10/08/2023
"PRURITI CONSILIARI..."
di M. Cominelli
L'ultimo Consiglio comunale del 27 luglio scorso è stato teatro di una vivace schermaglia tra maggioranza e opposizione. Motivo del contendere, una mozione, peraltro condivisa, relativa alla valorizzazione del luogo in cui, il 10 agosto del 1944, fu ucciso il partigiano Mario Idiomi. Dalla discussione sviluppatasi durante il consiglio comunale si è evinto che, nelle fasi preliminari di accordo, la minoranza, su iniziativa del primo firmatario, Fabio Brochetti, avesse presentato una richiesta articolata in tre punti che prevedeva, oltre alla valorizzazione del luogo in cui fu ucciso Idiomi con l'affissione di una targa e la relativa modifica al cerimoniale del 25 aprile, anche l'esposizione di un pannello esplicativo che, con intento quasi "pacificatorio", menzionasse l’episodio dello scontro a fuoco che portò alla morte di due rosatesi membri della brigata nera di Rosate, di un partigiano e della fucilazione di Idiomi. Questa sarebbe stata l’occasione per affrontare la storia in maniera oggettiva, ricordando le migliaia di vittime italiane che persero la vita scegliendo di combattere per quella che, convenzionalmente, viene definita "parte sbagliata". Sarebbe stato anche un modo sottinteso, perché no, per ricordare le migliaia di persone trucidate per mera vendetta, spesso in modo sommario, inutile e a guerra finita, dagli stessi partigiani...insomma, un "monito" per ricordare l'atrocità di una assurda guerra fratricida. Delle tre richieste, inutile dirlo, ne sono state accettate solo due. La terza è stata respinta. La minoranza, preso atto di questa decisione, ha optato per portare avanti comunque la mozione condivisa comprendente i primi due punti e cioè la valorizzazione del luogo dell'uccisione di Mario Idiomi e l'affissione di una targa che lo ricordasse. Il capogruppo di minoranza Alessio Curzio ha però voluto leggere un comunicato che rimarcasse il diniego della maggioranza verso un gesto, diciamo così "pacificatorio" che, a detta della minoranza, e non solo, sarebbe stato davvero un bel esempio, forse unico, dal quale si sarebbero potuti trarre molti spunti positivi e di apertura fra le parti come anche sottolineato dal successivo intervento di Fabio Brochetti. La lettura di questo comunicato ha però scatenato l'ira della maggioranza che, attraverso il capogruppo Daniele Del Ben ha dapprima replicato in modo duro, preannunciando ripercussioni sulle future proposte da parte della minoranza (tanto per non perdere il vizio di minacciare) e successivamente, dopo una sospensione di cinque minuti chiesta dallo stesso Del Ben, ha alzato il tiro, accusando la minoranza di essere venuta meno a degli accordi precedentemente stabiliti. È evidente che la maggioranza consiliare sia rimasta fortemente infastidita dagli interventi di Curzio e Brochetti, tesi a evidenziare il fatto che sia stata persa un'occasione per superare certi rancori ormai stantii ma, alla luce dei fatti, questo è ciò che è avvenuto. Il mio commento a riguardo è molto perentorio: per me è stato tutto tempo e fiato sprecato! La storia recente, infatti, ci insegna che le aperture non vengono mai accettate da chi negli anni si è sempre arrogato il monopolio della democrazia anche perché, come mi trovo sovente a sottolineare, se c'è una parte politica che non vuole alcuna pacificazione ma che ha costantemente bisogno di combattere contro qualcosa o qualcuno e trova la sua linfa vitale nello scontro ideologico, è proprio quella che appoggia la maggioranza consiliare. Dispiace davvero che il nostro paese, per volere della maggioranza, abbia scelto di non distinguersi con un gesto che, certamente, avrebbe provocato un'eco molto positiva, almeno nelle menti di chi, realmente, sogna una vera "pacificazione".