01/12/2022
Il 30 novembre la Chiesa festeggia Sant'Andrea Apostolo, patrono di Alvignaanello.
Colgo l'occasione per dare alcune informazioni sulla chiesa, anzi sulle chiese, dato che quellla antica fu sostituita dalla nuova, nel XVIII secolo annche se è rimasta comme abitazione del parroco prima e come Museo di Arte Sacra adesso. Peccato che quest'ultimo non è visitabile.
LA CHIESA DI SANT’ANDREA APOSTOLO
Il primo documento in cui compare questa chiesa risale al 1326 ; “in Archipresbiteratu Rayani” era compresa la chiesa “S. Andree de Albinianello” tassata per tre tarì e dodici grana. A quell'epoca non doveva ancora essere la chiesa principale del paese, in quanto nella decima del 1327 compare tassato solo il ca****lano “S. Martini de Albinianello pro predictis tarì I, grani II”.
Non ci restano, purtroppo, notizie relative ai secoli XV e XVI, tranne la data 1588 incisa sul fonte battesimale, che però non ci aiuta molto sull'individuazione del periodo in cui questa chiesa diventò parrocchiale. Sappiamo che nel 1590 “nel Castello dello Vignanello, è la Chiesa Parrocchiale di santo Andrea, col titolo d'Arciprete, ch'have fuochi dieci et anime quaranta” .
Notizie più dettagliate le abbiamo a partire dal XVII secolo. In una tassazione di inizio secolo il sacerdote Stefano Paterno era tassato, per questa chiesa, per ottantatre grana .
Nel 1609, la parrocchia sotto il titolo di Sant'Andrea, con un Rettore avente dignità di Arciprete, era molto povera; le rendite ammontavano a quindici ducati, e perciò il parroco non vi risiedeva né amministrava il Santissimo Sacramento dell'Eucaristia, ma vi erano solo gli altri Sacramenti indecorosamente conservati, e il calice era di stagno. Per questa ragione il vescovo Orazio Acquaviva durante la visita la assegnò, per vicinanza del luogo, alla chiesa parrocchiale del Castello di Campagnano, al cui Rettore diede incarico per ogni altra cosa, affinché nella parrocchia di Alvignanello vi risiedesse permanentemente un Economo, secondo le disposizioni del concilio di Trento. Il vescovo aveva distrutto con le sue mani il calice di stagno e provvide che se ne realizzasse un altro d'argento, che si costruisse anche un altro fonte battesimale, nella forma da lui stessa ordinata, e una custodia di argento per una decorosa conservazione dell’Eucaristia, ed infine che si costruissero due vasi di stagno ove conservare, separati, gli altri Sacramenti .
Nel 1615 la chiesa, con dignità arcipretale, mancava di Rettore, ma era provvista di un economo che celebrava e amministrava i sacramenti. Non vi si conservava il Santissimo Sacramento dell'Eucaristia a causa dell'eccessiva povertà. E per questo fu unito ad essa il “beneficio” di San Martino, della stessa parrocchia . Nel 1620 era parrocchia con “cura” ; il parroco Pietro de Aldi era tassato, per il “pastor bonus”, per un ducato, tre tarì e dieci grana . Nel 1624 in chiesa venivano conservati i sacramentali, ma non il Santissimo Sacramento, e nei casi di necessità l'arciprete faceva ricorso o a Campagnano oppure a Raiano .
Per avere ulteriori informazioni dobbiamo arrivare, poi, al 1758. In quell'anno la chiesa, con un solo altare, era considerata, per quanto riguardava la struttura e le suppellettili, abbastanza comoda e adorna. Tuttavia, per la sua angustia e deformità, a spese degli abitanti fu avviata l'edificazione di una chiesa migliore. Nel predetto altare era istituita la ca****la del Santissimo Sacramento, i cui proventi venivano amministrati da un economo da scegliersi dal parroco a nome del vescovo. Il clero si componeva di due sacerdoti compreso il parroco .
Dal Catasto Onciario sappiamo che accostata alla chiesa c’era la casa parrocchiale che fu poi ampliata .
LA NUOVA CHIESA DI SANT’ANDREA APOSTOLO
L’edificio fu ultimato nel 1772. Sul portale d’ingresso, nella parte interna della chiesa, sotto lo stemma dell’università, è incisa l’iscrizione:
DIVO ANDREAE APLO GRATI
OPPIDANI F. A.D. MDCCLXXII
Durante il terremoto del 1805, come detto, la torre su cui erano situate le campane restò lesionata tanto da divenire inservibile per tale uso. Anche la chiesa arcipretale subì delle screpolature nel cappellone . Nel 1845 furono fabbricate le due campane . Nel 1855 la chiesa si manteneva decentemente riguardo a tutto; delle 474 anime 270 erano obbligate alla comunione. Oltre il prete curato, vi era un solo semplice sacerdote . Nel 1876 la chiesa era ritenuta piuttosto spaziosa e in buono stato circa ogni cosa ; così pure nel 1889 e nel 1900 .
In un documento del 1912 vengono sommariamente elencati i confini della parrocchia: essa confinava con le parrocchie di Castel Campagnano, Ruviano e SS. Giovanni e Paolo. Il luogo in cui era ubicata la chiesa veniva denominato “Borgo Chiesa”. In essa venivano conservati i seguenti registri parrocchiali: Libro dei battesimi, dal 4 settembre 1711, in 3 volumi; Libro dei cresimati, dal 3 luglio 1854, in un volume; Libro degli sponsali, dal 17 marzo 1877, in un volume; Libro dei matrimoni, dal 28 dicembre 1712, in 3 volumi; Libro dei morti, dal 23 maggio 1711, in 3 volumi.
Vi erano 5 statue in legno, 9 quadri e un organo in legno, oltre ai mobili vari. La chiesa possedeva la canonica ad un piano composta da cinque vani, un fabbricato su due piani di 2 vani ad uso inquilinato e altri due fabbricati ad un piano ed un vano ciascuno adibiti allo stesso uso. Era proprietaria, inoltre, di vari terreni in Alvignanello e in Amorosi, il cui elenco è riportato in appendice. In più vi erano due enfiteusi che essa percepiva, la prima di £. 116,87 da un terreno dato in enfiteusi nel 1885 e la seconda di due tomoli e mezzo di grano da tre persone.
I libri dei battesimi, secondo la relazione del 1912, iniziano dal 1711. Purtroppo, a quanto pare, i registri attuali partono dal 1877; è stato possibile rilevare solo l’elenco degli ultimi parroci. Da altre fonti già riportate sappiamo che nel 1819 era arciprete di Alvignanello don Bernardino De Marco, ignoriamo però fino a quale data. Nel 1877 era già parroco Giovanni Carbone, che vi rimase fino al 1892. Gli successe Pasqualino Apperti, arciprete, nominato in seguito a concorso con bolla vescovile del 22 ottobre 1894, prese possesso della parrocchia il 3 febbraio 1895. Negli atti firma già dal 1892. Deceduto nel maggio 1940. Dal 30 novembre 1939 era, comunque, già stato nominato parroco Bernardino Frese, che figura fino al 7 luglio 1959, deceduto in quell’anno. Dal maggio 1940 al 1955 fu coadiuvato dall’arciprete don Vincenzo Apperti. Nel 1959 la parrocchia fu affidata a don Raffaele De Marco, deceduto nell’anno 1995. Successivamente è stata curata da don Massimiliano Iadarola ed oggi da don Francesco Monte.
In questa chiesa oltre al citato fonte battesimale del 1588, da poco riportato alla sua originale bellezza mediante la ripulitura della pietra, si possono ammirare due dipinti attribuiti al pittore caiatino Vincenzo Severino . Si tratta di una tela che rappresenta la glorificazione di Sant’Andrea, posta sopra l’altare, e di un affresco posto nell’ultima ca****la di destra che rappresenta la Madonna del Rosario. Il Severino operò dalla seconda metà del secolo scorso fino al 1926, anno della sua morte; si accinse quindi ad eseguire i dipinti circa un secolo dopo l’edificazione della nuova chiesa. Non sembra inopportuno condividere l’ipotesi relativa ad un restauro di opere già esistenti. Il quadro sulla navata destra, in particolare, mostra un paesaggio che potrebbe essere quello di Alvignanello, con interpretazione libera del paese, riferibile a epoche più antiche. Solo il parere di un esperto potrebbe sciogliere il nodo.