13/11/2024
𝗡𝗼𝗻 𝗰’𝗲̀ 𝗮𝗹𝘁𝗲𝗿𝗻𝗮𝘁𝗶𝘃𝗮 𝗮𝗹𝗹𝗮 𝗰𝗼𝗻𝘃𝗲𝗿𝗴𝗲𝗻𝘇𝗮.
𝗣𝗲𝗿 𝘂𝗻 𝗽𝗮𝘁𝘁𝗼 𝗱𝗶 𝗺𝘂𝘁𝘂𝗼 𝘀𝗼𝗰𝗰𝗼𝗿𝘀𝗼 – 𝗚𝗸𝗻, 𝘂𝗻 𝗮𝗽𝗽𝗲𝗹𝗹𝗼 𝗽𝗲𝗿 𝗶𝗹 𝟭𝟳 𝗻𝗼𝘃𝗲𝗺𝗯𝗿𝗲 𝗲 𝗮𝗻𝗰𝗵𝗲 𝗼𝗹𝘁𝗿𝗲
Mentre si prepara la giornata “Sarà festa o rabbia” del 17 novembre a Firenze, lanciamo questo che è un appello di solidarietà alla lotta ex Gkn. Ma non è solo questo.
Diciamola così: la solidarietà a una lotta operaia contro delocalizzazione, licenziamenti e impoverimento dovrebbe essere un dovere elementare. Tanto più se stiamo parlando dell’assemblea operaia permanente più lunga della storia del movimento operaio italiano, assediata da ogni lato sul piano politico e logorata dalla mancanza di stipendi. Un dovere elementare che non sempre può essere dato per scontato, visto il grado di frantumazione che attraversa le forze della sinistra radicale, sociali e sindacali del nostro paese. Ribadirlo, quindi, non è ridondante.
Tuttavia, crediamo si tratti di andare oltre questo dovere elementare. La domanda che ci poniamo, che poniamo, ancora una volta: 𝗽𝗼𝘀𝘀𝗶𝗮𝗺𝗼 𝗽𝗲𝗿𝗺𝗲𝘁𝘁𝗲𝗿𝗰𝗶 𝘂𝗻𝗮 𝘀𝗰𝗼𝗻𝗳𝗶𝘁𝘁𝗮 𝗮𝗹𝗹𝗮 𝗲𝘅 𝗚𝗸𝗻? Possiamo lasciare il compito di una vittoria – o anche di decidere per la sconfitta – tutta sulle spalle di una comunità operaia che, nel logoramento dell’assedio, non può che assottigliarsi e finire inevitabilmente per cedere? Sul fronte sindacale, ad esempio, ha senso privilegiare i propri piccoli o grandi apparati sindacali rispetto al supporto di una lotta e di luoghi decisionali unitari, a partire dalle assemblee di lavoratori e lavoratrici e di istanze elettive democratiche dal basso?
Il capitale non sta lasciando e non lascerà niente di intentato. Di fatto ha azzerato qualsiasi diritto sindacale e democratico in quella fabbrica. Anche per loro la ex Gkn è un laboratorio. Smontarglierlo, farli rimbalzare, sarebbe necessario anche solo per le lotte che verranno. Eppure anche questo piano di considerazioni rimane insufficiente. Le organizzazioni firmatarie di questo appello, le singole e i singoli, non si considerano solo solidali verso quella lotta. Si considerano complici, coinvolte, sorelle e partecipi della sua traiettoria.
Se la lotta ex Gkn ha visto inevitabilmente indebolirsi la propria fase propulsiva, ha dall’altro lato visto rafforzarsi la propria capacità progettuale. La lotta ai licenziamenti nel tempo non può essere semplicemente il prolungamento di se stessa. 𝗣𝗲𝗿 𝗿𝗲𝘀𝗶𝘀𝘁𝗲𝗿𝗲 𝘂𝗻 𝗴𝗶𝗼𝗿𝗻𝗼 𝗵𝗮𝗶 𝗯𝗶𝘀𝗼𝗴𝗻𝗼 𝗱𝗶 𝗿𝗮𝗯𝗯𝗶𝗮, 𝗽𝗲𝗿 𝗿𝗲𝘀𝗶𝘀𝘁𝗲𝗿𝗲 𝗺𝗲𝘀𝗶 𝗱𝗶 𝗼𝗿𝗴𝗼𝗴𝗹𝗶𝗼 𝗲 𝗱𝗲𝘁𝗲𝗿𝗺𝗶𝗻𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲. 𝗣𝗲𝗿 𝗿𝗲𝘀𝗶𝘀𝘁𝗲𝗿𝗲 𝗮𝗻𝗻𝗶 𝗵𝗮𝗶 𝗯𝗶𝘀𝗼𝗴𝗻𝗼 𝗱𝗶 𝘂𝗻 𝗽𝗿𝗼𝗴𝗲𝘁𝘁𝗼. Gli operai ex Gkn sono stati costretti, loro malgrado, a traslare la lotta dal semplice rifiuto dei licenziamenti all’idea della fabbrica socialmente integrata. Dover “sopravvivere” qui e ora, rispondere subito al vuoto lasciato volutamente dal capitale, li ha costretti a uno scarto di elaborazione nell’applicazione di concetti come intervento pubblico, transizione ecologica, mutualismo, struttura del controllo operaio e sociale.
Il loro “qui e ora” non significa che nutrano illusioni sul fatto che simili idee siano applicabili nella cornice di questo sistema. Significa che rispondono all’attacco che il sistema porta, producendo un’idea concreta che rafforza la lotta. La forza di poter dire che un’altra fabbrica, un’altra vita, un’altra produzione, perfino un altro genere di relazioni umane, sarebbero difficili ma possibili già oggi con i mezzi a disposizione, evidenzia ancora di più come sia la cornice di sistema a impedire l’obiettivo.
Noi pensiamo che un simile laboratorio non esista in questo paese in nessun altro luogo. E che più viene lasciato alle sole forze del collettivo operaio, più è destinato a essere un laboratorio asfittico, sotto assedio, costretto a vivere solo di pesanti necessità. Come ha ripetuto la vertenza più volte: siamo in sala operatoria, con una grave emorragia, ci curiamo da soli e dobbiamo pensare anche a ciò che faremo da grandi. Ci sentiamo quindi di ribadire questi concetti:
La 𝘀𝗼𝗹𝗶𝗱𝗮𝗿𝗶𝗲𝘁𝗮̀ in termini di partecipazione ai grossi eventi della ex Gkn rimane un dovere stringente. Ma la partecipazione in termini di risorse, competenze, attenzione politica e sindacale, lo è altrettanto;
La 𝗹𝗼𝘁𝘁𝗮 ha chiesto più volte: diteci dove stiamo sbagliando. Ha messo “in piazza” le proprie scelte, permesso che diventassero un laboratorio, un dibattito. Non possiamo non cogliere questa possibilità, quella cioè di avere un laboratorio di discussione dove la convergenza si misuri con il presente e con il progetto;
Il 𝗽𝗿𝗼𝗴𝗲𝘁𝘁𝗼 che la ex Gkn è stata costretta ad accennare, sotto un pesante stato di necessità e di forze risicate, riguarda almeno tre fondamentali aspetti che vanno tenuti saldamente uniti e formano in embrione le parti di questo possibile progetto:
- la 𝗰𝗼𝗻𝗴𝗶𝘂𝗻𝘁𝘂𝗿𝗮 𝘁𝗿𝗮 𝗺𝗼𝘃𝗶𝗺𝗲𝗻𝘁𝗶 (climatico, sociale, sindacale, transfemminista, contro la guerra ecc.);
- il 𝗺𝘂𝘁𝘂𝗮𝗹𝗶𝘀𝗺𝗼 𝗰𝗼𝗻𝗳𝗹𝗶𝘁𝘁𝘂𝗮𝗹𝗲 come risposta al crollo del tessuto sociale del paese e come leva di aiuto allo sviluppo della coscienza di classe;
- la 𝗿𝗶𝘃𝗲𝗻𝗱𝗶𝗰𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲 𝗱𝗲𝗹𝗹’𝗶𝗻𝘁𝗲𝗿𝘃𝗲𝗻𝘁𝗼 𝗽𝘂𝗯𝗯𝗹𝗶𝗰𝗼 𝗽𝗲𝗿 𝗹𝗮 𝘁𝗿𝗮𝗻𝘀𝗶𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲 𝗲𝗰𝗼𝗹𝗼𝗴𝗶𝗰𝗮 sotto controllo operaio e sociale, come alternativa politica all’imperante liberismo, per una proposta che sia maggioritaria nella società.
Non solo riteniamo che questo spiraglio vada tenuto aperto con tutte le nostre forze, ma anche che dovremmo ragionare tutte e tutti di come evitare che un simile patrimonio vada disperso. Faremo di tutto perché questo non avvenga. 𝗳𝗮𝗯𝗯𝗿𝗶𝗰𝗮 𝘀𝗼𝗰𝗶𝗮𝗹𝗺𝗲𝗻𝘁𝗲 𝗶𝗻𝘁𝗲𝗴𝗿𝗮𝘁𝗮 𝗻𝗼𝗻 𝗲̀ 𝘂𝗻 𝗽𝘂𝗻𝘁𝗼 𝗱𝗶 𝗮𝗿𝗿𝗶𝘃𝗼, 𝗺𝗮 𝘂𝗻𝗼 𝘀𝘁𝗿𝘂𝗺𝗲𝗻𝘁𝗼 𝗱𝗶 𝗹𝗼𝘁𝘁𝗮. Chi oggi rimane silente su questo, dovrebbe almeno entrare nel dibattito su come pensa che delocalizzazioni e licenziamenti possano essere sconfitti.
Il sistema generalmente inteso – nelle sue mille facce (economica, politica, istituzionale, giuridica ecc.) – è perfettamente consapevole dell’esempio che rappresenterebbe uno sbocco anche solo momentaneamente vittorioso di questa lotta. Il pericolo è che questo non sia invece capito da noi. Noi, in breve, riteniamo che a questa convergenza non ci sia alternativa, che fuori da questa convergenza e da un laboratorio su questi temi non ci sia capacità di ribaltamento dei rapporti di forza. E di conseguenza non ci sia alternativa alla catastrofe di questo sistema.
Questa convergenza deve continuare nel rafforzamento della vertenza, nel difenderla a fianco della ex Gkn. Costruendo la giornata del 17 novembre sappiamo bene una cosa: se la ex Gkn dovesse cadere, mantenere viva una simile progettualità sarà molto più difficile. Ma sarà comunque un compito che dovremo darci. Per questo vogliamo cominciare a discutere di come costruire questo “laboratorio”, non certo una soggettività partitica, ma un 𝗣𝗮𝘁𝘁𝗼 𝗱𝗶 𝗠𝘂𝘁𝘂𝗼 𝗦𝗼𝗰𝗰𝗼𝗿𝘀𝗼 𝘁𝗿𝗮 𝗿𝗲𝗮𝗹𝘁𝗮̀ 𝘀𝗼𝗿𝗲𝗹𝗹𝗲, 𝘀𝗶𝗻𝗴𝗼𝗹𝗶 𝗲 𝘀𝗶𝗻𝗴𝗼𝗹𝗲, 𝗮𝘀𝘀𝗼𝗰𝗶𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗶 𝗲 𝗰𝗼𝗹𝗹𝗲𝘁𝘁𝗶𝘃𝗶, che intendono ritrovarsi attorno ai tre punti qualificanti (convergenza, mutualismo, intervento pubblico) in una prospettiva di trasformazione sociale ed ecologica e in un percorso di lotta che faccia oggi della vertenza Gkn un’esperienza esemplare per animare mille altre lotte.
𝗗𝗶𝘀𝗰𝘂𝘁𝗲𝗿𝗲𝗺𝗼 𝗶𝗻𝘀𝗶𝗲𝗺𝗲 𝘀𝘂 𝗰𝗼𝗺𝗲 𝗮𝗿𝗿𝗶𝘃𝗮𝗿𝗲 𝗮 𝘂𝗻 𝗶𝗻𝗰𝗼𝗻𝘁𝗿𝗼 𝗻𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗮𝗹𝗲 𝗽𝗲𝗿 𝗱𝗶𝘀𝗰𝘂𝘁𝗲𝗿𝗻𝗲, 𝘂𝗻 𝗶𝗻𝗰𝗼𝗻𝘁𝗿𝗼 𝗰𝗵𝗲 𝘀𝗮𝗿𝗮̀ 𝗽𝗮𝗿𝘁𝗲 𝗱𝗲𝗹𝗹𝗮 𝘀𝘁𝗲𝘀𝘀𝗮 𝗹𝗼𝘁𝘁𝗮.
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