Rivista culturale della Compagnia di Gesù, fondata nel 1850.
16/12/2024
Perché parlare di speranza in un mondo sull’orlo della guerra? Quale senso può avere parlare di gioia in un momento così difficile?
Sono domande ricorrenti, anche per i non credenti, quando si avvicina il Natale. Ciclicamente, sembra essere questo il momento dell’anno per fare i conti con la nostra storia, personale e umana. Perché?
Gli Accènti de "La Civiltà Cattolica". Parlare di gioia e speranza in un mondo sull'orlo della guerra.
15/12/2024
Le stelle sono la nostra guida verso la sapienza e verso il mistero
Il secondo capitolo di Matteo narra dei magi che giungono a Gerusalemme alla ricerca del «neonato re dei Giudei» perché «hanno visto spuntare la sua stella». Il fatto che Erode dovette consultarli per sapere quando era apparsa la stella ci dice che essa risultava visibile solo agli osservatori attenti. Quindi, cosa ci dicono le stelle? Ci raccontano come opera la creazione di Dio. Non presiedono le nostre vite; piuttosto, ci riempiono di un senso di meraviglia e gratitudine di fronte al Dio. Leggi l’articolo
Il secondo capitolo di Matteo narra di «magi provenienti da oriente» che giungono a Gerusalemme alla ricerca del «neonato re dei Giudei» perché «hanno visto spuntare la sua stella». Il fatto stesso…
15/12/2024
Il Natale sorprende l’umanità
Gesù nasce povero, perché ogni uomo è povero; nasce in una grotta, per essere vicino a chi non ha casa né un luogo dignitoso dove potersi rifugiare; nasce nell’umiliazione, perché ogni uomo è colpito da umiliazioni che lo feriscono e lo lacerano; nasce solo, perché la solitudine attanaglia il cuore di ogni persona. Gesù è l’«atteso dell’inatteso» perché nella sua nascita le aspettative dell’umanità sono puntate altrove. Leggi l’articolo
Il mistero del Natale tra Antico e Nuovo Testamento: il Messia degli oracoli di Isaia e il Cristo, piccolo e povero, incarnato nella nostra storia.
Questa festa – dalle parole del canto d’ingresso – è detta «Domenica della gioia». La scorsa domenica abbiamo celebrato la solennità dell’Immacolata, ma era la IIa d’Avvento, dove risuonava il grido del Battista nel deserto: «Preparate la via del Signore: convertitevi». La gente accorre, è disorientata, eppure non fugge via, è attenta all’annuncio, è disponibile a farlo vero nella propria vita: ma come realizzarlo? Il Battista ha proposto l’itinerario di con¬versione annunciato dai profeti nell’Antico Testamento: la via della solidarietà fraterna, da raggiunge¬rsi nella giustizia e nella condivisione.
Alcuni della folla lo interrogano: «E noi che cosa dobbiamo fare?» Il Battista, sulla linea della saggezza antica dei profeti, risponde: «Chi ha due tuniche ne dia una a chi non ne ha»! Per la vita basta una sola tunica... Chi ne ha più di una la dia a chi non ne ha. Non è un invito ad essere po¬veri, ma a donare generosamente il superfluo. E tuttavia qui è il punto: che cosa è superfluo nella vita dell’uomo? Siamo attanagliati dall’ansia del domani, dalla paura di restare sguarniti; e anche nei più poveri cova la tentazione di accaparrare, di mettere da parte, con la giustificazione del «buon senso comune». Non è la povertà per se stessa che viene indicata qui come la via; la via è la capacità di condividere, di far parte agli altri di quello che abbiamo e di quello che siamo. In che misura? Non c’è misura..., se non quella che viene dalla luce dello Spirito che nel tempo parla in noi e può farci capaci di generosità insospettabili. Occorre farsi disponibili al Signore che viene.
Anche i pubblicani vengono a farsi battezzare: erano quei giudei che avevano in appalto la riscossione delle tasse per conto del dominatore romano. Il pubblicano, in Israele, è l’uomo che non può salvarsi: rubava quello che gli altri producevano, e per di più per gli oppressori stranieri. Le soperchierie erano così gravi e così reiterate che – si riteneva – l’intera loro vita di penitenza non sa¬rebbe bastata per salvarsi. Anche loro sono disponibili a convertirsi: ma che cosa devono fare? La risposta di Giovanni è chiara: «Esigete ciò che è giusto!». Non chiede loro di cambiare professione. Anche oggi la chiamata del Signore non ci interpella fuori della nostra vita, ma ci chiede di vivere nella fedeltà alla Parola, nell’onestà, nella generosità. Quanto? In che misura? La risposta sta nell’aprirsi al Signore che viene.
Anche i soldati interrogano il Battista. Questi ultimi non sono nemmeno giudei, perché i giudei erano esonerati dal servizio militare: sono persone comuni che non avendo forse altro lavoro si sono impegnati con le armi. La loro vita era segnata dalla prepotenza. Solitamente mal pagati, si rifacevano con razzie ed estorsioni, saccheggiavano tutto quello che trovavano sulla loro strada. Ad essi il Battista dice: «Accontentatevi delle vostre paghe». L’uomo moderno si aspetterebbe a questo punto un discorso «pacifista». Ma bisogna rispettare i tempi e non possiamo prestare a Giovanni una sensibilità che è maturata con l’esperienza di venti secoli. Allora non faceva scandalo più di tanto guadagnarsi la vita al soldo dei potenti. Eppure c’è anche qui uno stile di vita. A noi oggi viene chiesto un altro discernimento, perché in una certa misura si è più liberi nelle scelte; ma qualunque sia la stret¬toia in cui la vita ci mette, qualunque sia il peccato del mondo con cui la nostra vita deve fare i conti, c’è comunque una strada di equità che tocca a noi scoprire e avere il coraggio di intra¬prendere, sostenuti dalla forza che viene dallo Spirito.
Giovanni propone un cammino di penitenza, battezzando in acqua; ma c’è qualcuno dopo di lui che battezzerà in Spirito Santo e fuoco, e che potrà farci partecipare con l’offerta fiduciosa della nostra vita alla nuova creazione. «Il Signore tuo Dio, in mezzo a te, è un salvatore potente. Gioirà per te, ti rinnoverà con il suo amore» (Sof 3,17). Perciò, dice Paolo: «Siate sempre lieti nel Signore. La vostra amabilità sia nota a tutti. Il Signore è vicino» (Fil 4-5).
Che rapporto c’è tra le immagini misericordiose di Dio e la violenza che scorre in tante pagine bibliche? A questa domanda si è cercato di rispondere durante l’incontro «Scoprire la violenza nella Bibbia», svoltosi il 30 novembre a Villa Malta, organizzato dalla Georgetown University e La Civiltà Cattolica. Guarda il video completo
Che rapporto c’è tra le immagini misericordiose e paterne di Dio e la violenza che scorre in tante pagine bibliche? Come spiegare i racconti biblici che mett...
13/12/2024
Siria: il futuro incerto del Paese e dei suoi 13 milioni di sfollati e rifugiati
«È accaduto così velocemente che ha preso un po’ tutti di sorpresa». Esordisce così Luca Ricciardi, Head of program per la regione del Medio Oriente del Jesuit Refugee Service (JRS), quando a La Civiltà Cattolica racconta quello che sta accadendo in questi giorni in Siria. Dopo la caduta di Damasco nelle mani dei ribelli e la fuga del presidente Bashar al-Assad, l’unica cosa certa è la fine di un regime durato oltre 50 anni, mentre restano ancora tanti interrogativi sul futuro. Leggi la news
«È accaduto così velocemente che ha preso un po’ tutti di sorpresa». Esordisce così Luca Ricciardi, Head of program per tutta la regione del Medio Oriente del Jesuit Refugee Service (JRS), quando a…
13/12/2024
Dinanzi al presepe con Paul Claudel
Convertitosi nel giorno di Natale (1886), Paul Claudel non si è stancato di meditare, nella sua opera poetica, sul mistero di questa festività. Ciò che maggiormente lo stupisce è lo «stato di annientamento, di totale rinuncia scelto dal Signore del Sinai». Venendo tra noi, il divino petit Enfant «ha santificato ciò che ha assunto». Ha riscattato la sofferenza, ci ha liberato dal Nulla, ha trasfigurato la vita. E ci ha assicurati del suo amore, che non verrà mai meno. Leggi l’articolo
Quando e dove è nato il poeta Paul Claudel? È nato il 6 agosto 1868, a Villeneuve-sur-Fère (Aisne), informano i registri anagrafici. Senza rifiutare questa data e questa località, egli suggerirebbe…
12/12/2024
Gesù inaugura un nuovo modo di essere uomo
«Se uno non rinasce dall’alto non può vedere il regno di Dio». Questa nuova nascita dall’alto è possibile perché Gesù, disceso dal cielo, è venuto tra gli uomini, ha comunicato loro la sua figliolanza divina. Gesù è «Figlio del Padre», perciò in lui si manifesta il divino nell’uomo, ed è «Figlio dell’uomo», quindi in lui è presente tutto ciò che secondo il piano divino è pienamente umano. Così la venuta di Gesù nel mondo ha inaugurato un nuovo modo di essere uomo, facendo sì che gli uomini divenissero figli di Dio nel suo Figlio. Leggi l’articolo
Nicodemo, «uno dei capi dei Giudei», aveva fatto un notevole passo avanti nell’accoglienza di Gesù. Diversamente dagli altri capi, era andato da Gesù, ma di notte, per una visita discreta, nella…
12/12/2024
Giovanni Gentile, ad un secolo dalla riforma della scuola italiana
La riforma voluta dall’allora ministro della Pubblica Istruzione del primo governo Mussolini coinvolse tutte le scuole del Regno d’Italia. Sebbene poi sia stata in parte modificata, lo spirito che l’animava rimase in vigore anche negli anni della ricostruzione democratica. Ricordarla e studiarla è un dovere storico
L'articolo esplora la riforma scolastica di Giovanni Gentile del primo governo Mussolini. Sebbene sia stata modificata negli anni, lo spirito che l’animava rimase in vigore per lungo tempo.…
11/12/2024
La bellezza ci ha abbandonato. Il brutto è il segno di una crisi di civiltà?
Gli studi sull’estetica contemporanea sono concordi nel rilevare lo smarrimento della bellezza nell’epoca attuale come il segno di una diffusa crisi di civiltà. Il tentativo di fare dell’estetica una scienza in grado di codificare la bellezza sembra abbia portato alla sua progressiva scomparsa per lasciare il posto al brutto, al kitsch. Per quale motivo?
L'articolo esplora la crescente presenza del brutto nella modernità, segno di crisi civiltà. Analizza come il tentativo di codificare la bellezza nell'estetica contemporanea abbia promosso il kitsch…
11/12/2024
«Stranieri Ovunque». Alla Biennale di Venezia oltre 300 artisti dal sud del mondo
La 60a edizione ha avuto una prospettiva speciale, grazie al direttore artistico Adriano Pedrosa. Brasiliano, dal 2014 dirige il Museu de Arte de São Paulo. A lui il compito di far scoprire la produzione artistica dell’emisfero meridionale come un gigantesco laboratorio d’arte contemporanea. Non è un caso che Pedrosa sia riuscito a riunire 332 artisti, in gran parte sconosciuti.
L'arte dell'emisfero sud ha trasformato la 60a Biennale d'Arte di Venezia 2024, sotto la direzione di Adriano Pedrosa, in un vibrante laboratorio di creatività, coinvolgendo 332 artisti globali e…
10/12/2024
Nel 1939 la filosofa sp****la María Zambrano aveva 35 anni. Dopo l’avvento del franchismo, aveva lasciato la Spagna e si era trasferita prima a Parigi, poi a L’Avana e da lì in Messico. In quell’anno ha pubblicato due opere di grande importanza – Pensiero e poesia nella vita sp****la e Filosofia e poesia –, ora raccolte nel volume di cui ci stiamo occupando, che contiene anche una ricca Introduzione di Armando Savignano e una densa Postfazione di Massimo Cacciari.
MARÍA ZAMBRANO, “Poesia e filosofia”, Brescia, Morcelliana, 2024. La recensione de “La Civiltà Cattolica”.
10/12/2024
Sinodo. Due immagini per raccontarlo
La Seconda Sessione si è conclusa il 27 ottobre 2024. Due immagini raccontano questa esperienza: la prima è quella dell’Assemblea riunita nell’Aula Paolo VI, con i partecipanti disposti a piccoli gruppi attorno a tavole rotonde; la seconda è la foto scattata a conclusione dei lavori, con i rappresentanti di tutte le Chiese che si stringevano attorno al Successore di Pietro.
Il Sinodo dei Vescovi 2021-24 si chiude con prospettive di missione e scambio di doni. L'articolo approfondisce il Documento finale, concentrandosi sulle sfide contemporanee che la Chiesa deve…
09/12/2024
Il ruolo delle donne nel futuro del continente africano
In Africa le donne devono affrontare una serie di sfide nel contesto dello sviluppo. Tra queste, il peso di tradizioni, che privilegiano gli uomini e limitano l’accesso all’istruzione e al lavoro, e la mancanza di indipendenza finanziaria. Nonostante questo, le donne africane svolgono un ruolo fondamentale nell’economia del continente.
Le donne africane giocano un ruolo chiave nell'economia del continente, tuttavia devono superare diversi ostacoli. L'articolo analizza i loro contributi e la necessità di sostenere la loro ricerca di…
09/12/2024
San Francesco coglie il mistero eucaristico del Natale e lo rappresenta nel presepe di Greccio: la mangiatoia diviene l’altare dove si celebra la Messa della Natività, l’unica liturgia in cui rivivono insieme la nascita di Gesù, la sua morte e risurrezione: il mistero di fede che è la nostra salvezza.
Alla fine della Lettera a Tito si trova un inno: è un annuncio di gioia. Esso invita a contemplare il mistero del Natale come bontà e amore (philanthrōpia) di Dio. Nella Vulgata, san Girolamo rende…
08/12/2024
Julio Cortázar, uno dei più bravi scrittori di racconti brevi del XX secolo
Quest’anno ricorrono i 110 anni della nascita e i 40 della morte dello scrittore argentino per radici familiari, europeo e francese per ragioni politiche. È considerato uno dei grandi protagonisti della diffusione della letteratura sudamericana, insieme a García Márquez, Jorge Luis Borges, Mario Vargas Llosa. Iscriviti alla newsletter e leggi in anteprima l'articolo
Quest’anno ricorrono i 110 anni della nascita e i 40 della morte di Julio Cortázar, maestro del racconto breve. Scopri la sua interpretazione del fantastico, che ci aiuta a esplorare le profondità…
08/12/2024
La riflessione mariologica di von Balthasar, esamina la categoria di «splendore» di Maria — partecipazione allo splendore originario di Cristo — in relazione al mistero della Chiesa. Delineando il rapporto tra mariologia ed ecclesiologia, il teologo svizzero fissa l’attenzione su due immagini bibliche. Maria con la sua fede è la nuova «figlia di Sion» e con la sua disponibilità sponsale è la «serva del Signore»: grazie al suo consenso, si compie l’Incarnazione del Verbo che, secondo von Balthasar, è idealmente l’atto fondante della Chiesa.
Qual è il posto che Maria, soprattutto in relazione al mistero della Chiesa, occupa nella "Estetica teologica" di Hans Urs von Balthasar?
Questa domenica la Chiesa celebra la solennità dell’Immacolata Concezione: che cosa significa tale festa e che cosa ci insegna?
Proviamo a metterci nei panni di Dio che deve scegliere una madre per suo figlio Gesù. Quale donna scegliere? Una donna straordinaria,colma di qualità eccezionali? Una persona intelligente in grado di capire ogni cosa? Una madre geniale, capace di prendere iniziative originali? Una maestra che sia di grande insegnamento umano per Gesù?
Ebbene, Dio non sceglie una donna che abbia una sola di queste caratteristiche. Maria era una «casalinga». Una donna come tutte le donne del mondo che vive «in casa» e attende alle faccende domestiche. Non era andata a scuola, non aveva in famiglia una tradizione culturale. Ma aveva avuto un dono straordinario: Maria è «la piena di grazia», è in comunione con il Signore. «Il Signore è con te», dice di lei Elisabetta.
Meditare il mistero della maternità di Maria: se da un lato ci pone di fronte all’imperscrutabilità del disegno divino, ci apre all’ascolto e all’accoglienza dell’invito che Dio rivolge ad ogni persona, nel segreto del cuore. Dobbiamo allora incontrare Maria, per incontrare in lei lo sguardo e la voce di Dio. Occorre perciò liberarne l’immagine dal «meraviglioso» che la pietà popolare, pur animata dalle più sante intenzioni, nel corso dei secoli le ha costruito intorno fino ad offuscarne o a cancellarne del tutto l’umanità.
Può essere utile anche considerare l’età di Maria e quella di Giuseppe: sono giovanissimi, non hanno più di quindici anni. Improvvisamente si trovano davanti a Dio, al Dio delle sorprese. E la giovinezza è l’età degli entusiasmi, degli ideali, della generosità, dell’accoglienza.
Torniamo allora alla scarna narrazione evangelica. Maria è una vergine promessa sposa, una fra tante: nulla quindi che suggerisca qualità o azioni fuori dall’ordinario. Un ordinario che, come a tante accade, la vuole sposa e poi forse madre nel suo villaggio di origine. Ed è in questo ordinario che Dio le si fa incontro nelle parole dell’angelo: «Rallegrati, Maria, piena di grazia».
Piena di grazia… Che cos’è la grazia se non la presenza di Dio in noi? E il saluto null’altro vuol dire se non che Maria, da sempre, si è offerta a questa presenza in modo totale e incondizionato. E lo straordinario allora lo si scopre in questa fedeltà che l’accompagna in tutta la vita senza per questo risparmiarla da pene, pericoli, incomprensioni, forse dubbi, certamente angosce. Quando Maria e Giuseppe, dopo tre giorni di ricerche, trovano Gesù nel Tempio fra i dottori, non può non meravigliare il rimprovero della madre: «Figlio, perché ci hai fatto questo? Ecco, tuo padre e io, angosciati, ti cercavamo» (Lc 2,48).
A questa donna la Chiesa guarda da secoli come madre, indicandola allo stesso tempo ad ognuno di noi perché la contemplazione del suo mistero generi in noi la presenza di Cristo e la sua grazia.
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La Civiltà Cattolica è la più antica di tutte le riviste italiane ancora attive. È stata fondata a Napoli da un gruppo di gesuiti italiani e il primo numero è stato stampato il 6 aprile 1850.
Scorrendo le annate de La Civiltà Cattolica, dato il suo carattere di rivista di attualità, si può avere un panorama abbastanza completo delle vicende religiose e politiche italiane (e in misura più limitata, mondiali) dal 1850 a oggi «dal punto di vista cattolico». Inoltre, la rivista ha accompagnato la storia d’Italia dal suo nascere a oggi.
Ispiratore e primo direttore della rivista fu il padre Carlo Maria Curci, ma a volerla fu soprattutto papa Pio IX (in quel momento esule a Gaeta).
L’idea che spinse alla fondazione della rivista fu quella di difendere «la civiltà cattolica», come allora la si concepiva, minacciata dai nemici della Chiesa, in particolare dai liberali e dai massoni, che andavano ispirando molte linee portanti dell’Italia risorgimentale.
La nuova rivista, a cui collaboravano uomini di grande valore, come il padre Luigi Taparelli d’Azeglio (fratello di Massimo), il padre Antonio Bresciani, il padre Matteo Liberatore, ebbe subito un notevole successo.
Del primo fascicolo, stampato in 4.200 copie, si dovettero fare ben sette successive edizioni.
Dopo quattro anni la tiratura salì a 13.000 copie: numero notevole per l’epoca, tanto che il tipografo dovette acquistare in Inghilterra una «macchina celere» in sostituzione di quella per la stampa a mano.
Oggi, come dalla sua fondazione, La Civiltà Cattolica intende leggere e interpretare la storia, la politica, la cultura, la scienza, l’arte alla luce della fede cristiana proposta dal Magistero della Chiesa.
In particolare, essa vuole attuare con pazienza e umiltà il dialogo tra fede cristiana e cultura contemporanea, così come richiesto dal Concilio Vaticano II. Tutto questo conservando il suo peculiare rapporto, di «sintonia», con la Santa Sede, che fa parte della sua identità, e un particolare legame con il Pontefice. Papa Francesco l’ha definita una rivista «unica nel suo genere».