Vanvitelli.

Il libro è il frutto delle ricerche compiute dall'autrice nell'ambito del progetto geo/ecocritico Campania Landtelling, di cui è responsabile la professoressa Elena Porciani.

"Visioni a Sud" indaga le dinamiche attraverso cui cinema e serie televisive hanno contribuito alla costruzione di quell'immagine della Campania, in particolare di Napoli, che è attualmente all'origine del fenomeno turistico contemporaneo in regione.

Visioni a Sud è già nelle librerie, dal 19 anche negli store online.

E a Torino scoperto un suo nuovo quadroE una nuova opera di Artemisia Gentileschi è stata scoperta in questi giorni. Dop...
02/07/2024

E a Torino scoperto un suo nuovo quadro

E una nuova opera di Artemisia Gentileschi è stata scoperta in questi giorni.

Dopo una serie di studi scientifici, è stata ritenuta autografa una tela raffigurante la Maddalena in estasi.

Il dipinto, appartenente a una collezione privata italiana, è stato acquistato dagli attuali proprietari da una famiglia nobile torinese, dove era inventariata sotto la generica voce di opera del XVII secolo.

La tela, infatti, è stata oggetto di un'approfondita critica iconografica, filologica e stilistica, supportata da articolati studi scientifici attraverso cui è stata attribuita alla pittrice.

E l'opera risalirebbe al periodo napoletano dell'artista.

Torna a Napoli la Maddalena Sursock, come è conosciuta nel mondo dell'arte, di Artemisia Gentileschi. Un dipinto che ha ...
02/07/2024

Torna a Napoli la Maddalena Sursock, come è conosciuta nel mondo dell'arte, di Artemisia Gentileschi.

Un dipinto che ha avuto una vita tumultuosa, come la sua autrice, artista poliedrica, donna fuori dai suoi tempi, che scelse la nostra città come luogo dell'anima, dove vi trovò anche la morte, oltre alla consacrazione artistica.

Torna a Santa Chiara, che vuole aprirsi al mondo esterno ospitando mostre e anzi lanciando un Sos per entrare nei circuiti dell'arte (e del turismo).

Arriva a Napoli per una mostra, dal 19 luglio al 19 gennaio prossimo.

Sarà esposta nella sala dei marmi, di fronte a un'altra Maddalena, in un affresco che rappresenta la crocifissione, una delle sue classiche rappresentazioni.

L'altra è quella scelto dalla Gentileschi: mentre si spoglia di tutti i suoi averi per fare voto di povertà. «E già questo è un legame fortissimo con l'ordine francescano» spiega fra Carlo Maria d'Amodio.

Il quadro, dipinto attorno al 1630 nella bottega della Gentileschi, di cui non si conosce l'ubicazione, finisce alla famiglia Serra di Cassano.

Negli anni 20 del Novecento segue la nobildonna Maria Teresa che va in sposa ad Alfred Sursock, membro di una storica famiglia cristiano-ortodossa del Libano imparentata con mezza Europa, tra cui per esempio i Colonna.

Alla fine il quadro viene esposto nel museo Sursock a Beirut. Dove nell'agosto di quattro anni fa viene danneggiato dall'enorme esplosione al porto, che causa la morte di 219 persone.

Del resto, solo qualche anno prima, nel 1996, il dipinto fu attribuito alla Gentileschi dopo uno studio di Gregory Buchakjian nella tesi di dottorato discussa alla Sorbona di Parigi. Tesi confermata da Riccardo Lattuada, studioso dell'artista.

Un dipinto che mostra i segni distintivi della donna che tanto scandalo fece nel Rinascimento, con il suo spirito libero.

Soprattutto per i colori, giallo e blù, risalenti al 1630-35, periodo in cui Artemisia fu a Napoli, dove peraltro, tranne per un breve periodo (1638-40) in cui si trasferì a Londra, trascorse la vita sino al 1654, anno della sua morte, dopo la quale venne sepolta a San Giovanni dei Fiorentini, chiesa poi demolita dopo la guerra per far posto, nell'antico rione Ca**tà, al palazzo della Standa. Ragion per cui la sua tomba, con la celebre epigrafe «Heic Artemisia», non è mai stata ritrovata.

E non è un caso che a favorire la mostra sia Arthemisia, una delle più importanti società che si occupano di valorizzazione museale.

«La Maddalena Sursock», spiega Costantino D'Orazio, curatore della mostra, «è un quadro in cui viene tradotto lo sguardo di Artemisia verso le donne.

Non è una delle sue eroine, come Giuditta, ma forse in questo senso è il quadro più indicativo». Sicura anche l'appartenenza alla Gentileschi.

«Dirò di più, pur avendo una bottega avviata a Napoli, questo quadro possiamo dire che sia interamente suo, senza aiuti, vista l'intensità, con luci molto accese e lo specchio sul fondo».
Santa Chiara, intanto, con quest'operazione prova a proporsi anche come contenitore di arte.

«Abbiamo intenzione di ospitare anche arte moderna», commenta fra Carlo, «sempre di concerto con il Fec (fondo edifici di culto ndr) attualmente abbiamo un museo troppo piccolo, al pianterreno.

Approfitto per fare un appello al ministro della Cultura Sangiuliano, visto che l'ala ovest della Badessa è vuota e in uno stato grezzo e potrebbe essere riutilizzata per un grande spazio espositivo.

In questo potremmo raccogliere opere d'arte presenti nei monasteri e anche nei circuiti francescani».

Santa Chiara ogni giorno è visitata da centinaia di turisti, quasi assediata negli orari di punta. «Però è inutile girarci attorno.

Allo stato attuale quello che interessa al visitatore è il chiostro.

Dentro non ci entrano quasi».

Un selfie e via.

Un peccato a cui si tenta di ovviare con l'arte.

Il lotto 390 in asta venerdì alle 10.30 sul sito di Finarte è ancora online. Ma è probabile che la rarissima prima edizi...
02/07/2024

Il lotto 390 in asta venerdì alle 10.30 sul sito di Finarte è ancora online.

Ma è probabile che la rarissima prima edizione della Scienza Nuova di Giambattista Vico con correzioni autografe sarà esclusa dalla vendita dalla casa d'aste romana.

Il ministero della Cultura, infatti, ha deciso di avviare in queste ore il procedimento dichiarativo di interesse culturale, una procedura con cui si procederà a esercitare un diritto di prelazione sull'acquisto del volume del 1725.

La stima effettuata dalla casa d'asta è di 90mila euro, un valore apparentemente molto elevato, poiché libri di questa tipologia sono venduti per alcune migliaia di euro, come si evince anche spulciando gli archivi di Finarte.

Tuttavia siamo di fronte a un volume di grandissimo pregio, e tale stima si giustifica per le annotazioni che la casa d'aste riconduce a Vico.

Per ora non c'è nessuna perizia firmata che ne avvalori l'autenticità, sebbene la direttrice Manuela Sanna dell'Istituto per la Storia del Pensiero Filosofico e Scientifico del CNR che ha avuto modo di vederne delle stampe da foto ad alta definizione non ha alcun dubbio a riguardo.

Ma un documento che attesti che le postille siano scritte dalla mano di Vico ancora non c'è. Il ministero, quindi, chiederà in questa prima fase di escludere il volume dal lotto all'asta prevista per venerdì per poter avviare le trattative del caso.

E una volta accertata che si tratta della prima edizione della Scienza Nuova postillata dal filosofo napoletano, l'acquisterà per poi riportarla a Napoli a fruizione di studiosi vichiani.

LA SCOPERTA

Fabio Bertolo, responsabile delle aste per Finarte ed esperto di libri antichi e manoscritti, durante una supervisione di numerosi oggetti di un privato da mettere all'asta ha scovato il prezioso tomo.

Per capirne l'autenticità, lo ha mostrato alla direttrice Sanna e successivamente allo studioso Enrico Niuzzo, sbalorditi dell'eccezionale scoperta. Stampato a Napoli nel 1725 da Felice Mosca, l'esemplare della Scienza Nuova reca le correzioni autografe di Giambattista Vico in almeno una decina di pagine.

Altre pagine recano integrazioni e revisioni di testo, probabilmente attribuibili a lettori vicini a Vico, essendo risaputo l'invio che il filosofo napoletano farà di diversi esemplari della prima edizione ad amici.

Misura 161 x 95 millimetri ed è provvisto di un fregio calcografico al frontespizio, e si tratta di un esemplare in barbe, ossia il libro non ha subito alcuna operazione di taglio dei margini, elemento che fa acquistare valore al tomo.

È praticamente intonso, secondo la perizia della casa d'aste e mostra le consuete bruniture della carta, legatura coeva in pieno vitello biondo con impressioni a secco ai piatti, cornice dorata a unico filetto, al dorso ha cinque nervi a separare sei comparti con decorazioni in oro, titolo su tassello in pelle nera, e mancanze solo alla cuffia superiore e difetti a quella inferiore e alle cerniere.

LA STORIA

La storia dell'edizione del 1725 è nota ai cultori del filosofo, che avrebbe voluto fosse molto più corposa, ma il mancato finanziamento del principe Corsini lo indusse a stampare una versione diversa e ridotta rispetto al manoscritto originario, grazie alla vendita dell'unico gioiello di famiglia: un anello.

Tirata in 1.000 copie, la Scienza Nuova fu elaborata in un mese circa, e rappresenta «una scrittura di grande linearità e precipua bellezza sulla quale il consueto bisogno di Vico di ritornare sulle sue opere per ripensarle e perfezionarle non ebbe modo, se non estremamente contenuto, di esercitarsi nei tempi esigui della sua lavorazione per la pubblicazione e della sua stessa prima circolazione» come ha scritto lo studioso Enrico Niuzzo nel saggio che accompagna il volume «Giambattista Vico, La Scienza Nuova 1725» pubblicata da Edizioni di Storia e Letteratura nel 2023.

IL MINISTERO

D'intesa con il proprietario privato, la preziosa copia del libro è offerta da Finarte con "stima a richiesta", cioè la base di partenza verrà determinata solo dopo aver raccolto le prime offerte dei concorrenti al bando.

Tuttavia venerdì non dovrebbe esserci nessuna "stima a richiesta" e la prima edizione della Scienza Nuova di Giambattista Vico ritirato dall'asta e messo a disposizione per un diritto di prelazione da parte del ministero della Cultura che, dopo essersi accertato dell'autenticità del volume, provvederà all'acquisto per poi riportarlo a Napoli, che proprio a partire dalle opere di Vico e dalla biblioteca dei Girolamini, custodisce un patrimonio di libri antichi da rappresentare un unicum nel mondo.

Ministero che si è mosso immediatamente, consapevole tanto dell'importanza dell'opera vichiana in sé così del valore economico. «Lo Stato ha diverse possibilità di intervento, in questi casi» ha chiarito Francesco Gilioli, capo gabinetto del ministero della Cultura, che ha pure precisato che «possiamo far valere il diritto di prelazione dell'acquisto, come è accaduto con la lettera di Leopardi.

È una eventualità che riguarda le opere maggiori. Potrebbe essere il caso della Scienza Nuova». Un procedimento che riporterà a Napoli un'opera di grande prestigio, negli stessi luoghi del grande filosofo.

23/06/2024
L'archeologia ritrovata: accordo con la Germania.Il ministro Sangiuliano e la collega tedesca Roth firmano un protocollo...
14/06/2024

L'archeologia ritrovata: accordo con la Germania.

Il ministro Sangiuliano e la collega tedesca Roth firmano un protocollo: restituiti 25 reperti trafugati da un noto trafficante d'arte Erano a Berlino, nell'Altes museum, ritorneranno a casa: c'è anche un prezioso affresco rubato da una villa romana di Boscoreale

C'è anche un pezzo napoletano, un affresco di una villa romana di Boscoreale, nei tesori che torneranno definitivamente in Italia dopo essere stati trafugati e, alla fine di un tortuoso giro, portati in Germania.

Sono 25 i pezzi, di enorme valore, che verranno restituiti dal governo tedesco dopo la firma, ieri a Berlino, dell'accordo con le autorità italiane.

Reperti che appartenevano alla Fondazione per l'eredità culturale della Prussia (Spk) presieduta da Hermann Parzinger e attualmente esposti presso l'Altes museum nella sezione della collezione di antichità classiche.

Artemisia Gentileschi - Artemisia Gentileschi
13/06/2024

Artemisia Gentileschi - Artemisia Gentileschi

16/05/2022
15/05/2022

Napoli conserva da anni e continua ad arricchire col tempo il suo patrimonio di cultura e saperi, che da sempre affascina ed incuriosisce turisti e non solo. Se volessimo fare degli itinerari culturali a Napoli dovremmo necessariamente inserire la Certosa di San Martino, il Castel Sant’Elmo, il ca...

13/05/2022
21/04/2022

Aperto un nuovo e bellissimo sentiero nel Parco Nazionale del Vesuvio: si trova nella località Piana Tonda nel Comune di Terzigno, nell’area Nazionale del

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