08/03/2023
Come funziona un microfono?
Un microfono ha un diaframma che, come il timpano dell’orecchio, permette di tradurre un segnale audio in un segnale elettrico.
Quando si canta, le onde d’aria dei polmoni vengono modellate dalla lingua e dalla bocca. Il diaframma del microfono viene colpito da queste onde e vibra a velocità e intensità differenti. Un magnete collegato ad una bobina elettrica genera una corrente che è direttamente analoga al suono che colpisce il diaframma. Il segnale viene poi convertito in digitale dalla scheda audio e salvato sul computer durante la registrazione.
I Migliori Microfoni da Studio sono molto sensibili ad ogni minimo rumore, per questo prima di registrare, è fondamentale trovare un ambiente isolato da rumori esterni, e che sia acusticamente piacevole da ascoltare. Infatti molte volte ci si preoccupa del microfono, ma si trascura la stanza in cui si effettua la registrazione. Avere una stanza trattata acusticamente ti permetterà di migliorare sensibilmente la qualità delle tue registrazioni.
Tipi di Microfono:
Microfoni dinamici.
Il microfono dinamico è probabilmente il più diffuso, soprattutto in ambito live. Il suo funzionamento è basato sul principio dell’induzione elettromagnetica. Una membrana cattura le onde sonore e mette in movimento una bobina, che muovendosi in un campo magnetico (generato da un magnete) genera una variazione di corrente.
Caratteristiche: i microfoni dinamici sono piuttosto resistenti, non soffrono particolarmente l’umidità e resistono facilmente a forti pressioni sonore. Inoltre non hanno bisogno di alimentazione esterna e sono piuttosto economici. La loro risposta in frequenza tuttavia è piuttosto limitata, e a farne le spese sono le frequenze alte e altissime. Questo però non è necessariamente un male, anzi può aiutare in caso di fonti particolarmente difficili.
Modelli più famosi: Shure sm-57, sm-58, SM-7B, Shure Beta; Sennheiser MD-421; AKG D-12, ElectroVoice RE-20.
Microfoni a condensatore.
Il microfono a condensatore sfrutta l’effetto capacitivo. All’interno troviamo una membrana metallica, le cui lamine vengono sollecitate dalle vibrazioni trasmesse nell’aria. Per funzionare il microfono necessita di una fonte di alimentazione, che solitamente viene fornita dal mixer o dal preamplificatore, oppure in alcuni casi da una batteria interna.
Caratteristiche: I microfoni a condensatori, nell’immaginario collettivo, sono i tipici “microfoni da studio”. Sono microfoni più sensibili dei dinamici: questo significa che riusciranno a “sentire” meglio sia in termini di dinamica (cioè variazione di intensità sonora, forte/piano insomma) sia in termini di frequenza. I microfoni a condensatore hanno una risposta in frequenza che riesce spesso a coprire tutta la gamma percepita dal nostro udito, a volte spingendosi anche oltre. C’è però un rovescio della medaglia: la loro sensibilità li rende anche più vulnerabili a sollecitazioni esterne, riflessioni ambientali, soffi d’aria e rumore da contatto. Non a caso, i microfoni a condensatore vanno sempre montati su appositi supporti ammortizzati (shock-mount) e riparati da filtri antivento in caso di riprese in esterni, o filtri anti-pop per le riprese vocali.
Attenzione però: il fatto che sia più sensibile di un dinamico non significa che sia da preferire a prescindere: spesso infatti ci troviamo a scegliere un microfono dinamico (o a nastro) semplicemente perchè le sue caratteristiche si sposano meglio con la fonte che stiamo riprendendo. Se stiamo cercando un suono dettagliato, ricco nella gamma estrema delle frequenze, che ci restituisca tutte le sfumature della fonte sonora, il microfono a condensatore è forse la scelta migliore, ma se ad esempio ci troviamo davanti un amplificatore per chitarra tirato al massimo, una voce urlata o un rullante allora probabilmente ci affideremo a un dinamico.
Modelli più famosi: Neumann U87, Neumann serie TLM, AKG C414, AKG C-1000, RODE NT2
Mircofono Valvolare per la Voce.
I microfoni valvolari sono una particolare categoria di microfoni che hanno al proprio interno, come il nome stesso suggerisce, una valvola (in inglese li trovi indicati come valve microphones o tube microphones), utilizzata principalmente per una prima preamplificazione del segnale in uscita dal mic.
Per farla breve, si tratta sostanzialmente di un componente elettronico che, tra le altre cose, genera calore.
Ora, se io posiziono questo tipo di microfono a testa in su, il calore provocato dalla valvola (che naturalmente sale verso l’alto) può andare a intaccare il corretto funzionamento della membrana che capta le onde sonore. Ciò si può tradurre in problemi di vario tipo, come ad esempio una risposta in frequenza che varia nel tempo.
Per evitare qualsiasi inconveniente, si posiziona quindi il microfono a testa in giù, così che il calore non vada ad interferire con il sistema di trasduzione e si abbia la resa migliore possibile.
I microfoni a valvole che vale la pena utilizzare sono però o rari (perché molto vecchi), o molto costosi, o entrambe le cose. Motivo per cui in home studio non è proprio usuale averli a disposizione.
Microfoni a nastro.
I microfoni a nastro, come i dinamici, sfruttano il principio dell’induzione. L’elemento mobile è però costituito da un nastro metallico piegato a fisarmonica. I microfoni a nastro, a differenza dei dinamici, sono sensibili su entrambi i lati della capsula. I microfoni a nastro sono strumenti particolari: all’inizio del secolo scorso erano ampiamente usati per il broadcast e le registrazioni. L’arrivo del microfono a condensatore li ha relegati a un ruolo secondario, ma oggi trovano ancora molto spazio in studio. La caratteristica del microfono a nastro è una risposta in frequenza piuttosto limitata ma con una curva vagamente simile a quella del nostro apparato uditivo. Sulle alte, all’aumentare della frequenza, la sensibilità del microfono diminuisce restituendoci un “roll-off” molto naturale sulle alte. Questa caratteristica li rende ottimi ad esempio sulle chitarre elettriche, per addolcire le frequenze più alte, o sui piatti della batteria, per ottenere un suono più rotondo e meno esagerato sulle alte. Un altro punto a favore dei microfoni a nastro la loro caratteristica risposta sui transienti, cioè sulle variazioni repentine di pressione sonora.