03/08/2024
Buona domenica gradevole ❤️❤️❤️
La via Appia è il sessantesimo sito italiano a entrare a far parte del Patrimonio Unesco. Ecco qualche curiosità su quella che era l'Autostrada del Sole degli antichi Romani.
In principio le vie romane connettevano l'Urbe ai centri vicini, con fini commerciali, ma già dal IV secolo a.C. i Romani iniziarono a costruire una capillare rete stradale. A partire dalla regina viarum, l'Appia, il cui nome si deve al censore Appio Claudio Cieco, che nel 312 a.C. ne avviò i lavori sul solco di un vecchio tracciato che collegava Roma e i vicini Colli Albani.
La via per la Magna Grecia. Nata per favorire la penetrazione romana nel Sud della Pen*sola e contrastare popolazioni come quella dei Sanniti, l'Appia divenne presto preziosa anche per i commerci e gli scambi culturali con i centri della Magna Grecia. Inizialmente la via collegava Roma alla città campana di Capua, ma in seguito venne prolungata fino a raggiungere Brindisi, porto d'imbarco verso il Levante, trovando addirittura una continuazione oltremare nella via Egnatia.
Nella parte più vicina all'Urbe, si arricchì di fastose residenze, oltre a sepolcri e mausolei di personaggi illustri, da quello degli Scipioni (III secolo a.C.) a quello di Cecilia Metella (I secolo d.C.). E a proposito di defunti, l'Appia fu anche teatro di macabri eventi come la crocifissione dei circa 6.000 schiavi che nel 71 a.C., sotto la guida del carismatico gladiatore Spartaco, si ribellarono a Roma. Dal II secolo d.C. vi sorsero infine grandi catacombe cristiane: su tutte, quelle di San Callisto.
Delle varie strutture sorte lungo la strada rimangono tuttora preziose vestigia, anche nella parte che, passando da Benevento, si snoda in Puglia. L'area più importante di questo "museo diffuso" a cielo aperto rimane tuttavia quella più vicina a Roma, dov'è oggi il vastissimo Parco regionale dell'Appia Antica.