ITALIANO: Questa pagina è dedicata al Libro d'Oro della Nobiltà Italiana del Collegio Araldico Romano e fa espresso riferimento al gruppo che riunisce gli esponenti delle famiglie iscritte nel Libro d'Oro della Nobiltà italiana: https://www.facebook.com/groups/gruppolibrodorodellanobilta/
ENGLISH: The AUTHENTIC Italian Nobility used to be listed in the Golden Book of Italian Nobility (Libro d'oro
della Nobiltà Italiana), but in the AUTENTHIC, HISTORICAL, ORIGINAL, GENUINE, "Libro d'Oro della Nobiltà Italiana", edited from more than a century by the Collegio Araldico in Rome (http://www.collegio-araldico.it/librodoro.html), NOT the COPY/IMITATION present on facebook too, here: https://www.facebook.com/librodoro.dellanobilta). FRANCAIS: La noblesse italienne c'est notamment publié dans le Livre d'Or de la noblesse italienne, mais dans le SEUL, HISTORIQUE Livre d'or de la noblesse italienne, qui est celui publiè, pendant plus d'un siècle, par le Collegio Araldico de Rome (http://www.collegio-araldico.it/librodoro.html)
Il Libro d'Oro della Nobiltà Italiana vide la luce nel 1910. Riunisce le famiglie che erano elencate nel Libro d’Oro della Consulta Araldica del Regno d’Italia e quelle comprese negli Elenchi Ufficiali Nobiliari del 1921 e del 1933. Sono inoltre inserite, previa presentazione della documentazione relativa, le famiglie che abbiano ottenuto (dopo il 1946) un provvedimento di grazia di Re Umberto II, od un provvedimento di giustizia del Corpo della Nobiltà Italiana, od un atto sovrano dei Sommi Pontefici (dopo il 1870), oppure della Repubblica di S. Marino (dopo il 1861), o la cui nobiltà sia stata riconosciuta, ai fini dell’ammissione, dal Sovrano Militare Ordine di Malta. L'attuale edizione del Libro d'Oro della Nobiltà Italiana (XXIV edizione 2010-2014), è stata pubblicata nel 2010, consta di due tomi [volume XXIX (A-L) e volume # # # (M-Z) della serie] per un totale di 1800 pagine. Sono presenti circa 2500 famiglie nobili, per ciascuna delle quali è presente un breve cenno storico, lo stato di famiglia aggiornato e lo stemma in bianco e nero. Una riproduzione del Libro d'Oro è riportata nella foto di copertina di questa pagina. Il Collegio Araldico, editore da sempre del repertorio, fu fondato a Roma nel 1853 dal Conte Baldassarre Capogrossi Guarna con gli scopi di mantenere vivo il culto delle tradizioni ed il rispetto al principio di autorità, e di coltivare gli studi araldici nell’interesse della storia. Fu utilizzato per controllare a fini protocollari, l'esatta e vera titolatura nobiliare dei numerosi forestieri provenienti da ogni dove, coadiuvando con la Commissione Araldica Capitolina. L'Istituto fondato dal Conte Capogrossi Guarna fu il primo Sodalizio Araldico sorto in Italia con intendimenti assolutamente etici e scientifici. Fu posto sotto il Patronato dei Santi Luigi IX Re di Francia ed Enrico Imperatore; ebbe il viatico morale della benedizione del Sommo Pontefice Pio IX. La Sacra Congregazione degli Studi diede il suo riconoscimento ufficiale con dispaccio in data 19 febbraio 1858 a firma del Cardinale Bonelli Prefetto della Sacra Congregazione. Il Conte Baldassarre Capogrossi Guarna resse il sodalizio da lui fondato per un intero cinquantennio, coadiuvato, con la carica di Segretario Generale, prima dal Marchese Don Innocenzo Longhi di Fumone, patrizio coscritto romano, e poi dal Conte Pio Miccinelli, guardia nobile di S.S. Alla morte del Conte Baldassarre Capogrossi Guarna per la successione la scelta, unanime, si posò sul Conte Ferruccio Pasini Frassoni, Patrizio ferrarese, già insignito di numerosissime alte onorificenze soprattutto estere e di importanti titoli accademici, sin da allora considerato e riconosciuto, per i suoi dotti studi e per attività di ricerche, insigne ed autorevolissimo Maestro di fama europea di discipline araldiche. A succedere al Conte Pio Miccinelli nella carica di Segretario Generale fu chiamato il Conte Carlo Augusto Bertini. Con l'inizio dell'anno 1903, venne fondata la Rivista Araldica, concepita come organo ufficiale del Collegio Araldico. Il Sommo Pontefice Leone XIII incoraggiò con la Sua Apostolica benedizione l'iniziativa. Il Suo successore, Pio X, dette anche Egli il Suo sostegno morale, quasi all'indomani stesso della elevazione al soglio pontificio. Nel 1910, il Collegio Araldico pubblicava la prima edizione del Libro d'Oro della Nobiltà Italiana. La consulenza tecnica all'aristocrazia acquistò ampio spazio ed ebbe sviluppi di grande rilievo per le ricerche genealogiche, lo svolgimento di pratiche nobiliari, il patrocinio presso la Consulta Araldica del Regno. Dopo la morte del Conte Ferruccio Pasini Frassoni hanno ricoperto la carica di Presidenti del Collegio:
il Marchese Adriano Colocci Vespucci, nobile di Jesi, che prodigò la sua instancabile attività per oltre un decennio, sempre vegeto e dinamico malgrado la venerabile età;
Don Umberto Ruffo di Calabria dei Principi di Scilla, Bali di Gr. di Malta, Gran Maestro delle cerimonie di S.M. Troppo presto, (nel 1944) la morte ne troncò la preziosa e laboriosa esistenza perché il sodalizio da lui presieduto avesse potuto ricevere quegli impulsi che egli si proponeva di dargli e che potenzialmente era in grado di imprimergli per le preclari sue virtù;
il Principe Don Rufo Ruffo, Principe della Scaletta;
il Marchese Attilio Vignolo di Cos, Decano dei Membri del Collegio Araldico per esservi stato immesso con la prima leva successiva a quella dei fondatori;
il Duca di Serracapriola Don Giovanni Maresca Duca della Salandra, cultore insigne di studi araldici e vero Maestro in essi;
il Barone Giovanni di Giura, Segretario di S.M. La Rivista Araldica, nel suo filone di organo tecnico, è giunta al 91° anno di vita, mentre per Libro d'Oro della Nobiltà Italiana, si è avuta nel 2001 la pubblicazione della XXII edizione. (informazioni tratte dal sito del Collegio Araldico http://www.collegio-araldico.it/index.html