20/02/2022
BREVE STORIA DELLE RADIO TV LOCALI CHE LASCIO AI GIOVANI PER NON DIMENTICARE. E’ proprio vero che gli italiani dimenticano facilmente. Proviamo a ricordare come sono andate le cose nei passati settennati presidenziali a proposito della libertà d’informare ed essere informati.
Proviamo a interrogare la memoria storica per un breve ripasso sugli ultimi settennati presidenziali da Leone ( 1971 -1978), Pertini (1978 – 1985), Cossiga (1985-1992), Scalfaro (1992-1999), Ciampi (1999-2006), Napolitano (2006-2015), a Mattarella (2015-2021) provando a valutare l’opera dei singoli Presidenti rispetto alle garanzie costituzionali prestate durante il loro mandato e, tra queste, prendendo a campione la garanzia più importante che al cittadino si debba assicurare qual’è la libertà di parola e di espressione prima ancora del lavoro, delle cure e dello studio.
L’homo sapiens non è tale se non è homo socialis al quale si può negare tutto tranne il diritto di espressione e di parola. Infatti cosa rimane di un uomo ben curato e nutrito e persino istruito senza diritto di parola?
Eppure la conquista della libertà di espressione e di parola è stata molto sofferta e pur essendo un diritto inalienabile dell’uomo è, negli ordinamenti democratici, un diritto regolamentato ma non limitato a pochi per non essere finto, mentre nei regimi totalitari è un diritto negato.
Con il primo Governo Badoglio, 25 luglio 1943, si pose fine al fascismo. Il 1° gennaio 1948 entrò in vigore la Costituzione italiana, ma solo dopo 28 anni e sette mesi, sotto la vigenza presidenziale dii Giovanni Leone , esattamente il 28 luglio 1976, con la sentenza 202 della Corte Costituzionale, a seguito di lunghissime battaglie giudiziarie e politiche fatte da giovani giornalisti sessantottini e radioamatori, tra cui il sottoscritto, fu sancita la fine del monopolio RAI per cui furono legalizzate le stazioni trasmittenti private.
Con tale sentenza si dette piena attuazione all’articolo 21 della Costituzione. “Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione”
Il 1976 fu l’anno delle svolte politiche con il trionfo di Craxi su De Martino alla segreteria del PSI (Midas Hotel 15 marzo 76). Fu l’anno della crisi interna della DC dovuta al famoso tema del compromesso storico per il quale l’Italia ebbe anche una crisi nei rapporti internazionali con i Paesi alleati tra cui gli Stati Uniti di Gerry Ford. L’Italia, con la regia del Presidente Leone, per non essere isolata escogitò una finta pace tra Moro, coautore del compromesso storico con il comunista Berlinguer, e Andreotti i quali si passarono Governo.
Accadde il 29 luglio 1976, quando Moro, con la benedizione di Leone, consegnò il governo nelle mani del rivale di partito Andreotti dopo essersi assicurato che tutti i suoi progetti politici fossero andati in porto.
Non fu un caso che la sentenza 202 della Corte Costituzionale, che dichiarava la fine del monopolio della RAI, fu pronunciata il 28 luglio 1976. Cioè il giorno precedente la consegna del governo Moro nelle mani di Andreotti con le dovute garanzie del Presidente Giovanni Leone per la liberalizzazione dell’etere oggetto di monopolio della RAI, ex EIAR dell’epoca fascista.
Da quel giorno iniziò la storia delle Radio Televisioni Locali che oggi vorrebbero sopprimere per tornare a quell’epoca nella versione moderna oligopolista. Il seguito della storia la trovate nel portale della www.reasat.eu con l’invito a firmare la petizione “SALVARE LE RADIO TELEVISIONI LOCALI”
San Cesareo, 18 febbraio 2022 Antonio Diomede
La petizione lanciata da Rea, l’Associazione delle emittenti televisive e radiofoniche locali dei Paesi dell’Unione Europea, per “salvare le radio televisioni locali”.