07/10/2024
Cybercriminalità, l’Italia quinta al mondo per furti di email e password
In tutto il mondo si registra un incremento degli attacchi dei cybercriminali, con l’Italia che non è da meno.
Italia sempre più esposta al rischio cybercriminalità
“I dati che abbiamo raccolto nel primo semestre 2024 - dice Beatrice Rubini, Executive director della linea mister credit di CRIF - confermano un trend allarmante: attacchi sempre più sofisticati e personalizzati sul profilo delle vittime consentono di carpire dati personali e scambiarli attraverso il dark web allo scopo di ottenere un vantaggio economico a danno delle vittime stesse. Questo evidenzia l’importanza di mantenere alta l’attenzione ogni qualvolta veniamo invitati a fornire dati personali e di adottare strumenti di protezione in grado di intercettare la presenza dei dati sul dark web”.
Uno scenario che non può dunque essere sottovalutato, visto il forte impatto negativo che il furto di dati può avere sulla vita delle persone. Così come sottolineato dall’Osservatorio stesso, nel momento in cui vengono sottratte ai malcapitati le credenziali sul web queste possono essere utilizzate dai criminali in molteplici modi come:
l’accesso all'account delle vittime
l’invio di messaggi ad altri utenti con richieste di denaro o link di phishing
l’invio di malware o ransomware per estorcere o rubare denaro ad altri contatti.
Fondamentale al buon esito dell’attività criminale, in tutti i casi descritti, è la disattenzione del malcapitato. A questo si aggiunge che il lavoro dei cybercriminali è spesso agevolato dalla presenza di password poco elaborate o comuni a più account. Si tratta di situazioni che gli utenti devono evitare quanto più possibile, così da alzare i muri contro i criminali informatici.
I dati italiani sulla cybercriminali
Nel primo semestre del 2024, gli utenti che in Italia hanno ricevuto un avviso dal dark web sono il 90,7%, mentre il 9,3% per dati rilevati sul web pubblico. Per l’Osservatorio CRIF, ci sono delle caratteristiche comuni ai soggetti privati allertati:
la fascia d’età maggiormente coinvolta è quella che va dai 51-60 anni (25,8%), seguita dai 41-50 anni (25,5%) e dagli over 60 (25,5%). La maggioranza degli utenti, inoltre, è di sesso maschile (64,0%);
a livello locale, il maggior numero di alert ricevuti riguarda il Lazio (18,7%), la Lombardia (13,8%), la Sicilia e la Campania (entrambe 8,5%). In proporzione al numero di abitanti, tuttavia, sono gli abitanti di Molise, Sicilia, Lombardia, Umbria e Valle d’Aosta ad aver ricevuto il maggior numero di notifiche. Muovendoci a macro aree, il maggior numero di alert ha interessato il Nord (38,9%) e il Centro (32,4%).
E ancora, nell’open web vengono sottratti soprattutto i dati relativi al codice fiscale (63,1%) all'email (28,8%), al numero di telefono (5,4%), all’username (1,7%) e all’indirizzo civico (1%). Nel dark web, invece, è il furto delle email ad andare per la maggiore, seguite dai numeri di telefono e dai codici fiscali.