Ruviano nel Cuore

Ruviano nel Cuore La pagina dei ruvianesi in Italia e nel Mondo

La Cipolla di Alife dell'azienda Agricola di Gianluigi Coppola Eccellenza locale alla Festa della Cultura ContadinaMi ha...
16/08/2023

La Cipolla di Alife dell'azienda Agricola di Gianluigi Coppola

Eccellenza locale alla Festa della Cultura Contadina

Mi hanno colpito favorevolmente la storia e la passione con cui Amelia, ostetrica, e Gianluigi, serramentista, hanno intrapreso l'attività agricola ed in particolare la coltivazione e la trasformazione della cipolla alifana tanto da indurmi a trasmettere a tutti le mie riflessioni.

Di antichissima coltivazione, la cipolla di Alife prende il nome dal comune principale in cui viene prodotta ma la sua coltivazione è comune e storicamente attestata in un più ampio territorio circostante così come ad esempio l'oliva caiazzana non è patrimonio della sola città di Caiazzo ma di tutte le colline del territorio caiatino ancorché ricadenti in altri comuni.

Per quanto riguarda la cipolla alifana il fatto che il presidio sliw food sia stato assegnato al momento ai soli comuni di Alife, Piedimonte Matese e San Potito è solo un formalismo derivante dalla non conoscenza completa dei luoghi di produzione della cipolla alifana e non ne sminuisce la tipicità e la genuinità quando essa è prodotta negli altri comuni circostanti.

Come dico sempre l'importanza è data dalla qualità della semenza e dal metodo di coltivazione :da questo si vede se il prodotto è tipico e non da altro. È questo per sgombrare il campo da sterili campanilismi che lasciano il tempo che trovano e sono privi di fondamento storico.

L'Università degli Studi del Sannio. ha rilevato come la cipolla alifana della azienda agricola coppola Gianluigi, a differenza della classica cipolla, ha una composizione nutrizionale e molecolare unica nel suo genere, che apporta notevoli benefici per la nostra salute. Il ridotto contenuto di grassi, l’alto contenuto di proteine, gli elevati contenuti di fibre, contribuiscono alla prevenzione di malattie cardiovascolari, obesità, diabete e molte altre patologie. L’alto contenuti di polifenoli, molecole antiossidanti, nonchè di quercetina e rutina, rendono in nostri prodotti a base di cipolla dei veri antiossidanti con azione animicrobica ed antitumorale, in grado di ridurre il rischio di infezioni e di patologie infiammatorie, modulando l’attività del sistema immunitario.

L'attività di produzione della cipolla alifana messa in campo da Amelia e Gianluigi va inoltre a mitigare il rischio di estinzione di questa sentenza segnalato proprio dal presidio slow food e quindi merita un ulteriore riconoscimento.

Ma l'estro dei due giovani è andato oltre, alla tradizione hanno unito l'innovazione. Hanno ideato 'la confettura di cipolla alifana con aceto balsamico ottima da mangiare con formaggi stagionati e carne e 'la confettura di cipolla alifana con aceto di mele da mangiare con formaggi meno stagionati e anche da associare a carne o pesce .

L' invito è a proseguire con forza e determinazione in questa avventura di sicura ottima riuscita.

Potrete trovare la treccia di cipolla alifana fresca e le confetture prodotte dall' azienda agricola di Gianluigi Coppola nella "dispensa del contadino" lo stand in cui sono proposti i prodotti tipici delle Aziende coinvolte nella Festa della Cultura Contadina a Ruviano dal 18 al 20 agosto.

Il culto della Madonna del Carmine a RuvianoOggi si festeggia la zBeata Vergine del Carmelo altrimenti detta Madonna del...
16/07/2023

Il culto della Madonna del Carmine a Ruviano

Oggi si festeggia la zBeata Vergine del Carmelo altrimenti detta Madonna del Carmelo o Madonna del Carmine.

Questo culto in Campania è antico, legato soprattutto alla fede con la quale tanti malati hanno confidato nella Madonna per una guarigione miracolosa.

A Ruviano esiste una ca****la dedicata alla Madonna del Carmine, restaurata una decina di anni fa, limitrofa cimitero, che dimostra la fede dei nostri compaesani, in passato, per la Madonna del Carmine.

Non è da escludere che questa ca****la, di evidente fattura rardo ottocentesca o dei primi del novecento, ma non ne conosciamo la data certa di edificazione e quindi la datazione proposta potrebbe non essere corretta, fu fatta costruire proprio per un voto a seguiti di guarigione da qualche male.

Una storia da approfondire.

Dopo un rinnovato interesse nel primo decennio di questo secolo da parte di un comitato istituito per i festeggiamenti del 17 luglio, ricorrenza della Madonna del Carmine, avversato da sterili critiche mosse da forze politiche in opposizione all'amministrazione che aveva patrocinato i festeggiamenti (che disturbavano i morti, a loro dire, visto che la festa si teneva nel piazzale antistante cimitero) mi sembra, ma forse mi sbaglio, che i riflettori si siano spenti di nuovo sull:evento.

A mio parere il culto della Madonna del Carmine merita di essere celebrato perché la fede popolare, legata al potere taumaturgico della Vergine del Carmelo, rientra nel nostro passato (e per chi è credente anche nel presente) non può essere dimenticata.

Buona festa della Madonna del Carmine e auguri a chi porta questo nome (Carmine, Carmina, Carmelo, Carmela) .

Se qualcuno ha maggiori notizie, foto o aneddoti legati alla Madonna del Carmine a Ruviano può inserirli nei commenti che sono graditi.

Condivido volentieri questo interessnte articolo di autore anonimo che pubblicizza la 1^ Sagra del cuzzetiello organizza...
13/07/2023

Condivido volentieri questo interessnte articolo di autore anonimo che pubblicizza la 1^ Sagra del cuzzetiello organizzata dall:associazione Partenone Eventi di Alvignanello

Alvignanello è un grazioso borgo dell’entroterra casertano situato nel comune di Ruviano di cui è frazione raggiungibile mediante la strada regionale sannitica su cui è posto. Il borgo, completamente restaurato alcuni anni fa, presenta le caratteristiche medievali della murazione urbana, ancora...

Brevi notizie di un ruvianese partigianoNel giorno della festa della liberazione desidero ricordare un nostro compaesano...
26/04/2023

Brevi notizie di un ruvianese partigiano
Nel giorno della festa della liberazione desidero ricordare un nostro compaesano che lottò a rischio della sua vita dopo l'8 settembre per dare a noi oggi la possibilità di vivere in democrazia.
Giuseppe Ortale di Pietro e di Coppola Raffaella nacque a Ruviano il 18 agosto 1922. Partì in guerra nelle forze dell’Aereonautica col grado di aviere scelto. Dopo l’8 settembre fece parte di quegli uomini che dissero no alla RSI e si unì alla lotta partigiana in Piemonte nella 77 Brigata Garibaldi col nome partigiano “Volturno” dove operò tra il 10 luglio 1944 e il 7 giugno 1945. La commissione regionale Piemonte per l’accertamento delle qualifiche partigiane dell Ministero dell’assistenza post bellica gli riconobbe la qualifica.

04/02/2023

il 23 giugno 2018 tenni una conferenza ad Alvignanello, nel centro polifunzionale, sulla grande ansa del fiume Volturno, quella che da Baia e Latina arriva a Triflisco racchiudendo per tre lati il territorio della ex diocesi di Caiazzo. In quella occasione presentai un filmato che, con l'aggiunta delle foto di quel giorno, ripropongo oggi.

In allegato le ricerche storiche condotte sulla "pommadora ricciuta", il pomodoro riccio di Ruviano redatte, spero, per ...
26/01/2023

In allegato le ricerche storiche condotte sulla "pommadora ricciuta", il pomodoro riccio di Ruviano redatte, spero, per una nobile causa.
Le condivido con voi ringraziando in particolare Giovanni Coppola, Vincenzo Coppola, Michele Faraone, angelo Izzo, Giuseppina Ortale, Raffaele Ricciuti, Valentina Vecchiarelli, Assunta Zullo per le immagini che mi hanno inviato e invitandovi a fornirmi altri particolari che vi vengono in mente, leggendo il testo, che mi aiutino ad arricchirlo.

IL MUSEO CIVICO DI RUVIANO: PRIMI PASSIQuesta comunicazione è in realtà un appello al senso civico.Riservandomi di illus...
02/12/2022

IL MUSEO CIVICO DI RUVIANO: PRIMI PASSI
Questa comunicazione è in realtà un appello al senso civico.
Riservandomi di illustrare l’intero progetto per la realizzazione di un Museo Civico Diffuso che come descritto nel Regolamento (sono parole mie) “È concepito come un viaggio nella memoria, caratterizzato da spazi e tempi della vita umana nel territorio di Ruviano, contemplando sia aspetti collettivi che personali riferibili, questi ultimi, a funzioni pubbliche di natura politica, lavorativa, culturale, sportiva meritevoli di essere ricordati quali esempi per le future generazioni. Il percorso temporale si sviluppa dalla prima frequentazione umana del territorio all’età contemporanea attraverso sezioni dedicate ad ogni periodo storico ubicate in luoghi differenti al fine di caratterizzare ogni sezione e condurre il visitatore in un viaggio non solo cognitivo ma anche fisico. Ciò con lo scopo di portare il visitatore sul territorio e permettere il contatto umano con agenzie sia culturali che economiche atte a favorire lo sviluppo turistico del territorio stesso”, qui anticipo che esso avrà una Sezione di Topografia Antica che raccoglierà un catalogo visivo (poster e plastico 3D) dei siti individuati nel tempo sul territorio e i relativi reperti recuperati.
Ovviamente il “principe” di questo catalogo è il sito dell’età del ferro di Ruviano centro unico in tutto il circondario per tipologia e caratteristiche dei reperti anche se oggi, in sito, non c’è più niente. Ma restano i reperti. Andiamo per ordine.
Nel 1967, a seguito dei lavori per la costruzione dell’asilo comunale, vennero alla luce una diecina di tombe della prima età del ferro, XVIII-XVII secolo a.C.) con materiali vicini tipologicamente alla facies di Cales piuttosto che a quella di Capua. Alcuni dei corredi vennero recuperati dall’archeologo Werner Johannowskj ed attualmente si trovano depositati nel Museo Nazionale di Napoli. Johannowsky menziona, tra i materiali recuperati in questa necropoli, oltre a quelli presentati di seguito, tazze biansate con orlo differenziato, coppe emisferiche e troncoconiche, alcune con piede traforato, una capeduncola con spalla nettamente differenziata e orlo verticale, una coppetta su tre piedi.
Nell’Archivio corrente della Soprintendenza Archeologica delle provincie di Napoli e Caserta non è presente il fascicolo relativo a tale ritrovamento che dovrebbe pur essere stato fatto dal Johannowskj che prese in carico i reperti. Come mai?
Molti pezzi risultano dispersi in quanto tra l’individuazione delle tombe e l’arrivo della Soprintendenza passarono alcuni giorni. Si racconta che gli oggetti recuperati furono portati in Municipio e che in quel luogo li prese in carico Johannowsky (senza neppure visitare il sito) e si racconta che rispetto a quelli da me individuati e fotografati nel deposito del Museo Nazionale di Napoli i pezzi consegnati erano molti di più. Si racconta inoltre che nei giorni intercorsi tra il ritrovamento delle tombe e l’arrivo della Soprintendenza vi fu un via vai di soggetti non meglio identificati (anche se il popolo ha sempre mormorato nomi e circostanze) che fecero man bassa di tutto ciò che trovarono. Si chiama furto e ricettazione e non credo vada in prescrizione.
Oltre agli oggetti rinvenuti durante lo scavo per la costruzione dell’asilo sporadicamente nei terreni limitrofi, durante gli scassi e le arature sono emerse altre tombe contenenti oggetti che in precedenti studi archeologici sono stati fotografati e descritti. Anche in questo caso, il possesso di questi oggetti è punibile dalla legge. Altri oggetti rinvenuti fortuitamente sembra furono portati presso il Museo Campano di Capua dove sembra impossibile identificarli.
Infine, cosa altrettanto grave, il territorio in argomento non è mai stato vincolato, pur in presenza di ritrovamenti così importanti e si è permesso di costruire nuove ville. Sappiamo se negli scavi fu trovato qualcosa? Voce di popolo direbbe di si.
Ora vengo all’appello. Se davvero credete che il Museo possa contribuire allo sviluppo del territorio, se avete a cuore il bene comune, se pensate sia meglio che eventuali oggetti o frammenti ritrovati siano più al sicuro in una struttura museale che in case private dove non è possibile detenerle e mostrarle ma perché si può essere accusati di detenzione e ricettazione di reperti archeologici, punibile severamente dalla legge, l’invito è farvi avanti, raccontare, comunicare, consegnare per il bene personale e collettivo.
Certo è che non essendo prescrivibili reati di questo tipo, anche dopo 55 anni, la giustizia potrebbe fare il suo corso magari aprendo una nuova indagine e sentendo chi ha pubblicato foto degli oggetti, ad esempio, per capire circostanze, fatti e nomi.
In foto allego i reperti da me fotografati presso il Museo Nazionale e le foto estratte da pubblicazioni archeologiche di oggetti la cui ubicazione attuale non è meglio individuata.

Il 30 novembre la Chiesa festeggia Sant'Andrea Apostolo, patrono di Alvignaanello.Colgo l'occasione per dare alcune info...
01/12/2022

Il 30 novembre la Chiesa festeggia Sant'Andrea Apostolo, patrono di Alvignaanello.
Colgo l'occasione per dare alcune informazioni sulla chiesa, anzi sulle chiese, dato che quellla antica fu sostituita dalla nuova, nel XVIII secolo annche se è rimasta comme abitazione del parroco prima e come Museo di Arte Sacra adesso. Peccato che quest'ultimo non è visitabile.
LA CHIESA DI SANT’ANDREA APOSTOLO
Il primo documento in cui compare questa chiesa risale al 1326 ; “in Archipresbiteratu Rayani” era compresa la chiesa “S. Andree de Albinianello” tassata per tre tarì e dodici grana. A quell'epoca non doveva ancora essere la chiesa principale del paese, in quanto nella decima del 1327 compare tassato solo il ca****lano “S. Martini de Albinianello pro predictis tarì I, grani II”.
Non ci restano, purtroppo, notizie relative ai secoli XV e XVI, tranne la data 1588 incisa sul fonte battesimale, che però non ci aiuta molto sull'individuazione del periodo in cui questa chiesa diventò parrocchiale. Sappiamo che nel 1590 “nel Castello dello Vignanello, è la Chiesa Parrocchiale di santo Andrea, col titolo d'Arciprete, ch'have fuochi dieci et anime quaranta” .
Notizie più dettagliate le abbiamo a partire dal XVII secolo. In una tassazione di inizio secolo il sacerdote Stefano Paterno era tassato, per questa chiesa, per ottantatre grana .
Nel 1609, la parrocchia sotto il titolo di Sant'Andrea, con un Rettore avente dignità di Arciprete, era molto povera; le rendite ammontavano a quindici ducati, e perciò il parroco non vi risiedeva né amministrava il Santissimo Sacramento dell'Eucaristia, ma vi erano solo gli altri Sacramenti indecorosamente conservati, e il calice era di stagno. Per questa ragione il vescovo Orazio Acquaviva durante la visita la assegnò, per vicinanza del luogo, alla chiesa parrocchiale del Castello di Campagnano, al cui Rettore diede incarico per ogni altra cosa, affinché nella parrocchia di Alvignanello vi risiedesse permanentemente un Economo, secondo le disposizioni del concilio di Trento. Il vescovo aveva distrutto con le sue mani il calice di stagno e provvide che se ne realizzasse un altro d'argento, che si costruisse anche un altro fonte battesimale, nella forma da lui stessa ordinata, e una custodia di argento per una decorosa conservazione dell’Eucaristia, ed infine che si costruissero due vasi di stagno ove conservare, separati, gli altri Sacramenti .
Nel 1615 la chiesa, con dignità arcipretale, mancava di Rettore, ma era provvista di un economo che celebrava e amministrava i sacramenti. Non vi si conservava il Santissimo Sacramento dell'Eucaristia a causa dell'eccessiva povertà. E per questo fu unito ad essa il “beneficio” di San Martino, della stessa parrocchia . Nel 1620 era parrocchia con “cura” ; il parroco Pietro de Aldi era tassato, per il “pastor bonus”, per un ducato, tre tarì e dieci grana . Nel 1624 in chiesa venivano conservati i sacramentali, ma non il Santissimo Sacramento, e nei casi di necessità l'arciprete faceva ricorso o a Campagnano oppure a Raiano .
Per avere ulteriori informazioni dobbiamo arrivare, poi, al 1758. In quell'anno la chiesa, con un solo altare, era considerata, per quanto riguardava la struttura e le suppellettili, abbastanza comoda e adorna. Tuttavia, per la sua angustia e deformità, a spese degli abitanti fu avviata l'edificazione di una chiesa migliore. Nel predetto altare era istituita la ca****la del Santissimo Sacramento, i cui proventi venivano amministrati da un economo da scegliersi dal parroco a nome del vescovo. Il clero si componeva di due sacerdoti compreso il parroco .
Dal Catasto Onciario sappiamo che accostata alla chiesa c’era la casa parrocchiale che fu poi ampliata .

LA NUOVA CHIESA DI SANT’ANDREA APOSTOLO
L’edificio fu ultimato nel 1772. Sul portale d’ingresso, nella parte interna della chiesa, sotto lo stemma dell’università, è incisa l’iscrizione:

DIVO ANDREAE APLO GRATI
OPPIDANI F. A.D. MDCCLXXII

Durante il terremoto del 1805, come detto, la torre su cui erano situate le campane restò lesionata tanto da divenire inservibile per tale uso. Anche la chiesa arcipretale subì delle screpolature nel cappellone . Nel 1845 furono fabbricate le due campane . Nel 1855 la chiesa si manteneva decentemente riguardo a tutto; delle 474 anime 270 erano obbligate alla comunione. Oltre il prete curato, vi era un solo semplice sacerdote . Nel 1876 la chiesa era ritenuta piuttosto spaziosa e in buono stato circa ogni cosa ; così pure nel 1889 e nel 1900 .
In un documento del 1912 vengono sommariamente elencati i confini della parrocchia: essa confinava con le parrocchie di Castel Campagnano, Ruviano e SS. Giovanni e Paolo. Il luogo in cui era ubicata la chiesa veniva denominato “Borgo Chiesa”. In essa venivano conservati i seguenti registri parrocchiali: Libro dei battesimi, dal 4 settembre 1711, in 3 volumi; Libro dei cresimati, dal 3 luglio 1854, in un volume; Libro degli sponsali, dal 17 marzo 1877, in un volume; Libro dei matrimoni, dal 28 dicembre 1712, in 3 volumi; Libro dei morti, dal 23 maggio 1711, in 3 volumi.
Vi erano 5 statue in legno, 9 quadri e un organo in legno, oltre ai mobili vari. La chiesa possedeva la canonica ad un piano composta da cinque vani, un fabbricato su due piani di 2 vani ad uso inquilinato e altri due fabbricati ad un piano ed un vano ciascuno adibiti allo stesso uso. Era proprietaria, inoltre, di vari terreni in Alvignanello e in Amorosi, il cui elenco è riportato in appendice. In più vi erano due enfiteusi che essa percepiva, la prima di £. 116,87 da un terreno dato in enfiteusi nel 1885 e la seconda di due tomoli e mezzo di grano da tre persone.
I libri dei battesimi, secondo la relazione del 1912, iniziano dal 1711. Purtroppo, a quanto pare, i registri attuali partono dal 1877; è stato possibile rilevare solo l’elenco degli ultimi parroci. Da altre fonti già riportate sappiamo che nel 1819 era arciprete di Alvignanello don Bernardino De Marco, ignoriamo però fino a quale data. Nel 1877 era già parroco Giovanni Carbone, che vi rimase fino al 1892. Gli successe Pasqualino Apperti, arciprete, nominato in seguito a concorso con bolla vescovile del 22 ottobre 1894, prese possesso della parrocchia il 3 febbraio 1895. Negli atti firma già dal 1892. Deceduto nel maggio 1940. Dal 30 novembre 1939 era, comunque, già stato nominato parroco Bernardino Frese, che figura fino al 7 luglio 1959, deceduto in quell’anno. Dal maggio 1940 al 1955 fu coadiuvato dall’arciprete don Vincenzo Apperti. Nel 1959 la parrocchia fu affidata a don Raffaele De Marco, deceduto nell’anno 1995. Successivamente è stata curata da don Massimiliano Iadarola ed oggi da don Francesco Monte.
In questa chiesa oltre al citato fonte battesimale del 1588, da poco riportato alla sua originale bellezza mediante la ripulitura della pietra, si possono ammirare due dipinti attribuiti al pittore caiatino Vincenzo Severino . Si tratta di una tela che rappresenta la glorificazione di Sant’Andrea, posta sopra l’altare, e di un affresco posto nell’ultima ca****la di destra che rappresenta la Madonna del Rosario. Il Severino operò dalla seconda metà del secolo scorso fino al 1926, anno della sua morte; si accinse quindi ad eseguire i dipinti circa un secolo dopo l’edificazione della nuova chiesa. Non sembra inopportuno condividere l’ipotesi relativa ad un restauro di opere già esistenti. Il quadro sulla navata destra, in particolare, mostra un paesaggio che potrebbe essere quello di Alvignanello, con interpretazione libera del paese, riferibile a epoche più antiche. Solo il parere di un esperto potrebbe sciogliere il nodo.

Indirizzo

Piazza Roma
Ruviano
81010

Telefono

+393202644834

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